Categorie
Romagna

Predappio, la ‘comfort-zone’ di tanti e l’impegno di pochi per un progetto che pensi in grande

Per fortuna c’è Predappio, con il peso della sua storia e della dannata memoria del suo cittadino più (tristemente) celebre. Una bella dichiarazione indignata contro qualche decisione controversa (come quella di negare il patrocinio ad Anpi), un post contro i nostalgici in occasione dell’anniversario della marcia su Roma o un avvertimento con il rischio di “deriva fascista” che fa sempre scena. Perchè senza Predappio e questi annessi e connessi, tanti signori e signore avrebbero ben poco da dire.

Invece più che dire, ci sarebbe tanto da fare per togliere Predappio da questo cono d’ombra, da questo conflitto permanente tra “buoni e cattivi”, da questa continua analisi del sangue di anti-fascismo: se non ti uniformi ai toni delle condanne sei poco antifascista, se non sei iscritto all’associazione o al partito “giusto” sei da guardare con sospetto, se non dici nulla sei quasi accusato di connivenza.

Così non si esce da questa gabbia ideologica, che però fa tanto comodo a benpensanti di una parte e dell’altra. Ciò che serve, invece, è agire concretamente per estrarre Predappio da questo pantano, lavorare sul suo valore simbolico per costruire un progetto culturale, educativo e storico che consenta a tutti coloro che hanno voglia di farlo di approfondire un pezzo della storia d’Italia col quale non siamo ancora riusciti a fare i conti. Nonostante siano passati più di 80 anni.

Dei tanti politici che anche in queste ore si sono espressi sul mancato riconoscimento del patrocinio all’iniziativa organizzata da Anpi per la liberazione di Predappio (un errore che si poteva e doveva evitare), pochissimi hanno visitato il paese; ancor meno hanno parlato con le persone che ci vivono; nessuno o quasi si è cimentato col difficilissimo compito di realizzare un progetto ambizioso e multidisciplinare di valorizzazione di Predappio. Una località che può diventare il simbolo di un’Italia che guarda al futuro con la consapevolezza del proprio passato.

Anzi, molti di quelli che oggi si indignano in passato hanno ostacolato i progetti di chi si è battuto per salvare Predappio dalla lotta nel fango delle accuse incrociate, del revisionismo storico, delle carnevalate dei nostalgici. Perchè a tanti fa comodo che Predappio rimanga così.

Penso, invece, che chi non si riconosce nel continuo scontro ideologico che si consuma ad ogni data-simbolo (soprattutto gli anniversari della marcia su Roma e della morte di Mussolini), abbia il dovere di unire gli sforzi e lavorare per realizzare qualcosa di alto profilo, di ambizioso, di grande. Che parta da Predappio avendo l’ambizione di parlare all’Italia, all’Europa e al mondo.

Certo per farlo occorre studiare, approfondire, cercare collegamenti con istituti di ricerca e università, coinvolgere enti pubblici e privati, avere una visione di ampio respiro e che va oltre i mandati elettorali. Servono generosità, lungimiranza e capacità mettere insieme persone che hanno posizioni politiche diverse, ma che sono unite dal medesimo obiettivo.

C’è qualcuno che ha davvero voglia di impegnarsi, concretamente, su questo? Io alzo la mano, in fondo è un lavoro che era già stato avviato e a cui avevo contribuito. Si può perfezionare, affinare, migliorare, accrescere; oppure si può lasciar cadere nel vuoto per perpetuare una condizione ormai divenuta stucchevole al punto da interessare sempre meno persone.

Mi rendo conto quanto sia più comodo e meno rischioso rimanere nella comfort-zone dei pensieri standardizzati, nelle consuetudini che da tempo chiudono Predappio in una serie di stereotipi che bloccano sul nascere la potenza di un messaggio globale che proprio da qui, invece, potrebbe partire.

E portare benefici in termini di visitatori, indotto e – per ultimo, ma a mio avviso più importante – piena consapevolezza di ciò che siamo stati, di come è stato possibile che sia avvenuto quel che Liliana Segre ha ricordato, tra gli applausi unanimi, durante il suo discorso al Senato che ha aperto questa legislatura. Una consapevolezza di cruciale importanza per una comunità che vuole costruire un solido futuro.

