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#fatticoncreti | Agenzie ambientali: più prevenzione e più controlli

Sembrano cose lontane, burocratiche, ma in realtà hanno un’incidenza enorme sulla qualità della nostra vita. Sono provvedimenti concreti come garantire che un inceneritore sia controllato tre volte all’anno ovunque esso si trovi, da Aosta a Mazzara del Vallo, e definire procedure autorizzative uguali per la stessa tipologia di impianti. Sembra ovvio ma non lo era, e così in Italia c’erano luoghi dove alcune attività inquinanti potevano proliferare e altri in cui questo non era permesso.

Sono le ragioni della legge che ha istituito il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente con il compito, in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità, di monitorare lo stato dell’ambiente. Il ruolo di coordinamento viene svolto dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). Tutti i dati raccolti e forniti sono considerati ufficiali e diffusi attraverso una banca dati aperta e accessibile ai cittadini, il Sinanet.

Vengono individuati i «livelli essenziali delle prestazioni tecniche ambientali» (i Lepta, sulla scorta dei Lea in campo sanitario) per rendere omogenei i livelli di tutela. Sono valorizzate le agenzie locali per l’ambiente (ARPA). Parliamo di 200 sedi al servizio del Paese, 600 mila campioni analizzati ogni anno, quasi 100 mila operazioni tra ispezioni e sopralluoghi e 73.600 istruttorie e pareri. Numeri importanti, ma che non garantivano un’applicazione uniforme dei controlli necessari su tutto il territorio.

Con questa legge viene non solo ampliata l’autonomia organizzativa e gestionale delle ARPA, ma viene riconosciuta loro anche facoltà di predisporre sanzioni. In nome della trasparenza, anche i dati e le informazioni ambientali raccolte dalle agenzie regionali (uniformati da un punto di vista scientifico, supportate da metodi certificati ed elaborate da laboratori accreditati) vengono messi a disposizione di tutti i cittadini.

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> Il testo della legge

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#fatticoncreti | La nuova legge elettorale

375 voti a favore a scrutinio segreto: è la legge elettorale approvata con il maggior consenso nella storia repubblicana. È una legge condivisa – non piace a tutti, operazione impossibile – che ha tenuto conto di esigenze e richieste diverse, a volta anche divergenti, risultando una buona mediazione tra forze politiche spesso molto distanti.

Insomma un provvedimento che accoglie sollecitazioni diverse, anche molto autorevoli come quelle del Presidente della Repubblica, per dare al paese una legge elettorale omogenea, superando le divergenze tra Camera e Senato che avremmo avuto con il sistema uscito dalle sentenze della Consulta.

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La nuova legge elettorale consente ai cittadini di scegliere i propri parlamentari votando sulla scheda il nome del candidato al collegio uninominale e la lista collegata di candidati nel collegio plurinominale che lo sostiene. 232 deputati alla Camera e 116 senatori sono, infatti, eletti in collegi uninominali con formula maggioritaria, in cui vince il candidato più votato, mentre l’assegnazione dei restanti seggi avviene con metodo proporzionale, nell’ambito di collegi plurinominali. L’elettore esprime un unico voto che vale per il candidato nel collegio uninominale e per una lista proporzionale bloccata corta (da 2 al massimo 4 nomi sulla scheda e, quindi, conoscibili) in una circoscrizione plurinominale. È il sistema adottato anche dalle grandi democrazie europee per le elezioni nazionali. In Francia, Germania, Spagna, Portogallo e nel Regno Unito.

Con questa legge sarà possibile votare per una coalizione o per la singola lista che decide di presentarsi da sola: ogni cittadino, quindi, con il suo voto potrà indicare da chi vuole essere governato. Le soglie di sbarramento nazionali sono del 10% per le coalizioni e del 3% per le liste. Stop, inoltre, al proliferare della cosiddette Liste civetta” considerato che i voti apportati da liste sotto la soglia dell’1% non contano.

In fine, ma non per ultimo, per favorire la parità di genere nei collegi plurinominali è prevista l’alternanza donna-uomo e un tetto del 60% per candidati del medesimo genere; stesso principio per i collegi uninominali.

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#fatticoncreti | Diritto fallimentare: una riforma per salvare aziende e posti di lavoro

Andrea Visconti, un giovane imprenditore torinese, ha raccontato a Repubblica che la cosa più dura del fallimento della sua azienda è stata raccontarlo ai figli. Lui l’ha fatto con una fiaba: la storia di un naufragio dopo il quale ricostruire la nave. E’ un po’ l’obiettivo della riforma del diritto fallimentare che segna una svolta nella disciplina d’insolvenza. Con la nuova normativa ci allineiamo all’Europa, non solo migliorando l’efficienza delle procedure fallimentari, non solo puntando sulla specializzazione dei giudici, ma soprattutto introducendo una misura innovativa volta a fare emergere la crisi prima che l’impresa sia compromessa, in tal modo favorendo la continuità aziendale, le imprese e i lavoratori, i creditori e il buon funzionamento del mercato.

Si tratta della fase preventiva di “allerta”, un percorso assistito di natura confidenziale e stragiudiziale, attivato volontariamente dall’imprenditore o su segnalazione di creditori qualificati. Sono incentivati tutti gli strumenti negoziali della crisi, in particolare i piani di risanamento, gli accordi di ristrutturazione dei debiti, le moratorie dei crediti (convenzioni di moratoria), il concordato preventivo.

Vengono rafforzati i presidi di controllo interni alle aziende, con l’estensione dell’obbligo di presenza di un sindaco anche alle società di minore dimensione. La liquidazione giudiziale sostituisce la procedura di fallimento. Sarà guidata da un curatore con poteri rafforzati e avrà anche come possibile sbocco, in caso di afflusso di nuove risorse, quello di un concordato di natura liquidatoria.

