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Istruzione PrimoPiano

Prof. non vaccinati a scuola senza insegnare a stipendio pieno? No, grazie

Il Governo deve rapidamente modificare o chiarire le modalità applicative del decreto “riaperture” sulla parte della scuola.
Non è concepibile che il personale non vaccinato che non si uniforma all’obbligo vaccinale (che resta per legge) venga riammesso a scuola senza poter svolgere attività di insegnamento, ma a stipendio pieno. Esattamente come la stragrande maggioranza del personale scolastico (docenti e personale tecnico-amministrativo) che si è vaccinato nel rispetto delle indicazioni di legge, della scienza e della doverosa protezione dei ragazzi e di se stessi.

Il paradosso è che queste persone torneranno a scuola senza poter svolgere attività a contatto degli altri, ma se sono insegnanti servirà pagare in aggiunta al loro stipendio anche un supplente per sostituirli nella docenza.
Tra l’altro, attingendo alle risorse necessarie per questo ulteriore costo del dal fondo per la valorizzazione dei docenti che era nato su nostra iniziativa per premiare il merito, la formazione, l’impegno dei docenti.

Ora, invece, serviranno per far fronte ai costi indotti dal personale che si ostina a non vaccinarsi. Ingiusto e anche difficilmente accettabile.
Il messaggio che arriva alla società e soprattutto ai ragazzi, è del tutto negativo: si mettono sullo stesso piano vaccinati e non; si fa pagare il costo indotto da chi se ne frega della campagna di protezione della salute sulla totalità del personale scolastico che vedrà ridotto il fondo per il merito; si trasmette l’idea che immunizzarsi o non farlo, è la stessa cosa.

Così non va. Chiediamo al ministero dell’Istruzione di spiegare, chiarire e se necessario modificare questa norma assurda e contraria ai principi che abbiano faticosamente promosso in questi due anni di pandemia.

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Istruzione Romagna

Scuola Rimini, Marco Di Maio: 1,9 milioni di euro direttamente alle scuole per ripartire in sicurezza. Le somme per ogni istituto

Arrivano risorse fresche per tante scuole del territorio, da spendere per preparare la ripartenza delle lezioni in presenza e in sicurezza. Lo annuncia il deputato romagnolo Marco Di Maio, comunicando che per la provincia di Rimini l’ammontare complessivo delle risorse sarà di 1,9 milioni di euro.

“Si tratta di soldi – spiega il parlamentare, componente della Commissione Affari costituzionali alla Camera – che abbiamo stanziato con il decreto sostegni bis, recentemente convertito in legge dal parlamento, per garantire l’avvio dell’anno 2021/2022 in sicurezza. Assieme all’obbligo di green pass e un migliore coordinamento delle politiche di trasporto pubblico locale, queste risorse aggiuntive rispetto ad altre recentemente assegnate, hanno lo scopo di far partire l’anno scolastico in sicurezza e in presenza per tutti, senza distinzioni”.

I dirigenti scolastici di ogni istituto potranno spendere le risorse assegnate per comprare di dispositivi di protezione e di materiale per l’igiene individuale o degli ambienti, ma anche per interventi a favore della didattica per le studentesse e gli studenti con disabilità, disturbi specifici di apprendimento e altri bisogni educativi speciali, per potenziare gli strumenti digitali, per favorire l’inclusione e contrastare la dispersione scolastica attraverso il potenziamento dell’offerta formativa.

I fondi si potranno utilizzare anche per adattare gli spazi interni ed esterni degli istituti per garantire lo svolgimento delle lezioni in sicurezza o per l’acquisto di servizi professionali, di formazione e di assistenza tecnica per la sicurezza sui luoghi di lavoro, per l’assistenza medico-sanitaria e psicologica. Si potranno acquistare strumenti per l’aerazione e quanto ritenuto utile per migliorare le condizioni di sicurezza all’interno degli Istituti.

Nello specifico, le risorse nella provincia di Rimini sono assegnate ai seguenti istituti nei seguenti comuni:

€ 45.389,95 Circolo didattico 6 Rimini

€ 40.435,02 Circolo didattico 1 Santarcangelo

€ 26.271,34 Circolo didattico 2 Santarcangelo

€ 34.185,04 Istituto comprensivo San Giovanni in Marignano

€ 17.848,76 Istituto comprensivo Mondaino

€ 42.599,75 Istituto comprensivo “Ponte sul Marecchia” Verucchio

€ 43.806,58 Istituto comprensivo Cattolica

€ 37.728,32 Istituto comprensivo “Miramare” Rimini

€ 58.096,29 Istituto comprensivo “Marvelli” Rimini

€ 40.950,21 Istituto comprensivo Misano Adriatico

€ 56.516,07 Istituto comprensivo “Valle del Conca” Morciano di Romagna

€ 34.975,94 Istituto comprensivo Coriano

€ 34.597,82 Istituto comprensivo Bellaria

€ 40.272,74 Istituto comprensivo “Battelli” Novafeltria

€ 18.195,37 Istituto comprensivo Pennabilli

€ 43.715,20 Istituto comprensivo “Zavalloni” Riccione

€ 43.653,75 Istituto comprensivo statale 1 Riccione

€ 35.421,80 Istituto comprensivo “Igea”, Bellaria

€ 43.562,37 Istituto comprensivo “XX Settembre” Rimini

€ 44.871,61 Istituto comprensivo “Centro storico” Rimini

€ 55.312,40 Istituto comprensivo “Fermi” Rimini

€ 55.249,38 Istituto comprensivo “Alighieri” Rimini

€ 25.886,92 Istituto comprensivo “Ospedaletto” Coriano

€ 61.669,51 Istituto superiore “Gobetti – De Gasperi” Morciano

€ 58.392,49 Istruzione Secondaria Superiore “Tonino Guerra” Novafeltria

€ 88.033,81 Isis “Einaudi-Molari” Santarcangelo

€ 30.095,06 Istituto secondario di I grado “Franchini” Santarcangelo

€ 26.441,49 Scuola statale istruzione secondaria 1° grado “Bertola” Rimini

€ 20.796,50 Centro provinciale istruzione per adulti

€ 101.463,31 Liceo “Giulio Cesare – Valgimigli” Rimini

€ 44.985,04 Liceo scientifico “Albert Einstein” Rimini

€ 56.741,37 Liceo scientifico e artistico “Serpieri” Rimini

€ 73.614,90 Liceo scientifico e artistico “Volta-Fellini” Riccione

€ 95.136,13 Istituto professionale “Severo Savioli” Riccioni

€ 78.514,68 Istituto alberghiero “Sigismondo Pandolfo Malatesta” Rimini

€ 65.348,29 Istituto Professionale Industria Artigianato “L.B. Alberti” Rimini

€ 47.471,17 Istituto tecnico statale economico “Roberto Valturio” Rimini

€ 118.362,04 Istituto tecnico tecnologico “Belluzzi-Da Vinci” Rimini

€ 48.999,40 Istituto tecnico per il turismo “Marco Polo” Rimini

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Istruzione Romagna

Ravenna, in provincia 1,9 milioni di euro direttamente alle scuole per ripartire in sicurezza. Il dettaglio

Arrivano risorse fresche per tante scuole del territorio, da spendere per preparare la ripartenza delle lezioni in presenza e in sicurezza. Lo annuncia il deputato romagnolo Marco Di Maio, comunicando che per la provincia di Ravenna l’ammontare complessivo delle risorse sarà di 1,9 milioni di euro. Gli stanziamenti riguardano scuole in tutti i comuni, come risulta dall’elenco ufficiale riportato più sotto. 

“Si tratta di soldi – spiega il parlamentare, componente della Commissione Affari costituzionali alla Camera – che abbiamo stanziato con il decreto sostegni bis, recentemente convertito in legge dal parlamento, per garantire l’avvio dell’anno 2021/2022 in sicurezza. Assieme all’obbligo di green pass e un migliore coordinamento delle politiche di trasporto pubblico locale, queste risorse aggiuntive rispetto ad altre recentemente assegnate, hanno lo scopo di far partire l’anno scolastico in sicurezza e in presenza per tutti, senza distinzioni”.

I dirigenti scolastici di ogni istituto potranno spendere le risorse assegnate per comprare di dispositivi di protezione e di materiale per l’igiene individuale o degli ambienti, ma anche per interventi a favore della didattica per le studentesse e gli studenti con disabilità, disturbi specifici di apprendimento e altri bisogni educativi speciali, per potenziare gli strumenti digitali, per favorire l’inclusione e contrastare la dispersione scolastica attraverso il potenziamento dell’offerta formativa.

I fondi si potranno utilizzare anche per adattare gli spazi interni ed esterni degli istituti per garantire lo svolgimento delle lezioni in sicurezza o per l’acquisto di servizi professionali, di formazione e di assistenza tecnica per la sicurezza sui luoghi di lavoro, per l’assistenza medico-sanitaria e psicologica. Si potranno acquistare strumenti per l’aerazione e quanto ritenuto utile per migliorare le condizioni di sicurezza all’interno degli Istituti.

