Di emergenza e cambiamenti climatici si parla solo in occasione di eventi catastrofici e di manifestazioni di piazza ma i problemi restano e vanno affrontati. Ai ragazzi che hanno manifestato nelle scorse settimane va rivolta una semplice parola: grazie. Un ringraziamento speciale a questo movimento spontaneo di ragazze e ragazzi per aver acceso i riflettori su un problema serio ed urgente che tocca da vicino ognuno di noi. Alla politica spetta ora il compito più importante: passare agli atti concreti. Stiamo lavorando ad “Piano verde”, fatto di azioni pratiche e realizzabili, nel breve, medio e lungo periodo. Non c’è più tempo da perdere.
L’altro fronte su cui lavorare è quello culturale. Troppe persone considerano ancora questo problema lontano da casa nostra. Eppure ci sono fatti anche vicino a noi che ci ricordano quanto sia urgente intervenire, ad esempio il progressivo scivolamento verso valle del ghiacciaio del Monte Bianco. Ecco che torna al centro la parola “magica”: educazione.

C’è un grande investimento educativo da fare, che parte della scuola me non deve fermarsi lì. Per questo mi sono sorpreso che negli stessi giorni in cui tornava di grande attualità il dibattito sul clima, il Ministro della Pubblica Istruzione abbia prima lanciato l’assurda proposta della tassa sulle merendine; e poi riaperto una polemica senza senso, quella sulla presenza del crocifisso nelle scuole.

Senza polemiche (perché il nostro compito non è indebolire il Governo, che peraltro sostengo lealmente assieme a tutta la coalizione di centrosinistra di cui faccio saldamente parte), ma con proposte di contenuto incalzeremo il Ministro a concentrarsi su quello che serve alla scuola. E su migliaia di lavoratori che a causa del mancato rinnovo dell’appalto dei servizi di pulizie, ausiliari e decoro degli istituti scolastici hanno ricevuto lettera di licenziamento. Un’eredità del precedente governo, di cui occorre occuparsi. Ce ne sono centinaia anche sul nostro territorio. Ripartiamo dalla concretezza, della vita quotidiana delle persone. Non è aumentando l’Iva (peraltro paradossale per un governo che abbiamo esplicitamente voluto per evitare l’aumento dell’Iva) che aiuteremo chi è in difficoltà; ma dando risposte alle aspettative, alle preoccupazioni, al bisogno di protezione e di prospettiva che la politica ha il dovere di dare.