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Marco Di Maio incontra Nancy Pelosi: “Ucraina, gas e conseguenze economiche al centro del confronto”

Comunicato stampa

Nuovo prestigioso incontro di politica internazionale per Il deputato Marco Di Maio, che a Roma ha avuto un incontro e un confronto con la speaker della Camera dei rappresentanti americana, Nancy Pelosi. L’occasione è stata la visita in forma privata della numero uno del congresso americano, che ha voluto poi svolgere una serie di incontri istituzionali.

Nell’ambito della sua visita a Montecitorio, ha incontrato un rappresentante per ciascun gruppo parlamentare. Per Italia Viva è stato il deputato Marco Di Maio a partecipare al meeting e al confronto successivo. 

“Un dialogo serrato partito dalla speciale relazione che unisce Italia e Stati Uniti anche in considerazione del debito di riconoscenza verso gli Usa per aver contribuito in modo determinante, assieme agli Alleati, alla liberazione dal nazifascismo – afferma Marco Di Maio -; abbiamo parlato di Ucraina e degli effetti della guerra di Putin verso le nostre popolazioni. In particolare, ho sottolineato alla presidente Pelosi la necessità di aggiungere agli aiuti economici, umanitari e militari al popolo ucraino anche la necessità di uno sforzo aggiuntivo sul fronte diplomatico, che non può essere solo appannaggio di un paese non liberale come la Turchia. Le popolazioni europee, a partire da quella italiana, non possono sopportare a lungo i costi indiretti della guerra in termini di inflazione, caro energia, rincaro delle materie prime: la prima misura per affrontare tutto questo è respingere l’avanzata di Putin e arrivare alla Pace”. 

Poi un ulteriore occasione di incontro istituzionale nella serata di giovedì per un nuovo scambio di vedute, questa volta assieme alla ministra Elena Bonetti, durante il ricevimento organizzato a Villa Taverna, residenza dell’ambasciatore americano a Roma. Un momento meno formale, ma comunque importante. “Il tema energetico – dichiara ancora il parlamentare romagnolo – è cruciale per il presente e il futuro dell’Europa. Gli Stati Uniti possono fare di più per aiutarci a diversificare le fonti e liberarci dal gas di Putin. Per questo abbiamo chiesto alla presidente Pelosi un surplus di impegno verso l’Africa. Oggi l’Italia, legando i propri di acquisti di gas all’Algeria e a stati illiberali (per necessità, non ci sono alternative al momento), si sta legando ad altre dittature: con tutte le incertezze che questo può comportare per il futuro”. 

In conclusione, un particolare apprezzamento è stato manifestato alla presidente Pelosi “per le battaglie che hanno costellato la sua vita politica, ultima in ordine di tempo quella contro l’abolizione del diritto all’aborto decretato da una sentenza della Corte suprema, facendone di Nancy Pelosi una protagonista indiscussa della politica americana degli ultimi 30 anni e un punto di riferimento per democratici e liberali in tutto il mondo”. 

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Viaggio in Argentina e Uruguay: “Contatti e opportunità anche per il territorio”

Invito nei parlamenti, università, comunità italiane e vertici politici dell’opposizione liberale in Argentina

Viaggio istituzionale in America Latina per il deputato romagnolo Marco Di Maio, che nei giorni, raccogliendo diversi inviti ricevuti, è stato in visita in Uruguay e Argentina. In agenda incontri con i vertici parlamentari, alcuni rappresentanti delle comunità italiane, interventi in università, contatti con imprese locali, riunioni con le istituzioni e meeting con forze politiche liberali.

“L’Italia e l’Europa devono riprendere una propria iniziativa in America Latina – afferma il parlamentare – non solo perchè la prima comunità ‘straniera’ presente in quei territori è italiana; ma anche perchè esistono opportunità e spazi importanti che devono essere riempiti, senza lasciare che ad occuparsene siano solo stati come la Cina, lontani anni luce dai nostri valori. Questo vale sul piano commerciale, economico, energetico, industriale, culturale”.

Nel corso della visita – che lo ha visto protagonista della delegazione formata anche dal vice presidente della Camera, Ettore Rosato, dal parlamentare europeo Nicola Danti e dalla deputata Maria Chiara Gadda (Commissione agricoltura) – Marco Di Maio ha toccato le città di Montevideo, Buenos Aires e Mendoza.

Le università di queste ultime due città hanno ospitato due incontri con docenti e studenti organizzati dagli atenei sul rapporto Europa-America Latina, multilateralismo, guerra in Ucraina e sulle riforme istituzionali necessarie per rafforzare le democrazie liberali (argomenti che Marco Di Maio segue in prima persona nella sua veste di capogruppo in commissione Affari costituzionali).

“I legami con le università sono di fondamentale importanza – commenta il parlamentare – perchè vanno oltre lo scambio, pur di grande valore, di carattere didattico; spesso gettano le basi per sviluppare anche altri rapporti. Mi ha fatto piacere riscontrare non solo le collaborazioni già in atto con i nostri atenei, in particolare con quello di Bologna; ma anche la disponibilità a sviluppare ulteriori sinergie, di cui che appena rientrato in Romagna parlerò all’ateneo stesso”.