Nello specifico, le risorse nella provincia di Ravenna sono assegnate ai seguenti istituti nei seguenti comuni:

€ 41.674,93 Istituto comprensivo statale San Pietro in Vincoli

€ 38.765,00 Istituto Comprensivo “Berti” Bagnacavallo

€ 34.637,21 Istituto comprensivo statale “Baccarini” Russi

€ 47.392,40 Istituto comprensivo statale Massa Lombarda

€ 22.830,47 Istituto comprensivo Brisighella

€ 35.086,22 Istituto comprensivo “Foresti” Conselice

€ 46.535,33 Istituto comprensivo Europa, Faenza

€ 40.356,25 Istituto comprensivo Marina di Ravenna

€ 47.160,80 Istituto comprensivo “Darsena” Ravenna

€ 35.554,14 Istituto comprensivo statale Alfonsine

€ 25.343,38 Istituto comprensivo statale Cotignola

€ 37.213,14 Istituto comprensivo statale “Gherardi” Lugo

€ 39.681,94 Istituto comprensivo statale “Baracca”

€ 27.517,56 Istituto comprensivo Riolo e Casola Valsenio

€ 56.235,64 Istituto Comprensivo “Carchidio – Strocchi”

€ 48.292,00 Istituto Comprensivo “C. Bassi” Castel Bolognese

€ 47.200,19 Istituto comprensivo “Manara Valgimigli”, Mezzano (Ravenna)

€ 45.805,88 Istituto comprensivo statale “San Biagio” Ravenna

€ 25.871,17 Istituto comprensivo “Battaglia” Fusignano

€ 43.400,10 Istituto comprensivo “Matteucci” Faenza

€ 40.127,80 Istituto comprensivo “San Rocco” Faenza

€ 39.135,24 Istituto comprensivo S.P. Damiano Ravenna

€ 42.352,40 Istituto comprensivo “Ricci Muratori” Ravenna

€ 42.940,05 Istituto comprensivo “Randi” Ravenna

€ 30.380,23 Istituto comprensivo “Novello” Ravenna

€ 30.340,84 Istituto comprensivo statale intercomunale 1 Ravenna/Cervia

€ 39.820,58 Istituto comprensivo statale Cervia 2

€ 30.670,12 Istituto comprensivo statale Cervia 3

€ 109.080,81 Polo tecnico professionale di Lugo

€ 73.693,67 Istituto Istruzione Superiore Tecnica Industriale Professionale Luigi Bucci Faenza

€ 40.143,55 Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti

€ 53.549,42 Liceo classico “Dante Alighieri” Ravenna

€ 72.601,86 Liceo “Torricelli Ballardini” Faenza

€ 51.942,42 Liceo scientifico “Oriani” Faenza

€ 57.196,69 Liceo di Lugo

€ 54.160,71 Istituto professionale “Persolino Strocchi” Faenza

€ 51.558,00 Istituto professionale “Olivetti Callegari” Ravenna

€ 86.069,17 Istituto alberghiero Cervia

€ 67.320,80 Istituto alberghiero Riolo Terme

€ 71.686,49 Liceo artistico “Nervi-Severini” Ravenna

€ 72.223,74 Istituto tecnico “Oriani” Faenza

€ 57.848,94 Istituto tecnico commerciale “Ginanni” Ravenna

€ 92.360,11 Istituto tecnico “Nullo Baldini” Ravenna

€ 78.771,49 ITG “Morigia” – ITAS “Perdisa” Ravenna

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Istruzione Romagna

Scuola, a Forlì-Cesena 2,4 milioni di euro direttamente alle scuole per ripartire in sicurezza. Le somme per ogni istituto

Arrivano risorse fresche per tante scuole del territorio , da spendere per preparare la ripartenza delle lezioni in presenza e in sicurezza. Lo annuncia il deputato romagnolo Marco Di Maio, comunicando che per la provincia di Forlì-Cesena l’ammontare complessivo delle risorse sarà di 2,4 milioni di euro.

“Si tratta di soldi – spiega il parlamentare, componente della Commissione Affari costituzionali alla Camera – che abbiamo stanziato con il decreto sostegni bis, recentemente convertito in legge dal parlamento, per garantire l’avvio dell’anno 2021/2022 in sicurezza. Assieme all’obbligo di green pass e un migliore coordinamento delle politiche di trasporto pubblico locale, queste risorse aggiuntive rispetto ad altre recentemente assegnate, hanno lo scopo di far partire l’anno scolastico in sicurezza e in presenza per tutti, senza distinzioni”.

