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Ok alla legge sul terzo settore: tutte le novità per volontariato, sociale e servizio civile

Finalmente il Senato ha approvato in seconda lettura il ddl delega di riforma del terzo settore. Sono passati quasi dodici mesi da quando avevamo licenziato il provvedimento alla Camera (troppi sinceramente). Il testo tornerà ora a Montecitorio dove in brevissimo tempo sarà approvato in via definitiva. L’impianto generale della legge è ottimo: istituzione del servizio civile universale, possibilità di ripartire gli utili per le imprese sociali, registro unico del terzo settore, vigilanza al ministero del Lavoro.

Nel passaggio al Senato sono stati meglio specificati i criteri di revisione dei Centri di servizio per il volontariato. Questi acquisiranno personalità giuridica e potranno essere istituiti e gestiti dagli enti del terzo settore con eccezione ‘di quelli costituiti nelle forme di cui al libro V del codice civile (come le società cooperative; Ndr)’. Previsto il loro accreditamento e il loro finanziamento stabile, attraverso un programma triennale, con le risorse regionali già previste dalla legge attuale. Inoltre il servizio civile universale è stato esteso ai giovani stranieri regolarmente residenti in Italia.

Sempre al Senato è stata prevista la nascita del Consiglio nazionale del Terzo settore, quale organismo ‘di consultazione degli enti del Terzo settore a livello nazionale, la cui composizione valorizzi il ruolo delle reti associative di secondo livello’. Il Senato ha poi approvato il controverso emendamento del governo sulla cosiddetta “Iri del terzo settore” (un nome orribile, attribuito da alcuni giornalisti e poi divenuto di uso comune), chiamata Fondazione Italia Sociale con lo scopo di sostenere le attività del terzo settore, in particolare attraverso il crowdfunding. Istituito un Fondo per il finanziamento delle attività di interesse generale promosse dagli enti del terzo settore. Il Fondo sarà finanziato da 17,3 milioni per il 2016 ma e da 20 milioni di euro annui a decorrere dal 2017.

In sintesi cosa prevede la legge sul Terzo Settore 

COS’È IL TERZO SETTORE ‘Per Terzo settore – si legge nell’articolo 1 del ddl – si intende il complesso degli enti privati costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale e che, in attuazione del principio di sussidiarietà e in coerenza con i rispettivi statuti o atti costitutivi, promuovono e realizzano attività di interesse generale, mediante forme di azione volontaria e gratuita, di mutualità o di produzione o scambio di beni o servizi’. Il ddl esclude dal terzo settore ‘le formazioni e le associazioni politiche, i sindacati, le associazioni professionali e di rappresentanza di categorie economiche’. Il ddl esclude da questa normativa le Fondazioni bancaria ma riconosce la natura sociale delle loro attività (che ‘concorrono al perseguimento delle finalità della presente legge’).

IMPRESE SOCIALI: OK FORME DI REMUNERAZIONE CAPITALE Per le imprese sociali previste ‘forme di remunerazione del capitale sociale che assicurino la prevalente destinazione degli utili al conseguimento dell’oggetto sociale, da assoggettare a condizioni e comunque nei limiti massimi previsti per le cooperative a mutualità prevalente, e previsione del divieto di ripartire eventuali avanzi di gestione per gli enti per i quali tale possibilità è esclusa per legge, anche qualora assumano la qualificazione di impresa sociale’. Previsti anche ‘specifici obblighi di trasparenza e di limiti in materia di remunerazione delle cariche sociali e di retribuzione dei titolari degli organismi dirigenti’, e ‘l’acquisizione di diritto della qualifica di impresa sociale da parte delle cooperative sociali e dei loro consorzi’. Potranno essere nominati ‘uno o più sindaci allo scopo di monitorare e vigilare sull’osservanza della legge e dello statuto da parte dell’impresa sociale’ e ‘sul rispetto dei princìpi di corretta amministrazione’.

LAVORATORI SVANTAGGIATI: BENEFICI GRADUATI Prevista, nell’ambito delle imprese sociali, la ‘ridefinizione delle categorie di lavoratori svantaggiati tenendo conto delle nuove forme di esclusione sociale, anche con riferimento ai princìpi di pari opportunità e non discriminazione di cui alla vigente normativa nazionale e dell’Unione europea, prevedendo una graduazione dei benefici finalizzata a favorire le categorie maggiormente svantaggiate’.