Mendoza, provincia tra le più ricche dell’Argentina, si è svolto un proficuo incontro con il governatore della Provincia (equivalente dei nostri presidenti di Regione) Rodolfo Suarez, sulle peculiarità del territorio, le sue produzioni, il ruolo della fortissima comunità italiana e anche l’opportunità di stabilire una collaborazione con la nostra Regione, non avendo al momento alcuna partnership attiva con nessuna delle Regioni italiane.

Montevideo, capitale dell’Urugay, Marco Di Maio e la sua delegazione sono stati ricevuti in parlamento e svolto numerosi incontri, tra cui quello con il gruppo urugaiano di amicizia con l’Italia per porre, in accordo con la nostra ambasciata, una serie di questioni istituzionali, giuridiche e commerciali all’attenzione dei legislatori locali. Significativo anche l’incontro con l’ambasciatore dell’Unione europea a Montevideo, Paolo Berizzi, uno dei diplomatici che meglio conoscono l’America Latina.

Anche Buenos Aires l’accoglienza al parlamento argentino e poi incontri istituzionali, tra cui quello col deputato argentino Fernando Iglesias, presidente del Movimento Federalista mondiale e presidente della Commissione MercoSur (che si occupa dei rapporti con l’Europa e del negoziato tra Ue e America Latina).

Sul piano politico, di grande rilievo l’incontro con Patricia Bullrich, più volte ministra e oggi leader del principale partito di opposizione (Pro – Juntos por el cambio) e possibile candidata alla presidenza della Repubblica nel 2023.

Numerosi gli incontri e i contatti con le comunità italiane radicate nei due Paesi, tra cui la conferenza presso lo storico “Circulo Italiano di Buenos Aires, e la riunione con l’ambasciatore italiano in Argentina, Fabrizio Lucentini, presso la residenza ufficiale nella capitale.

“Un’esperienza molto intensa e impegnativa – commenta il deputato – che ha consolidato amicizie e avviato nuovi rapporti, raccogliendo contatti e opportunità che saranno, come sempre, messi al servizio del territorio, delle nostre imprese e delle realtà interessate a quella parte del mondo. E nell’ambito delle mie possibilità, assieme ai colleghi che con me hanno condiviso questa esperienze, agiremo sul Governo per accrescere attenzione e investimenti su una parte del mondo ricca di opportunità per il nostro Paese”.  

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La risoluzione sulla guerra in Ucraina approvata dalla Camera e tutti gli impegni presi dal Governo

Pubblichiamo la risoluzione approvata dalla Camera che impegna il governo nelle decisioni da assumere in merito agli sviluppi del conflitto armato scatenato dall’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa. La risoluzione è stata approvata a seguito del dibattito sulle  “COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI SUGLI SVILUPPI DEL CONFLITTO TRA RUSSIA E UCRAINA“, e ha ottenuto 498 voti a favore e 18 voti contrari. Significativo il fatto che sia stata approvata anche col parere favorevole di Fratelli d’Italia, il principale partito di opposizione.

Ecco il testo:

La Camera,

udite le Comunicazioni del Presidente del Consiglio, Mario Draghi, sull’invasione dell’Ucraina da parte delle forze armate della Federazione Russa, rese alle Camere il 1° marzo 2022, richiamata l’informativa dal Presidente del Consiglio, Mario Draghi alle Camere del 25 febbraio 2022, considerando che: l’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa rappresenta una violazione di principi e norme che regolano la vita della comunità internazionale e in particolare il rispetto della indipendenza, sovranità e integrità territoriale di ogni Stato; non sono accettabili, sotto ogni forma, « sovranità limitate », sfere di influenza e protettorati che ledano la sovranità, l’integrità territoriale, l’indipendenza, la sicurezza, le alleanze di ogni Stato; il Governo italiano ha condannato immediatamente e con assoluta fermezza la aggressione russa all’Ucraina, inaccettabile e ingiustificata, e tutte le forze politiche rappresentate in Parlamento hanno espresso analoga condanna; analoga unanime condanna hanno espresso l’Unione europea, il G7, la NATO e tutti i loro Stati membri; la guerra sta già provocando ingenti perdite umane, sofferenze, distruzioni, nonché consistenti flussi di profughi e una grave emergenza umanitaria; di fronte a una invasione ingiustificata e illegittima, inevitabile e necessaria è la adozione di sanzioni che devono essere efficaci, selettive e assunte in modo collegiale e uniforme da tutti i Paesi; le sanzioni potranno comportare impatti negativi sull’andamento economico dell’Italia e delle sue imprese e famiglie, già gravate dagli effetti negativi della pandemia,

Impegna il Governo:

1) a esigere dalle Autorità russe l’immediata cessazione delle operazioni belliche e il ritiro di tutte le forze militari che illegittimamente occupano il suolo ucraino, ripristinando il rispetto della piena sovranità e integrità territoriale dell’Ucraina;

