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interventi Memoria

70 anni dalla caduta del Fascismo: il dovere della memoria

Nella foto la prima pagine del “Corriere della Sera” del 26 luglio 1943

Settant’anni fa cadeva il fascismo in nome della libertà: il Comune di Forlì insieme all’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) di Forlì-Cesena ha organizzato un’iniziativa per ricordare questa ricorrenza e la figura di Leo Matteucci, che non solo è stato un esempio di lotta al fascismo ma con l’attività che ha compiuto sul territorio e l’impegno nel mondo dell’associazionismo è diventato anche emblema di come un cittadino può e deve partecipare alla vita civile del suo Paese. Una celebrazione importante, ben organizzata, esempio di come valori antichi possono essere resi attuali e raccontati in maniera originale, grazie all’aiuto dell’attore e regista teatrale Denio Derni, nonchè alla fervida volontà del sindaco Roberto Balzani.

Oggi le istituzioni, i partiti, le associazioni, i cittadini non possono commettere l’errore di dare per scontati certi valori democratici come se la certezza della loro presenza avesse fatto perdere il loro valore. Dobbiamo riflettere  sugli ideali democratici che hanno guidato la Resistenza al fascismo perché non si ripetono mai a sufficiente; riascoltarli e riviverli nei racconti e negli scritti di chi li ha vissuti in prima persona. Ricordare non solo per non dimenticare, ma anche per formare le coscienze delle nuove generazioni che non hanno vissuto quei momenti drammatici della nostra Storia.

Un dovere, quello ti tenere accesa la luce della memoria, che grava soprattutto sulle giovani generazioni, degli ultimi che hanno avuto (grazie ai nonni e ai bisnonni) la straordinaria fortuna di sentire raccontato dalla viva voce di chi l’ha avvisa, l’epoca della Resistenza e della costruzione della Repubblica. A noi l’onere e l’onore di non far sbiadire questo patrimonio storico e culturale, di cui è intrisa la nostra identità.

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Giovani interventi

Fuga di cervelli? Cambiamo il sistema a piccoli pezzi

Mi hanno molto colpito le testimonianze di alcuni dei migliori cervelli forlivesi, interpellati dal Carlino di Forlì nei giorni scorsi, emigrati in altri Paesi alla ricerca di fortuna (spesso trovata, con merito).
La fuga dei cervelli è un processo naturale che avviene in tutti i paesi sviluppati; anzi forse oggi dovrebbe essere considerato un fatto naturale e di per sè non un fatto solo negativo. Ci si sposta là dove vengono offerte maggiori opportunità e dove ci sono condizioni contrattuali migliori. Con l’aumento dell’istruzione e con l’acquisizione di alte competenze chi cerca lavoro lo fa alzando l’asticella. Dunque di per sè la ‘fuga’ dei cervelli non è necessariamente negativa; compiere un’esperienza professionale all’estero è tra le prove più formative che si possano compiere nella vita. Il problema comincia quando una volta partiti, non si vuole più tornare. E questo è ciò che sta avvenendo in tutta Italia, dunque anche a Forlì.

In Italia la  percentuale di persone con un’alta istruzione che decide di partire  è molto più alta degli altri paesi; ma forse il problema maggiore è che queste energie dopo un’esperienza all’estero, molto spesso decidono di non rientrare più. Per tanti motivi: per la burocrazia, per le precarie condizioni di lavoro, per l’ingessamento del sistema della ricerca, per l’assenza di una ‘vision’ del Paese e dunque di opportunità. Nel 1914 Henry Ford aveva elevato al doppio la paga media di un lavoratore del settore industriale. Se l’azione aveva da un lato l’obiettivo di aumentare i consumi e l’efficienza del personale impiegato, dall’altro mirava a raccogliere e trattenere in patria le energie migliori del paese. Evidentemente aveva capito qualcosa che oggi, in Italia, sembra ancora difficile da comprendere per molti.

Il nodo della questione è che chi va via non torna più indietro e l’Italia finisce per pagare la formazione (spesso anche ben qualificata) a persone che poi offriranno le loro competenze ad  altri paesi, che magari competono con il nostro. Ma c’è di più: non se ne vanno solo i ‘migliori’, ma anche ragazze e ragazzi che non vedono prospettive in Italia e decidono di partire: zaino in spalla, alla ricerca di nuovi orizzonti.