I NUOVI CENTRI DI SERVIZIO PER IL VOLONTARIATO Prevista anche la revisione del sistema dei Centri di servizio per il volontariato. Questi acquisiranno personalità giuridica e potranno essere istituiti e gestiti dagli enti del terzo settore con eccezione ‘di quelli costituiti nelle forme di cui al libro V del codice civile (come le società cooperative; Ndr)’. Previsto il loro accreditamento e il loro finanziamento stabile, attraverso un programma triennale, con le risorse regionali già previste dalla legge attuale. Sarà previsto inoltre ‘il libero ingresso nella base sociale e criteri democratici per il funzionamento dell’organo assembleare, con l’attribuzione della maggioranza assoluta dei voti nell’assemblea alle organizzazioni di volontariato’. In attuazione della delega ci saranno inoltre ‘forme di incompatibilità per i soggetti titolari di ruoli di direzione o di rappresentanza esterna’; e il divieto di ‘procedere a erogazioni dirette in denaro ovvero a cessioni a titolo gratuito di beni mobili o immobili a beneficio degli enti del Terzo settore’. La stessa delega prevede anche il riordino della disciplina in materia di attività di volontariato, di promozione sociale e di mutuo soccorso. Tra i criteri la valorizzazione dei principi di gratuità, democraticità e partecipazione, riconoscendo e favorendo, all’interno del terzo settore, la specificità delle organizzazioni di volontariato e di quelle operanti nella protezione civile. Previsti infine ‘criteri e limiti relativi al rimborso spese delle attività dei volontari, preservandone il carattere di gratuità e di estraneità alla prestazione lavorativa’.

NASCE IL CONSIGLIO NAZIONALE DEL TERZO SETTORE La delega prevede infine il superamento del sistema degli Osservatori nazionali per il volontariato e per l’associazionismo di promozione sociale, attraverso l’istituzione del Consiglio nazionale del Terzo settore, quale organismo ‘di consultazione degli enti del Terzo settore a livello nazionale, la cui composizione valorizzi il ruolo delle reti associative di secondo livello’.

FONDO AD HOC: 17,3 MLN IN 2016 E 20MLN DA 2017 Nasce un Fondo per il finanziamento delle attività di interesse generale promosse dagli enti del terzo settore. Il Fondo sarà finanziato da 17,3 milioni per il 2016 ma e da 20 milioni di euro annui a decorrere dal 2017. Il Fondo, solo per il 2016, sarà articolato in una sezione rotativa (10 milioni) e di una non rotativa (7,3 milioni). Per i fondi 2016 le coperture vengono trovate in parte dal Fondo del Mef per la crescita sostenibile e in parte dalle risorse dell’8Xmille 2015 destinate allo Stato. Riguardo ai 20 milioni annui a decorrere dal 2017 le copertura vengono trovate dai fondi stanziati dalla legge di Stabilità 2015 proprio per la riforma del terzo settore.

LA FONDAZIONE ITALIA SOCIALE Nasce la Fondazione Italia Sociale, con lo scopo di sostenere le attività del terzo settore, in particolare attraverso il crowdfunding. La Fondazione, che avrà una dotazione iniziale di un milione di euro, opera ‘nel rispetto del principio di prevalenza dell’impiego di risorse provenienti da soggetti privati, svolge una funzione sussidiaria e non sostitutiva dell’intervento pubblico’. La Fondazione finanzierà esclusivamente attività di enti del terzo settore, ‘caratterizzati dalla produzione di beni e servizi con un elevato impatto sociale e occupazionale e rivolti, in particolare, ai territori e ai soggetti piu’ svantaggiati’. Lo statuto della Fondazione provvederà alla individuazione degli organi, della loro composizione e dei compiti. Dovrà poi contenere: strumenti e modalità che consentano alla Fondazione di finanziare le proprie attività attraverso la mobilitazione di risorse finanziarie pubbliche e private, anche mediante il ricorso a iniziative donative per fini sociali e campagne di crowdfunding; strumenti e modalità di investimento, diretto o in partenariato con terzi, anche con riferimento alla diffusione di modelli di welfare integrativi rispetto a quelli già assicurati dall’intervento pubblico e allo sviluppo del microcredito e di altri strumenti di finanza sociale; la nomina, nell’organo di governo della Fondazione, di un componente designato dal Consiglio nazionale del Terzo settore. Lo statuto sarà emanato attraverso un dpR, su proposta del presidente del Consiglio, che dovrà passare al vaglio delle commissioni parlamentari competenti. La Fondazione dovrà poi dotarsi ‘di strumenti e modalità di verifica dell’effettivo impatto sociale ed occupazione conseguito’. La stessa dovrà presentare una relazione annuale in Parlamento sulla attività svolta.

NASCE SERVIZIO CIVILE UNIVERSALE Viene istituito il servizio civile universale, aperto a giovani italiani e stranieri regolarmente soggiornanti, tra 18 e 28 anni, per un periodo compreso fra 8 mesi e un anno, per la ‘difesa non armata della patria e alla promozione dei valori fondativi della Repubblica’. Tra le altre cose viene previsto anche il riordino e la revisione della Consulta nazionale per il Servizio civile, ‘quale organismo di consultazione, riferimento e confronto per l’amministrazione, sulla base del principio di rappresentatività di tutti gli enti accreditati, anche con riferimento alla territorialità e alla rilevanza per ciascun settore di intervento’.