2) a sostenere ogni iniziativa multilaterale e bilaterale utile ad una de-escalation militare e alla ripresa di un percorso negoziale tra Kiev e Mosca, anche raccogliendo la disponibilità della Santa Sede a svolgere un’opera di mediazione;

3) ad assicurare sostegno e solidarietà al popolo ucraino e alle sue istituzioni attivando, con le modalità più rapide e tempestive, tutte le azioni necessarie a fornire assistenza umanitaria, finanziaria, economica e di qualsiasi altra natura, nonché – tenendo costantemente informato il Parlamento e in modo coordinato con gli altri Paesi europei e alleati – la cessione di apparati e strumenti militari che consentano all’Ucraina di esercitare il diritto alla legittima difesa e di proteggere la sua popolazione;

4) a raccogliere l’aspirazione europea dell’Ucraina, rafforzando in ogni campo la cooperazione UE-Ucraina;

5) ad attivare un programma straordinario di accoglienza dei profughi ucraini, coinvolgendo enti locali e associazionismo, semplificando le procedure per il riconoscimento dello status di rifugiato, applicando la direttiva europea sulla protezione temporanea e sostenendo le iniziative della UE per una accoglienza solidale e condivisa;

6) ad attivare programmi umanitari per la popolazione ucraina e semplificare le procedure di utilizzo dei fondi erogati;

7) a sostenere in sede europea la ulteriore sospensione del Patto di stabilità e la istituzione di un fondo europeo compensativo per gli Stati maggiormente penalizzati dalle sanzioni;

8) a provvedere a misure di sostegno alle imprese per i maggiori oneri derivanti dalla applicazione di sanzioni, nonché la promozione di accesso a nuovi mercati verso cui indirizzare esportazioni e investimenti non allocabili sul mercato russo;

9) ad attivare strategie di diversificazione degli approvvigionamenti energetici, di investimento sulle energie rinnovabili e di utilizzo delle sorgenti di energia del Paese, e concorrendo alle decisioni dell’UE nella direzione dell’Unione dell’energia;

10) ad attivare le misure necessarie a preservare le infrastrutture strategiche del Paese da eventuali attacchi informatici o di altra natura, anche tenendo conto delle indicazioni contenute nelle Relazioni del Copasir alle Camere;

11) a sostenere l’urgenza di un netto rafforzamento della Politica estera e di sicurezza comune europea, anche attivando le riforme procedurali necessarie;

12) a mantenere uno stretto e permanente coordinamento con i Paesi del G7, dell’Alleanza Atlantica e dell’Unione europea, condividendo iniziative a supporto dell’Ucraina e contromisure efficaci e sostenibili, incluse sanzioni, all’aggressione russa.

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L’Italia invia aiuti di ogni tipo in Ucraina: dalla Difesa all’emergenza umanitaria

Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto-legge che introduce ulteriori misure urgenti sulla crisi in Ucraina.

Il decreto interviene, alla luce dell’emergenza in atto, in diversi ambiti.

Difesa

In particolare, il provvedimento contiene una norma abilitante che, dopo una preventiva risoluzione delle Camere, consente al Ministro della difesa di adottare un decreto interministeriale per la cessione alle autorità governative dell’Ucraina di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari. E’ prevista peraltro una deroga specifica ad alcune disposizioni vigenti. 

Energia

Una seconda parte si occupa del livello di rischio imprevisto per il normale funzionamento del sistema nazionale di gas naturale. Per questo si autorizza l’anticipo, anche a scopo preventivo, dell’adozione delle misure di aumento dell’offerta e/o riduzione della domanda di gas previste in casi di emergenza.

La norma rende immediatamente attuabile, se fosse necessario, la riduzione del consumo di gas delle centrali elettriche oggi attive, attraverso la massimizzazione della produzione da altre fonti e fermo restando il contributo delle energie rinnovabili.

Per rendere concretamente operative le misure, si affida una serie di compiti a Terna S.p.A., in qualità di gestore della rete di trasmissione nazionale. 

Rifugiati

Il decreto prende prime misure per l’eventualità che una parte del flusso dei profughi si indirizzi presso il nostro Paese: in Italia vi è una cospicua presenza di cittadini ucraini, circa 250.000 persone.

Il provvedimento prevede, pertanto, il rafforzamento della rete di accoglienza degli stranieri. Inoltre, si dispone che i cittadini ucraini vengano ospitati nei CAS anche indipendentemente dal fatto che abbiano presentato domanda di protezione internazionale.

Università

Infine, è istituito un apposito Fondo da 500 mila euro per finanziare misure di sostegno per studenti, ricercatori e docenti ucraini affinché possano svolgere le proprie attività presso università, istituzioni per l’alta formazione artistica, musicale e coreutica ed enti di ricerca italiani. 

Stato di emergenza

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Mario Draghi, ha deliberato la dichiarazione dello stato di emergenza, fino al 31 dicembre 2022, in relazione all’esigenza di assicurare soccorso e assistenza alla popolazione ucraina sul territorio nazionale in conseguenza della grave crisi internazionale in atto.