Certo, non dobbiamo cadere nel pssimismo cronico che attraversa questi tempi difficili. Anche in Italia ci sono casi di giovani che hanno studiato qui (o all’estero) e sempre qui hanno trovato successo. Fortunatamente non siamo solo un Paese di ‘bamboccioni’ o raccomandati. Tutt’altro. C’è anche chi decide di battersi entro i confini nazionali e pur con tante difficoltà, riesce ad “arrivare”. Oppure semplicemente non si rassegna e continua a lottare.

Allora ciò che dobbiamo fare, ciò che deve fare l’Italia e ciò che possono provare a fare le piccole comunità locali, è creare le condizioni per un mercato del lavoro che sia più meritocratico, che conti di più cosa conosci rispetto a chi conosci. Creare le condizioni affinchè i cervelli formati qui possano, almeno in parte, trovare qui la possibilità di valorizzare le proprie capacità e soprattutto realizzare in Italia il proprio progetto di vita. ??Una prima inversione di rotta è arrivata con gli incentivi alle nuove assunzioni di giovani, ma non basta: bisogna insistere su questo punto e soprattutto sul sostegno alle imprese, sul trasferimento delle competenze dall’Università alle aziende. Forlì, con il patrimonio della sua qualificata presenza universitaria, può dare un valido contributo a questo scopo.

In fondo perché dobbiamo smettere di credere che a piccoli pezzi non si possa creare un’ Italia diversa, capace anch’essa di trattenere e attrarre talenti?

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dichiarazioni Politica

Abolire il “Porcellum”: senza compromettere la riforma della Costituzione

Abolire il “Porcellum” si può. E’ vero che c’è un percorso di riforma della Costituzione e la nuova legge elettorale sarà modellata sulla base del nuovo disegno istituzioanle. Tuttavia se per caso questo percorso dovesse interrompersi, se questa legislatura dovesse terminare prima che le riforme siano compiute, con quale legge elettorale torneremmo a votare? Con il famigerato “Porcellum”? Non ce lo possiamo permettere, per questo insistiamo con la necessità di cancellare subito l’attuale legge elettorale per ripristinare quella precedente.

Il ‘Mattarellum’ non è la miglior legge elettorale possibile, presenta molti difetti, ma ha un grande pregio: ristabilisce i collegi e il rapporto diretto tra elettori ed eletti. Noi abbiamo cominciato a ricostruire questo legame attraverso le primarie per la scelta dei candidati al parlamento, che hanno consentito di aggirare questa legge “porcata”; ma non basta. Questa norma di “salvaguardia”, nei confronti dei cittadini, nei confronti delle istituzioni, nei confronti della credibilità di chi in campagna elettorale ha promesso ai quattro venti che non si sarebbe mai più torni a votare con il ‘porcellum’, è un atto di serietà che il parlamento deve compiere. Senza voler compromettere nè il percorso di riforma della Costituzione nè tantomeno la tenuta del Governo Letta.

Un primo tentativo di abolizione del “Porcellum” è stato effettuato nei mesi scorsi con la presentazione di una mozione che non ha trovato l’adeguato consenso, perchè si è ritenuto che avrebbe indebolito il Governo. Tuttavia si sente e si legge da più parti che questa modifica della legge elettorale è una priorità; per questo assieme al deputato Roberto Giachetti (primo firmatario) e a tanti altri deputati di, quasi tutti i gruppi parlamentari, abbiamo sottoscritto la richiesta d’urgenza presentata da Roberto Giachetti per accelerare sul ritorno al Mattarellum.

Gli appelli per la riforma immediata della legge elettorale si moltiplicano ormai da settimane, ma sono passati ben due mesi dalla bocciatura della mozione che presentammo e nulla si e’ mosso, nessuna clausola di salvaguardia e’ stata nemmeno proposta e prosegue la politica dei rimpalli e dei rinvii.

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dichiarazioni Diritti

Basta attese, tempi rapidi per la legge contro l’omofobia

La proposta che è stata approvata in commissione Giustizia da PD, PDL e Sel (qui il testo originario della proposta) è frutto di una discussione ampia che ha coinvolto esponenti di diversi gruppi politici. Ieri alcuni deputati del PDL hanno avanzato una richiesta di sospensione del dibattito portando a giustificazione della loro richiesta il fatto che, il testo che sarà presentato venerdì in aula, è un “elemento diversivo” che in questo momento di fragilità politico-istituzionale non ci possiamo permettere.