RAZIONALIZZAZIONE REGIMI FISCALI E 5X1000 I futuri decreti delegati in materia fiscale dovranno prevedere, in generale una ‘razionalizzazione dei regimi fiscali e contabili semplificati in favore degli enti del Terzo settore’. Più nel dettaglio, tra le altre cose: un regime tributario di vantaggio che tenga conto delle finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale dell’ente; completamento della riforma strutturale dell’istituto della destinazione del cinque per mille con una razionalizzazione e revisione dei criteri di accreditamento dei soggetti beneficiari e dei requisiti per l’accesso al beneficio; obblighi di pubblicità delle risorse ricevuto con il cinque per mille. Prevista anche la razionalizzazione e la semplificazione del regime di deducibilità dal reddito complessivo e di detraibilità dell’Irpef delle erogazioni liberali, in denaro e in natura, disposte in favore degli enti del terzo settore, ‘al fine di promuovere, anche attraverso iniziative di raccolta di fondi, i comportamenti donativi delle persone e degli enti’.

EQUITY CROWFUNDING PER IMPRESE SOCIALI Per le imprese sociali, in materia fiscale, vengono previste ‘misure agevolative volte a favorire gli investimenti di capitale’ e la ‘possibilità di accedere a forme di raccolta di capitali di rischio tramite portali telematici, in analogia a quanto previsto per le start-up innovative’ (il cosiddetto equity crowdfunding).

VIGILANZA AL MINISTERO DEL LAVORO Le funzioni di vigilanza, monitoraggio e controllo pubblico sugli enti del terzo settore, comprese le imprese sociali, sono affidate al ministero del Lavoro. Il ministero dovrà predisporre delle linee guida in materia di bilancio sociale e di sistemi di valutazione di impatto sociale delle attività svolte dagli enti del terzo settore. Entro il 30 giugno di ogni anno il ministro del Lavoro dovrà svolgere alle Camere una relazione sulle attività di vigilanza, monitoraggio e controllo. Sarà un un decreto del ministro del Lavoro, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore dell’ultimo dei decreti attuativi, a definire i termini e le modalità per il concreto esercizio della vigilanza, del monitoraggio e del controllo di cui al presente articolo.

NASCE CODICE TERZO SETTORE E REGISTRO UNICO Il governo dovrà riordinare ed effettuare una revisione organica della disciplina attraverso la redazione di un codice per la raccolta e il coordinamento delle varie norme. È in questo articolo del ddl che si trova la riorganizzazione del ‘sistema di registrazione degli enti e di tutti gli atti di gestione rilevanti, secondo criteri di semplificazione, e tenuto conto delle finalità e delle caratteristiche di specifici elenchi nazionali di settore, attraverso la previsione di un registro unico del Terzo settore’. Fra i criteri anche quello secondo cui il governo dovrà ‘individuare le attività di interesse generale che caratterizzano gli enti del Terzo settore, il cui svolgimento, in coerenza con le previsioni statutarie e attraverso modalità che prevedano le più ampie condizioni di accesso da parte dei soggetti beneficiari, costituisce requisito per l’accesso alle agevolazioni previste dalla normativa’. E ancora: prevedere il divieto di distribuzione, anche in forma indiretta, degli utili o degli avanzi di gestione e del patrimonio dell’ente; disciplinare gli obblighi di controllo interno, di rendicontazione, di trasparenza e d’informazione nei confronti degli associati, dei lavoratori e dei terzi prevedendo un relativo regime sanzionatorio. I futuri decreto delegati dovranno poi ‘garantire, negli appalti pubblici, condizioni economiche non inferiori a quelle previste dai contratti collettivi nazionali di lavoro adottati dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative’. Presente anche un riconoscimento delle reti associative di secondo livello e la previsione, per quanto riguarda gli stipendi delle vaie cariche degli enti del terzo settore, di un principio di proporzionalità tra i diversi trattamenti economici, di limiti e di obblighi di trasparenza.

REVISIONE DEL CODICE CIVILE E SEMPLIFICAZONI Il governo dovrà, tra le altre cose, ‘rivedere e semplificare il procedimento per il riconoscimento della personalità giuridica, definire le informazioni obbligatorie da inserire negli statuti e negli atti costitutivi, nonché prevedere obblighi di trasparenza e di informazione, anche verso i terzi, attraverso forme di pubblicità dei bilanci e degli altri atti fondamentali dell’ente’. Dovrà inoltre essere disciplinato ‘il regime di responsabilità limitata degli enti riconosciuti come persone giuridiche e la responsabilità degli amministratori, tenendo conto del rapporto tra il patrimonio netto e il complessivo indebitamento degli enti medesimi’. Dovrà anche essere assicurato ‘il rispetto dei diritti degli associati, con particolare riguardo ai diritti di informazione, partecipazione e impugnazione degli atti deliberativi, e il rispetto delle prerogative dell’assemblea, prevedendo limiti alla raccolta delle deleghe’. Il governo dovrà poi ‘prevedere che alle associazioni e alle fondazioni che esercitano stabilmente e prevalentemente attività d’impresa si applichino le norme previste dai titoli V e VI del libro quinto del codice civile, in quanto compatibili’, sulle società, le imprese cooperative e le mutue assicuratrici. Prevista anche la disciplina del ‘procedimento per ottenere la trasformazione diretta e la fusione tra associazioni e fondazioni’.

