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“Giù le mani dal 5 per mille”: l’impegno di Marco Di Maio per difendere il Terzo settore dalla legge Rufa (Lega)

Comunicato stampa

Impegno in prima persona del deputato romagnolo Marco Di Maio per bloccare la proposta di legge Rufa (Lega) che propone di usare parte delle risorse del 5 per mille destinato dagli italiani a opere e soggetti di rilevanza sociale per destinarle, invece, al fondo assistenza per il personale delle Forze di Polizia e delle Forze Armate.

“Sono sicuro che i primi a non essere concordi con questa scelta sarebbero proprio le donne e gli uomini delle forze dell’ordine – commenta il parlamentare Marco Di Maio – alla cui assistenza è giusto accordare più risorse; ma non sottraendo denaro ad altri soggetti che sono impegnati in progetti destinati ad aiutare soggetti che prendono cura delle persone, dell’ambiente, della salute, della ricerca, della cultura”.

Per questo motivo il deputato romagnolo annuncia che “assieme al collega Mauro Del Barba abbiamo presentato un emendamento per bloccare questa legge, che arrecherebbe un danno enorme non solo agli operatori del terzo settore, anche a tanti attivi in Romagna come ad esempio lOR, Diabete Romagna, l’Ail solo per citare alcune delle tantissime associazioni che si prodigano per gli altri sul nostro territorio e che verrebbero penalizzate se questa legge venisse approvata”.

“Ogni anno dal 2006, 16 milioni di persone in Italia e moltissime in Romagna – conclude – scelgono di destinare il proprio 5 per mille in dichiarazione dei redditi per sostenere attività nel campo del volontariato, della ricerca scientifica, della tutela dei più fragili, del patrimonio culturale e dell’ambiente. Mi auguro che tutti i parlamentari, che a partire dai colleghi della Lega a cui appartiene il senatore Rufa che ha presentato questa legge, si uniscano all’impegno di fermare questa assurdità e approvino il nostro emendamento”.

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Ucraina, emendamenti Marco Di Maio: “semplificazioni su permessi soggiorno profughi ucraini”

Comunicato stampa

Il deputato romagnolo, Marco Di Maio a seguito di un incontro con le Acli nazionali e con altri operatori del Terzo settore, ha presentato alla legge di riforma della cittadinanza una serie di emendamenti per facilitare l’accoglienza dei profughi di guerra ucraini. “Gli emendamenti proposti per sbloccare l’ottenimento da parte dei cittadini ucraini dei permessi di soggiorno temporaneo, vanno nella direzione già tracciata dal governo e che intendiamo rafforzare”, spiega il parlamentare a margine del deposito degli emendamenti, nella sua veste di capogruppo in Commissione Affari costituzionali alla Camera

“Raccogliamo così – spiega – le proposte presentate dalle Acli e da tante associazioni in prima linea sul fronte dell’accoglienza e dell’accompagnamento a processi di integrazione. Considerato il fatto che le tensioni in Ucraina sono cominciate prima dell’inizio della guerra, le modifiche di Italia Viva prevedono innanzitutto la possibilità di rilasciare un permesso di soggiorno di protezione temporanea, anche ai cittadini ucraini arrivati in Italia tra il primo gennaio e il 24 febbraio. Allo stesso modo, gli emendamenti prevedono che i cittadini ucraini in possesso di un permesso di soggiorno valido, di qualunque tipo, alla scadenza possano chiedere di trasformarlo in un permesso di soggiorno di protezione temporanea. Infine, viene facilitato il ricongiungimento familiare per i cittadini ucraini in possesso di un permesso di soggiorno in Italia”.

“La logica a cui gli emendamenti è quella di adottare misure più tempestive per fronteggiare emergenze umanitarie di questo tipo, e di conseguenza consentire l’avvio immediato di percorsi mirati di inclusione attraverso la scuola, l’inserimento lavorativo e l’accoglienza nelle nostre comunità”, conclude.

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Approvata la legge sulla disabilità: obbiettivo arrivare a una vera inclusione

Via libera definitivo e unanime del Senato, come gia’ accaduto alla Camera, al ddl delega al governo in materia di disabilita’. Il disegno di legge, composto da 5 articoli e collegato all’attuazione delle riforme nell’ambito del Pnrr, prevede innanzitutto una delega per il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di disabilita’. Il principale obiettivo e’ assicurare un progetto di vita personalizzato e partecipato diretto a consentire alle persone con disabilita’ di essere protagoniste della propria vita e di realizzare una effettiva inclusione nella societa’.

>>> IL TESTO DELLA LEGGE
>>> IL DOSSIER DI APPROFONDIMENTO

– RIORGANIZZAZIONE NORMATIVA E UNIFICAZIONE ACCERTAMENTI: Tra le novita’, oltre alla riorganizzazione dell’intera normativa in materia (il governo deve adottare, entro 20 mesi dalla data di entrata in vigore della legge, uno o piu’ decreti legislativi per la revisione ed il riordino delle disposizioni vigenti in materia di disabilita’), si prevede una revisione dei processi valutativi di base, unificando tutti gli accertamenti concernenti l’invalidita’ civile, la cecita’ civile, la sordita’ civile, la sordocecita’, l’handicap, anche ai fini scolastici, la disabilita’ prevista ai fini del collocamento mirato e ogni altra normativa vigente in tema di accertamento dell’invalidita’. La finalita’ e’ quella di garantire un’omogenea valutazione su tutto il territorio nazionale, e di realizzare, anche a fini deflattivi del contenzioso giudiziario, una semplificazione e razionalizzazione degli aspetti procedurali e organizzativi del processo valutativo di base.