I parlamentari firmatari della moratoria dimenticano che i provvedimenti di legge, che fanno riferimento ad alcuni temi etici, non possono mettere a rischio la maggioranza di Governo perché rispondono direttamente alla coscienza dei diversi parlamentari. E in ogni caso puoi avere l’incremento di Pil più elevato possibile, ma senza contrastare le discriminazioni non sarai mai un Paese evoluto.

La discussione deve approdare il prima possibile in aula alla Camera per accogliere le modifiche necessarie; questo perché il parlamento è un organo i cui componenti sono stati eletti direttamente dai cittadini italiani e quindi rappresentano tutte le sensibilità presenti nel nostro Paese. Non possiamo ritardare un passaggio storico che finalmente ci uniforma a livello legislativo alle altre democrazie europee. Non possiamo più aspettare di introdurre norme efficaci che regolino le sanzioni rispetto a questi reati. Questa è una questione di civiltà.

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interventi

Nuova stazione dei Carabinieri a Forlimpopoli, più forza alla sicurezza

“L’Arma dei Carabinieri è una delle istituzioni più rispettate e riconosciute in Italia e il fatto che la sua presenza a Forlimpopoli si rinnovi e riqualifichi trovando la piena e completa operatività, è motivo di grande soddisfazione”. Lo afferma il deputato forlivese Marco Di Maio, nel messaggio inviato lunedì al sindaco di Forlimpopoli, Paolo Zoffoli, in occasione dell’inaugurazione della nuova caserma dell’Arma nella città artusiana. Evento al quale il parlamentare forlivese non ha potuto partecipare per la concomitanza degli impegni alla Camera legati al “Decreto Fare”.

 

“Forlimpopoli non poteva restare senza caserma e il ritorno dei Carabinieri in via Saffi ha fatto tirare un sospiro di sollievo a tutta la comunità forlimpopolese e non solo – aggiunge Marco Di Maio -. Anche se in città non sono stati registrati fatti criminosi rilevanti, in realtà, forte era la paura che i carabinieri potessero non tornare nella sede originaria.  Il trasferimento della stazione a Meldola è avvenuto perché dovevano essere effettuati dei lavori di restauro del palazzo di proprietà della Provincia, che così oggi ospita una stazione rinnovata”.

 

“I carabinieri sono da sempre uno dei simboli del nostro paese e sono costantemente a servizio della sicurezza dei cittadini – aggiunge Marco Di Maio -. Sono un punto di riferimento  per le istituzioni ma soprattutto per i cittadini con i quali, soprattutto nelle comunità più piccole, si crea una relazione sociale forte, di appartenenza e di solidarietà.  La presenza dei militari non è solo rassicurante ma diventa emblema dell’ordine e finisce per diventare la base per la nascita di un vero e proprio patto di legalità tra i cittadini e istituzioni”.

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Giovani interventi

Festival di Castrocaro, ho scritto alla presidente Rai: un investimento a cui dare continuità

Venerdì in piazza d’Armi a Terra del Sole, si svolgerà la serata finale del Festival di Castrocaro. Ho scritto nei giorni scorsi alla presidente Rai, Anna Maria Tarantola, per chiedere un impegno forte dell’azienda nel promuovere il Festival e Castrocaro. La risposta, molto cortese, è positiva. Da sabato, mettiamoci al lavoro per l’edizione 2014 e quelle a venire.

Di seguito il comunicato stampa

“E’ da accogliere con soddisfazione la decisione della Rai di valorizzare i giovani talenti del Festival di Castrocaro impegnandosi con la diretta della serata e tre anteprime, mentre viene giustamente deciso lo stop ad una trasmissione da rivedere come quella del concorso di Miss Italia”. E’ quanto dichiara il deputato forlivese Marco Di Maio, alla vigilia della finale del Festival di Castrocaro, di cui ha segnalato l’importanza nei giorni scorsi alla presidente della Rai, Anna Maria Tarantola.

Da giovane parlamentare cresciuto e immerso nel rapporto col territorio – spiega Di Maio – sono convinto della bontà di manifestazioni di questo tipo. Per questo mi sono permesso di segnalare alla presidente Rai Anna Maria Tarantola la rilevanza di Castrocaro e la ringrazio per l’attenzione che ha dimostrato, rispondendo cortesemente alla mia sollecitazione e assicurando una copertura adeguata all’evento. L’impegno per la valorizzazione del territorio è fondamentale per il servizio pubblico radiotelevisivo”.