Al fine di organizzare ed attuare gli interventi più urgenti sono stati stanziati 10 milioni di euro, a carico del Fondo per le emergenze nazionali.

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Sanzioni contro Putin, le più dure possibili: anche noi siamo in guerra. Video testimonianza dall’Ucraina

La guerra continua a infuriare a Kiev e in tutta l’Ucraina. Le immagini e le testimonianze sono raccapriccianti. Il materiale che viene pubblicato dal Ministero della Difesa ucraino fa venire la pelle d’oca; così come è stato commovente per me intervistare sabato mattina a Roma (in occasione della Assemblea nazionale di Italia Viva) l’amico Alex, giovane imprenditore ucraino che ha vissuto 7 anni in Italia.


> La testimonianza di Alex

La Russia sta usando i mezzi peggiori per provare a piegare la resistenza di Kiev (dove ci sono immagini incredibili, come la nascita di una bimba in un tunnel della metropolitana nel cuore della notte mentre infuriava la battaglia). L’Unione europea e la Nato devono agire con più durezza.

Ora bisogna adottare le sanzioni più dure possibili, compreso lo sganciamento della Russia dal sistema finanziario Swift che regola gli scambi bancari internazionali. A chi obietta che questo avrà delle conseguenze anche sull’Europa e l’Italia, rispondo: sì, certamente. Purtroppo, però, siamo in guerra: una guerra scatenata dalla Russia. E se vogliamo (giustamente) escludere l’ipotesi dell’intervento militare, dobbiamo agire sul piano economico e finanziario per sconfiggere Putin e aiutare chi sta combattendo con le armi, sul terreno, in Ucraina.

Per questo proponiamo l’istituzione di un fondo europeo, sul modello di quanto fatto con il piano Next Generation EU (da cui deriva il PNRR italiano, ad esempio) allo scopo di finanziare gli aiuti che dovranno essere assicurati a imprese e famiglie che pagheranno gli effetti delle sanzioni, a partire dal caro-bollette.

Dobbiamo rapidamente attivare tutta la produzione di energia che possiamo produrre in Italia, riducendo la dipendenza da altri stati (Russia in primis), attivando ogni giacimento, ogni impianto (in via del tutto eccezionale anche quelli a carbone, solo per il periodo legato agli effetti della guerra). Anche qui, siamo realisti: l’Italia negli ultimi 20 anni ha ridotto al minimo la sua produzione, arrivando a dipendere per il 45% del gas importato proprio dalla Russia. Non colmeremo il ritardo accumulato da scelte scellerate degli anni passati, ma limiteremo i danni.

E poi sul piano internazionale l’Italia si deve battere con gli altri partner occidentali per chiedere l’istituzione di un inviato speciale unico per Unione eruopea e Nato, che abbia il mandato e l’autorevolezza per trattare alla pari con Putin. Proponiamo che a svolgere questo ruolo sia Angela Merkel, che indubbiamente insieme a Mario Draghi è la figura politica più riconosciuta, rispettata ed esperta.

Il punto della situazione

(aggiornato alle 17 di oggi)
La Russia ha ordinato al suo esercito di allargare l’offensiva in Ucraina “da tutte le direzioni”. Lo ha annunciato il portavoce del ministero della Difesa di Mosca. Secondo varie fonti internazionali, Putin avrebbe inviato decine di migliaia di truppe in Ucraina nelle ultime 24 ore e chiamato i riservisti. L’intelligence ucraina teme attacchi chimici russi sotto falsa bandiera nelle zone in mano ai separatisti di Donetsk del Donbass, la cui responsabilità verrebbe poi attribuita a Kiev. Alla popolazione locale filo-russa e ai militari di Mosca sarebbero state distribuite maschere antigas per proteggersi da possibili esplosioni di serbatoi industriali con prodotti chimici.

Il combattivo presidente ucraino Zelensky ha denunciato che “più di 100 mila invasori sono sulla nostra terra”. Ha avuto, poi, un colloquio telefonico con il suo omologo indiano Ram Nath Kovind. L’India è stato uno dei Paesi più ambigui nella reazione all’aggressione ordinata da Putin, anche in ragione della sua posizione geopolitica.

Zelensky ha spiegato che l’esercito russo “spara su edifici residenziali. Abbiamo bisogno del supporto politico dell’India nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu”. Allarme del parlamento ucraino perche’ “nella regione di Sumy aerei russi disperdono giocattoli, telefoni cellulari e oggetti di valore pieni di esplosivo”.

E’ scattato alle 17, e durerà fino alle 8 del mattino, ogni giorno. il coprifuoco a Kiev. Il sindaco della citta’, Vitali Klitschko ha detto parole che fanno gelare il sangue: “Chi sara’ trovato in strada sara’ trattato da nemico”. Secondo varie fonti, poi, a dare man forte alle truppe di Putin starebbero arrivando anche milizie della Cecenia.
Intanto l’emergenza umanitaria si amplia. Profughi in fuga da molte città verso la zona Ovest del Paese e verso l’Europa: fila di 15 km verso la Romania. Già 10mila sfollati, invece, sono arrivati in Slovacchia.