 

(Public Policy)

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Romagna Turismo

Pienone in Romagna per la Pasqua: una ‘lezione’ per le politiche turistiche

Il fine settimana di Pasqua ha fatto registrare numeri eccellenti in tutte le località turistiche romagnole. Non solo in Riviera, ma soprattutto nelle città, nei nostri borghi, nelle nostre montagne ancora innevate, nelle nostre mostre. Un successo che ci ricorda e ci dice alcune cose:

1) siamo una terra ricca di opportunità diverse dal turismo tradizionale da riviera, capace come pochissime altre zone al mondo di concentrare in pochi chilometri attrazioni di ogni tipo;
2) la nostra storia e i nostri valori, se saputi raccontare in maniera adeguata, sono un magnete formidabile di visibilità e visitatori. Non bisogna avere paura ad investirci;
3) la potenza del brand “Romagna” ai fini promozionali ha una capacità di penetrazione molto maggiore dei singoli territori (eccezion fatta forse per Rimini, che però vive di una rendita del passato che non sarà eterna);
4) i due milioni di euro investiti dalla Regione sulla promozione del marchio “Romagna”, quindi, devono essere solo l’inizio di una strategia nuova delle politiche turistiche nostrane che punti molto sul valore aggiunto di tutto ciò che non è balneare anche per sostenere il turismo balneare;
5) valorizzare l’entroterra e un turismo di qualità, diversificato per offerta e stagionalità, è forse nel medio/lungo periodo l’unica via per “salvare” la riviera romagnola dalla competenza sui prezzi che difficilmente riusciremo a reggere, che erode la redditività degli operatori e che a tendere abbassa (inevitabilmente) la qualità dei servizi.
Marco
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Romagna

Rocca San Casciano, entro l’estate i vigili del fuoco saranno nella nuova sede

A cura dell’ufficio stampa

“I lavori di costruzione della nuova sede del distaccamento dei vigili del fuoco di Rocca San Casciano sono in fase di ultimazione”. Lo ha dichiarato il sottosegretario al ministero dell’interno, Gianpiero Bocci, rispondendo all’interrogazione depositata dal parlamentare Marco Di Maio a proposito dello stato di avanzamento dei lavori per la realizzazione della nuova caserma dei pompieri nel comune della Valle del Montone.

“La previsione – ha aggiunto Bocci – è che entro la prossima estate i Vigili del fuoco si trasferiranno nella nuova sede, con contestuale abbandono di quella attuale”. Un fatto confermato anche dalla ripresa dei lavori a ritmo più serrato avvenuto in questi giorni nel cantiere rocchigiano.
“Si tratta di un’opera importante – afferma il deputato Marco Di Maio – perchè da seguito ad un impegno che ci eravamo assunti, ovvero quello di accelerare i tempi di completamento della nuova caserma per due motivi: il primo è quello di consentire ai vigili del fuoco di poter operare in condizioni più idonee. Il secondo è che questa realizzazione è funzionale all’obiettivo di stabilizzare anche il presidio di polizia stradale di Rocca San Casciano: infatti l’attuale sede, grazie alla disponibilità dell’Amministrazione comunale e del sindaco Rosaria Tassinari, potrà essere utilizzata per ospitare la polizia. In questo modo si garantirà la presenza di due presidi la cui importanza va ben oltre i confini del comune di Rocca ma riguarda un territorio molto più ampio”.
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Agricoltura dichiarazioni Economia e Finanza

Una legge per la tracciabilità e contro la contraffazione

Approvata alla Camera, in prima lettura e con nessun voto contrario, la legge sulla tracciabilità dei prodotti e contro la contraffazione. Ora il testo passa all’esame del Senato.

Il provvedimento è volto a migliorare l’accesso alle informazioni che consentono la tracciabilità dei prodotti, al fine di promuovere il diritto all’informazione dei consumatori e tutelarne gli interessi. Le finalità della proposta di legge sono anche quelle di promuovere e incentivare i produttori che volontariamente si dotino di tecnologia per la tracciabilità dei propri prodotti.

L’intervento legislativo nasce da due constatazioni evidenti: la crescita del fenomeno della contraffazione e le nuove possibilità offerte dalla tecnologia. Tutte le analisi, le ricerche e le statistiche relative al problema della contraffazione e dell’usurpazione dei marchi forniscono dati sempre più allarmanti: si parla di perdita di vendite in Italia dovuta alla contraffazione di prodotto per circa 5 miliardi, con una sottrazione di almeno 80 mila posti di lavoro.

La contraffazione riguarda capi di alta moda, la piccola pelletteria, la calzatura, il  vino, i farmaci, l’occhialeria, i ricambi d’auto, gioielli e bigiotteria, parti meccaniche,  valvole e così via.

Un fenomeno così pervasivo può e deve essere combattuto anche attraverso l’introduzione di nuove modalità di etichettatura dei prodotti, che ne garantiscano la tracciabilità, offrano informazioni estese ai consumatori. Queste informazioni saranno collegate a un codice identificativo non replicabile (ottimizzato per il sistema mobile e le sue future evoluzioni e per le applicazioni per smartphone e tablet e i loro futuri sviluppi tecnologici), che conterrà riferimenti, riscontrabili anche per via telematica, ai dati del produttore, dell’ente certificatore della filiera del prodotto, dei distributori che fornisce il sistema di codici identificativi, nonché l’elencazione di ogni fase di lavorazione. 

