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“Non liberateci”: il grido della piazza contro la politica dell’odio

E’ successo qualcosa di importante giovedì scorso a Bologna. Almeno 10mila persone si sono presentate in piazza Maggiore, unite dalla volontà di riaffermare un principio molto sempre: la nostra terra, l’Emilia-Romagna, non ha bisogno di essere “liberata” da nulla e da nessuno. Negli stessi minuti, al PalaDozza, riempito con decine di pullman organizzati da mezza Italia, la Lega di Salvini lanciava slogan distruttivi, dipingendo una realtà allo sfascio che non esiste nei fatti. 
Segno evidente che c’è un’Italia che non si piega a una politica basata sulla cattiveria, sull’odio e sulla denigrazione dell’avversario; che c’è un’Italia che vuole una politica che sappia giocare la partita in positivo, all’attacco e non sulla difensiva, con l’orgoglio della propria appartenenza e delle proprie radici, ma anche con la voglia di costruire futuro, generare idee, opportunità, abbracciare il cambiamento e l’innovazione. E’ una fetta di popolazione a cui vogliamo e dobbiamo dare rappresentanza, non solo nei momenti elettorali, ma anche dopo. 
Così come non possiamo limitarci a pensare che tutti coloro che oggi trovano una risposta alle proprie aspettative nelle sparate di Salvini e della Meloni, siano dei pericolosi estremisti; no, c’è un disagio, una delusione, un bisogno di protezione a cui va data una risposta convincente. La politica deve trovare la capacità di declinare risposte che viaggino sul doppio binario dei diritti e dei doveri, di cui troppo poco si è parlato negli ultimi anni. Da questo binomio, che vale per tutti gli ambiti della politica (inclusa quella fiscale, dove non ha senso perseverare con una strategia basata su nuove tasse, piccole e grandi) passa l’efficacia delle risposte e la possibilità di sgonfiare le teorie sovraniste che in questo momento sembrano andare per la maggiore. 
La “bestia” può essere domata; ma per farlo servono visione, strategia, concretezza e determinazione. Noi ci siamo.  

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Le ragioni di una scelta

Da quando nel 2013 ho cominciato la mia esperienza in parlamento, non ho mai rinunciato allo strumento delle newsletter per informare e rendere conto delle scelte che faccio. Non so quanti altri lo facciano e con quale frequenza, ma considero questa attività di rendicontazione giusta e utile, pertanto non intendo sottrarmi anche in momenti in cui potrebbe apparire più comodo non farlo.
La newsletter di questa settimana apre doverosamente con la scelta che ho compiuto di aderire al gruppo parlamentare di Italia Viva e al nuovo movimento politico che verrà presentato a fine ottobre (dal 18 al 20, presso la stazione Leopolda a Firenze – a chi vuole partecipare consiglio di pre-registrarsi qui). Non esco dal centrosinistra, non passo con i nostri avversari, non cancello il legame con il territorio: rimarrà intatto il mio impegno per le questioni locali, cambierà quello sulla prospettiva nazionale. 

In una assemblea pubblica lunedì scorso a cui ho invitato tutti i destinatari delle mie comunicazioni, ho spiegato le motivazioni della decisione. In un confronto franco, schietto, a viso aperto come ho sempre fatto. 
Quello che stiamo costruendo è un movimento che nasce “per” e non “contro“: per allargare il perimetro delle forze democratiche e repubblicane, ad oggi non competitive per battere alle elezioni i sovranisti Salvini e Meloni. La democrazia liberale, che la stragrande parte di noi dà per scontata non avendo mai vissuto in altre epoche, è minacciata dai sovranismi nazionali che prosperano sulla mancanza di rappresentanza in una società più articolata della semplice suddivisione in due partiti principali. Ci sono bisogni, istanze, aspettative, che chiedono voce. Il Partito Democratico sta facendo un buon lavoro di recupero di una parte di queste; ma da solo non riesce ad essere l’Alternativa (la distanza dal centrodestra è di oltre 20 punti percentuali).
“Italia Viva” non nasce contro il PD: nasce per dare rappresentanza a persone che non si riconoscono nelle idee di Salvini e Meloni, ma non trovano rispondenza nell’azione del Pd. Dove troppo spesso ci si concentra più a fronteggiare l’avversario interno che quello che sta dall’altra parte del campo. Ciascuno deve potersi battere senza perdere tempo a guardarsi le spalle e poter concentrare tutti i propri sforzi sugli avversari, quelli veri. 

