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Ex Tiberina, grazie a emendamento di Italia Viva 5 mln di euro per la viabilità alternativa all’E45

Comunicato stampa

“Un passo concreto per dare una risposta alla sistemazione della viabilità alternativa all’E45. Grazie a un emendamento firmato solo da Italia Viva al decreto infrastrutture al Senato, vengono stanziati 5 milioni di euro per accelerare l’effettuazione degli interventi di manutenzione necessari a garantire la viabilità funzionale al superamento del valico del Verghereto”. Lo comunica il deputato romagnolo Marco Di Maio, vice presidente dei deputati di Italia Viva, che ha seguito assieme alla capogruppo Maria Elena Boschi e ai colleghi senatori, l’iter dell’emendamento.

“Siamo soddisfatti del risultato ottenuto – afferma Marco Di Maio – anche se la nostra proposta iniziale era lo stanziamento di 35 milioni di euro complessivi per garantire immediatamente i fondi necessari non solo alla progettazione e ai primi lavori, ma anche alla realizzazione di tutte le opere necessarie”.

“Con questo fondo, però – prosegue il parlamentare romagnolo – assicuriamo un veicolo attraverso il quale il prossimo governo e il prossimo parlamento potranno agire, mi auguro d’intesa con il territorio interessato, a garantire una viabilità adeguata ai confini tra la Regione Toscana e la Regione Emilia Romagna e di assicurare la completa risoluzione della situazione emergenziale di tratti della ex strada stradale 3 bis “Tiberina” sottesi al Viadotto Puleto”.

Nello specifico, con decreto del Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, si provvede, previa presentazione di un Piano degli interventi, identificati dai CUP, da parte dei soggetti attuatori, alla ripartizione ed assegnazione delle risorse tra gli stessi. Con il medesimo decreto sono individuate le modalità di revoca in caso di mancata alimentazione dei sistemi di monitoraggio o di mancato rispetto dei termini previsti dal cronoprogramma procedurale.

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Coronavirus, ammessa la vendita di semi, piante e fiori ornamentali

Un piccolo risultato, che però consente di dare risposte concrete a un settore che anche sul territorio impegna importanti aziende con diverse centinaia di dipendenti. La ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, ha dato il via libera alla vendita anche al dettaglio – ad esempio attraverso consegne a domicilio – di semi, piante e fiori ornamentali, piante in vaso, fertilizzanti. Un segnale fondamentale per consentire a queste attività di sopravvivere e di garantire anche la continuità delle produzioni e del ciclo vitale agricolo e alimentare. 

E’ un fatto positivo che le istanze raccolte in questi giorni da aziende del territorio e riportate all’attenzione delle istituzioni nazionali abbia dato i suoi frutti, evitando di gettare nella spazzatura tonnellate di produzioni già pronte e nel picco della stagione produttiva per il settore. Mi auguro che questo approccio pragmatico, che tiene insieme il doveroso rispetto di tutte le disposizioni di sicurezza con la possibilità di far lavorare chi è nelle condizioni di farlo senza rischi e senza danni per nessuno, venga applicato anche ad altri settori. Non possiamo rischiare di ammalarci di Coronavirus e vanno assicurate tutte le precauzioni necessarie, ma non possiamo nemmeno rischiare la fame. 

A questo proposito anche la Presidenza del Consiglio ha fatto chiarezza con una interpretazione ufficiale pubblicata sul sito www.governo.it, precisando che la vendita di semi, piante e fiori ornamentali, piante in vaso, fertilizzanti, ammendanti e di altri prodotti simili è consentita “in quanto l’art. 1, comma 1, lettera f), del Dpcm del 22 marzo 2020 ammette espressamente l’attività di produzione, trasporto e commercializzazione di “prodotti agricoli”, consentendo quindi la vendita anche al dettaglio di semi, piante e fiori ornamentali, piante in vaso, fertilizzanti etc. Peraltro tale attività rientra fra quelle produttive e commerciali specificamente comprese nell’allegato 1 dello stesso Dpcm “coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali”, con codice ATECO “0.1.”, per le quali è ammessa sia la produzione sia la commercializzazione. Deve conseguentemente considerarsi ammessa l’apertura dei punti di vendita di tali prodotti, ma in ogni caso essa dovrà essere organizzata in modo da assicurare il puntuale rispetto delle norme sanitarie in vigore.