I dirigenti scolastici di ogni istituto potranno spendere le risorse assegnate per comprare di dispositivi di protezione e di materiale per l’igiene individuale o degli ambienti, ma anche per interventi a favore della didattica per le studentesse e gli studenti con disabilità, disturbi specifici di apprendimento e altri bisogni educativi speciali, per potenziare gli strumenti digitali, per favorire l’inclusione e contrastare la dispersione scolastica attraverso il potenziamento dell’offerta formativa.

I fondi si potranno utilizzare anche per adattare gli spazi interni ed esterni degli istituti per garantire lo svolgimento delle lezioni in sicurezza o per l’acquisto di servizi professionali, di formazione e di assistenza tecnica per la sicurezza sui luoghi di lavoro, per l’assistenza medico-sanitaria e psicologica. Si potranno acquistare strumenti per l’aerazione e quanto ritenuto utile per migliorare le condizioni di sicurezza all’interno degli Istituti.

Nello specifico, le risorse nella provincia di Forlì-Cesena sono così suddivise:

€ 37.969,37 Direzione Didattica Cesena 2

€ 32.801,76 Direzione Didattica 3° Circolo Cesena

€ 37.402,20 Direzione Didattica 4° Circolo Cesena

€ 34.400,88 Direzione Didattica 5°° Circolo Cesena

€ 41.774,19 Direzione Didattica Statale 7° Circolo Cesena

€ 30.013,14 Direzione Didattica Statale 1° Circolo Cesenatico

€ 33.723,42 Direzione Didattica Statale 2° Circolo Cesenatico

€ 28.155,63 Scuole Sogliano

€ 35.963,77 Istituto comprensivo Valle Savio

€ 37.449,46 Istituto comprensivo Bertinoro

€ 47.000,10 Istituto comprensivo “Rosetti” Forlimpopoli

€ 24.149,15 Istituto comprensivo Bagno di Romagna

€ 31.530,34 Istituto comprensivo di Longiano

€ 31.501,98 Istituto comprensivo Valle del Montone

€ 23.106,18 Istituto comprensivo Civitella di Romagna

€ 31.112,83 Istituto comprensivo statale Meldola

€ 15.871,51 Istituto comprensivo Santa Sofia

€ 21.916,68 Istituto comprensivo Predappio

€ 19.198,95 Istituto comprensivo Modigliana

€ 40.261,72 Istituto comprensivo scuola dell’infanzia Gambettola

€ 59.515,81 Istituto comprensivo “Giulio Cesare” Savignano

€ 43.723,07 Istituto comprensivo San Mauro Pascoli

€ 32.702,50 Istituto comprensivo Gatteo

€ 37.536,11 Istituto Comprensivo N. 5 Tina Gori di Forlì (FC)