Dettaglieremo il nostro progetto a fine ottobre, ma intanto vogliamo partire dalle cose che abbiamo fatto fino al febbraio 2018 con i nostri governi (correggendo ciò che non ha funzionato appieno). Non solo quelle fatte a livello nazionale, ma anche dai tanti risultati ottenuti per il territorio. Nei 18 mesi passati dalle ultime elezioni politiche ad oggi, ogni investimento pubblico, ogni progetto, ogni iniziativa che dipendesse dal livello nazionale con ricadute locali, si è bloccata o è tornata indietro. L’elenco sarebbe infinito e non lo faccio, ma se ci pensate non vi verrà in mente una sola cosa fatta dal governo nazionale per le nostre zone. Prima non era così.
Serve mettere in campo un grande progetto per l’Italia dei prossimi 10 anni, che metta al centro le famiglie, i loro bisogni, le loro aspettative, la loro unicità l’una dall’altra. FamigliE (e non famigliA) significa servizi, educazione, lavoro, sanità, sostenibilità ambientale, innovazione, politiche europee, fisco: le famiglie devono essere e saranno il motore del nostro progetto politico. “Italia Viva” partirà da qui.

Moltissime persone mi hanno scritto e telefonato per esprimermi la propria opinione. Comprendo le critiche (più sotto risponderò a quelle più frequenti) e ringrazio chi mi incoraggia. In ogni caso, nella mia decisione – personale e non vincolante per nessuno (non ho mai costruito “correnti” interne e non inizio certo ora a farlo) – non ci sono rancore, risentimento, rabbia. No. C’è la volontà di costruire una casa più grande, di battersi con uno strumento aggiuntivo e dunque capace di aggregare altre persone (i partiti sono strumenti, non il fine) per difendere e promuovere i valori che ci stanno a cuore. L’avversario è e sarà sempre, per me, dall’altra metà del campo.

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PER CHI NON CONDIVIDE
Risposte alle critiche più frequenti
1. Hai tradito il voto degli elettori.
Sono stato eletto il 4 marzo 2018 vincendo il collegio uninominale maggioritario. La nostra legge elettorale attuale prevede che due terzi dei parlamentari siano eletti con sistema proporzionale in liste bloccate e un terzo in collegi maggioritari, in cui vince il candidato che prende un voto in più. Io ho vinto sul mio collegio ribaltando il trend nazionale (il centrosinistra ha perso l’89% dei 232 collegi alla Camera) come candidato di una coalizione di 4 partiti apportando un contributo determinante di oltre 2mila voti dati alla persona (croci solo sul nome e non sui simboli) che hanno fatto la differenza per la vittoria. Non esco dal centrosinistra, non tradisco alcun mandato.

2. Volete indebolire il governo
Al contrario, Italia Viva nasce per rafforzarlo. Non solo e non tanto in parlamento (al Senato, senza senatori a vita, il governo avrebbe una maggioranza risicatissima), ma nel Paese. Dando rappresentanza e voce a persone che oggi non si riconoscono nelle forze di governo.

3. Lo fai (lo fate) per le poltrone
Se fosse così, a livello personale mi sarebbe convenuto rimanere nel Pd. Dove all’ultimo congresso ho sostenuto la mozione Giachetti-Ascani che col 12% avrebbe avuto diritto (nella logica perversa delle correnti interne) ad una equivalente percentuali di posti in parlamento alle prossime elezioni. Considerato che solo 6 parlamentari hanno sostenuto quella mozione, se avessi ragionato per “il posto” sarei rimasto nel Pd. Con Italia Viva, nessuno mi garantisce alcunché, il risultato finale alle future elezioni è tutt’altro che scontato, si parte da zero. Esistono anche politici che prendono decisioni per idee in cui credono, non solo per convenienza personale.

4. Perché farlo adesso, dopo la nascita del Governo?
Istituire nuovi gruppi parlamentari nel giorno in cui giura il Governo, è un modo per garantire che nessuno metterà in discussione l’appoggio all’Esecutivo. Un Governo, tra l’altro, profondamente voluto perché ritenuto necessario per affrontare emergenze immediate e di prospettive che l’Italia ha di fronte.