Nei casi in cui si arriva ad un esito giudiziario è prevista l’unicità della procedura destinata all’esame di tutte le situazioni di crisi ed insolvenza: dopo una prima fase comune, secondo i casi, si proseguirà per via conservativa o liquidatoria. Le procedure di liquidazione di maggiore dimensione sono assegnate ai Tribunali delle imprese. La riforma introduce anche una specifica disciplina per i gruppi di imprese. Stabiliti principi e criteri per incentivare la revisione della disciplina della composizione delle crisi da sovraindebitamento, al fine di armonizzarla con le modifiche apportate all’insolvenza e alla crisi di impresa.

Una speciale tutela rafforzata è introdotta a favore degli acquirenti di immobili da imprese di costruzione insolventi.

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#fatticoncreti | Il terzo settore non è secondo a nessuno. L’Italia del volontariato torna protagonista.

Più di 300mila organizzazioni, 800mila lavoratori e 5 milioni di cittadini volontari mobilitati per una cittadinanza attiva e solidale. Il Terzo Settore in Italia: una risorsa straordinaria, unica in Europa per forza ed efficienza, un patrimonio che vogliamo valorizzare e aiutare a crescere ancora.

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UN NUOVO WELFARE PARTECIPATIVO
Il nuovo codice del Terzo Settore, il registro unico, la semplificazione della normativa vigente, la revisione del codice civile sulle associazioni e sulle fondazioni, la trasparenza, il controllo e la vigilanza, la valorizzazione dei principi di gratuità, democraticità e partecipazione, la fiscalità promozionale a sostegno dell’associazionismo e delle imprese sociali, l’istituzione del Consiglio nazionale del Terzo Settore, sono i capisaldi della nuova normativa che definisce vincoli e finalità degli enti, fornendo una cornice omogenea, nel rispetto delle diversità che caratterizzano il vasto mondo del non profit. Trasparenza, ma anche legalità e lavoro di qualità: per evitare forme di disuguaglianze contrattuali, si stabilisce che le imprese dovranno garantire – nella partecipazione a bandi pubblici – condizioni economiche non inferiori a quelle previste dai contratti collettivi nazionali. Il lavoro nel terzo settore è principalmente attività di relazione, di presa in carico, di cura verso le persone. Non vogliamo consentire alcuna forma di sfruttamento o di dequalificazione dell’attivata lavorativa nel terzo settore.

5 PER MILLE E SOSTEGNO FINANZIARIO
La riforma della disciplina del 5 per mille, l’innalzamento del limite per la deducibilità e la detraibilità delle erogazioni, lo stanziamento di 500 milioni di euro, l’istituzione di un fondo articolato in due sezioni (la prima, di carattere rotativo, con una dotazione di 10 milioni di euro, la seconda con 7,3 milioni di euro) consentono al Terzo Settore di guardare al futuro con più fiducia, sapendo di poter contare su risorse importanti e istituzioni più sensibili.

SERVIZIO CIVILE UNIVERSALE
Procedure più semplici, livelli standard di qualità più alti richiesti agli enti, con particolare riferimento alla capacità organizzativa e possibilità di impiego dei volontari, caratterizzata anche da figure di responsabili maggiormente qualificate; migliore capacità progettuale degli enti, connessa anche alla maggiore dimensione organizzativa degli stessi, salvaguardia della specificità regionale con la previsione, nell’Albo di Servizio civile universale, di sezioni regionali e delle province autonome, sono alcune delle novità introdotte con la riforma. Una sfida grande e impegnativa per offrire a ragazzi e ragazze, italiani e non solo, esperienze di qualità, preparazione e formazione adeguate, accompagnamento e certificazione delle competenze acquisite.

NASCE FONDAZIONE ITALIA SOCIALE
La Fondazione, dotata di un milione di euro, viene istituita per sostenere la realizzazione e lo sviluppo di interventi innovativi caratterizzati dalla produzione di beni e servizi con un elevato impatto sociale e occupazionale. Una struttura capace di attrarre e premiare le donazioni di imprese e cittadini – prestiti, erogazioni a fondo perduto o anticipazioni di capitale – a favore degli Enti del Terzo Settore. Priorità: territori e soggetti maggiormente svantaggiati.

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Economia e Finanza

Spesometro: la risoluzione che chiede semplificazione e modifiche

La VI Commissione,

premesso che:

il decreto-legge n. 193 del 2016, all’articolo 4 ha modificato la disciplina del cosiddetto spesometro (di cui agli articoli 21 e 21-bis del decreto-legge n. 78 del 2010), prevedendo per i soggetti passivi Iva l’abrogazione, a decorrere dal 1° gennaio 2017, della comunicazione dell’elenco dei clienti e dei fornitori e introducendo due nuovi adempimenti da effettuare telematicamente ogni tre mesi: la comunicazione analitica dei dati delle fatture emesse e ricevute e la comunicazione dei dati delle liquidazioni periodiche Iva; pertanto, la trasmissione dei dati delle fatture emesse e di quelle ricevute è accompagnata dall’obbligo di comunicazione trimestrale dei dati riepilogativi delle liquidazioni Iva;

la disciplina in materia prevede che il mese successivo alla scadenza trimestrale l’Agenzia delle entrate mette a disposizione dei contribuenti le informazioni relative ai dati comunicati, segnalando eventuali incoerenze anche con riferimento ai versamenti effettuati; in tal caso il contribuente può fornire chiarimenti, segnalare eventuali dati o elementi non considerati o valutati erroneamente, ovvero versare quanto dovuto avvalendosi del ravvedimento operoso: lo scopo della norma è quello di fornire un supporto ai cittadini nella fase precedente la presentazione della dichiarazione e di promuovere l’emersione spontanea di basi imponibili per ridurre il gap Iva in Italia;