€ 23.066,79 Istituto Comprensivo N. 9 Beatrice Portinari di Forlì

€ 27.515,98 Istituto Comprensivo N. 4 Annalena Tonelli di Forlì

€ 39.166,75 Istituto Comprensivo N. 2 Irene Ugolini Zoli di Forlì

€ 30.726,83 Istituto Comprensivo N. 8 di Forlì

€ 46.046,93 Istituto Comprensivo N. 3 Giuseppe Prati Don Pippo di Forlì

€ 46.732,27 Istituto Comprensivo N. 7 Carmen Silvestroni di Forlì

€ 33.395,72 Istituto Comprensivo N. 1 Forlì. Via Giorgina Saffi

€ 41.076,25 Istituto Comprensivo N. 6 Silvio Zavatti di Forlì

€ 69.195,64 Istituto Superiore “Marie Curie” -Savignano sul Rubicone

€ 96.520,99 Istituto di Istruzione Superiore Forlimpopoli

€ 50.158,96 Istituto di istruzione superiore “Da Vinci” Cesenatico

€ 85.245,18 Istituto di Istruzione Superiore “Baracca” di Forlì

€ 118.336,83 Istituto Superiore Pascal Comandini Cesena

€ 33.802,20 Scuola secondaria 2° grado “Viale della Resistenza” Cesena

€ 29.250,60 Scuola secondaria 1° grado “via Pascoli” Cesena

€ 27.038,61 Istituto secondario di 1° grado “Dante Arfelli” Cesenatico

€ 33.263,38 Scuola Secondaria di I grado Anna Frank di Cesena

€ 20.954,05 Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti

€ 58.171,92 Liceo classico “Monti” Cesena

€ 48.262,07 Liceo classico “Morgagni” Forlì

€ 37.107,58 Liceo Linguistico Statale “Ilaria Alpi” di Cesena

€ 64.519,58 Liceo Scientifico “Augusto Righi” di Cesena

€ 62.164,22 Liceo Scientifico Statale Fulcieri Paulucci di Calboli

€ 78.602,91 Istituto professionale “Versari Macrelli” Cesena

€ 42.437,47 Istituto Professionale “Ruffilli” di Forlì

€ 63.252,88 Liceo Artistico e Musicale Statale Canova di Forlì

€ 111.489,74 Istituto Tecnico Garibaldi – Da Vinci Cesena

€ 65.305,75 Istituto tecnico economico “Matteucci” Forlì

€ 60.872,31 Istituto Tecnico Economico “Serra” Cesena

€ 49.862,77 Istituto tecnico “Saffi-Alberti” Forlì

€ 94.343,66 Istituto Tecnico Tecnologico Statale “Marconi” Forlì

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Istruzione Romagna

Scuole d’infanzia e paritarie, a Meldola incontro con la “Achille Lega” e altri istituti: “Certezze normative e finanziarie, superare gli stereotipi”

Incontro proficuo venerdì mattina a Meldola tra il deputato Marco Di Maio e Anna Maria Di Cicco, vicepresidente della FISM (Federazione italiana scuole materne) Forlì-Cesena e Coordinatrice del polo d’infanzia “Monsignor Achille Lega”. Al centro del confronto, a cui hanno preso parte anche Alberto Capacci, presidente della scuola materna “Sacro Cuore” di Cusercoli, e Davide Canali, presidente della Fondazione Istituto San Giuseppe, il contenuto della petizione lanciata dai nidi e dalle materne paritarie no profit.

“E’ importante dare ascolto a queste realtà – ha detto Marco Di Maio al termine dell’incontro – che svolgono un servizio pubblico essenziale, in sinergia con gli enti locali e con le famiglie del territorio, garantendo una copertura educativa che altrimenti il pubblico da solo sono riuscirebbe ad assicurare. Per questo è importante tendere verso una maggiore parità, come l’aveva immaginata Luigi Berlinguer con la legge 62 del 2000, che ha riconosciuto il ruolo fondamentale nel sistema scolastico italiano delle scuole paritarie”.

“Occorre assicurare certezze dal punto di vista finanziario e legislativo – aggiunge il parlamentare – questioni che da sempre poniamo all’attenzione del parlamento e del Governo. Un lavoro che in questi anni ci ha consentito di compiere importanti progressi e migliorare le condizioni di lavoro di queste realtà; ma ancora molti sono gli stereotipi da superare e i passi da compiere per giungere ad un vera parità che metta al centro solo un obiettivo: la qualità dell’educazione dei nostri ragazzi e il loro futuro”.

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Istruzione PrimoPiano

Decreto scuola approvato: cosa cambia per gli esami di Stato (e non solo)

E’ stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il decreto con le “misure urgenti sulla regolare conclusione e l’ordinato avvio dell’anno scolastico e sullo svolgimento degli esami di Stato”. Entra in vigore da oggi 9 aprile 2020.

ESAMI DI STATO – Per la scuola secondaria di I grado il decreto prevede che il ministero possa, con provvedimento specifico, modificare l’impianto dell’esame. Se sarà possibile farlo in presenza, potrà essere semplificato. Altrimenti si procederà con la valutazione finale da parte del Consiglio di classe, prevedendo la consegna anche di un elaborato da parte degli studenti.

Per la scuola secondaria di II grado, tutti i ragazzi avranno la possibilità di sostenere le prove, tenuto conto del periodo dell’emergenza. Ma i crediti di accesso relativi alla classe V e il voto finale saranno comunque basati sull’impegno di tutto l’anno.

Il decreto indica, poi, una doppia possibilità. Se i ragazzi potranno rientrare a scuola entro il 18 maggio, ci sarà un esame con commissione interna. La prima prova, Italiano, sarà preparata dal ministero. La seconda, quella diversa per ciascun indirizzo, sarà predisposta dalle commissioni. Poi ci sarà l’orale. Se non si rientra a scuola, è previsto il solo colloquio orale. Resta ferma la necessità di raggiungere almeno il punteggio di 60/100 per ottenere il diploma.

TUTTI PROMOSSI… – Per quanto riguarda l’ammissione all’anno successivo, il decreto prevede che tutti possano essere ammessi all’anno successivo, ma tutti saranno valutati, nel corso degli scrutini finali, secondo l’impegno reale. Non ci sarà quindi il ‘6 politico’.