Categorie
Politica PrimoPiano Romagna

Non sarò candidato alle prossime elezioni: una scelta di libertà

Carissimi,

questo post dalle mie amate montagne è per comunicarvi che non sarò candidato alle prossime elezioni politiche. Non ci sarò perchè mi è stato chiesto un impegno in prima persona nella gestione della campagna elettorale a livello nazionale e un sacrificio rispetto alle mie personali aspettative o ambizioni. E, con lo stesso spirito con cui ho sempre interpretato il mio servizio pubblico e politico, ho dato la mia disponibilità a compiere questo passo e assumere questo ulteriore ruolo.

La mia è una scelta assunta con grande consapevolezza, tranquillità e, sembrerà strano a qualcuno ma non a chi mi conosce, fatta col sorriso. Non ho alcuna polemica o recriminazione da fare, ma solo gratitudine da esprimere.

Quando si fa parte di una squadra si gioca nel ruolo che viene assegnato. Quel che conta è il risultato collettivo e, potete starne certi, sarò impegnato per raggiungere il miglior risultato possibile per il nostro progetto politico, quello a cui abbiamo dato vita con Italia Viva e Azione, con Matteo Renzi, Carlo Calenda e tantissime persone. Un progetto per l’Italia e non contro qualcuno.

Il cammino prosegue, dunque. Avrei potuto chiedere e ottenere candidature in qualche listino fuori regione (e per intenderci non al 5° posto, che non esiste per legge), ma per la mia storia e per come sono abituato a fare politica, ho preferito così. Percorrerò altre strade, sarò attivo in altre forme, ma la passione politica e il legame viscerale che negli anni ho costruito con la mia terra non possono distogliermi da un impegno diretto in questa battaglia, come in altre.

La mia è una scelta di libertà. Quella libertà che da sempre anima il mio lavoro e che deriva anche dalla certezza di poter vivere di altro che non sia la politica. Questo è decisivo per chi riveste incarichi pubblici: la libertà e l’indipendenza per un politico é uno dei fattori più importanti.

Confesso di essere molto orgoglioso del lavoro che ho svolto in quasi 10 anni di impegno parlamentare, dei risultati raggiunti, del metodo che ho scelto per adempiere al mio mandato. In una relazione costante con le persone, con le imprese, con le organizzazioni di rappresentanza in ambito economico, sociale e culturale, sul territorio come a livello nazionale.

Vorrei ringraziare uno ad uno i tantissimi interlocutori con i quali mi sono confrontato, ma chiaramente è impossibile.

Ho lavorato con amministratori di ogni colore politico e cercato di dare risposte a tutti, anche a chi certamente non mi ha votato e non mi voterà. E mai, MAI, ho agito “contro” o accettato di scendere nella lotta nel fango in cui pure molte volte hanno provato a trascinarmi.

Ho cercato di testimoniare con la mia esperienza che esiste un modo di fare politica diverso da quello approssimativo, urlato e del tutti-contro-tutti che spesso viene raccontato dai media e interpretato da quelli che ricorrono all’arma della denigrazione personale verso chi ha idee diverse dalle proprie.

Sono convinto che quando si ha un ruolo istituzionale non si rappresenta solo se stessi o una parte, ma qualcosa di più grande. E perciò si deve essere a disposizione di tutti.

Conserverò per sempre l’onore di aver potuto servire le istituzioni del nostro Paese al massimo livello possibile. E – consentitemi – anche la soddisfazione di aver raggiunto questo traguardo senza che qualcuno mi abbia mai regalato qualcosa: ho cominciato nel quartiere di campagna della mia città e sono arrivato al parlamento sempre mettendomi in gioco a viso aperto. Sempre. Senza discendenze familiari di politici alle spalle e senza aver mai promesso o concesso raccomandazioni, favori materiali o prebende a qualcuno.

Ho messo la mia faccia su tutte le decisioni e su tutte le posizioni politiche assunte, sia quando avevo il vento a favore che quando c’era da remare controcorrente. Un impegno totalizzante, vissuto al massimo: ripeterei tutto, in ogni dettaglio.

Ho avuto la possibilità di contribuire in modo diretto, attivo, concreto e spesso fruttuoso a importanti decisioni che hanno segnato la vita del nostro Paese; e ho inciso in modo concreto alla realizzazione di opere e iniziative fondamentali per il mio territorio, quello in cui lavoro e vivo da sempre assieme alla mia famiglia.

Grazie a chi ha percorso questo tratto di strada con me. Ho potuto incontrare migliaia di persone e aver avuto, così, la possibilità di conoscere in lungo e in largo la nostra società: dal piccolo commerciante al grande industriale, dal semplice cittadino agli ambasciatori dei più importanti Paesi del mondo, dal professionista di città ad alcuni dei più affermati studi e società di consulenza, dal pensionato a svariati ministri (ho visto nascere e morire in 9 anni e mezzo ben 6 governi diversi!). Ho avuto l’onore di votare per tre volte per il Presidente della Repubblica.