Gli appelli del Papa

Dopo quello di ieri sera, oggi papa Francesco ha pubblicato sul suo profilo @Pontifex un altro tweet in russo e in ucraino, oltre che nelle altre lingue compresi l’inglese e l’italiano. Il Pontefice cita un passo del suo appello di pace per l’Ucraina all’udienza generale di mercoledi’ scorso, 23 febbraio: “Gesu’ ci ha insegnato che all’insensatezza diabolica della violenza si risponde con le armi di Dio, con la preghiera e il digiuno. La Regina della pace preservi il mondo dalla follia della guerra”.


Il dibattito sulle sanzioni

Gli Stati Uniti valutano sanzioni contro la Banca Centrale russa, nel mirino Usa 643 miliardi di dollari di riserve che Putin ha accumulato prima della pianificata dell’invasione, riporta l’agenzia Bloomberg citando fonti. Il segretario di Stato americano Blinken ha annunciato 350 milioni di dollari in assistenza militare all’Ucraina. Da domani l’Italia potenziera’ la presenza militare in Romania raddoppiando il numero degli Eurofighter gia’ operanti nell’attivita’ di airpolicing.

Intanto Zelensky lancia appelli a vertici Ue e capi di Stato affinche’ l’Ucraina venga accolta nell’Unione e l’esclusione delle banche russe dalla piattaforma ‘Swift’. Ne parla con Draghi, che assicura assistenza e si dice d’accordo su Swift, poi chiede a Berlino e Budapest di avere il ‘coraggio’ di fare la battaglia. Il si’ dell’Ungheria. Contrario Salvini: Cosi’ “l’Italia non avra’ piu’ il gas”.

Le contro-sanzioni della Russia e altre reazioni

Dmitry Medvedev, vicepresidente del Consiglio di Sicurezza del Paese ipotizza che la Russia possa nazionalizzare le proprieta’ di persone registrate negli Usa, in Ue e in altre giurisdizioni, tra cui paesi del mondo anglosassone, in risposta alle nuove sanzioni. La Russia e’ minacciata dal congelamento dei beni di cittadini russi e societa’ all’estero. Una nave commerciale diretta a San Pietroburgo, sospettata di appartenere a una compagnia russa bloccata nella Manica. E Mosca chiede spiegazioni a Parigi. Meta (Fb), vieta ai media statali russi inserzioni pubblicitarie. No della Polonia ai playoff con la Russia per i Mondiali nel Qatar.

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Mine antiuomo, finalmente approvata la legge

Vietare ogni forma di finanziamento alle imprese che producono mine antiuomo e bombe a grappolo, sia in Italia sia nel mondo. Dopo il primo via libera del Senato, il 30 aprile del 2019, è stato licenziato – in via definitiva – dalla Camera il ddl sulle mine antiuomo. Vediamo nel dettaglio il contenuto del provvedimento:

MINE ANTIUOMO E BOMBE A GRAPPOLO
Le mine antiuomo, come ricordato dal relatore Massimo Ungaro (Iv), “sono armi leggere che vengono disseminate nei territori di guerra, mentre le bombe a grappolo sono lanciate da velivoli militari e sono sparse indistintamente su un preciso territorio”.

CONVENZIONI OTTAWA E OSLO
Per Ungaro l’Italia, sulla carta, è un Paese “molto virtuoso sul divieto della produzione di armi pericolose come queste”, essendo “già vietata la produzione di mine antiuomo e di bombe a grappolo. L’Italia, infatti, ha aderito, nel 1997, alla Convenzione di Ottawa e, benché fosse, già fin dai primi anni ’90, uno dei maggiori produttori al mondo di mine antiuomo, scelse di aderire all’accordo internazionale che vietava la produzione e la commercializzazione di mine antiuomo”. In seguito, poi, il nostro Paese “aderì alla Convenzione di Oslo del 2010, che vieta la produzione di bombe a grappolo”.

COSA PREVEDE IL TESTO IN ESAME A MONTECITORIO
Il ddl prevede, in primis, il divieto totale di finanziamento di società, “in qualsiasi forma giuridica costituite, che svolgano attività di costruzione, produzione, sviluppo, assemblaggio, riparazione, conservazione, impiego, utilizzo, immagazzinaggio, stoccaggio, detenzione, promozione, vendita, distribuzione, importazione, esportazione, trasferimento o trasporto delle mine antipersona, delle munizioni e submunizioni cluster (quindi, a grappolo) di qualunque natura o composizione o di parti di esse”. 