DEBITI – ‘Congelato’, per quest’anno, il meccanismo dei debiti alla secondaria di II grado. All’inizio di settembre, infatti, invece degli abituali corsi di recupero delle insufficienze, sarà possibile, per tutti i cicli di istruzione, dalla primaria fino alla classe quarta del secondo grado, recuperare e integrare gli apprendimenti: ciò che non è stato appreso, o appreso in parte quest’anno, potrà essere recuperato/approfondito all’inizio del prossimo.

DISABILITA’ – Ci sarà particolare attenzione ai ragazzi con disabilità e a quelli con bisogni educativi speciali. Per l’avvio del nuovo anno, il decreto consente di lavorare, da subito, anche al nuovo anno scolastico dando al ministero gli strumenti per operare con rapidità e di raccordarsi, ad esempio, con le Regioni per uniformare il calendario di avvio delle lezioni.

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Istruzione PrimoPiano

Approvato il decreto scuola: ecco le novità

Via libera del Consiglio dei ministri anche al decreto che riordina il sistema scolastico alla luce degli sconvolgimenti provocati dall’epidemia di Covid-19. Molte le novità introdotte, anche se permangono alcune incertezze.

In attesa del testo ufficiale di questo decreto, di seguito la sintesi “ufficiale” dei punti salienti del provvedimento:

Le norme disciplinano, con strumenti temporalmente efficaci, tutte le complesse operazioni relative alla chiusura dell’anno scolastico 2019/2020 e all’avvio dell’anno scolastico 2020/2021, tenendo conto della situazione determinatasi a seguito dell’emergenza sanitaria e dell’eventuale protrazione del periodo di sospensione dell’attività didattica svolta “in presenza” oltre il 18 maggio 2020.
Inoltre, in relazione alle criticità emerse nel proseguimento delle attività formative pratiche o di tirocinio in ambito universitario, si adottano misure eccezionali per lo svolgimento degli esami di Stato per l’esercizio delle professioni, per le quali l’attività di tirocinio in parola costituisce una condizione di ammissione.

1. Istruzione

In materia di istruzione, il testo prevede, tra l’altro, che al fine di garantire l’ordinata conclusione dell’anno scolastico 2019/2020, con una o più ordinanze del Ministro dell’istruzione, siano dettate specifiche misure finalizzate ad adeguare la valutazione degli alunni e gli esami di Stato alla situazione emergenziale. Le ordinanze dovranno definire la possibilità di articolare attività di recupero degli apprendimenti dell’anno scolastico 2019/2020, nel corso dell’anno scolastico successivo, a decorrere dal 1° settembre 2020. Tale attività, relativa agli alunni delle classi prime ed intermedie, rappresenterà ordinaria attività didattica per il personale scolastico e per gli alunni. La graduazione tra le diverse misure adottabili sarà determinata in ragione della ripresa o meno delle attività didattiche in presenza entro la data del 18 maggio 2020.

Pertanto, qualora sia possibile il rientro a scuola entro tale data, si prevede che:

  • per entrambi di cicli di istruzione, le ordinanze potranno adattare i requisiti di ammissione alla classe successiva previsti dalla normativa vigente, in considerazione della effettiva possibilità di recupero degli apprendimenti e dell’impegno dimostrato dagli alunni;
  • per l’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione, le commissioni di esame potranno essere articolate in maniera diversa rispetto a quanto previsto, avendo come criterio direttivo la presenza di commissari tutti interni all’istituzione scolastica con presidente esterno alla stessa. Si potranno rivedere le prove di esame rispetto a quanto previsto, con la possibilità della sostituzione della seconda prova a carattere nazionale con una predisposta dalla commissione di esame della specifica istituzione scolastica, sulla base di criteri di uniformità dettati a livello nazionale.

Nella più grave ipotesi in cui lezioni in presenza non riprendano entro il 18 maggio 2020, o che per ragioni legate all’emergenza sanitaria gli esami non possano svolgersi in presenza, le ordinanze ministeriali potranno invece disporre modalità telematiche per la valutazione finale degli alunni e per gli scrutini finali. Inoltre, per l’esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione, sarà consentito sostituire l’intero esame con la valutazione finale da parte del consiglio di classe, integrando la stessa con la valutazione di uno specifico elaborato redatto dallo studente candidato all’esame. La definizione di contenuti e modalità di esecuzione di tale elaborato saranno definite nell’ordinanza stessa. Eccezionalmente, per l’esame di Stato del secondo ciclo di istruzione, vi potrà essere la previsione di un solo colloquio, sostitutivo di tutte le prove di esame. Tale eventualità richiederà la rimodulazione dello stesso colloquio e dei punteggi di esame previsti.