PROGETTO PERSONALIZZATO PER UNA VITA INDIPENDENTE: Il ddl, inoltre, dispone una valutazione multidimensionale della disabilita’, mediante un progetto personalizzato e al fine di garantire al soggetto una vita indipendente. E’ anche prevista la riqualificazione dei servizi pubblici in materia di inclusione e accessibilita’. La finalita’ perseguita e’ quella di garantire alla persona con disabilita’ il riconoscimento della propria condizione, anche mediante una valutazione della stessa congruente, trasparente ed agevole, tale da consentire il pieno esercizio dei suoi diritti civili e sociali ivi inclusi i diritti alla vita indipendente e alla piena inclusione sociale e lavorativa, nonche’ l’effettivo e pieno accesso al sistema dei servizi, delle prestazioni, dei trasferimenti finanziari previsti e di ogni altra relativa agevolazione, per promuovere l’autonomia della persona con disabilita’ e il suo vivere su base di pari opportunita’ con gli altri, nel rispetto dei principi di autodeterminazione e di non discriminazione. Il progetto individua i sostegni e gli accomodamenti ragionevoli che garantiscano l’effettivo godimento dei diritti e delle liberta’ fondamentali, tra cui la possibilita’ di scegliere, in assenza di discriminazioni, il proprio luogo di residenza e un’adeguata soluzione abitativa, anche promuovendo il diritto alla domiciliarita’ delle cure e dei sostegni socio-assistenziali.

– NASCE GARANTE NAZIONALE DISABILITA’: la delega prevede l’istituzione di un Garante nazionale delle disabilita’ per la tutela e promozione dei diritti delle persone con disabilita’, avente natura indipendente e collegiale. Tra le funzioni del garante, raccogliere segnalazioni da persone con disabilita’ che denuncino discriminazioni o violazioni dei propri diritti, anche attraverso la previsione di un centro di contatto dedicato; vigilare sul rispetto dei diritti e sulla conformita’ alle norme e ai princi’pi stabiliti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilita’, dalla Costituzione, dalle leggi dello Stato e dai regolamenti; svolgere verifiche, d’ufficio o a seguito di segnalazione, sull’esistenza di fenomeni discriminatori; formulare raccomandazioni e pareri alle Amministrazioni e ai concessionari pubblici interessati; promuovere una cultura del rispetto dei diritti delle persone con disabilita’ attraverso campagne di sensibilizzazione e comunicazione e progetti di azioni positive, in particolare nelle istituzioni scolastiche, in collaborazione con le Amministrazioni competenti per materia; infine, trasmettere annualmente una relazione sull’attivita’ svolta alle Camere, nonche’ al Presidente del Consiglio dei ministri ovvero all’Autorita’ politica delegata in materia di disabilita’.

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Via libera al decreto che anticipa l’assegno unico: un aiuto concreto per un numero maggiore di famiglie

A Montecitorio mercoledì un voto di cui siamo molto orgogliosi: il via libera definitivo al decreto che anticipa a quest’anno, a partire da luglio, l’assegno unico e universale per i figli minori, estendendo il beneficio anche nuclei che oggi non percepiscono alcun contributo.
Un’idea nata alla Leopolda, grazie al nostro lavoro e all’impegno della ministra Elena Bonetti, diventa sempre più una realtà concreta e positiva.

 Il decreto riconosce, a decorrere dal 1 luglio 2021 e fino al 31 dicembre 2021, alle famiglie che non abbiano diritto all’Assegno al nucleo familiare, un assegno per ciascun figlio minore che varierà a secondo del numero dei figli e dell’Isee. Le famiglie che invece già godono dell’Assegno al nucleo familiare lo continueranno a percepire in attesa che vengano emanati i decreti attuativi della riforma dell’Assegno unico, strumento che partirà dal 2022.

Il decreto ponte prevede un assegno pieno per le famiglie sotto i 7.000 euro di reddito, i cosiddetti incapienti, pari a 167 euro per un figlio (incrementato del 30% dal terzo figlio); tale sostegno scende con il crescere del reddito del nucleo in modo tale che per le famiglie che guadagnano tra i 40.000 e i 50.000 euro esso ammonta a 30 euro fino a due figli e a 40 se i figli sono tre o di piu’ . Oltre i 50 mila euro di reddito non e’ previsto alcun assegno.

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Assegno unico, si parte: cambiano le politiche per la famiglia. Ecco come funziona e cosa c’è da sapere.