L’articolo 2 reca le definizioni rilevanti e definisce cosa si intenda per intermediari abilitati. Si intendono: le società di intermediazione mobiliare (le Sim), le banche italiane, le società di gestione del risparmio (Sgr), le società di investimento a capitale variabile (Sicav), gli intermediari finanziari iscritti nell’albo di cui all’articolo 106 testo unico finanziario, inclusi i confidi, le banche dei Paesi membri dell’Ue, le imprese di investimento dei Paesi membri dell’Ue, le banche extracomunitarie, gli agenti di cambio, nonché le fondazioni bancarie e i fondi pensione. 
Si individuano, poi, i compiti delle autorità di vigilanza in relazione ai nuovi divieti previsti dal provvedimento. In particolare, si dispone che, entro 6 mesi dalla data di entrata in vigore, “questi organismi emanino, di concerto tra di loro, apposite istruzioni per l’esercizio di controlli rafforzati sull’operato degli intermediari abilitati”. Sempre entro i 6 mesi “essi sono tenuti a provvedere e a istituire l’elenco delle società operanti nei settori” vietati (produzione, detenzione o smercio di mine antiuomo o bombe a grappolo), indicando l’ufficio responsabile della pubblicazione annuale del medesimo elenco.

Tra i compiti affidati all’Unità di informazione finanziaria per l’Italia (la Uif), istituita presso la Banca d’Italia, si specifica che i controlli dei flussi finanziari svolti da tale organismo siano estesi anche alle imprese e alle società che producono mine antiuomo. Per quanto concerne i compiti degli intermediari, viene prevista l’esclusione, dai prodotti finanziari offerti, di ogni componente che costituisca un supporto finanziario alle società che producano mine antiuomo o bombe a grappolo. 

Disciplinate, poi, le verifiche sul rispetto dei nuovi divieti, prevedendo, in particolare, “che la Banca d’Italia possa richiedere dati, notizie, atti e documenti agli intermediari abilitati e, se necessario, possa effettuare verifiche presso la sede degli stessi”. Si dispone, inoltre, che gli organismi di vigilanza provvedano, nelle ispezioni e nei controlli a carico dei soggetti vigilati, anche a controlli specifici di valutazione dell’attività connessa alla funzione di compliance, in relazione ai divieti previsti dal provvedimento. 
L’articolo 6 disciplina le sanzioni comminate agli intermediari abilitati che non osservano il divieto di finanziamento delle società operanti nel settore delle mine e delle munizioni, disponendo anche “la perdita temporanea dei requisiti di onorabilità per i rappresentanti legali degli intermediari finanziari, nonché per i revisori e i promotori finanziari”.

Il ddl introduce, infine, una clausola di salvaguardia penale per dare riscontro alle criticità già rilevate nel 2017 dal Quirinale, quando fu oggetto di un rinvio alle Camera da parte del capo dello Stato. Il presidente della Repubblica, come detto da Ungaro, “ha ricordato che l’articolato originale non prevedeva l’erogazione di sanzioni penali, ma soltanto di sanzioni pecuniarie – quindi, amministrative – e, in questo modo, non si sarebbe dato seguito alle convenzioni internazionali di Ottawa e di Oslo, che prevedono l’erogazione di sanzioni penali a chiunque favorisca la distribuzione di mine antiuomo e a grappolo”. 

Quindi, “proprio perché ci sarebbe stata una dissonanza tra il provvedimento e gli accordi internazionali assunti dall’Italia, il presidente della Repubblica ha chiesto al Parlamento di modificare” il testo precedente, secondo quegli orientamenti. Ungaro ha infine ricordato l’iter piuttosto travagliato del ddl: depositato nel 2010; approvato dal Senato nel 2016 e dalla Camera nel 2017; poi rinviata alle Camere dal presidente della Repubblica; approvata nuovamente dal Senato nel 2019, secondo i rilievi del presidente della Repubblica, e giunta alla Camera nell’autunno 2020″, ovvero “un anno fa”. 

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Il G20 di Roma un successo italiano: grazie a Draghi e a chi l’ha voluto a Chigi

Affrontare le grandi sfide globali e convergere su sforzi comuni per la ripresa dovuta alla crisi pandemica da Covid-19 e consentire una crescita sostenibile e inclusiva. Sfide che vanno dalla lotta al cambiamento climatico alla tassazione internazionale, da un’equa distribuzione dei vaccini per i paesi piu’ poveri fino a un rilancio del multilateralismo. Questi in sintesi alcuni risultati contenuti nella dichiarazione finale dei leader del G20 di Roma presieduto dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, che ha parlato di un “successo” e di un risultato di cui essere orgogliosi, “ma siamo solo all’inizio”. 

> LA DICHIARAZIONE FINALE DEI LEADERS DEL G20

Per il premier sono state “gettati le basi per una ripresa piu’ equa” e ha rilanciato sull’importanza multilateralismo. Concordi tutti i leader della terra che vedono nella cooperazione un ruolo cruciale nella ricerca di soluzioni condivise ed efficaci, convenendo di rafforzare ulteriormente la risposta comune alla pandemia. Rimaniamo determinati a utilizzare tutti gli strumenti disponibili – si legge nel documento finale – per affrontare le conseguenze negative della pandemia, in particolare nei confronti dei piu’ colpiti come donne, giovani e per ridurre le diseguaglianze.