a favore dei soggetti in attività nel 2017, con un volume d’affari non superiore a euro 50.000, è stato riconosciuto un credito d’imposta di 100 euro per l’adeguamento tecnologico finalizzato all’effettuazione delle comunicazioni dei dati delle fatture e delle comunicazioni Iva periodiche;

sono previste specifiche sanzioni amministrative in caso di omessa, incompleta o infedele comunicazione delle fatture e dei dati delle liquidazioni: in particolare, per l’omissione o l’errata trasmissione dei dati delle fatture emesse e ricevute si applica la sanzione amministrativa di 2 euro per ciascuna fattura, entro il limite massimo di euro 1.000 per ciascun trimestre; la sanzione è ridotta alla metà, entro il limite massimo di euro 500, se la trasmissione è effettuata entro i quindici giorni successivi alla scadenza, ovvero se, nel medesimo termine, è effettuata la trasmissione corretta dei dati;

il decreto-legge n. 244 del 2016, all’articolo 14-ter ha previsto che, per il primo anno di applicazione della nuova disciplina, le comunicazioni possono essere effettuate per il primo semestre entro il 16 settembre 2017 e, per il secondo semestre, entro il mese di febbraio 2018;

in considerazione delle esigenze generali rappresentate dalle categorie professionali in relazione ai numerosi adempimenti fiscali, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 5 settembre 2017 è stata disposta la proroga al 28 settembre del termine per l’effettuazione delle comunicazioni relative al primo semestre 2017;

nell’approssimarsi di tale scadenza, il servizio applicativo dell’Agenzia delle entrate (il servizio telematico denominato «Fatture e Corrispettivi») ha subito una sospensione di alcuni giorni;

al riguardo, nel corso dell’audizione svoltasi il 27 settembre 2017 presso la Commissione parlamentare di vigilanza sull’anagrafe tributaria, il direttore dell’Agenzia delle entrate ha dichiarato che le interruzioni del servizio online sono state dovute all’esigenza di manutenzione, in quanto il 20 settembre – a seguito di alcune segnalazioni ricevute circa la possibilità di visualizzare da parte degli utenti qualificati alcuni dati delle ricevute e delle fatture di soggetti diversi dai propri clienti – l’Agenzia ha avviato le attività di analisi del fenomeno segnalato; nella giornata di giovedì 21 settembre sono stati inibiti i servizi online interessati dalle anomalie; successivamente Sogei ha interrotto per tre giorni l’operatività dell’area web, ripristinando poi il servizio e confermando all’Agenzia che, a valle degli interventi e dei test eseguiti, nessun utente può visualizzare dati di soggetti dai quali non è stato espressamente delegato al sistema; nel periodo di interruzione del funzionamento del portale, tutti gli altri canali di trasmissione utilizzati mediante i software gestionali, che trasmettono il maggior numero di dati, sono rimasti attivi e regolarmente funzionanti;

in considerazione dei disagi sopravvenuti, con provvedimento n. 199339 del 28 settembre 2017, l’Agenzia ha posticipato al 5 ottobre 2017 il termine – già fissato al 28 settembre 2017 – per la trasmissione dei dati delle fatture emesse e ricevute, cosiddetto spesometro;

in correlazione con tale vicenda l’Agenzia delle entrate ha inoltre comunicato che i propri uffici, ove riscontrino obiettive difficoltà per i contribuenti, «valuteranno la possibilità di non applicare le sanzioni per meri errori materiali e/o nel caso in cui l’adempimento sia stato effettuato dopo il 5 ottobre, ma entro i 15 giorni dall’originaria scadenza»;

in attuazione della delega fiscale, che ha previsto (all’articolo 9 della legge n. 23 del 2014) di incentivare l’utilizzo della fatturazione elettronica, è stato emanato il decreto legislativo n. 127 del 2015, il quale ha introdotto disposizioni premiali a favore dell’uso della fattura elettronica: in esecuzione di quanto stabilito dal predetto decreto legislativo, l’Agenzia ha reso disponibile gratuitamente, dal gennaio 2017, il sistema di interscambio per tutti i contribuenti Iva che intendono veicolare le fatture elettroniche anche con i privati, sia operatori economici titolari di partita Iva sia consumatori finali; coloro che utilizzano la fatturazione elettronica tra privati non sono tenuti ad effettuare la cosiddetta «comunicazione dei dati delle fatture emesse e ricevute» (cosiddetto spesometro); per incentivare i contribuenti IVA ad adottare la fatturazione elettronica, lo stesso decreto legislativo ha inoltre previsto la realizzazione del servizio gratuito di generazione, trasmissione e conservazione delle fatture elettroniche, accessibile dal sito dell’Agenzia, previa autenticazione mediante le credenziali dell’Agenzia, con Spid o con la carta nazionale dei servizi;

il Governo, nella Nota di aggiornamento al Def 2017, ha dichiarato che sta valutando l’introduzione del regime di fatturazione elettronica obbligatoria attraverso il sistema di interscambio anche tra soggetti Iva (B2B) e nei confronti dei consumatori (B2C): tale misura consentirebbe un ulteriore recupero di gettito e la soppressione dell’attuale obbligo di trasmissione telematica dei dati delle fatture;

al di là degli inconvenienti tecnici registratisi a ridosso della prima scadenza per le comunicazioni, dal mondo dei professionisti e degli intermediari abilitati, si sono sollevate molte proteste per i nuovi adempimenti: in primo luogo si contesta l’onerosità della modalità che impone la trasmissione della singola fattura, non essendo possibile accorpare fatture di piccoli importi con invii cumulativi al di sotto di una determinata soglia (come avveniva per il precedente spesometro con il limite a 300 euro); si lamenta inoltre l’incompatibilità dell’adempimento per tutte quelle fatture di basso importo redatte a mano, sovente con dati incompleti o illeggibili,

impegna il Governo:

1) ad assumere iniziative per riformare al più presto la normativa relativa allo spesometro, al fine di ridurre al minimo le comunicazioni obbligatorie, eventualmente consentendo un unico invio annuale per lo spesometro, nonché di assicurare le finalità di compliance e di lotta all’evasione fiscale con modalità più semplici, efficienti ed efficaci;

2) ad assumere iniziative per ripristinare la norma che consentiva di accorpare fatture di piccoli importi con invii cumulativi al di sotto di una determinata soglia;

3) ad assumere iniziative normative volte ad escludere la discrezionalità degli uffici nella disapplicazione delle sanzioni, prevedendo in modo esplicito la non applicabilità delle sanzioni stesse, in considerazione della possibilità di errori formali legati a questo primo invio delle comunicazioni;

4) a investire in maniera adeguata sul fisco digitale attraverso la diffusione della fatturazione elettronica e dei pagamenti digitali, al contempo garantendo che tali trasformazioni si svolgano nel pieno rispetto dei diritti dei cittadini e dei principi fondamentali sulla protezione dei dati personali.
(7-01355) «Sanga, Pelillo, Bernardo, Barbanti, Bonifazi, Capozzolo, Carella, Colaninno, Currò, De Maria, Marco Di Maio, Fragomeli, Fregolent, Ginato, Gitti, Gutgeld, Lodolini, Moretto, Petrini, Pinna, Ribaudo, Gebhard, Fanucci».

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Economia e Finanza PrimoPiano

Banca d’Italia e vigilanza: il parlamento ha il diritto di esprimersi

Quanta polvere su Banca d’Italia. Questa settimana è l’argomento che tiene banco per effetto di una mozione che abbiamo approvato in parlamento. Proviamo a fare chiarezza, partendo da una premessa: considero sacrosanto (se non doveroso) che il parlamento esprima le proprie valutazioni sul sistema della vigilanza bancaria. Non c’è nessuna norma che lo impedisca e, diciamo la verità, neppure il buon senso. Del resto non potrebbe essere diversamente visto che è proprio una legge approvata in passato dal parlamento ad aver eliminato il mandato “a vita” per il governatore della Banca d’Italia ed è sempre il parlamento che è chiamato ad intervenire e a rispondere ai cittadini per gli effetti che una vigilanza non efficiente del sistema bancario ha prodotto sull’economia e sulla vita di migliaia di persone.
La mozione – qui il testo – che ho votato assieme a molti altri miei colleghi alla Camera dice una cosa molto semplice al Governo (che ha il compito di formulare una proposta di nomina del Governatore al Presidente della Repubblica, cui spetta la decisione finale): scegliete chi volete, ma in ogni caso individuate la soluzione più idonea a rafforzare la vigilanza e a ridare fiducia all’intero sistema bancario italiano. Non abbiamo chiesto e non vogliamo la testa di Ignazio Visco (attuale governatore); anzi, addirittura siamo stati gli unici a votare contro un’altra mozione che era stata presentata dal Movimento 5 stelle e che chiedeva espressamente di non rinnovare Visco e cercare un’altra persona. Abbiamo votato contro solo noi, gli altri (quelli che puntano il dito contro lo “sgarbo istituzionale”) si sono astenuti. Insomma, se fosse stato per loro il parlamento avrebbe approvato un testo che chiedeva senza mezzi termini di cacciare Visco.
Mi chiedo quanti tra i tanti commentatori abbiano letto ciò che realmente era scritto nella nostra mozione: pochi o nessuno, perchè evidentemente faceva più comodo dare una certa interpretazione ai fatti, piuttosto che raccontare i fatti stessi inducendo molte persone in errore. La verità però è questa: il tema Banca d’Italia era all’ordine del giorno per volontà delle opposizioni (che giustamente hanno una quota, proporzionale al peso del gruppo parlamentare, di punti all’ordine del giorno che possono stabilire da soli) e non potevamo sottrarci dal dire la nostra. La nostra posizione è che in Italia il sistema della vigilanza bancaria non sempre ha funzionato bene. Del resto lo sappiamo bene anche in Romagna, dove più di un istituto di credito ha avuto a che fare con Bankitalia e lo sanno bene i piccoli soci delle banche, le imprese, i risparmiatori. Basta parlare con le persone, non è un segreto o una questione trattata in qualche stanza segreta.
Qualcuno in queste ore mi ha fatto notare che con una sola mozione “avete fatto incazzare tutte le massime istituzioni del Paese e persino importanti esponenti del vostro partito“. Questo mi spiace, ma se pensiamo a quanto si sono “incazzati” le centinaia di migliaia di italiani che hanno subito danni finanziari ingenti anche per via della mancata vigilanza sulle banche a cui avevano affidato i propri soldi, forse inquadriamo diversamente il problema.
Ultima considerazione. Qualcuno forse vorrebbe che il parlamento non parlasse di Banca d’Italia e della vigilanza bancaria, questo è evidente. Allora viene da chiedersi quale ruolo, costoro, vorrebbero riservare alla Camera e al Senato, eletti dai cittadini. Forse solo quello di fare da parafulmine, da bersaglio, da foglia di fico per assicurare ad altri di agire indisturbati tanto c’è chi si assume le colpe? Non credo sia utile a nessuno. Il parlamento ha svolto la propria funzione, nel pieno rispetto dei ruoli e dell’autonomia tra i diversi poteri dello Stato. Piacciano o meno, le cose stanno così.
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Economia e Finanza