5. Perché non fare una battaglia interna al Pd?
Di battaglie interne al Pd ne abbiamo fatte tante; con la periodica accusa a chi osa dire qualcosa di voler indebolire il Pd. Oggi a guidare il partito ci sono alle Riforme un deputato che ha ispirato e promosso il ‘No’ al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 (la più importante battaglia riformatrice fatta dal Pd) e al Lavoro un dirigente (oggi ministro per il Sud) che vuole abolire il Jobs Act. Senza citare altri. E’ tutto legittimo, sia chiaro, ma è anche evidente che le differenze politiche su argomenti di fondo come questi non si colmano con generici appelli all’unità (peraltro non praticata). Rispetto chi ritiene che si possa cambiare dall’interno, ma per quello che ho visto a livello nazionale penso sinceramente no. Sarò felice di esser smentito, perché il Pd non sarà il nostro avversario. 

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PER CHI CONDIVIDE O E’ INTERESSATO
Indicazioni per contribuire, partecipare, restare informati
Italia Viva sarà un movimento diverso da quelli tradizionali. Forme di consultazione periodica, nessuna corrente (l’iscrizione sarà possibile solo on-line, per evitare storture già viste troppo spesso), microdonazioni, diarchia uomo-donna a capo di ogni articolazione e altro. Il tutto sarà presentato dal 18 al 20 ottobre alla Stazione Leopolda a Firenze.
Qui si trova il link per pre-registrarsi alla Leopolda a Firenze https://www.comitatiazionecivile.it/stazione_leopolda

Qui il link per aderire all’appello per Italia Viva: http://bit.ly/italiavivaappello

Qui lo spazio per proporre idee: http://bit.ly/italiavivaproponi

Qui le modalità per sostenere economicamente: http://bit.ly/italiavivasostieni

La scelta che ho fatto non nasce dal nulla: è una decisione che non ho preso a cuor leggero. Ha motivazioni in larghissima parte nazionali, poco o nulla trae origine dalle vicende territoriali. Una decisione che sapevo sarebbe andata incontro a critiche e delusioni: per me significa prendere le distanze da relazioni personali profonde e amicizie che, se sono tali, sono sicuro rimarranno anche di fronte a posizioni politiche diverse. Rispetto chi non la condivide, chi la critica anche ferocemente, chi si sente deluso. Ringrazio sentitamente tutti gli altri che a centinaia mi stanno facendo sentire la loro vicinanza. Spero di riuscire a rispondere a tutti.
Lascio un porto sicuro per andare in navigazione in mare aperto verso una meta tutta da conquistare e ricca di incognite.
Chi vorrà unirsi da subito o sceglierà di farlo lungo il percorso, sarà il benvenuto; a chi rimane su sentieri già battuti o intraprenderà altre strade, auguro buona fortuna. Abbiamo lo stesso obiettivo di migliorare la qualità della vita delle persone e se ci arriveremo da percorsi diversi non sarà un problema purché si giunga al risultato.
 
L’entusiasmo, la determinazione, il lavoro su e per il territorio così come il rispetto dei miei doveri in parlamento, non cambieranno. Anzi, se possibile verrà rilanciato con altre iniziative e strumenti. Guardiamo al futuro e non al passato, lavoriamo insieme per renderlo migliore di come oggi ci appare.

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SANITA’

Due belle notizie per la sanità forlivese e romagnola. Il Dott. Davide Cavaliere della Chirurgia e Terapie Oncologiche Avanzate dell’ospedale di Forlì, è stato eletto nel rinnovato consiglio direttivo del Collegio Italiano dei Chirurghi (CIC) per il prossimo biennio. Il CIC riunisce più di 60 società scientifiche e associazioni nazionali di area chirurgica e rappresenta complessivamente oltre 45.000 specialisti (chirurghi generali, toracici, ginecologi, ortopedici, otorino, ecc.) operanti nelle università e negli ospedali pubblici e privati di tutto il territorio nazionale. Inoltre, l’11 e il 12 dicembre per la prima volta il congresso congresso della Acoi (Associazione chirurghi ospedalieri italiani) si terrà a Forlì. Un riconoscimento importante per il territorio.

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UFFICI POSTALI

A Civitella riapre l’ufficio postale di Voltre, si tratta di una misura temporanea. E’ stato accolto il ricorso che il Comune aveva presentato contro il provvedimento di Poste italiane che prevedeva la chiusura di alcune sedi periferiche dell’azienda. Analoga vicenda per l’ufficio postale di Tontola, per il quale è stato accolto il ricorso al Tar. Quella del ricorso al tribunale amministrativo era una strada che avevo suggerito dopo sentenze che in altri territori italiani avevano portato alla riapertura. Certo, non può essere la soluzione definitiva: occorre un ripensamento di Poste Italiane. Di questo ho parlato con il sottosegretario allo Sviluppo Economico, Antonello Giacomelli, che ha la delega alle telecomunicazioni.