Una serie infinita e bellissima di esperienze, anche internazionali, che hanno contribuito a formare un bagaglio di competenze che metterò a frutto e a disposizione in vari modi.

Grazie ai funzionari della Camera con cui ho lavorato fianco a fianco, tra i quali ho trovato professionisti di eccelsa qualità di cui il nostro Paese può andare orgoglioso. E grazie ai colleghi e alle colleghe, del mio gruppo e non solo. Con alcuni di loro sono nate amicizie fraterne che andranno oltre la politica. E con tanti continueremo a sentirci: sono fiero di poter dire di aver costruito buoni rapporti in TUTTI i gruppi parlamentari, senza esclusioni di partito. La politica non è solo scontro tra bande, ma anche rapporti umani di qualità.

Grazie alle tante persone che, in modo trasversale, mi seguono e mi stimolano. In questi casi si usa dire: “in tanti mi hanno chiesto di…, ecc.”. Nel mio caso, forse peccando di presunzione, credo non occorra: chi vive il territorio in cui ho sempre lavorato e gli ambienti che frequento sa bene come stanno le cose.

Grazie a chi in questi anni ha collaborato con me, a Roma e sul territorio, rendendo possibile quello che da solo sarebbe stato impossibile. E sopportando tutti i miei limiti caratteriali: solo per questo vi meritereste un premio!

Devo, più di chiunque altro, ringraziare i miei familiari: in Chiara, Pietro e i miei genitori, che tante volte (forse troppe) hanno dovuto sopportare di essere posti in secondo piano rispetto ad altri; e poi gli amici, quelli veri, quelli che ci sono sempre, nella buona come nella cattiva sorte.

Mi scuso se non sono riuscito a comunicare questa decisione col dovuto anticipo a tutti coloro a cui avrei voluto e dovuto dirlo in anteprima; ma, a volte, gli eventi corrono più in fretta delle nostre volontà.

A chi resterà deluso così come a chi maliziosamente se ne rallegrerà sfregandosi le mani dico: tranquilli, non me ne vado. Ci sono e ci sarò. Il cammino prosegue.

Ora pochi giorni di vacanza e poi si riparte per nuove avventure. Sinceramente non vedo l’ora di (ri)cominciare!
Come sempre, vi terrò aggiornati: per adesso grazie di tutto.

Categorie
PrimoPiano Romagna

A destra e sinistra alleanze contro natura: con IV-Azione il polo di chi vuole andare avanti con Draghi

Intervista di Gavino Cau, “Corriere Romagna”, 11 agosto 2022.

Al lavoro per la creazione di un terzo polo, in attesa di conoscere se sarà candidato a sedere nel prossimo Parlamento o se l`esperienza maturata negli ultimi anno lo porterà altrove. Marco Di Maio, deputato di Italia Viva, sta vivendo giornate convulse, tra la chiusura estiva del Parlamento che l’ha riportato a Forlì dalla famiglia, e la necessità di preparare le elezioni del 25 settembre. Perché candidato o no, ammette, «Avrò un ruolo nel progetto del terzo polo».

Gli accordi.
«A livello nazionale stiamo costruendo un terzo polo alternativo alle alleanze delle destre e delle sinistre – spiega il forlivese – che riteniamo molto contraddittorie, tengono insieme chi sostiene la centralità dell’Unione europea con chi ne vorrebbe uscire, chi sostiene la Nato e chi vota contro l’allargamento, chi sostiene la necessità di fare rigassiflcatori con chi vi si oppone, chi vuole infrastrutture e chi no. Stiamo realizzando un’alleanza che si colloca nell’area centrale del quadro politico italiano che cerca di aggregare coloro che credono nella centralità del lavoro e dell’impresa, coloro che vogliono battersi per una transizione ecologica che sia sostenibile, ma non sia il libro dei sogni: postulare che dall’oggi al domani dobbiamo sostenerci solo con l’energia rinnovabile, spegnendo gas e altre fonti, è utopia, irrealizzabile. Vogliamo unire chi crede nello sviluppo, coloro che credono nel principio sano della sussidiarietà, dove lo Stato tiene sempre più per sé il controllo dei parametri minimi per alcuni servizi, ma dove non ci riesce stringe anche patti con il privato; e infine tutti coloro che vogliono continuare il lavoro portato avanti in questo anno e mezzo da Draghi. Noi di Italia Viva abbiamo voluto Draghi alla presidenza del Consiglio, quando tutti sostenevano che era una follia mandare a casa Conte che era uno degli uomini più popolari d’Italia, ma lo abbiamo fatto perché eravamo convinti che fosse la scelta giusta».