Il sistema di tracciabilità presenta tre peculiarità:

  • consente a tutti i cittadini un’informazione puntuale, trasparente e dettagliata sui prodotti;
  • evita contraffazioni e frodi;
  • consente alle imprese di garantire la qualità dei prodotti e dei materiali attraverso un sistema in grado  di promuoverne la diffusione sui mercati globali.

Per questo motivo si è ritenuto di promuovere, attraverso un intervento economico, l’introduzione di sistemi di tracciabilità per le piccole e medie imprese, che più di tutti necessitano di sostegno per l’innovazione digitale legata ai nuovi metodi di etichettatura. Il sostegno è stato esteso anche alle imprese agricole, alla pesca, ai distretti produttivi, ad altre forme aggregative d’impresa quali i consorzi, ai raggruppamenti temporanei d’impresa, ai contratti di rete e alle start-up.

Il provvedimento vuole essere di stimolo all’informazione consapevole perché sempre più aziende introducono una totale trasparenza nella loro filiera produttiva. La tracciabilità può inoltre  essere garanzia dell’opera, dell’ingegno, della qualità e della capacità del nostro Paese nel mondo, perché i sistemi di verifica sono accessibili da tutti e in tutte le parti del globo.

Siamo certi che, anche con una semplice e diretta metodologia, si possano realmente tutelare le nostre merci e le nostre filiere di qualità, grazie alla compartecipazione del cliente finale.

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Romagna

Sanità, nomina di Ercolani rafforza la sanità locale e il progetto Romagna

I migliori auguri di buon lavoro al prof. Giorgio Ercolani, da oggi direttore della Unità Operativa di Chirurgia e Terapie Oncologiche Avanzate dell’ospedale “Morgagni-Pierantoni” di Forlì. Un professionista di altissimo livello (con 540 pubblicazioni alle spalle), selezionato al termine di un bando di gara rigoroso e partecipato, a conferma della qualità della scelta effettuata dall’Ausl Romagna. La sua nomina che rafforza la qualità della sanità locale e vi aggiunge un sicuro protagonista nel percorso di costruzione di quella rete romagnola dell’eccellenza che è una delle sfide principali che l’Ausl Romagna ha di fronte.

Marco

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dichiarazioni Economia e Finanza

Credito cooperativo, la riforma va avanti: ecco i punti salienti

Dopo un intenso lavoro in Commissione Finanze, abbiamo modificato il teso di riforma del Credito cooperativo rispetto alla versione arrivata dal Governo. Modifiche che sono condivise da tutto il sistema, ma soprattutto dal mondo cooperativo che aveva inizialmente definito questa riforma “un attacco alla cooperazione” (con evidenti esagerazioni). La riforma prevede  l’aggregazione delle Bcc in uno o più grandi gruppi bancari cooperativi con la possibilità però per le banche che abbiano un patrimonio superiore a 200 milioni di euro (sono 14) di proseguire da sole costituendosi in Spa controllata dalla stessa cooperativa e dietro il pagamento di un’imposta straordinaria del 20% del patrimonio; estensione della “way out” (ovvero la possibilità di uscita dal sistema cooperativo) anche a piccole banche disposte a conferire la propria attività bancaria nella Spa.

Queste le principali misure.

HOLDING O WAY OUT CON IMPOSTA 20%. L’adesione ad un gruppo bancario cooperativo è condizione per il rilascio dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività bancaria in forma di Bcc. La commissione Finanze ha confermato la possibilità per le Bcc con un patrimonio superiore a 200 milioni di euro di avvalersi della ‘way out’ estendendo la via d’uscita anche a piccole banche disposte a conferire la propria attività bancaria in una Spa (le riserve indivisibili verranno mantenute e la Bcc conferente sarà obbligata a proseguire le proprie attività mantenendo finalità mutualistiche). Confermata l’imposta straordinaria del 20% da pagare allo Stato se si sceglie la Way out. Ai soci non spetta il diritto di recesso.

60 GIORNI PER LA SCELTA DELLE BCC. Le banche di credito cooperativo dovranno scegliere che strada intraprendere (tra la holding o la way out) entro 60 giorni dall’approvazione del decreto.

OK RECESSO BCC DA HOLDING MA SI RINUNCIA A RISERVE. Sarà ammesso il recesso dal contratto di coesione alla Bcc che ha aderito a una holding. Anche se la strada è strettissima: o si trasforma in Spa rinunciando alle riserve o “la società delibera la propria liquidazione”.

MEF DECIDE SOGLIA QUOTA BCC IN HOLDING, ANCHE SOTTO 51%. Il ministero dell’Economia stabilirà, “sentita la Banca d’Italia”, con “proprio decreto” il “numero minimo di banche di credito cooperativo di un gruppo bancario cooperativo” e la “soglia di partecipazione delle banche di credito cooperativo al capitale della capogruppo” anche “diversa” dal 51% tenendo conto però della “stabilità”. Sarà poi Bankitalia a dettare le “disposizioni di attuazione” tra cui i “requisiti minimi organizzativi e operativi della capogruppo”, le “caratteristiche della garanzia” e il “procedimento per la costituzione del gruppo” e i “requisiti specifici, compreso il requisito minimo di patrimonio netto della capogruppo”.