Per quanto riguarda l’ordinato avvio dell’anno scolastico 2020/2021, sono adottate, anche in deroga alle disposizioni vigenti, misure volte a:

  • definire la data di inizio delle lezioni per l’anno scolastico 2020/2021, d’intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, anche tenendo conto dell’eventuale necessità di recupero degli apprendimenti;
  • adattare gli aspetti procedurali e le tempistiche di immissione in ruolo, da concludersi comunque entro la data del 15 settembre 2020, nonché gli aspetti procedurali e le tempistiche relativi alle utilizzazioni, assegnazioni provvisorie e attribuzioni di contratti a tempo determinato;
  • l’eventuale conferma, per l’anno scolastico 2020/2021, dei libri di testo adottati per il corrente anno scolastico, in deroga alle norme vigenti.

Si prevede che, in corrispondenza della sospensione delle attività didattiche in presenza a seguito dell’emergenza epidemiologica, il personale docente assicuri comunque le prestazioni didattiche nelle modalità a distanza, utilizzando strumenti informatici o tecnologici a disposizione e che, in relazione al periodo di formazione e prova del personale docente ed educativo, esclusivamente per l’anno scolastico 2019/2020, le attività di verifica da parte dei dirigenti tecnici, previste nel caso di reiterazione del periodo di prova, qualora non effettuate entro il 15 maggio 2020, sono sostituite da un parere consultivo reso dal dirigente tecnico in sede di comitato di valutazione.

Il testo conferma, per tutto l’anno scolastico 2019/2020, la sospensione dei viaggi d’istruzione, delle iniziative di scambio o gemellaggio, delle visite guidate e delle uscite didattiche comunque denominate, programmate dalle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado.

2. Procedure concorsuali ed  esami di abilitazione per l’accesso alle professioni vigilate dal Ministero della giustizia

Il testo prevede che, analogamente a quanto previsto per le procedure concorsuali per l’accesso al pubblico impiego, siano sospese per sessanta giorni anche quelle previste dagli ordinamenti delle professioni regolamentate sottoposte alla vigilanza del Ministero della giustizia e agli esami di abilitazione per l’accesso alle medesime professioni, ivi comprese le misure compensative per il riconoscimento delle qualifiche professionali conseguite all’estero, ad esclusione dei casi in cui la valutazione dei candidati sia effettuata esclusivamente su basi curriculari ovvero in modalità telematica. Resta ferma la conclusione delle procedure per le quali risulti già ultimata la valutazione dei candidati.

3.    Misure urgenti per lo svolgimento degli esami di Stato di abilitazione all’esercizio delle professioni e dei tirocini professionalizzanti e curriculari

Il testo prevede che, qualora sia necessario in relazione al protrarsi dello stato di emergenza, con uno o più decreti del Ministro dell’università e della ricerca possono essere definite, anche in deroga alle vigenti disposizioni normative, le disposizioni volte ad assicurare il riconoscimento delle qualifiche professionali, l’organizzazione e le modalità della prima e della seconda sessione dell’anno 2020 degli esami di Stato di abilitazione all’esercizio delle professioni regolamentate, delle professioni di odontoiatra, farmacista, veterinario, tecnologo alimentare, dottore commercialista ed esperto contabile, nonché delle prove integrative per l’abilitazione all’esercizio della revisione legale. I decreti possono altresì individuare modalità di svolgimento diverse da quelle ordinarie, ivi comprese modalità a distanza, per le attività pratiche o di tirocinio previste per l’abilitazione all’esercizio delle stesse professioni, nonché per quelle previste nell’ambito dei vigenti ordinamenti didattici dei corsi di studio, ovvero successive al conseguimento del titolo di studio, anche laddove finalizzate al conseguimento dell’abilitazione professionale.


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Coronavirus, dimezzare le rette di marzo per asili nido e scuole dell’infanzia

Dopo la seconda settimana di chiusura, è necessario che ogni istituzione faccia la propria parte per venire incontro alle esigenze delle famiglie. Per questo è opportuno che in tutte le scuole del territorio si prenda in considerazione il dimezzamento della retta mensile di marzo per le famiglie che hanno figli alla scuola dell’infanzia o negli asili nido comunali.

Oltre allo straordinario lavoro che stanno svolgendo i professionisti della sanità e tutti coloro che sono impegnati nella gestione dell’emergenza va detto che senza il contributo delle singole famiglie non sarebbe possibile gestire questa difficilissima fase. La riduzione della quota si può applicare in maniera automatica e valere sulla retta effettivamente versata in base ai parametri previsti nelle scuole comunali nei singoli comuni, senza ulteriori passaggi burocratici a carico dei genitori.