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dichiarazioni Economia e Finanza interventi Istruzione Lavoro Politica PrimoPiano Romagna Sanità

Coronavirus, dimezzare le rette di marzo per asili nido e scuole dell’infanzia

Dopo la seconda settimana di chiusura, è necessario che ogni istituzione faccia la propria parte per venire incontro alle esigenze delle famiglie. Per questo è opportuno che in tutte le scuole del territorio si prenda in considerazione il dimezzamento della retta mensile di marzo per le famiglie che hanno figli alla scuola dell’infanzia o negli asili nido comunali.

Oltre allo straordinario lavoro che stanno svolgendo i professionisti della sanità e tutti coloro che sono impegnati nella gestione dell’emergenza va detto che senza il contributo delle singole famiglie non sarebbe possibile gestire questa difficilissima fase. La riduzione della quota si può applicare in maniera automatica e valere sulla retta effettivamente versata in base ai parametri previsti nelle scuole comunali nei singoli comuni, senza ulteriori passaggi burocratici a carico dei genitori.

Non può certo pesare solo sui Comuni lo sforzo di queste settimane: è chiaro che il dimezzamento della retta di un mese comporta un peso importante per un bilancio comunale, ma è uno sforzo necessario per mandare un segnale di attenzione. Serve anche che la Regione e il Governo mettano in campo misure straordinarie di compensazione alle famiglie e di supporto ai Comuni che dovessero prendere decisioni come queste. A tal proposito, a livello nazionale abbiamo avanzato alcune proposte al Governo, tra cui l’ipotesi di estendere l’importo del “bonus asili” e di introdurre da subito l’assegno unico per le famiglie.

D’altra parte chiunque sia a contatto con le persone sa che la giusta scelta di chiusura delle scuole per contenere la diffusione del virus, ha provocato maggiori costi per le famiglie che hanno dovuto, ad esempio, pagare una baby sitter e la retta scolastica senza usufruire del servizio; o che hanno dovuto prendere giorni di ferie dal lavoro; o che hanno dovuto stravolgere i piani e la programmazione familiare.

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dichiarazioni Politica PrimoPiano Romagna Sanità

Coronavirus, coinvolgere anche le strutture private per tamponi, prevenzione e contrasto del Covid-19

Di fronte ad un’emergenza sanitaria di così grande portata, il nostro sistema sanitario (che sta reggendo bene e con grande professionalità, grazie alla dedizione, alla pazienza e alla generosità dei professionisti che vi lavorano ad ogni livello della “catena”, a cui va il nostro fervido ringraziamento), è necessario prepararsi anche ad un possibile aumento delle necessità di intervento. Per questo può essere utile coinvolgere le strutture e laboratori privati accreditati, che rispondono a criteri di affidabilità e standard qualitativi assimilabili agli istituti pubblici, per effettuare i tamponi faringei e tutte le iniziative di prevenzione e contrasto del virus che verranno decise. Un patto tra pubblico e privato, ovviamente sotto la regia pubblica, per affrontare l’emergenza con tutte le forze possibili in campo.

L’alleanza tra pubblico e privato che così bene funziona nella nostra Regione, può e deve essere replicata in maniera altrettanto efficace in questa fase, non solo in Emilia-Romagna ma su tutto il territorio nazionale, o quanto meno nelle zone più colpite dal virus. Ciò per consentire al sistema di rispondere nella maniera più efficace e rapida possibile assicurando il regolare svolgimento di tutte le altre prestazioni e servizi anche qualora si fosse in presenza (come stimano importanti virologi, a partire da Roberto Burioni) di un aumento dei casi dovuto principalmente alla capillare campagna di controllo e monitoraggio.

Siamo di fronte assolutamente fuori dall’ordinario e occorrono iniziative straordinarie, in un accordo pubblico e privato che metta al centro la tutela della salute pubblica e fornisca il massimo supporto possibile, dal punto di vista sanitario, sociale e psicologico.

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dichiarazioni Legalità Politica PrimoPiano Romagna

PolStrada di Rocca e Lugo, uno spiraglio contro la chiusura

Via libera del Governo all’impegno che ho richiesto personalmente per rivedere il piano di razionalizzazione della Polizia stradale che include anche i distaccamenti di Rocca San Casciano e Lugo. Il Governo, infatti, ha accolto la richiesta di “valutare l’opportunità di prorogare l’adozione definitiva del piano di razionalizzazione in oggetto anche al fine di adottare tutte le iniziative utili a mantenere in vita i presidi di polizia stradale a Rocca San Casciano e Lugo di Romagna”.