Castrocaro rappresenta un importante investimento – aggiunge Di Maio – per la Rai, sia in termini economici che di risorse umane, ed è l’occasione per promuovere giovani talenti che possono godere di una vetrina nazionale per dimostrare le proprie capacità. Il target giovanile rientra tra quelli più vantaggiosi per la prima azienda culturale italiana. Per una Rai che si regge sul sostegno fondamentale del canone pagato da tutti i cittadini l’attenzione alle realtà territoriali resta un elemento costitutivo per il presente e il futuro”.

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dichiarazioni Economia e Finanza

Caro benzina, il problema sono accise e tasse di scopo

Il caro carburanti ha una sola origine e cioé quelle tasse di scopo per interventi specifici che dovevano essere a durata limitata e che, invece, anno dopo anno si sono accatastate divenendo tasse permanenti, facendo balzare il prelievo fiscale sui carburanti, tra accise e IVA sulle accise, all’attuale 60% . Un prelievo che solo nel 2012 ha portato allo Stato introiti per oltre 27 miliardi di euro ma che ha messo in crisi tutto il sistema e impoverito gli italiani che a stento riescono a fare un pieno di benzina.

La misura è colma e lo dimostrano anche le azioni intraprese in questi giorni dalla categoria dei benzinai, pur essendo estrema e non condivisibile, può essere compresa da tanti punti di vista. Il vero problema non sono gli aumenti ciclici in vista del periodo estivo ma l’eccessivo peso dello Stato che porta i prezzi fuori mercato e ben oltre la media europea. A questo punto è necessario un cambio di rotta, che si può concretizzare nell’immediato rendendo operativo il progetto di sterilizzazione dell’IVA, di cui a fasi alterne si parla dal 2008 ma che è rimasto per il momento inattuato. E’ tempo di riprendere in mano questo piano di lavoro e siamo certi che il Presidente Letta saprà tener fede al programma politico  presentato in campagna elettorale che assicurava  questo specifico intervento.

Allo stesso modo siamo fiduciosi che il Governo, considerate le polemiche di questi giorni in merito allo sciopero annunciato dai distributori di carburanti sulla rete autostradale, possa prendere in considerazione le numerose richieste dei tanti deputati che hanno presentato diversi emendamenti al DL Fare per dare soluzione ai numerosi problemi di quella categoria, quantomeno dando loro un segnale positivo attraverso lo sblocco del bonus fiscale in loro favore, che peraltro non comporta oneri per il bilancio pubblico.

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Diritti interventi

Calderoli deve dimettersi, andiamo avanti sullo ius soli

Secondo la Costituzione la vice presidenza del Senato è un ruolo che non può essere sottoposto a fiducia. L’eventuale sostituzione di Calderoli è nelle mani della Lega e del suo Segretario Maroni che può decidere anche di lasciare il Senatore al suo posto rendendosi complice del sue dichiarazioni. Quando manca il confronto pulito e argomentato è invitabile  arrivare ad offendere le persone. Altri esponenti della Lega invece di unirsi alle scuse del Senatore hanno pensato bene di accusare anche il Presidente Napolitano di indignarsi per fatti di poco conto. Ci sono fatti per cui non bastano le semplici scuse specialmente quando si copre una carica pubblica.

Intanto questi atti di guerriglia razzista stanno mettendo in ombra e svilendo il dibattito sullo ius soli che si sta sviluppando in Parlamento. Sul tema ci sono diverse proposte di legge presentate da parlamentari di vari schieramenti. Si dovrebbe affrontare il dibattito con serenità, perché oltre ad essere un argomento delicato, riguarda anche noi italiani e non può essere trattato in maniera grossolana perché quello che decidiamo in Parlamento può determinare il destino e fare la differenza per migliaia di persone che vivono nel nostro Paese.

Soprattutto penso che sia arrivato il momento per l’Italia di fare un altro passo verso la modernità, facendo sì che i bambini che nascono in Italia da genitori che da tempo vivono, lavorano, pagano le tasse in Italia, siano considerati italiani.

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dichiarazioni Legalità

Lotta contro la mafia, da oggi uno strumento in più

Uno strumento in più per la lotta contro la mafia. E’ quello di cui la Giustizia italiana sarà dotata dopo l’approvazione del parlamento della modifica del codice penale che è già stata approvata oggi (martedì 16 luglio) alla Camera. Per diventare legge ora occorrerà il via libera definitivo del Senato, che speriamo arrivi in tempi brevissimi.