Continueremo a sostenere la ripresa proseguendo con le misure di sostegno e preservando la stabilita’ finanziaria. I leader del G20 si impegnano ad affrontare le criticita’ e la minaccia urgente del cambiamento climatico e lavorare insieme per raggiungere il successo della Cop26 di Glasgow. 

Impegnati nell’obiettivo dell’accordo di Parigi di mantenere la media globale aumento della temperatura ben al di sotto dei 2°C e proseguire gli sforzi per limitarla a 1,5°C. Per raggiungere questo obiettivo servono azioni e impegni significativi da parte di tutti i paesi. Ribadita l’importanza dei vaccini per combattere la crisi pandemica come strumento piu’ importante per la lotta al Covid-19. 

I leader si impegnano a garantire un accesso tempestivo, equo e universale con l’obiettivo di vaccinare almeno il 40% della popolazione globale entro la fine del 2021 e il 70% entro la meta’ del 2022.

Traguardo storico sulla fiscalita’ internazionale, accordo attraverso il quale – si legge nella dichiarazione – verra’ stabilito un sistema fiscale internazionale piu’ stabile ed equo. I leader del G20 si riaffermano l’impegno per il genere e sottolineano il ruolo fondamentale dell’emancipazione e della leadership femminile. Spazio anche per tecnologia e innovazione riconosciute dai leader come come fattori chiave per la ripresa globale e lo sviluppo sostenibile che sia inclusivo, aperto, equo e non discriminatorio.

Sono 61 i punti concordati nella dichiarazione finale del G20 di Roma. Ecco i principali punti, contenuti in 20 pagine del comunicato finale del G20:

*CLIMA. I Paesi del G20 restano “impegnati sull’accordo di Parigi per mantenere l’aumento della temperatura globale sotto i 2 gradi e di proseguire gli sforzi per limitarlo a 1,5 gradi”. I leader riaffermano poi “l’impegno assunto dai Paesi sviluppati per l’obiettivo di mobilitare congiuntamente 100 miliardi di dollari all’anno entro il 2020 e annualmente fino al 2025 per affrontare le esigenze dei Paesi in via di sviluppo”. E “riconoscendo l’urgenza di combattere il degrado del suolo e creare nuovi vasche di assorbimento del carbonio”, condividono “l’obiettivo ambizioso di piantare 1.000 miliardi di alberi”.

*SALUTE. Impegno a sostenere “la scienza per abbreviare lo sviluppo di vaccini, terapie e diagnostica sicuri ed efficaci da 300 a 100 giorni” per le nuove pandemie. E gli “sforzi per garantire un accesso tempestivo, equo e universale a vaccini, terapie e diagnostica sicuri, convenienti, di qualita’ ed efficaci, con particolare riguardo alle esigenze dei paesi a basso e medio reddito”, e “per contribuire ad avanzare verso gli obiettivi di vaccinare almeno il 40% della popolazione in tutti i Paesi entro la fine del 2021 e il 70% entro la meta’ del 2022”. Con l’obiettivo di mettere in campo “iniziative per aumentare la fornitura di vaccini e prodotti medici essenziali nei Paesi in via di sviluppo e rimuovere i relativi vincoli di approvvigionamento e finanziamento”. C’e’ poi l’impegno a riavviare i viaggi internazionali “in modo sicuro e ordinato” riconoscendo “l’importanza di standard condivisi per garantire viaggi senza interruzioni”.

*GLOBAL MINIMUN TAX. Viene definita un “traguardo storico”, e si chiede lo sviluppo rapido di regole e strumenti al fine di “garantire che le nuove regole entrino in vigore a livello globale nel 2023”. C’e’ poi l’impegno “a lavorare attivamente e in modo costruttivo con tutti i membri del WTO per intraprendere la necessaria riforma dell’Organizzazione”.

*UGUAGLIANZA DI GENERE. Riaffermato “l’impegno” sull’obiettivo sottolineando “il ruolo fondamentale dell’emancipazione e della leadership di donne e ragazze a tutti i livelli per uno sviluppo inclusivo e sostenibile”

*MIGRANTI. Il G20 si impegna ad “adottare misure per sostenere la piena inclusione, compresi i lavoratori e i rifugiati”

*OLIMPIADI. I leader guardano ai Giochi invernali e alle paraolimpiadi di Pechino 2022 “come un’opportunita’ per gli atleti di tutto il mondo, che funge da simbolo della resilienza dell’umanita’”.

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Afghanistan, le città facciano la propria parte: sindaci e prefetti si preparino a dare rifugio a chi scappa

“Nessuno, soprattutto in Occidente, può girare la testa o rimanere indifferente di fronte a quel che sta avvenendo in Afghanistan. Nemmeno noi in Romagna, terra di ospitalità e dai solidi valori di solidarietà. Per questo anche le nostre città devono prepararsi a fare la propria parte, in attesa che sia messo in atto un coordinamento nazionale per gestire l’accoglienza di chi scappa dalla guerra e della devastazione afghana”. Lo afferma il deputato romagnolo Marco Di Maio.