E’ un’apertura di disponibilità non scontata visti i contenuti del Piano di razionalizzazione, ma non è ancora una retromarcia rispetto alle intenzioni manifestate. Questo impegno va ora utilizzato ad ogni livello, al di là delle appartenenze politiche, per premere ulteriormente sull’Amministrazione del Ministero dell’Interno affinché cambi direzione e si riconosca l’importanza di questi due presidi di sicurezza.

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Cultura dichiarazioni Economia e Finanza Giovani interventi Istruzione Politica PrimoPiano Romagna Sanità

Medicina in Romagna: sostegno totale al progetto, anche dall’opposizione

Da anni lavoriamo per questo risultato: ed ora diventa realtà. Con l’approvazione all’unanimità da parte del Senato accademico, si è chiusa l’istruttoria per portare i corsi di laurea di Medicina e chirurgia a Forlì e Ravenna. Una svolta per la presenza universitaria in Romagna, paragonabile solo a quella impressa dai primi insediamenti dell’ateneo nelle nostre province, ormai 30 anni fa.

Per questo motivo Italia Viva sostiene convintamente il progetto, che è nato e si è sviluppato quando a guidare la città era il sindaco Davide Drei, ma soprattutto perché lo riteniamo un progetto valido, utile e di prospettiva ultradecennale. La coerenza con l’enorme impegno messo in questi anni non poteva portarci a votare diversamente che a favore, in Consiglio comunale. Con buona pace di chi si scandalizza se una forza di opposizione vota con la maggioranza: se un progetto è giusto, per lo più se completa un percorso voluto, pensato e attuato da noi, una opposizione che vuole essere costruttiva deve comportarsi così. Non giudichiamo le scelte di altri, ci accontentiamo di rivendicare le nostre.

Dietro a questa iniziativa ci sono persone, studenti, insegnanti, economia, cultura, investimenti privati, opportunità di crescita culturale, sociale ed economica. Fermarsi adesso o aggrapparsi ad aspetti formali per il solo fatto che a guidare l’Amministrazione comunale c’è un sindaco di una parte politica diversa, significa non guardare al futuro di una città ma ad equilibri interni. 

Dunque grazie a tutti coloro che hanno lavorato per questo scopo e a chi ha saputo far prevalere l’interesse del territorio a quelli di parte. Ci aspettiamo che anche il sindaco abbia il medesimo atteggiamento e non si avventuri in polemiche politiche inutili in questa fase. Ora la priorità è dare piena attuazione al progetto Romagna Salute, che vede Forlì come perno centrale di un impianto che coinvolge anche Ravenna, Cesena e Rimini, verso l’obiettivo dei prossimi anni di realizzare un Policlinico della Romagna

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dichiarazioni Politica PrimoPiano Romagna Turismo

Aeroporto di Forlì, importanti passi in avanti

Importante aggiornamento sull’aeroporto di Forlì. Ieri il Capo nazionale del Corpo dei vigili del fuoco, Fabio Dattilo, si è recato in visita presso l’aeroporto di Forlì, assieme al direttore regionale e al comandante provinciale, per verificare in prima persona le condizioni della struttura che dovrà ospitare gli agenti del Corpo nazionale e acquisire gli elementi tecnici necessari alla riunione operativa con la società di gestione, che si terrà a Roma il prossimo 21 febbraio.

Un gesto di attenzione non dovuto, eppure significativo che fa seguito ai contatti informali intercorsi nelle scorse settimane avuti assieme al vice presidente della Camera, Ettore Rosato, e a cui abbiamo lavorato a seguito dell’approvazione del nostro emendamento in legge di bilancio.

Confidiamo che rapidamente si possa completare la procedura di assegnazione del personale e che tutte le parti in causa svolgano nel tempo più breve possibile quanto di propria competenza.

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Terremoto politico in Irlanda: i rischi per la tenuta del Regno Unito

Un vero terremoto politico in Irlanda, che ormai considero la mia seconda patria. Per la prima volta lo Sinn Fein, il partito storicamente identificato come il braccio politico dell’Ira (l’organizzazione paramilitare protagonista del conflitto col governo britannico che tra il ‘68 e il ‘98 ha causato 3mila morti ed una continua tensione) si è piazzato al primo posto alle elezioni di questo fine settimana col 24,5%.