Banca d’Italia, il testo della mozione approvata dalla Camera

La Camera,

premesso che:
la Banca d’Italia, banca centrale della Repubblica italiana, parte integrante del Sistema Europeo di Banche Centrali, è un istituto di diritto pubblico, regolato da norme nazionali ed europee, indipendente nell’esercizio dei suoi poteri e nella gestione delle sue finanze;

le principali funzioni della Banca d’Italia sono dirette ad assicurare la stabilità monetaria e finanziaria, anche attraverso il concorso alle decisioni della politica monetaria unica nell’area dell’euro e lo svolgimento dei compiti propri di una banca centrale componente dell’Eurosistema per garantire la sana e prudente gestione degli intermediari;

inoltre, a seguito dell’istituzione dell’Unione bancaria tra i Paesi dell’eurozona, la Banca d’Italia ha assunto dal novembre 2014 la funzione di autorità nazionale competente nell’ambito del Meccanismo di vigilanza unico (MVU o Single Supervisory Mechanism, SSM) e dal 2016 di Autorità nazionale di risoluzione delle crisi nell’ambito del Meccanismo di risoluzione unico (MRU o Single Resolution Mechanism, SRM), funzioni estremamente complesse da esercitare in un ambiente caratterizzato da difficoltà crescenti e cambiamenti profondi e che richiedono un’azione efficiente, responsabile e imparziale;

la nomina dell’attuale Governatore risale al novembre del 2011 ed è, pertanto, imminente l’obbligo di procedere al rinnovo della carica che, ai sensi dell’articolo 19, comma 8, della legge 28 dicembre 2005, n.?262, è disposta con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, sentito il parere del Consiglio superiore della Banca d’Italia;

si tratta di una scelta particolarmente delicata in considerazione del fatto che l’efficacia dell’azione di vigilanza della Banca d’Italia è stata, in questi ultimi anni, messa in dubbio dall’emergere di ripetute e rilevanti situazioni di crisi o di dissesto di banche sulle cui ragioni si pronunceranno gli organi competenti, ivi compresa la Commissione d’inchiesta all’uopo istituita;

rilevato che le predette situazioni di crisi o di dissesto hanno costretto il Governo e il Parlamento ad approvare interventi straordinari per tutelare, anche attraverso l’utilizzo di risorse pubbliche, i risparmiatori e salvaguardare la stabilità finanziaria, in assenza dei quali si sarebbero determinati effetti drammatici sull’intero sistema bancario, sul risparmio dei cittadini, sul credito al sistema produttivo e sulla salvaguardia dei livelli occupazionali,

impegna il Governo

  1. ad adottare ogni iniziativa utile a rafforzare l’efficacia delle attività di vigilanza sul sistema bancario ai fini della tutela del risparmio e della promozione di un maggiore clima di fiducia dei cittadini nei confronti del sistema creditizio, individuando a tal fine, nell’ambito delle proprie prerogative, la figura più idonea a garantire nuova fiducia nell’istituto, tenuto conto anche del mutato contesto e delle nuove competenze attribuite alla Banca d’Italia negli anni più recenti.
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PrimoPiano Sanità

Cannabis per uso terapeutica, ok della Camera: più possibilità per i pazienti

Abbiamo approvato la legge sull’utilizzo della cannabis ai fini terapeutici. Si prevede: l’individuazione, oltre allo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, di altri stabilimenti per la coltivazione e trasformazione della cannabis ad uso medico; aggiornamento periodico del personale medico, sanitario e socio-sanitario; promozione di studi pre-clinici, clinici, osservazionali ed epidemiologici sull’uso appropriato dei medicinali a base di cannabis; modalità prescrittive semplificate e aliquota Iva al 5%. In altre parole si fissano criteri uniformi sul territorio nazionale garantendo ai pazienti equità d’accesso, promuove la ricerca scientifica sui possibili impieghi medici e sostiene lo sviluppo di tecniche di produzione e trasformazione per semplificare l’assunzione.

 LE MODALITÀ DI PRESCRIZIONE Nella prescrizione il medico dovrà indicare: codice alfanumerico del paziente; dose prescritta; posologia; modalità di assunzione del farmaco; data di rilascio; durata del trattamento (non superiore a 3 mesi); firma e timbro del medico. Le prescrizioni per la terapia del dolore e impieghi autorizzati dal ministero della Salute saranno in carico al Servizio sanitario nazionale, e dunque rimborsabili, nei limiti di disponibilità del Fondo sanitario o del finanziamento del fabbisogno sanitario standard cui concorre lo Stato. Se prescritti per altri impieghi restano al di fuori del regime di rimborsabilità.

MONITORAGGIO PRESCRIZIONI Ogni Regione dovrà comunicare annualmente all’Istituto superiore di sanità i dati aggregati per età e per sesso dei pazienti trattati con preparazioni a base di cannabis.

PROGRAMMAZIONE FABBISOGNO REGIONALE Ogni Regione dovrà indicare allo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze il fabbisogno annuale.

PRODUZIONE E TRASFORMAZIONE Lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze sulla base del fabbisogno regionale è chiamato alla produzione e alla distribuzione dei farmaci necessari a soddisfare il fabbisogno nazionale. Qualora lo Stabilimento non sia in grado di rispondere al fabbisogno nazionale, altre imprese individuate da un decreto del ministero della Salute potranno coltivare e lavorare cannabis a scopo terapeutico. Per quanto riguarda il conferimento del prodotto coltivato e lavorato fuori dallo Stabilimento di Firenze si farà riferimento alle norme esistenti. Dunque in fase di autorizzazione del singolo farmaco verranno chiariti gli aspetti legati al conferimento e alla distribuzione. Lo Stabilimento potrà anche sperimentare nuove modalità di assunzione oltre la via orale e la via inalatoria, come estratti, olio e resine, assumibili in maniera più semplice e appropriata per il paziente.

OK IMPORTAZIONE Ok all’importazione del prodotto per garantire la continuità terapeutica alle persone già in cura.

POSSIBILE ALLARGARE PATOLOGIE Un decreto del ministero della Salute, sentito il Consiglio superiore di sanità, potrà definire ulteriori impieghi della cannabisad uso medico, sulla base delle evidenze scientifiche.

MODALITÀ PRESCRIZIONE SEMPLIFICATE Attraverso delle modifiche agli allegati del Testo unico delle sostanze stupefacenti i farmaci a base di cannabis vengono inseriti tra quelli che usufruiscono delle modalità prescrittive semplificate. IVA 5% Prevista l’aliquota Iva al 5% per i farmaci a base di cannabis.