Nuove forze.
Giorni di trattative a Roma per radunare quante più forze possibili attorno al terzo polo. «Repubblicani, lista civica di Pizzarotti, tante forze locali che si stanno unendo, mi auguro presto anche con Azione di Calenda, per portare avanti il lavoro fatto con Draghi – prosegue Di Maio -. Pensiamo che pur nel quadro di incertezze per il futuro, dal carovita che colpisce le famiglie, alle incertezze dal punto di vista energetico, fino a una grande emergenza educativa e di insegnamento di cui si parla poco, abbiamo bisogno di persone competenti come Draghi».

Le mosse in Romagna.
Accordi che avranno ripercussioni anche a livello locale. «Sono stato uno di quelli che ha spinto di più per l’accordo con i repubblicani, perché nonostante possa apparire a chi è meno attento alla politica una sigla del passato, qui da noi in Romagna ha un forte radicamento, e hanno idee vicine alle nostre su tanti temi. Penso che a livello locale da una collaborazione con il Partito repubblicano e spero presto anche con Azione e aggiungo anche realtà civiche operative nei nostri comuni, possa nascere una forza di centro che possa avere un peso e influenza positiva, per promuovere con competenza, serietà e capacità il territorio. Credo che negli ex elettori di centrodestra e negli ex elettori di centrosinistra ci sia un grosso bacino da cui poter pescare».

Il futuro.
E il futuro di Marco Di Maio? «Sarò in campo, non so in che forma, se e come da candidato, però sarò impegnato in questo progetto. Ovviamente molto dipende da quale sarà lo schema di gioco, se si farà una lista unica o più liste dentro questo terzo polo. Io sono a disposizione di questo progetto perché è il motivo per cui ho fatto la scelta, sofferta, nel 2019 di lasciare il Partito democratico. Sicuramente non mi spaventa fare una corsa a viso aperto anche in questo territorio. Ho maturato un bagaglio di esperienze, relazioni, capacità che posso spendere anche altrove e non mi riferisco solo alla politica, ma anche al mondo del lavoro nel quale non mi spaventa certo rientrare». Intanto Italia Viva sta lavorando all`allestimento di una sede a Forlì, così come a Ravenna, e si cerca anche a Cesena e Rimini.

Categorie
dichiarazioni Romagna

Ex Tiberina, grazie a emendamento di Italia Viva 5 mln di euro per la viabilità alternativa all’E45

Comunicato stampa

“Un passo concreto per dare una risposta alla sistemazione della viabilità alternativa all’E45. Grazie a un emendamento firmato solo da Italia Viva al decreto infrastrutture al Senato, vengono stanziati 5 milioni di euro per accelerare l’effettuazione degli interventi di manutenzione necessari a garantire la viabilità funzionale al superamento del valico del Verghereto”. Lo comunica il deputato romagnolo Marco Di Maio, vice presidente dei deputati di Italia Viva, che ha seguito assieme alla capogruppo Maria Elena Boschi e ai colleghi senatori, l’iter dell’emendamento.

“Siamo soddisfatti del risultato ottenuto – afferma Marco Di Maio – anche se la nostra proposta iniziale era lo stanziamento di 35 milioni di euro complessivi per garantire immediatamente i fondi necessari non solo alla progettazione e ai primi lavori, ma anche alla realizzazione di tutte le opere necessarie”.

“Con questo fondo, però – prosegue il parlamentare romagnolo – assicuriamo un veicolo attraverso il quale il prossimo governo e il prossimo parlamento potranno agire, mi auguro d’intesa con il territorio interessato, a garantire una viabilità adeguata ai confini tra la Regione Toscana e la Regione Emilia Romagna e di assicurare la completa risoluzione della situazione emergenziale di tratti della ex strada stradale 3 bis “Tiberina” sottesi al Viadotto Puleto”.

Nello specifico, con decreto del Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, si provvede, previa presentazione di un Piano degli interventi, identificati dai CUP, da parte dei soggetti attuatori, alla ripartizione ed assegnazione delle risorse tra gli stessi. Con il medesimo decreto sono individuate le modalità di revoca in caso di mancata alimentazione dei sistemi di monitoraggio o di mancato rispetto dei termini previsti dal cronoprogramma procedurale.