200 MLN PER WAY OUT SI CALCOLANO DA DICEMBRE 2015. Per il requisito del patrimonio netto di 200 milioni che consente la possibilità di way out si prenderà a riferimento per il bilancio al 31 dicembre 2015.

NASCE FONDO SOSTEGNO PER TRANSIZIONE. Sarà temporaneo e transitorio per supportare l’operazione che terminerà con la formazione del gruppo bancario cooperativo, attraverso uno strumento di sostegno di natura mutualistico-assicurativa.

PIU’ POTERI A CAPOGRUPPO SU VERTICI BCC. In casi “motivati” la holding potrà “nominare, opporsi alla nomina o revocare uno o più componenti, fino a concorrenza della maggioranza, degli organi di amministrazione e controllo delle società aderenti al gruppo e le modalità di esercizio di tali poteri”. Nel testo originario questi casi erano definiti “eccezionali” (parola che è stata cancellata).

SALVE LE BCC DI BOLZANO. E’ stata approvata in commissione la norma che consente a Trento e Bolzano di costituire autonomi gruppi bancari cooperativi composti “solo da banche aventi sede e operanti nella medesima provincia autonoma, tra cui la corrispondente banca capogruppo”. Allo stato però Trento non ha i requisiti perché le sue Bcc operano anche fuori dalla Provincia.

OK SOTTOGRUPPI TERRITORIALI NELLA HOLDING. Sarà possibile l’eventuale costituzione di sottogruppi territoriali facenti capo ad una banca costituita in forma di Spa diretta e coordinata dalla capogruppo.

GACS SIA PER BANCHE CHE INTERMEDIARI FINANZIARI. E’ stata estesa anche agli “intermediari finanziari iscritti all’albo” la Garanzia statale per le cartolarizzazioni delle sofferenze prevista nel testo originario del decreto solo per le banche. Il fondo del Mef passa da una dotazione di 100 milioni di euro a 120 milioni di euro.

SCONTO ASTE SENZA OBBLIGO RIVENDITA SE È PRIMA CASA. L’imposta di registro, ipotecaria e catastale, nelle vendite giudiziarie non sarà più determinata con un’aliquota del 9% (come è attualmente) bensì nella misura “fissa di 200 euro”. Mentre però per le imprese è confermato l’obbligo di rivendere entro due anni, questo stesso obbligo di rivendita salta se il privato acquista una prima casa.

SCONTO MULTE? CON PAGAMENTO ELETTRONICO 2 GIORNI IN PIÙ. Il Codice della strada prevede che si ottenga la sanzione ridotta del 30% se il pagamento è effettuato entro cinque giorni dalla contestazione o dalla notifica. Per i pagamenti diversi dai contanti o dal bollettino postale, lo sconto sarà valido se “l’accredito a favore dell’amministrazione avviene entro due giorni dalla data di scadenza del pagamento”, cioè entro sette giorni.

STOP ANATOCISMO SU CONTI CORRENTI E CARTE REVOLVING. La norma punta a mettere fine alla pratica dell’anatocismo, la contabilizzazione degli interessi sugli interessi per conti correnti, conti di pagamento e anche sui finanziamenti a valere sulle carte di credito.

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Romagna

Bertinoro, complimenti a Gabrele e Gessica: ora uniti per vincere e lavorare insieme

Si sono svolte le elezioni primarie a Bertinoro per la scelta del candidato sindaco del centrosinistra. Ha vinto Gabriele Fratto con 492 voti, superando così Gessica Allegni che ne ha ottenuti 470. Una bella sfida, non c’è che dire. Di seguito il mio commento inviato alla stampa. Ora lavoriamo uniti per vincere le elezioni e sicuramente farò la mia parte per questo obiettivo (come sempre, del resto).

Una bella prova di democrazia: 967 persone in carne ed ossa che si sono recati ai seggi per scegliere il candidato a sindaco, sono un risultato significativo. Grazie ai volontari che hanno reso possibile questo risultato, assicurando il corretto e regolare svolgimento di queste primarie. Un grande in bocca al lupo a Gabriele Fratto, vincitore di questa consultazione, e complimenti a Gessica Allegni che ha ottenuto un ottimo risultato. Ora tutti in campo con la stessa maglietta per vincere il campionato più importante: quello delle elezioni amministrative del prossimo giugno. Sono certo Gabriele e Gessica sapranno lavorare insieme per questo obiettivo, forti delle tante persone che sono riusciti a coinvolgere e dell’impegno di tutti noi.  

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dichiarazioni Romagna

“Completare l’organico della Questura di Forlì-Cesena e affrontare il problema della sede”

A cura dell’ufficio stampa

“Provvedere ad un adeguamento degli organici della Questura di Forlì-Cesena tenendo conto di tutte le criticità, a partire dai bisogni attuali e da quelli che si registrano nel corso dell’anno per effetto dei pensionamenti programmati”. Lo chiede il deputato Marco Di Maio in una interrogazione rivolta al ministro dell’Interno, Angelino Alfano, per assicurare una maggiore attenzione da parte del Governo sulla composizione degli organici nel territorio della provincia di Forlì-Cesena.