Una rivoluzione copernicana di proporzioni inimmaginabili per la piccola repubblica d’Irlanda. Dal 1933, anno dell’indipendenza di Dublino, le elezioni da quelle parti erano questione tra due soli partiti: il Fianna Fáil e Fine Gael (oggi secondo e terzo con con il 22,2% e il 20,9%), con sfumature differenti ma entrambi riconducibili all’area di centrodestra. Lo Sinn Fein è sempre stato visto con sospetto, per il peso del suo passato di cui lo storico leader Gerry Adams non ha mai rinnegato nulla.

Due anni fa la svolta: Adams ha ceduto il passo nel febbraio 2018 alla 50enne Mary Lou McDonald, che ha riposizionato il partito sui temi sociali e sulle contraddizioni di un’economia che – dopo il dramma del bailout e la sostanziale bancarotta – oggi cresce del 5,6% annuo. Dati esaltanti, che hanno spinto il giovane premier irlandese Leo Varadkar (41 anni, dal 2007 in parlamento, primo premier omosessuale della storia irlandese, leader indiscusso del Fine Gael, attivissimo, apprezzato e stimato a livello internazionale) a chiedere le elezioni anticipate per incassare il presunto dividendo di questo successo. Una mossa che rischia di costargli cara.

Dietro all’economia galoppante, però, sono sorti problemi dovuti all’impennata del costo della vita, degli affitti delle abitazioni, della previdenza sociale, per citare alcune tra le questioni principali. Temi che hanno fatto salire la voglia di “cambiamento”, ben incarnata dalla campagna dello Sinn Fein (evocativo lo slogan della campagna, “Time for a change”), condita poi dall’effetto Brexit: una miscela che ha portato lo Sinn Fein ad essere il primo partito della Repubblica d’Irlanda. Ripeto, un terremoto politico per l’isola.

Ora si apre una fase delicata: di fatto impossibile formare un governo escludendo una forza che ha ottenuto così tanti voti, ma non la maggioranza del Dàil Èirann (il parlamento irlandese) anche per via del complicato sistema elettorale basato sul metodo del “voto singolo trasferibile”. Dovrà cercare un compromesso con uno degli altri due partiti storici oppure riportare il paese al voto nei prossimi mesi.

All’orizzonte, poi, lo “spettro” di un referendum per l’unificazione di tutta l’isola in un unico stato: che significherebbe disgregazione del Regno Unito con le conseguenze difficili da prevedere nel dettaglio, ma facili da immaginare.

Comunque vadano le cose, rimane il fatto che anche la tranquilla Irlanda è finita nel vortice dell’incertezza politica come la gran parte dei Paesi europei. L’incertezza è la cifra di quest’epoca: bisogna imparare a conviverci e a trarne il meglio, ma senza rassegnarvisi.

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Agricoltura Ambiente dichiarazioni Economia e Finanza interventi Politica PrimoPiano Romagna

Aree interne, rurali, montane: un fondo contro il dissesto, meno tasse sulle imprese e piena attuazione della legge esistente

Le aree interne, i comuni collinari e montani, i piccoli borghi sono una risorsa vera per l’Italia: un potenziale di crescita, di opportunità e di attrazione di investimenti che non va disperso. Ciò richiede, però, un sostegno più forte da parte dello Stato, a partire dal dare attuazione alla legge sui piccoli comuni approvata nella scorsa legislatura, istituire un fondo specifico contro il dissesto idrogeologico e prendere esempio dall’Emilia-Romagna dimezzando l’Irap per le imprese che operano in montagna. Sono queste le richieste che ho fatto alla Camera durante la discussione della mozione di cui ero co-firmatario approvata a Montecitorio che riguardava iniziative per la salvaguardia, la valorizzazione e lo sviluppo delle aree interne, rurali e montane.

Le Aree interne interessano 4.216 Comuni, pari a circa il 52% del totale, e in essi vive circa il 22% della popolazione totale su una superficie pari al 60% del territorio nazionale. Non bastano le parole, ma serve un cambio di passo nelle politiche di sostegno. Gli strumenti ci sono: bisogna dare attuazione alla legge n. 158 del 2017 sui piccoli comuni, emanando rapidamente i decreti attuativi, sbloccando le risorse previste, incrementando il fondo previsto dalla medesima legge.