Categorie
PrimoPiano Romagna

«Crisi per bassi calcoli elettorali Ora un’estate di caos e problemi»

L’on. Marco Di Maio (Italia Viva): «Governo caduto sulla spinta di M5S, Lega e Forza Italia» Per il voto la data è quella del 25 settembre. «Ma Draghi resta il miglior premier possibile»

Intervista sul “Carlino” del 22 luglio a cura di Fabio Gavelli

«Cosa è accaduto? Che sono prevalsi bassi calcoli elettorali sul bene del Paese». Marco Di Maio, vice presidente del gruppo di Italia Viva alla Camera, risponde alle domande di ritorno, in treno, da Roma.

On. Di Maio, si faticano a capire le ragioni che hanno portato a questa crisi, con l’inflazione alle stelle e una guerra poco lontana.
«In modo apparentemente incomprensibile Giuseppe Conte prima e negli ultimi giorni Salvini e Berlusconi, anziché occuparsi dei gravi problemi che affliggono l’Italia, hanno pensato fosse meglio andare a votare. Sono loro ad aver fatto cadere Draghi».

Perché proprio in un momento critico come questo?
«In realtà Conte aveva fretta, perché nel 2023 sarebbe stato scalzato da Di Battista e la Raggi, mentre Salvini e Berlusconi sono persuasi di sfruttare il traino attuale della Meloni per conquistare il potere».

Le posizioni ufficiali di M5S, Lega e Forza Italia sostengono tesi diverse.
«Lo so, ma si tratta di pretesti. In una fase così complicata da gestire, buttare gù il governo a causa del discorso di Draghi o di qualche risoluzione, non sta ovviamente in piedi. La decisione era già stata presa da Conte, gli altri si sono accodati nelle ultime ore».

Quando si andrà alle urne?
«Il prima possibile, penso il 25 settembre: si scioglierà l’interrogativo a ore. Il prossimo governo dovrà avere il tempo di fare la Finanziaria».

Italia Viva non ha delle responsabilità?
«No, avevamo rinunciato anche ad alcune nostre battaglie pur di proseguire con la leadership dell’italiano più autorevole nel mondo, cioé Mario Draghi».

Votare nel 2023 sarebbe stato meglio?
«Senz’altro. Sarebbe stato messo in atto almeno in parte il Pnrr, inoltre in una fase internazionale così pericolosa, nei prossimi mesi avremmo potuto contare su Draghi come interlocutore, anche nei confronti di un dittatore come Putin».

Cosa si aspetta?
«Caos, aggravarsi dei problemi finanziari e perdita di credibilità dell’Italia, purtroppo».

Col suo partito cosa farete nelle prossime settimane?
«Ci impegneremo attorno a una maggioranza che voglia proseguire il lavoro in corso finora, dalla battaglia contro il carovita al tetto sul prezzo del gas, una lotta che in Europa Draghi stava conducendo quasi da solo».

In che raggruppamento vi collocherete?
«In una maggioranza che si richiama ai valori europei, di serietà e concretezza. L’Italia non può permettersi di essere guidata da incompetenti e incapaci. Per fortuna ho notato un elemento positivo che mi fa ben sperare».

Quale?
«Prima di questi giorni non si erano mai visti appelli e raccolte di firme da parte di imprenditori e società civile affinchè un governo resti in carica. Di solito era sempre il contrario».

Fabio Gavelli

Categorie
Esteri PrimoPiano Romagna

Marco Di Maio incontra Nancy Pelosi: “Ucraina, gas e conseguenze economiche al centro del confronto”

Comunicato stampa

Nuovo prestigioso incontro di politica internazionale per Il deputato Marco Di Maio, che a Roma ha avuto un incontro e un confronto con la speaker della Camera dei rappresentanti americana, Nancy Pelosi. L’occasione è stata la visita in forma privata della numero uno del congresso americano, che ha voluto poi svolgere una serie di incontri istituzionali.

Nell’ambito della sua visita a Montecitorio, ha incontrato un rappresentante per ciascun gruppo parlamentare. Per Italia Viva è stato il deputato Marco Di Maio a partecipare al meeting e al confronto successivo. 