“Lo scopo dell’interrogazione – commenta Marco Di Maio – è quello di sollecitare il ministero e la sua struttura amministrative del ministero a tenere nella dovuta attenzione la situazione della polizia nella nostra provincia. Ci sono alcune peculiarità che vanno gestite e che ci rendono diverse da altre zone, a partire da una congiuntura per cui il numero di pensionamenti nel corso di quest’anno sarà percentualmente maggiore che altrove. Non si può far finta di nulla, anche alla luce del dato allarmante che pone la nostra provincia al primo posto in Italia per incremento di furti in abitazione (triplicati negli ultimi dieci anni secondo una rilevazione del Censis)”.
Le questioni poste al centro dell’attenzione da parte del deputato romagnolo, non c’è solo la questione degli organici. “Abbiamo un problema legato anche alla sede in cui si trova la Questura – aggiunge il deputato – che è fatiscente ed è stata interessata recentemente da lavori che hanno messo a dura prova il funzionamento di alcuni servizi. E’ giunto il momento di affrontare anche il tema di una possibile ricollocazione della Questura, facendo una ricognizione complessiva degli spazi pubblici, comunali e demaniali, per capire se già oggi ci sono soluzioni”.
Nei prossimi giorni Marco Di Maio, da tempo impegnato sui temi della sicurezza assieme a tutte le istituzioni del territorio, incontrerà il ministro Alfano per sottoporre questi argomenti anche in un colloquio diretto e personale. Della questione ha già avuto modo di discutere nei giorni scorsi con il prefetto e con il questore di Forlì-Cesena, oltre che con il Siulp e alcuni operatori di pubblica sicurezza.
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Agricoltura dichiarazioni

Una legge contro lo spreco e per favorire le donazioni

Procedure più semplici per la raccolta e la donazione non solo di cibo, ma anche di farmaci e di altri prodotti (come l’abbigliamento). Agevolazioni Tari per ristoranti, negozianti e supermercati che regalano il cibo in eccesso. Stop agli imballaggi eccessivi e inquinanti e maggior utilizzo delle confezioni per portarsi a casa gli avanzi. Sono questi, in sintesi, i contenuti della proposta di legge contro lo spreco alimentare e farmaceutico approvata, in prima lettura, dalla Camera. Il testo ora passa all’esame del Senato.

La sintesi della legge

COME DONARE CIBO E FARMACI Al momento le imprese, i ristoranti, i supermercati che vogliono donare devono presentare una dichiarazione cinque giorni prima della cessione. Con le nuove regole la “donazione” sarà più semplice: potranno prima regalare le eccedenze e fare poi una dichiarazione consuntiva a fine mese, che contenga la tracciabilità dei prodotti. Nel riepilogo, insomma, dovrà essere presente il documento di trasporto e gli scontrini dai quali potrà essere scaricata l’Iva.

COSA SI POTRÀ DARE Per “eccedenze alimentari” si intendono i prodotti alimentari, agricoli e agro-alimentari che mantengono i requisiti di igiene e sicurezza del prodotto, ma che sono rimasti invenduti, che sono stati ritirati dalla vendita, che sono rimanenze di attività promozionali, che stanno per scadere, che non sono idonei alla vendita per alterazioni dell’imballaggio, ma che comunque si sono ben conservati.

CHI POTRÀ RICEVERE Gli operatori del settore alimentare (ristoratori, negozianti, panettieri, produttori) potranno cedere gratuitamente le eccedenze alle associazioni di volontariato, che le ritireranno direttamente. Le donazioni dovranno essere destinate solo alle “persone indigenti”. Viene allarga la platea degli operatori che potranno ritirare le eccedenze, prima riservata solo alle Onlus. Potranno ricevere cibo e farmaci anche gli enti pubblici e privati con scopi sociali (come gli enti caritativi). Questa la definizione: potranno ricevere le donazioni “gli enti privati e publbici costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche e solidaristiche e che, in attuazione del principio di sussidiarietà e in coerenza con i rispettivi statuti o atti costitutivi, promuovono e realizzano attività d’interesse generale anche mediante la produzione e lo scambio di beni e servizi di utilità sociale nonché attraverso forme di mutualità”.

“DA CONSUMARSI ENTRO IL…” Tra le novità: diversamente da quanto accade oggi, potranno essere regalati gli alimenti che hanno superato il termine per la conservazione (“da consumarsi entro il…”, insomma), purché siano garantite le giuste condizioni di conservazione e l’integrità dell’imballaggio. La proposta di legge, quindi, ribadisce che i prodotti con questa dicitura possono essere consumati anche dopo il termine.

DONAZIONE CIBI O FARMACI CON ETICHETTE SBAGLIATE Anche gli alimenti che presentano irregolarità di etichettatura, non riconducibili alla data di scadenza o alle sostanze o prodotti che provocano allergie e intolleranze, possono essere ceduti agli enti caritativi e alle onlus.