“Aiutare le persone che stanno scappando dall’integralismo islamico imposto dai talebani, gli afghani che hanno collaborato con i nostri connazionali in questi anni, le donne che hanno visto spegnersi da un giorno all’altro le prospettive di una maggiore libertà, è un dovere morale – aggiunge -. Sindaci e prefetti in Romagna si attivino da subito per valutare la disponibilità di strutture e l’organizzazione dell’accoglienza di queste persone”.

“Non servirà a cancellare gli errori del passato, ma quanto meno a dare concretezza ai valori che stanno alla base della nostra civiltà e che segnano la nostra diversità dall’integralismo”, conclude.

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Draghi in Libia, l’Italia torna protagonista nel Mediterraneo?

Nella giornata di ieri il Presidente del Consiglio Mario Draghi, insieme al Ministro degli Affari Esteri Luigi di Maio, si è recato a Tripoli, in Libia, per rinsaldare il rapporto con il nuovo governo di unità nazionale presieduto da Abdelhamid Dabaiba.

Perché Draghi ha deciso di dedicare la propria prima visita all’estero alla Libia?
L’argomento è complesso. La Libia è, in primis, un Paese dilaniato dalla guerra civile dal 2011. 

Dopo anni di scontri tra il governo riconosciuto dall’ONU di Fayez Al-Sarraj e le fazioni del Generale Khalifa Haftar, recentemente si è giunti ad una sintesi politica con il governo di riconciliazione di Abdelhamid Dabaiba.

Draghi si è recato a Tripoli per rinnovare l’impegno a contribuire alla ricostruzione di una Libia ancora ferita dalla guerra civile, a condizione in cui il cessate il fuoco venga strettamente osservato.
Si è parlato di cooperazione per le infrastrutture in campo civile, energetico e sanitario, ma anche di commercio tra Italia e Libia e di interscambio culturale.

La Libia è teatro di primario interesse strategico per l’Italia: l’ENI, per esempio, offre lavoro a più di 8000 cittadini libici.
Una Libia stabile e che imbocca il sentiero della ripresa, potrà essere più efficiente e affidabile sulla gestione dell’emergenza umanitaria nella collaborazione sul fronte delle politiche migratorie.

La visita del Presidente Draghi in Libia è un segnale forte, che va nella giusta direzione: la stessa attenzione va riservata anche alla questione dei diritti umani, che devono tornare prioritari nell’agenda libica e su cui va tenuta alta l’attenzione.

L’Italia può e deve tornare protagonista nel Mar Mediterraneo. È la vocazione geopolitica storica del nostro Paese, a cui per troppo tempo negli ultimi anni si è rinunciato.

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Comincia la presidenza del G20: i riflettori del mondo sull’Italia

Il primo dicembre 2020 è cominciata ufficialmente la Presidenza italiana del G20. Il calendario prevede lo svolgimento di numerose riunioni ministeriali, cui va aggiunto il Vertice dei Leader a Roma il 30-31 ottobre 2021, e di numerosi ‘eventi speciali’. Gli appuntamenti ministeriali e gli ‘eventi speciali’, che copriranno gran parte del territorio nazionale, avranno inizio nel mese di maggio.  

Si tratta di una serie di eventi di alto profilo in cui saranno affrontate materie specifiche e che vedranno il coinvolgimento di altre realtà territoriali del Paese.
In particolare, gli ‘eventi speciali’ saranno dedicati ai grandi temi dell’agenda globale, ad esempio la tutela della salute e la sostenibilità, l’empowerment femminile, l’innovazione e la ricerca, la lotta alla corruzione

IL VIDEO DEL G20

Il calendario di questi appuntamenti è in fase di avanzata definizione. Verranno coinvolte, fra le altre, la Lombardia, la Liguria, il Piemonte, l’Emilia-Romagna, l’Umbria, l’Abruzzo, la Puglia, la Calabria, la Sicilia, la Sardegna. Uno sforzo corale che vedrà come protagonisti città, borghi, scuole, università, eccellenze italiane.

Oltre a guidare i lavori del G20, l’Italia nel 2021 sarà partner del Regno Unito nella COP26 sui cambiamenti climatici. L’incontro preparatorio della Conferenza, la cosiddetta PreCop, e il connesso evento Giovani si svolgeranno a Milano, rispettivamente il 30 settembre-2 ottobre e il 28-30 settembre. 

Nell’ambito del G20, l’Italia, inoltre, ospiterà un ulteriore evento di straordinaria importanza in un anno che vedrà il nostro Paese ancora più del solito al centro delle questioni globali: in collaborazione con la Commissione Europea, il prossimo 21 maggio si terrà a Roma il Global Health Summit, che ha l’obiettivo di affrontare le principali sfide connesse all’emergenza sanitaria con un approccio sinergico. 

TUTTI I COLLEGAMENTI SUL WEB
Per maggiori informazioni e per aggiornamenti, il sito web ufficiale della Presidenza italiana del G20 sarà online nelle prossime ore: www.g20.org
La Presidenza del G20 sarà attiva a breve anche sui social media:
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