RICERCA Un decreto del ministero della Salute definirà le modalità per condurre studi pre-clinici, clinici, osservazionali, epidemiologici, sull’uso appropriato dei medicinali a base di cannabis. Lo stesso decreto promuoverà studi di tecnica farmaceutica presso le facoltà di farmacia e di medicina e studi di genetica delle varietà vegetali di cannabis presso gli istituti di ricerca sulle varietà vegetali.

CAMPAGNE INFORMAZIONE Prevista una campagnia di informazione sulla conoscenza e l’uso dei farmaci a base di cannabis. “disciplinare le modalità nel rispetto delle quali la detenzione e il trasporto di cannabis per uso terapeutico sono legittimi”.

AGGIORNAMENTO MEDICI Previsto l’aggiornamento periodico del personale medico, sanitario e sociosanitario sia realizzato anche “attraverso il conseguimento di crediti formativi per acquisire una specifica conoscenza professionale sulle potenzialità terapeutiche delle preparazioni di origine vegetale a base di cannabis nelle diverse patologie ed in particolare sul trattamento del dolore”.

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Economia e Finanza PrimoPiano

Legge di bilancio 2018: incentivi per le assunzioni di giovani

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Paolo Gentiloni e del Ministro dell’economia e delle finanze Pier Carlo Padoan, ha approvato il disegno di legge relativo al bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2018 e al bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020.

In considerazione del miglioramento del quadro economico, ottenuto grazie alle riforme avviate dal 2014 e portate a compimento nell’arco della legislatura e all’impegno di famiglie e imprese, e del contesto internazionale favorevole, il Governo ha approvato una manovra indirizzata da un lato al rispetto degli impegni di bilancio presi con la Commissione europea – la correzione del disavanzo strutturale dello 0,3% e il calo del deficit in rapporto al Pil all’1,6% – e dall’altro al rafforzamento di una crescita sostenibile e inclusiva, con la mobilitazione di risorse per il 2018 per circa 20,4 miliardi di euro.

Le coperture, in termini di efficientamento di spesa e maggiori entrate derivanti in gran parte dal contrasto  all’evasione, ammontano a circa 9,5 miliardi, mentre 10,9 miliardi rappresentano l’effetto netto espansivo della manovra, che interesserà in particolare le aree meno avanzate del Paese.

Tra le voci principali della manovra, si conferma la sterilizzazione totale delle clausole di salvaguardia per un totale di 15,7 miliardi. Si eviterà quindi per il 2018 l’aumento delle aliquote Iva e delle accise. Gli altri interventi prevedono per il prossimo anno 300 milioni di investimenti pubblici aggiuntivi, che diventano 1,3 miliardi nel 2019 e 1,9 miliardi nel 2020. Per le politiche a favore dei giovani (essenzialmente la riduzione del cuneo fiscale per le nuove assunzioni con i contratti a tutele crescenti) sono previsti circa 300 milioni che salgono a 800 milioni nel 2019 e 1,2 miliardi nel 2020. Un’attenzione particolare è riservata alle misure di lotta alla povertà, con il reddito di inclusione che viene potenziato di complessivi 300 milioni per il 2018, cifra che si aggiunge agli 1,7 miliardi già previsti a legislazione vigente.

Si potenzia, infine, il contrasto all’evasione fiscale, con l’implementazione di misure già sperimentate, come la fatturazione elettronica e lo split payment (la cui estensione è prevista del decreto fiscale già approvato dal Consiglio dei ministri).

Di seguito alcune tra le misure presenti nella manovra.