“Un dialogo serrato partito dalla speciale relazione che unisce Italia e Stati Uniti anche in considerazione del debito di riconoscenza verso gli Usa per aver contribuito in modo determinante, assieme agli Alleati, alla liberazione dal nazifascismo – afferma Marco Di Maio -; abbiamo parlato di Ucraina e degli effetti della guerra di Putin verso le nostre popolazioni. In particolare, ho sottolineato alla presidente Pelosi la necessità di aggiungere agli aiuti economici, umanitari e militari al popolo ucraino anche la necessità di uno sforzo aggiuntivo sul fronte diplomatico, che non può essere solo appannaggio di un paese non liberale come la Turchia. Le popolazioni europee, a partire da quella italiana, non possono sopportare a lungo i costi indiretti della guerra in termini di inflazione, caro energia, rincaro delle materie prime: la prima misura per affrontare tutto questo è respingere l’avanzata di Putin e arrivare alla Pace”. 

Poi un ulteriore occasione di incontro istituzionale nella serata di giovedì per un nuovo scambio di vedute, questa volta assieme alla ministra Elena Bonetti, durante il ricevimento organizzato a Villa Taverna, residenza dell’ambasciatore americano a Roma. Un momento meno formale, ma comunque importante. “Il tema energetico – dichiara ancora il parlamentare romagnolo – è cruciale per il presente e il futuro dell’Europa. Gli Stati Uniti possono fare di più per aiutarci a diversificare le fonti e liberarci dal gas di Putin. Per questo abbiamo chiesto alla presidente Pelosi un surplus di impegno verso l’Africa. Oggi l’Italia, legando i propri di acquisti di gas all’Algeria e a stati illiberali (per necessità, non ci sono alternative al momento), si sta legando ad altre dittature: con tutte le incertezze che questo può comportare per il futuro”. 

In conclusione, un particolare apprezzamento è stato manifestato alla presidente Pelosi “per le battaglie che hanno costellato la sua vita politica, ultima in ordine di tempo quella contro l’abolizione del diritto all’aborto decretato da una sentenza della Corte suprema, facendone di Nancy Pelosi una protagonista indiscussa della politica americana degli ultimi 30 anni e un punto di riferimento per democratici e liberali in tutto il mondo”. 

Categorie
Agricoltura Ambiente Romagna

Crisi idrica, interrogazione al ministro dell’agricoltura: “Stato d’emergenza e un piano per fronteggiare la siccità”

Comunicato stampa

Riconoscimento immediato dello stato di emergenza e un piano di iniziative organico per far fronte alla crisi idrica, che sta colpendo soprattutto l’agricoltura. E’ il senso della interrogazione urgente presentata in Commissione agricoltura dal parlamentare romagnolo Marco Di Maio, raccogliendo l’allarme che proviene da tutto il comparto economico più duramente colpito dal rischio siccità e dagli amministratori locali.

“Non c’è tempo da perdere – afferma il deputato – non solo per assicurare al più presto lo stato di emergenza alle regioni interessante, come ha chiesto il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini; ma anche per definire un piano di contrasto ad una situazione che ad oggi non ha precedenti negli ultimi 70 anni”.

Nella sua interrogazione, che avrà risposta già nella giornata di mercoledì, il parlamentare ricorda che “secondo alcune stime si prevede una riduzione della produzione ortofrutticola dovuta alla siccità tra il 30% e il 40%. Un danno enorme per un comparto fondamentale per l’economia della nostra regione e non solo. Si temono anche danni alle centrali idroelettriche a causa della mancanza di acqua e della difficoltà di raffreddamento causata dalle alte temperature”.

“Siamo in un contesto in cui le temperature ben sopra la media, piogge scarse o assenti, neve esaurita sui crinali – sottolinea il deputato – sono fenomeni che non hanno precedenti nella storia repubblicana e che si vanno ad aggiungere al già pesante impatto prodotto dalla carenza di manodopera e dagli effetti della guerra di Putin contro l’Ucraina. Per questo sollecitiamo non solo il riconoscimento al più presto dello stato di emergenza per consentire ai territori di prendere misure adeguate, ma anche un insieme di interventi che possano alleviare i danni di questa condizioni e prevenirla per il futuro”. 

Categorie
Romagna

Provincia unica di Romagna: sì, ma solo con più poteri, funzioni, risorse

Sembra che l’idea di realizzare una sola provincia romagnola in sostituzione delle tre esistenti, abbia ritrovato nuovo slancio. Ciò è un fatto molto positivo. Occorre mettere in evidenza – per non creare illusioni – che serve una cornice nazionale che ridia funzioni, poteri e possibilmente una maggiore legittimazione alle nuove province.

Perchè un ente che dovrebbe rappresentare oltre un milione di romagnoli, sarebbe bene fosse guidato da un’Amministrazione scelta dai cittadini e non solo dai delegati dei comuni che ne fanno parte. Ma questa non è certo una scelta che può essere determinata a livello locale.