Sono zone fondamentali per tutto il territorio anche le aree di pianura; ecco perché è necessario sostenere le popolazioni di quelle zone anche investendo in uno specifico fondo per il contrasto al dissesto idrogeologico, solo per le aree collinari e montane, solo per le aree lontane dai centri urbani, che abbia una programmazione pluriennale per permettere di pianificare interventi di lungo periodo, che vadano oltre la gestione dell’emergenza.

Si copino, poi, le misurano che funzionano prendendo esempio dall’Emilia-Romagna, dove il presidente Bonaccini ha dimezzato l’Irap per aziende, commercianti, artigiani, professionisti e lavoratori autonomi delle aree montane, per sostenere chi fa impresa o esercita una attività nell’Appennino emiliano-romagnolo. Non potendolo fare direttamente, essendo l’Irap un’imposta statale, è intervenuto sotto forma di rimborsi; ma si potrebbe immaginare una norma nazionale analoga per le aree interne più svantaggiate e in maggiore difficoltà.

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Elezioni regionali, una vittoria straripante. La mia intervista a Forlì Today

Vi ripropongo la mia intervista a Forlì Today sulla vittoria alle elezioni regionali di domenica scorsa.

Di Maio, è sorpreso del risultato?
Non per la vittoria, ma per la sua dimensione sì. Del resto nessuna rivelazione statistica dava questi valori.

A cosa è dovuto questo largo successo?
In primis al fatto che Bonaccini ha lavorato benissimo in questi anni. E’ sempre stato presente nei territori, non solo a due mesi dalle elezioni come hanno fatto in tanti. Lui c’è stato sempre stato.

Cosa l’ha premiato inoltre?
La capacità di allargare la coalizione che lo sosteneva, in particolare la lista civica che aveva l’obiettivo di allargare il consenso e drenare voti al centrodestra. Un buon risultato del Pd (come quello che ha ottenuto) non sarebbe stato comunque sufficiente per la vittoria. I numeri ci danno ragione. Non abbiamo sottratto voti al Partito Democratico, ma ne abbiamo portati di diversi ed è quello che volevamo.

Il risultato è da considerarsi una buona prova per “Italia Viva”, partito che lei rappresenta?
Era un primo banco di prova, seppur stando un passo indietro. Il 90% di chi si è impegnato nella campagna elettorale tra banchetti e volantinaggi era di Italia Viva. Aver ottenuto la seconda percentuale più alta di tutte le province dell’Emilia-Romagna ed aver convinto a scendere in campo una persona del calibro di Claudio Vicini, peraltro portandogli un numero di preferenze spropositato (4419, ndr), è motivo di grande soddisfazione. Inoltre sono state scritte molte preferenze per Vicini accanto al simbolo di altri partiti, che ne hanno beneficiato.

Si riparte quindi da questo risultato?
E’ una buona base per continuare ad allargare il perimetro del consenso: è il motivo per il quale siamo nati.

Durante la campagna elettorale si è rivisto un maggior contatto con la gente.
Vicini ha fatto da traino alla coalizione, non solo a Forlì. E molte persone hanno infatti fatto la croce su altri simboli e scritto il sui nome anche a fianco di altri simboli. La nostra campagna si è mossa su due binari: presenza nei mercati, incontri con le aziende e le organizzazioni, ovunque era possibile stare tra le persone; e poi una presenza forte sul mondo digitale, raggiungendo numeri impressionanti sui social. L’elemento principale è stata la forte credibilità del candidato, che è sempre un valor aggiunto e che nessuna strategia di comunicazione può sostituire.

E poi c’è stato il movimento delle Sardine.
Va riconosciuto loro il merito di aver mobilitato tante persone, che probabilmente non si sarebbero attivate. Ma guai a metterci il cappello. 

Il centrosinistra è tornato avanti a Forlì. Come se lo spiega?
E’ rimarchevole che a Forlì ci sia stato un ribaltone in termini di voto rispetto alle elezioni comunali. Questo significa che la differenza la si fa intercettando il voto di chi non si riconosce nell’estremismo di Salvini-Meloni e che però non trova rappresentanza. È il nostro obiettivo e abbiamo dimostrato di essere sulla buona strada: molti degli elettori che hanno votato Vicini alle comunali non aveva votato per il centrosinistra, a Forlì come negli altri comuni.

Il resto dell’intervista lo potete leggere a questo link:
http://www.forlitoday.it/politica/elezioni-regionali-2020-intervista-marco-maio-commento-esito-vittoria-stefano-bonaccini.html