DONAZIONI ANCHE PER CONSUMO ANIMALE Le donazioni serviranno innanzitutto per il consumo delle persone, ma quelle non idonee potranno essere cedute per il consumo degli animali. SCONTI TARI La proposta di legge dà ai Comuni la facoltà di ridurre la tariffa sui rifiuti alle attività commerciali e produttive che si occupano di alimenti e che a titolo gratuito li cedono, agli indigenti e alle persone in condizioni di bisogno o per l’alimentazione animale.

DUE MILIONI “TAVOLO INDIGENTI” La psl prevede anche lo stanziamento di nuove risorse. Due milioni di euro, nel 2016, saranno destinati al cosiddetto “Tavolo indigenti”, che raccoglie le associazioni, le industrie, la grande distribuzione e le organizzazioni agricole per acquistare derrate alimentari.

FONDI PER ‘FAMILY BAG’ E PACKAGING INTELLIGENTE Infine, saranno istituiti due nuovi Fondi (con un milionie di euro ciascuno). Il primo presso il ministero delle Politiche agricole per progetti di “packagig” intelligente (ovvero nuovi tipi di imballaggi e confezioni) e progetti nel campo della “shelf-lif” dei prodotti, ovvero la vita del prodotto sullo scaffale, quel periodo di tempo durante il quale il prodotto mantiene le sue caratteristiche qualitative. Il secondo Fondo, invece, sarà gestito dal ministero dell’Ambiente. Le risorse saranno impiegate per incentivare l’utilizzo dei contenitori “take away” nei ristoranti per portarsi a casa gli avanzi. In sostanza, per diffondere, anche in Italia, l’uso della “doggy bag”, la sporta nella quale si portano a casa gli avanzi.
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Stretta sulle “auto blu”, approvata la legge

Il divieto per le amministrazioni  pubbliche di acquistare autovetture viene esteso di due anni al 31 dicembre del 2017, e l’impossibilita’ di utilizzare le Auto di servizio per gli spostamenti casa – ufficio (a rischio di finire anche in prigione) viene imposta anche a Banca d’Italia, Consob e Istituto per la vigilanza per le assicurazioni. Sono le principali novita’ contenute nella legge sulle Auto blu che abbiamo approvato alla Camera. Il provvedimento passa al Senato per il via libera definitivo.

La sintesi del contenuto
L’utilizzo delle autovetture e’ dunque consentito solo per gli spostamenti per ragioni di servizio che non comprendono lo spostamento tra abitazione e luogo di lavoro in relazione al normale orario di ufficio. Chi viola di questa regola, rischia, come era gia’ stato stabilito con un decreto del presidente del consiglio dei ministri del settembre del 2014, di vedersi contestato il reato di peculato d’uso punito con la reclusione da sei mesi a tre anni.
REGIONI. Le modalita’ di uso e la riduzione del numero delle autovetture di servizio con autista non inferiore al 25 per cento rispetto a quelle disponibili al 31 dicembre scorso e la determinazione del limite massimo di Auto di cui puo’ disporre ciascuna amministrazione costituiscono per le Regioni e per le province autonome di Trento e Bolzano disposizioni di principio ai fini del coordinamento della finanza pubblica alle quali tali enti adeguano i propri ordinamenti.
CENSIMENTO. Le pubbliche amministrazioni, incluse le autorita’ indipendenti, le Regioni e gli enti locali comunicano in via telematica, entro il 31 dicembre di ogni anno al Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri, e pubblicano sui propri siti istituzionali il numero e l’elenco delle autovetture di servizio a qualunque titolo utilizzate, distinte tra quelle di proprieta’ e quelle oggetto di contratto di locazione o di noleggio, con l’indicazione della cilindrata e dell’anno di immatricolazione le amministrazioni che non abbiano ancora effettuato la comunicazione provvedono comunque entro 30 giorni dalla data in vigore della legge. La mancanza o l’incompletezza della comunicazione comporta una sanzione amministrativa da 500 a 10mila euro a carico del responsabile della mancata pubblicazione. La sanzione e’ irrogata dall’Autorita’ nazionale anticorruzione (Anac). Decorsi 30 giorni dalla scadenza del termine per la comunicazione il dipartimento della funzione pubblica segnala alla Corte dei conti e all’Anac le amministrazioni che non hanno effettuato la comunicazione. Ogni dodici mesi, a fini informativi, la Direzione generale per la motorizzazione invia al Dipartimento delle funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri un elenco aggiornato dei dati in suo possesso relativi alle autoetture in dotazione a ciascuna Amministrazione pubblica comprensivo di eventuali acquisti e dismissioni operate dalle singole Amministrazioni.
ORGANI COSTITUZIONALI. La legge prevede che Presidente della Repubblica, Camera, Senato, Governo, Corte Costituzionale, la magistratura regolano l’uso delle Auto si servizio nell’ambito della propria autonomia.
AUTO IN ECCESSO. Ciascuna amministrazione centrale dello Stato puo’ disporre al massimo di 5 Auto di servizio: per quelle in eccesso e’ prevista la dismissione a titolo oneroso o la cessione a titolo gratuito ad Onlus che prestano servizi di assistenza sociale e sanitaria.