  • Stop aumento Iva  e accise – Vengono completamente neutralizzate le clausole di salvaguardia, quindi nel 2018 non ci saranno aumenti delle aliquote dell’Iva e delle accise.
  • Blocco tributi e addizionali locali – Si proroga per il 2018 lo stop all’aumento delle aliquote dei tributi e delle addizionali regionali e degli enti locali.
  • Competitività – Sono confermate molte misure di contenimento della pressione fiscale e sviluppo, già contenute nella precedente legge di bilancio, quali le agevolazioni per gli interventi di ristrutturazione edilizia ed energetica, il superammortamento e l’iperammortamento.
  • Sostegno investimenti Pmi (Nuova Sabatini) – Per assicurare continuità operativa e qualificare maggiormente gli investimenti in chiave “Industria 4.0.” è prorogata la misura di promozione delle piccole e medie imprese nota come “Nuova Sabatini”.
  • Incentivo strutturale per l’occupazione giovanile stabile – A decorrere dal primo gennaio 2018 i datori di lavoro del settore privato che assumono giovani con contratti a tutele crescenti beneficeranno di uno sconto triennale sui contributi previdenziali pari al 50% (esclusi i lavoratori domestici). L’esonero spetta anche per le assunzioni avvenute nei mesi di novembre e dicembre 2017, ferma restando la decorrenza dal primo gennaio 2018.  Lo sconto contributivo si applica anche nei casi di prosecuzione di un contratto di apprendistato in contratto a tempo indeterminato, qualunque sia l’età anagrafica al momento della prosecuzione e quando un datore di lavoro assume, entro sei mesi dal conseguimento del titolo di studio, studenti che abbiano svolto percorsi di alternanza scuola-lavoro o di apprendistato per il conseguimento del titolo di studio.
  • Rinnovo contratti pubblico impiego – Sono stanziate le risorse per avviare il rinnovo, dopo molti anni, dei contratti del pubblico impiego.
  • Ape sociale donna – La misura, introdotta in via sperimentale con la legge di bilancio per il 2017, per le donne, in determinate condizioni, con almeno 63 anni di età e che non siano titolari di pensione diretta, permette di accompagnare con una indennità fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia. Con la nuova norma introdotta dal disegno di legge di bilancio per il 2018 si prevede di ampliare per il prossimo anno la platea dei beneficiari riducendo i requisiti contributivi alle donne con figli. La riduzione è pari a 6 mesi per ogni figlio fino ad un massimo di 2 anni.
  • Ape a tempo determinato – Si amplia per il 2018 la platea dei beneficiari, estendendo l’indennità anche in caso di scadenza di un contratto a tempo determinato, a condizione che il lavoratore, nei 3 anni precedenti la cessazione del rapporto, abbia avuto periodi di lavoro dipendente per almeno 18 mesi.
  • Rita – E’ stabilizzata e semplificata la “Rendita integrativa temporanea anticipata”.
  • Bonus cultura per i diciottenni – Viene confermata la misura introdotta nel 2016. I giovani che compiono 18 anni nel 2018, attraverso apposita piattaforma online, hanno a disposizione 500 euro spendibili per l’acquisto di biglietti del teatro o del cinema, l’acquisto di libri e musica registrata, per l’ingresso ai musei.
  • Pacchetto Miur – Per l’università, vi sono misure che consentono di bandire nuovi posti per ricercatori universitari e a favore dei professori in servizio sono sbloccati gli scatti stipendiali che continuano ad essere corrisposti sulla base della previa verifica della produttività scientifica; invece, sul versante della scuola, la legge di bilancio inizia ad affrontare il tema dell’avvicinamento del trattamento retributivo dei dirigenti scolastici a quello degli altri dirigenti statali.
  • Risorse per Province e Città metropolitane – Viene riconosciuto un contributo alle Province e alle Città metropolitane delle Regioni a statuto ordinario per l’esercizio delle funzioni fondamentali in materia di scuole e strade.
  • Investimenti enti locali – Per sostenere gli investimenti degli enti locali sono previsti spazi finanziari, per gli anni 2018-2023, che consentono l’utilizzo dell’avanzo di amministrazione Si riconoscono, inoltre, ai comuni contributi, per il triennio 2018-2020, per rilanciare gli investimenti in opere pubbliche.
  • Rimborsi ai comuni per minor gettito – Sono assegnate risorse per l’anno 2018 in favore dei comuni penalizzati dalla sostituzione dell’IMU sull’abitazione principale con la TASI su tutti gli immobili.
  • Risorse in favore delle regioni – Sono stanziate per l’anno 2018  risorse in favore delle regioni per la riduzione del debito e per la riduzione della manovra a loro carico. Inoltre, sono previste anticipazioni di liquidità per la copertura del disavanzo sanitario 2016 della Regione Sardegna.
  • Banda larga – Per accelerare la politica di implementazione del 5G, si prevede di mettere a gara lo spettro delle frequenze nelle bande pioniere previste dall’Action Plan della Commissione Europea e si dispone la liberazione della banda 700 MHz.
  • Misure per il Mezzogiorno – Viene rifinanziata per il biennio 2018-2019 la misura che prevede l’ampliamento del credito di imposta per acquisto di bene strumentali nuovi destinati a strutture produttive del Sud. Vengono prorogate le agevolazioni per le assunzioni a tempo indeterminato nel Mezzogiorno, agevolazioni complementari a quelle già previste dalla normativa nazionale. Tra gli altri interventi figurano l’incremento delle risorse del Fondo sviluppo e coesione rifinanziando la programmazione 2014-2020 e l’istituzione del Fondo imprese Sud volto alla crescita dimensionale delle piccole e medie imprese.
  • Sport – Per la prima volta, si prevede un ‘pacchetto’ di misure dedicate esclusivamente allo sport, tra le quali l’istituzione di un fondo ad hoc destinato a tutelare la maternità delle atlete e misure di incentivazione di natura fiscale.
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Decreto fiscale 2018, tutte le novità

Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legge che introduce disposizioni urgenti in materia finanziaria e per esigenze indifferibili. Giornalisticamente è stato definito “decreto fiscale” e contiene molte novità significative. Di seguito segnalo le principali:

Neutralizzazione aumento Iva – Si reperiscono ulteriore risorse per evitare l’aumento delle aliquote Iva previsto nel 2018, che sarà completamente neutralizzato con le misure che saranno adottate con la legge di bilancio.

Estensione della definizione agevolata dei carichi fiscali e contributivi –  La misura, conosciuta come ‘rottamazione delle cartelle’, amplia la possibilità per i contribuenti che non hanno completato gli adempimenti della definizione agevolata introdotta con il DL 193/2016, di mettersi in regola e accedere alle agevolazioni previste per il pagamento del debito tributario o contributivo affidato all’agente della riscossione (si versano le cifre del tributo e gli interessi legali senza sanzioni ed interessi di mora). In particolare:

  • viene consentito al debitore di effettuare entro il 30 novembre 2017 il pagamento delle rate della definizione agevolata dei carichi scadute a luglio e a settembre 2017. In questo modo i contribuenti che per errori, disguidi o mancanza di liquidità non avevano potuto effettuare i versamenti vengono riammessi alla ‘rottamazione’ senza ulteriore addebito;
  •  viene data la possibilità di accedere alla definizione agevolata dei carichi ai debitori che in precedenza si erano visti respingere le istanze perché non in regola con il pagamento delle rate, in scadenza al 31/12/2016, dei piani di dilazione in essere al 24 ottobre 2016. Tale facoltà può essere esercitata presentando istanza all’agente della riscossione entro il 31 dicembre 2017. I contribuenti interessati dovranno versare entro il 31 maggio 2018 le rate non corrisposte dei piani di dilazione. In caso di mancato versamento l’istanza è improcedibile;
  • si amplia il raggio d’azione della definizione agevolata che potrà essere applicata anche ai carichi affidati all’agente della riscossione dal primo gennaio al 30 settembre 2017 (la precedente ‘rottamazione’ comprendeva i carichi fino al 31 dicembre 2016). Il contribuente dovrà presentare domanda entro il 15 maggio 2018 e il pagamento delle somme dovute dovrà essere effettuato in un numero massimo di cinque rate di pari importo nei mesi di luglio, settembre, ottobre e novembre 2018 e febbraio 2019.