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A SOSTEGNO DELLE NOSTRE TERME

Ho incontrato nei giorni scorsi il responsabile di Confcommercio Forlì e quello di Federalberghi per discutere della situazione del comparto termale (particolarmente importante nella provincia di Forlì-Cesena, che conta su ben 3 stabilimenti termali: Castrocaro, Fratta e Bagno di Romagna). Una situazione non rosea dovuta al crollo delle contribuzioni pubbliche sulle spese termali e anche da una carenza di investimenti privati e pubblici nel settore. Mi sono assunto l’impegno di proseguire nel lavoro fatto in parlamento per sostenere il settore, pur consapevole delle difficoltà a trovare risorse anche in questo campo. Intanto ti segnalo il testo di una mozione di cui sono stato promotore assieme ad altri colleghi in quanto componente dell’intergruppo parlamentare sul termalismo. Un testo in cui sono racchiuse tutte le azioni che a nostro parere il Governo dovrebbe portare avanti su questo tema.
> Il comunicato stampa

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CAMERA DELLA ROMAGNA

Le Camere di Commercio di Forlì-Cesena e Rimini hanno deliberato di procedere alla fusione. Un gesto che va nella direzione auspicata e che abbiamo cercato di indirizzare anche con diversi provvedimenti parlamentari. C’è solo un grande neo: pare sia stato impossibile finora trovare un accordo con Ravenna per costituire un unico ente camerale della Romagna che produca maggiori risparmi, efficienze, più investimenti, benefici per le imprese. Davvero non riesco a trovare una buona e plausibile ragione per cui abbia senso che la Camera di Ravenna non aderisca a questo progetto romagnolo. Spero ci sia ancora modo per giungere – dopo tante parole spese in questi anni proprio da chi governa questi enti (le associazioni di imprese) – a un accordo; altrimenti sarebbe davvero un’occasione persa.

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CON I LAVORATORI DEL COMMERCIO

Sabato anche in Romagna si sono svolte manifestazioni organizzate dai sindacati per il mancato rinnovo del contratto collettivo nazionale della grande distribuzione organizzata, dalla distribuzione cooperativa e del commercio al dettaglio. Un rinnovo che ormai manca da 23 mesi. La trattativa tra rappresentanti dei lavoratori e delle imprese è giunta in una fase di stallo da cui non si riesce ad uscire. Ho chiesto al Governo di farsi carico del problema e provare ad entrare nella vicenda in maniera più incisiva. Si tratta di centinaia di migliaia di lavoratori in tutta Italia, moltissimi anche dalle nostre parte. E’ una situazione che non si può lasciare così com’è.

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IL RETTORE INAUGURA LABORATORIO A FORLI’

Prima uscita pubblica in Romagna per il nuovo rettore dell’Università di Bologna, Francesco Ubertini. L’occasione è stata l’inaugurazione all’interno del Campus Universitario di Forlì del nuovo padiglione DIT.Lab che accoglie tutti i laboratori ed alcune aule del Dipartimento di Interpretazione e Traduzione. Si tratta di una struttura di circa 1500 metri quadrati, che comprende un totale di 16 laboratori più 16 uffici per tecnici, docenti, dottorandi e assegnisti di ricerca.

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BRIGATA EBRAICA

A Piangipane (Ravenna) ho partecipato alla cerimonia in ricordo della Brigata Ebraica, alla presenza di uno dei reduci di quel gruppo di combattenti che concorsero alla Liberazione del Paese e della Romagna. In parlamento ho presentato assieme ad alcuni colleghi una proposta di legge per conferire la medaglia d’oro al valor militare alla Brigata ebraica, che Renzo Gattegna, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI), ha citato nel suo intervento. La medaglia sarebbe un riconoscimento doveroso per i 5mila uomini che parteciparono allo sfondamento della linea gotica e dettero un contributo determinante in molte zone della Romagna.
> La proposta di legge
> Un articolo sulla commemorazione

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PROCESSO CIVILE TELEMATICO

Oltre un anno fa abbiamo approvato l’introduzione del processo civile telematico. Da novembre 2014 sono stati depositati da avvocati e professionisti oltre 5,5 milioni di atti: ad ottobre 2015 +464 mila (+344%) rispetto ad ottobre 2014. Nello stesso periodo i provvedimenti telematici depositati dai magistrati sono stati oltre 3,2 milioni, ad ottobre +146 mila (+63%) rispetto all’anno precedente. Segno evidente che l’innovazione introdotta funziona e che l’utilizzo del digitale per semplificare le procedure della giustizia e della PA è la strada giusta.