Non può certo pesare solo sui Comuni lo sforzo di queste settimane: è chiaro che il dimezzamento della retta di un mese comporta un peso importante per un bilancio comunale, ma è uno sforzo necessario per mandare un segnale di attenzione. Serve anche che la Regione e il Governo mettano in campo misure straordinarie di compensazione alle famiglie e di supporto ai Comuni che dovessero prendere decisioni come queste. A tal proposito, a livello nazionale abbiamo avanzato alcune proposte al Governo, tra cui l’ipotesi di estendere l’importo del “bonus asili” e di introdurre da subito l’assegno unico per le famiglie.

D’altra parte chiunque sia a contatto con le persone sa che la giusta scelta di chiusura delle scuole per contenere la diffusione del virus, ha provocato maggiori costi per le famiglie che hanno dovuto, ad esempio, pagare una baby sitter e la retta scolastica senza usufruire del servizio; o che hanno dovuto prendere giorni di ferie dal lavoro; o che hanno dovuto stravolgere i piani e la programmazione familiare.

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Medicina in Romagna: sostegno totale al progetto, anche dall’opposizione

Da anni lavoriamo per questo risultato: ed ora diventa realtà. Con l’approvazione all’unanimità da parte del Senato accademico, si è chiusa l’istruttoria per portare i corsi di laurea di Medicina e chirurgia a Forlì e Ravenna. Una svolta per la presenza universitaria in Romagna, paragonabile solo a quella impressa dai primi insediamenti dell’ateneo nelle nostre province, ormai 30 anni fa.

Per questo motivo Italia Viva sostiene convintamente il progetto, che è nato e si è sviluppato quando a guidare la città era il sindaco Davide Drei, ma soprattutto perché lo riteniamo un progetto valido, utile e di prospettiva ultradecennale. La coerenza con l’enorme impegno messo in questi anni non poteva portarci a votare diversamente che a favore, in Consiglio comunale. Con buona pace di chi si scandalizza se una forza di opposizione vota con la maggioranza: se un progetto è giusto, per lo più se completa un percorso voluto, pensato e attuato da noi, una opposizione che vuole essere costruttiva deve comportarsi così. Non giudichiamo le scelte di altri, ci accontentiamo di rivendicare le nostre.

Dietro a questa iniziativa ci sono persone, studenti, insegnanti, economia, cultura, investimenti privati, opportunità di crescita culturale, sociale ed economica. Fermarsi adesso o aggrapparsi ad aspetti formali per il solo fatto che a guidare l’Amministrazione comunale c’è un sindaco di una parte politica diversa, significa non guardare al futuro di una città ma ad equilibri interni. 

Dunque grazie a tutti coloro che hanno lavorato per questo scopo e a chi ha saputo far prevalere l’interesse del territorio a quelli di parte. Ci aspettiamo che anche il sindaco abbia il medesimo atteggiamento e non si avventuri in polemiche politiche inutili in questa fase. Ora la priorità è dare piena attuazione al progetto Romagna Salute, che vede Forlì come perno centrale di un impianto che coinvolge anche Ravenna, Cesena e Rimini, verso l’obiettivo dei prossimi anni di realizzare un Policlinico della Romagna

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L’approdo di Medicina a Forlì e l’obiettivo del Policlinico della Romagna

L’approdo del corso di laurea di Medicina a Forlì e Ravenna (cui fanno il paio i nuovi insediamenti su Cesena e Rimini), sono per la nostra terra una pietra miliare, che ora apre nuovi scenari per l’università e la sanità romagnole. E’ il modo migliore per celebrare i 30 anni della presenza universitaria in Romagna, gettando le basi per progetti lungimiranti che guardino ai prossimi decenni, come quello di un Policlinico della Romagna.

Servono obiettivi ambiziosi e dunque la prospettiva di realizzare un Policlinico della Romagna, anche in ragione degli importanti insediamenti che si stabiliranno a Cesena con l’investimento su ingegneria biomedicale e a Rimini sul fronte dei servizi innovativi e della prevenzione, deve essere un obiettivo attorno al quale tutti si sentano impegnati concretamente e senza inutili gelosie territoriali. 

L’approdo massiccio di Medicina in Romagna è il frutto di un lavoro di squadra, talvolta anche faticoso, ma la cui positiva conclusione apre opportunità nuove per tutti i cittadini. Ora si lavori per attuare questo progetto nei tempi prefissati, puntando ad attrarre i migliori professionisti delle diverse discipline e rafforzando la capacità di collaborare dei diversi territori romagnoli.