Estensione dello split payment a tutte le società controllate dalla P.A. – Il meccanismo della scissione dei pagamenti dell’Iva sull’acquisto di beni e servizi, strumento efficace per contrastare l’evasione fiscale e attualmente previsto per tutte le amministrazioni dello Stato, gli enti territoriali, le università, le aziende sanitarie e le società controllate dallo Stato, viene ulteriormente esteso. Vi rientrano gli enti pubblici economici nazionali, regionali e locali, le fondazioni partecipate da amministrazioni pubbliche, le società controllate direttamente o indirettamente da qualsiasi tipo di amministrazione pubblica e quelle partecipate per una quota non inferiore al 70% da qualsiasi amministrazione pubblica o società assoggettata allo split payment.

Investimenti pubblicitari – Le imprese e i lavoratori autonomi possono fruire anche per gli investimenti sostenuti nella seconda metà del 2017 del credito di imposta previsto per le campagne pubblicitarie su quotidiani, periodici, e sulle radio e tv locali. Il credito di imposta è pari al 75% della quota incrementale dell’investimento rispetto all’anno precedente, e aumenta al 90% nel caso di microimprese, Pmi e start-up innovative.

Alitalia – E’ esteso sino al 30 aprile 2018 il termine per l’espletamento delle procedure di cessione dei complessi aziendali facenti capo ad Alitalia e delle altre società del medesimo gruppo in amministrazione straordinaria, che sono in corso di svolgimento. Il prestito statale oneroso,  già disposto in favore di Alitalia, è conseguentemente integrato per il tempo (fino al 30 settembre 2018) e nella misura necessaria  (300 milioni di euro)  a garantire  la  continuità del  servizio di trasporto aereo sino all’effettivo trasferimento dei complessi aziendali. La misura si è resa necessaria anche in ragione dell’evoluzione del contesto di mercato nell’ambito del quale sono in corso di svolgimento le predette procedure.

Disposizioni anti-scorrerie – Per migliorare il grado di trasparenza e salvaguardare il corretto funzionamento del mercato, accrescendo il livello di informazione degli stakeholder nelle operazioni di acquisizione societaria, si è esteso il contenuto degli obblighi di comunicazione che gravano sui soggetti che acquisiscono partecipazioni rilevanti in una società quotata, imponendo agli stessi di chiarire le finalità perseguite con l’operazione.

Revisione della disciplina della Golden Power – E’ stata modificata e integrata la disciplina dei poteri speciali al fine da un lato, di colmare talune lacune evidenziate in sede di applicazione della normativa, dall’altro di potenziare gli strumenti di garanzia anche nell’alveo della tutela della sicurezza e dell’ordine pubblico. In questa prospettiva si è provveduto ad estendere, con esclusivo riferimento alle ipotesi di operazioni poste in essere da soggetti esterni all’UE, l’ambito di applicazione dei poteri speciali nel quadro della garanzia della sicurezza ed ordine pubblico. In particolare, con appositi regolamenti, saranno individuati ai fini della verifica in ordine alla sussistenza di un pericolo  per la sicurezza e l’ordine pubblico,  i settori ad alta intensità tecnologica oggetto della nuova disciplina, quali, ad esempio, le infrastrutture critiche o sensibili, tra cui immagazzinamento e gestione dati e le tecnologie critiche, compresa l’intelligenza artificiale, la robotica, i semiconduttori, le tecnologie con potenziali applicazioni a doppio uso, la sicurezza in rete, la tecnologia spaziale o nucleare, ecc.. Inoltre, è stata inserita una specifica ipotesi sanzionatoria per il caso di mancata notifica nei casi in cui la stessa è obbligatoria, ipotesi che risultava, a legislazione vigente, contemplata solo nell’ambito dei settori dell’energia, dei trasporti e delle comunicazioni.

Sostegno grandi imprese in crisi – Nell’ambito del fondo per la crescita sostenibile è istituito uno specifico stanziamento destinato all’erogazione di finanziamenti in favore di imprese di grande dimensione che presentano rilevanti difficoltà finanziarie ai fini della continuazione delle attività produttive e del mantenimento dei livelli occupazionali.

Fondo garanzia PMI – Viene incrementata la dotazione del  Fondo di 300 milioni per l’anno 2017 e di 200 milioni per il 2018.

FS – E’ prevista una rimodulazione delle dote finanziaria per il contratto di programma  delle Ferrovie dello Stato.

Liberalizzazione in materia di diritti d’autore – E’ superato il monopolio della SIAE in materia di raccolta dei diritti d’autore, estendendo a tutti gli organismi di gestione collettiva – ossia gli enti senza fine di lucro e a base associativa – operanti sul territorio dell’UE la possibilità di operare direttamente sul mercato italiano, senza alcuna intermediazione da parte della SIAE.

Missioni internazionali di pace – Sono incrementati gli stanziamenti per garantire la prosecuzione delle missioni internazionali per l’ultimo trimestre del 2017 e introdotte talune modifiche alla legge 21 luglio 2016, n. 145, concernente la partecipazione dell’Italia alle missioni, volte a semplificarne i procedimenti con particolare riferimento ai profili finanziari.

Il decreto prevede, infine, il finanziamento del Fondo occupazione e di specifici obiettivi connessi all’attività di ricerca, assistenza e cura relativi al miglioramento dell’erogazione dei livelli essenziali di assistenza, ulteriori interventi per esigenze indifferibili in materia di assunzioni di personale nel comparto sicurezza,  nonché disposizioni contabili per l’Associazione della Croce Rossa italiana.