Il quadro di oggi è assai diverso da quello di qualche anno fa, tenere insieme la Romagna è purtroppo meno semplice di quanto dovrebbe (la vicenda delle Camere di commercio, che ha visto il mondo economico inspiegabilmente dividersi e formare una Camera di commercio a Ravenna e Ferrara distinta da quella della Romagna, costituita purtroppo ‘solo’ da Forlì-Cesena e Rimini) e in assenza di maggiori poteri, il rischio è quello di unire tre debolezze senza la certezza che questo produca un ente più forte.

I progetti e gli appelli che provengono oggi dal mondo cooperativo e Confindustria – e prima di loro anche da altre organizzazioni – vanno accolti molto favorevolmente ed è compito di politica e istituzioni inserirli in un contesto giuridico favorevole a livello nazionale.

Personalmente, essendo da sempre un promotore di questa idea, saluto con grande favore questa ritrovata voglia di Romagna. In questa stagione di ripartenza degli investimenti pubblici e di una progettualità che stimola a pensare in grande, la Provincia di Romagna avrebbe più senso che mai.
Perchè il processo di fusione delle tre Province (ammesso che parta) sia davvero utile ed efficace, abbiamo bisogno che venga al più presto adottata una riforma del testo unico degli enti locali che riassegni funzioni, risorse, personale e poteri all’Ente Provincia.

La buona notizia è che è sul tavolo della ministra dell’interno, Luciana Lamorgese, c’è una riforma del testo unico degli enti locali di cui ho avuto modo personalmente di seguire la gestazione. Un testo che certamente può fornire uno stimolo positivo a progetti come quello della Provincia unica romagnola.
Il primo atto da compiere, dunque, è proprio questo: spingere il Governo – e a seguire il parlamento – a varare questo testo in tempi rapidi.

La bozza c’è, va portata al più presto in Consiglio dei ministri e sottoposta poi all’esame delle aule parlamentari. A tal fine, sto sollecitando per le vie brevi (e se necessario lo farò nei prossimi giorni anche con una interrogazione parlamentare) l’emanazione del testo.

Certamente nel frattempo si possono compiere degli atti a livello locale. Ad esempio è possibile sottoscrivere accordi di collaborazione tra i tre enti provinciali romagnoli, stipulare convenzioni, agire in modo congiunto e coordinato.

E va riconosciuto che sotto la spinta di chi ci ha creduto prima di altri, oggi più che in passato ci sono politiche che vengono decise su scala romagnola: ad esempio la sanità, le politiche idriche, il sistema dei trasporti. E’ ancora insufficiente, ma sono passi rilevanti.

La forza dell’idea di Provincia di Romagna risiede nella omogeneità del suo territorio, nella sua matrice storica e culturale comune, nella straordinaria vivacità imprenditoriale e nelle enormi potenzialità di crescita in tutti i settori. Occorre che tutti capiscano che ragionare in ottica romagnola rende tutti più forti. Anche i comuni più piccoli (che dovrebbe a loro volta ragionare di fusioni, senza tabù).

E se oggi, come sembra a parole, c’è la disponibilità di tanti sindaci e amministrazioni un tempo recalcitranti, è il tempo di passare concretamente ai fatti e cominciare a porre le prime pietre del progetto romagnolo.

Categorie
Romagna

Concessioni balneari, un accordo positivo: concorrenza e tutela delle imprese

Sulle concessioni demaniali marittime è stato raggiunto un buon accordo. Che tiene insieme il doveroso ricorso alle gare pubbliche, applicando un sacrosanto principio di concorrenza, e la protezione degli investimenti fatti in questi anni, dei beni mobili e immobili delle imprese che perderanno le concessioni.
La norma individuata delega al Governo la “definizione di criteri uniformi per la quantificazione dell’indennizzo da riconoscere al concessionario uscente, posto a carico del concessionario subentrante”.

Saranno il ministro delle Infrastrutture e il ministro del Turismo a scrivere i decreti e quindi a definire gli indennizzi, di concerto con gli altri ministeri interessati.

Si stabilisce, poi, che le concessioni balneari dovranno essere messe a gara prima del 31 dicembre 2023. Ma “in presenza di ragioni oggettive”, come “la pendenza di un contenzioso” o “difficoltà oggettive legate all’espletamento” della gara stessa, potranno essere considerate ragioni che impediscono la conclusione delle gare sulle concessioni balneari prima di questa data. Le gare, comunque, non potranno essere concluse comunque dopo il 31 dicembre 2024.