Si tratta di una modifica che va a colmare il vuoto legislativo che comprendeva tra le modalità dello scambio politico-mafioso solo lo scambio di denaro. La modifica dell’articolo 416 ter, infatti, introduce anche altre modalità di ‘compravendita’ dei voti da parte della criminalità, conferendo rilevanza penale a tutte le altre forme con cui si svolge lo scambio politico-mafioso: e quindi infiltrazioni negli appalti, facilitazioni nelle autorizzazioni, assunzioni facili e “altre utilità” acquisite (o promesse) in cambio del voto.

Sono orgoglioso di aver contribuito ad approvare questo provvedimento perché è una norma che nasce dalla società, sostenuta da circa trecentomila adesioni raccolte dalla campagna “Riparte il futuro”, promossa da Don Ciotti (il fondatore di Libera) e alla quale avevo aderito in campagna elettorale da candidato alla Camera, assumendomi l’impegno di contribuire a fare approvare questa importantissima modifica (tanto che venni insignito con il braccialetto bianco, assieme ad altri 250 parlamentari) nei primi cento giorni della legislatura. Ne sono orgoglioso anche perché penso che quanto abbiamo fatto sia un atto concreto e tangibile che va in una direzione da tanti anni auspicata, ma mai praticata: ossia contrastare con forza le varie modalità con cui si esercita lo scambio politico-mafioso, quel rapporto malsano che si è venuto a generare in alcune aree del Paese tra il potere politico e quello criminale.

Certo, non bisogna abbassare la guardia: con questa norma non abbiamo portato a termine la lotta contro le mafie (e uso il plurale non a caso). Tutt’altro. E’ ormai noto come la criminalità organizzata abbia assunto un’articolazione che si estende su un territorio geograficamente molto ampio e molto in profondità nel tessuto economico e sociale del Paese. Questo atto, però, va ad irrobustire le misure a disposizione dello Stato per contrastare l’avanzata della criminalità. Continuiamo a impegnarci con la stessa determinazione affinché battersi contro la mafia e i mafiosi non sia un atto di eroismo ma una prassi quotidiana, diffusa e patrimonio di tutti gli italiani.

Nella foto, assieme ad alcuni altri deputati ‘braccialetti bianchi’ che hanno aderito alla campagna “Riparte il futuro”

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dichiarazioni Politica

A Forlimpopoli #OpenCamera fa il pieno di pubblico: bellissima serata

Giovedì sera a Forlimpopoli (4 luglio) si è tenuta una serata molto partecipata di “OpenCamera”, gli incontri che periodicamente organizziamo per tenere più vicini istituzioni e cittadini. L’iniziativa organizzata in collaborazione con Bertinoro ha visto la partecipazione di tantissimi cittadini, tra questi anche il sindaco Paolo Zoffoli a fare gli onori di casa. L’iniziativa si è tenuta in uno scenario molto suggestivo, ai piedi della Rocca forlimpopolese, il pubblico si è radunato ai piedi della Rocca andando ad occupare anche il muretto esterno. Guardando dal palco si poteva avere la sensazione di essere in un teatro dell’antica Grecia.

Il pubblico, come tradizione, è parte attiva dell’iniziativa e ha avuto la possibilità di dire la sua, di porre  domande e di lanciare delle proposte.  Gli interventi dei cittadini sono stati anticipati  da un breve video che ha riassunto gli eventi degli ultimi quindici giorni. E’ la prima volta che si faceva una iniziativa di questo tipo non a Forlì, un esperimento ben riuscito e che ripeteremo.

Gli argomenti emersi durante la serata sono stati molti dalla crisi di liquidità delle piccole medie imprese al piano occupazione che sembra escludere una fascia importante della popolazione. Tra le scelte politiche è spiccata la richiesta di non votare la figura proposta dal PDL per la vicepresidenza della Camera.
Non sono mancate domande anche sulle questioni locali, in particolare sulle infrastrutture: dalle carceri alla richiesta di avere maggiore occhio di riguardo della struttura viaria esistente che viene a volte messa in ombra da progetti di grandi opere che non è detto siano di utilità per chi deve spostarsi ogni giorno da una parte all’altra del nostro territorio.