Servirà un “atto motivato” dell’autorità competente per differire il termine della gara stessa a dicembre 2024. Il sistema messo a punto deroga – di fatto – quanto stabilito da una sentenza del Consiglio di Stato, in base alla quale le gare si sarebbero dovute concludere entro il 31 dicembre 2023; dal 1° gennaio 2024 sarebbero considerate abusive le occupazioni di demanio tramite concessioni non assegnate con gara.

Si prevede, dunque, una sorta di ‘anno cuscinetto’ – tutto il 2024 – per consentire di completare le gare. E senza considerare ‘abusivi’ gli stabilimenti non andati a gara dopo il dicembre 2023. Considerato che una illusoria norma voluta dalla Lega negli anni scorsi aveva prolungato la durata delle concessioni attuali fini al 2033 in barba a qualsiasi vincolo di legge e alle regole di mercato europee, certamente quello raggiunto è un buon compromesso.

Ora bisogna correre per rispettare i tempi e attuare in modo efficace le norme concordate. Concorrenza e tutela delle imprese possono e devono stare insieme.

Categorie
PrimoPiano Romagna

Prima le minacce, ora la lettera di scuse

Riporto di seguito il testo della lettera di scuse ricevuta da uno degli autori di minacce rivolte al sottoscritto, nell’agosto del 2020 a seguito di un’iniziativa politica. Il fatto fu segnalato alle autorità competenti. L’autore di quel commento nei giorni scorsi ha fatto pervenire una lettera di scuse. La sua pubblicazione è autorizzata dopo accordo con la controparte. 

– – – – –
Gent.mo on.le Marco Di Maio,

il sottoscritto, come a lei certamente noto anche se non ci conosciamo personalmente, è imputato nel procedimento penale per aver rivolto nei suoi confronti tramite i social frasi di inqualificabile violenza.
Commentando una sua normalissima attività politica, io, che peraltro risiedo in una città diversa e lontana, mi sono espresso con la vergognosa frase, resa con toni estremamente violenti, “Prima o poi ti faranno fuori. Chiedi la scorta”.

Il significato di tale frase è evidente e certamente non posso che essere dispiaciuto di questo mio errore.
Molto spesso, nascondendoci dietro una tastiera, non riusciamo a comprendere sino in fondo la sostanza ed il peso delle nostre parole e tantomeno del valore del confronto anche con chi la pensa diversamente da noi; ci lasciamo trasportare dalla rabbia e dalla violenza verbale senza considerare le conseguenze che parole dure e minacce possono avere sia per la persona cui sono dirette, sia anche per chi gli vive a fianco.

Oggi, riflettendoci, sono dispiaciuto, riconosco di aver sbagliato anche perchè il mio comportamento non può che fornire un esempio negativo inducendo a ritenere legittime condotte che tali non sono.
Consapevole di tutto questo, voglio porgerLe le mie più sincere e sentite scuse per le frasi rivolte nei suoi confronti.

Mi preme sottolineare come queste affermazioni sono state formulate in un particolare momento di stress emotivo e psicologico, che certamente non le giustificano, ma non appartengono alla cultura ed ai valori dello scrivente; questo per rassicurarla solo che non vi è dubbio alcuno che ‘ab origine’ non vi fosse pericolo per la sua incolumità o sicurezza, sebbene Lei non potesse averne alcuna consapevolezza, e che giammai alle improvvide parole sarebbero potuti seguire i fatti. Né le stesse avrebbero mai voluto condizionare o limitare la libertà o l’azione politica e sociale del destinatario.

Devono però essere valutate, come detto, tutte le conseguenze che parole quali quelle da me espresse possono avere, soprattutto tenendo conto del mezzo utilizzato il quale consente a più persone e sconosciuti di poterle leggere con rischi che non sono preventivabili; certamente possono indurre ad una degenerazione di espressioni o atti non accettabile in una società civile.

Anche per tale ragione Le chiedo di rendere pubblica la mia lettera di scuse con ogni mezzo che riterrà opportuno: se la mia lettera potesse servire affinchè anche una sola persona capisse o si rendesse conto dell’importanza di un uso corretto delle parole e del valore di un confronto civile anche sui social, evitando il mio stesso errore, avremmo sicuramente raggiunto un importante risultato.

Ribadisco pertanto di essere mortificato per l’accaduto, e porgo le più sentite scuse.
Distinti saluti.
G.S.