Da oggi al via la possibilità di chiedere l’Assegno Unico, da parte delle famiglie, attraverso il sito dell’Inps. Un contributo concreto per oltre 2 milioni di famiglie, che potranno contare su un aiuto aggiuntivo per la crescita e la cura dei propri figli. Si apre una nuova stagione nelle politiche familiari, non più limitata ai bonus ma basata su sostegni stabili e duraturi. È il primo pilastro del Piano per le famiglie (il #FamilyAct) con cui abbiamo fondato Italia Viva nel settembre 2019. Oggi diventa realtà: una bella soddisfazione! Ora al lavoro per dare attuazione agli altri interventi previsti dal piano.

Ecco cosa prevede l’assegno unico per i figli

Da oggi, fino al 31 dicembre 2021, è possibile presentare la domanda per l’assegno temporaneo, la nuova misura di sostegno ai nuclei familiari con figli minori a carico che non hanno diritto all’assegno per il nucleo familiare (ANF), cioè lavoratori autonomi, disoccupati, coltivatori diretti, coloni e mezzadri, titolari di pensione da lavoro autonomo e nuclei familiari che non hanno tutti i requisiti necessari per avere diritto all’ANF.

La domanda può essere presentata dal 1° luglio al 31 dicembre 2021, utilizzando i consueti canali: portale web Inps, utilizzando l’apposito servizio online tramite SPID, Carta di identità elettronica 3.0 (CIE), Carta nazionale dei servizi (CNS) e PIN Inps rilasciato entro il 1° ottobre 2020; Contact Center IntegratoEnti di Patronato.

Per le domande presentate entro il 30 settembre 2021 saranno riconosciuti gli arretrati dal 1° luglio.

La procedura è estremamente semplificata, basta inserire codice fiscale dei figli minori e l’IBAN su cui accreditare le somme, oltre ad avere un ISEE corrente (che non deve essere allegato). Il pagamento sarà effettuato con accredito su conto corrente, bonifico domiciliato, carta di pagamento con IBAN o libretto postale intestati al genitore richiedente.

In caso di genitori separati legalmente o divorziati con affido condiviso, il pagamento è diviso al 50 per cento tra i due genitori, oppure effettuato all’unico genitore richiedente in presenza di un accordo tra di loro. Chi già percepisce il Reddito di Cittadinanza non deve presentare la domanda, in quanto la quota di assegno spettante sarà pagata d’ufficio dall’Inps direttamente sulla carta di pagamento RdC.

La misura non è una novità soltanto per chi non percepiva gli assegni al nucleo. Per quanto riguarda coloro che sono già beneficiari di assegno al nucleo familiare (ANF), dal 1° luglio 2021 al 31 dicembre 2021 sarà loro corrisposta una maggiorazione di 37,5 euro per ciascun figlio, per i nuclei familiari fino a due figli, e di 55 euro per ciascun figlio, per i nuclei familiari di almeno tre figli. La maggiorazione è riconosciuta anche in presenza di figli maggiorenni inabili ad un proficuo lavoro, oltre che di figli con età compresa tra i 18 e i 21 anni se studenti o apprendisti e appartenenti a nuclei numerosi.

In questo caso, le modalità di presentazione della domanda restano le stesse attualmente in vigore. L’importo delle somme teoricamente spettanti a titolo di ANF, comprensive della maggiorazione, sarà messo a disposizione dei datori di lavoro secondo i consueti canali.

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Via libera all’assegno unico e universale: dal 1° luglio aiuti per 2 mln di famiglie in più

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto-legge che introduce misure urgenti in materia di assegno temporaneo per figli minori. E’ una misura-ponte, che per 6 mesi estenderà gli aiuti alle famiglie a una serie di categorie che oggi non percepivano alcun sostegno. Si investono 3 miliardi in più sulle famiglie e ci si prepara all’entrata in vigore a pieno regime dell’assegno unico a partire da gennaio 2022.

Da quel giorno tutti i bonus e sgravi attuali entreranno nell’assegno unico e universale, senza penalizzazioni (proprio perchè si sono stanziati 3 miliardi in più) e anche per chi fino ad oggi non percepiva nulla.

E’ uno dei pilastri del Family Act, il piano per le famiglie che abbiamo elaborato a ottobre 2019 fondando Italia Viva. Un piano che guarda alle future generazioni e ai bisogni concreti delle famiglie.

Nelle more dell’attuazione della legge di delega relativa all’assegno unico familiare, il decreto-legge introduce misure immediatamente efficaci, di durata temporanea, volte a sostenere la genitorialità. Al contempo, si potenziano i vigenti assegni per il nucleo familiare.

Il testo, tra l’altro, introduce, a decorrere dal 1° luglio 2021 e fino al 31 dicembre 2021, un assegno temporaneo (“assegno ponte”) destinato alle famiglie con figli minori che non abbiano diritto ai vigenti assegni per il nucleo familiare.

L’assegno “ponte” spetta ai soli nuclei che non possiedono i requisiti per accedere agli assegni al nucleo familiare già in vigore; questi ultimi, invece, continueranno ad essere corrisposti alle famiglie di lavoratori dipendenti e assimilati.

Per accedere all’assegno “ponte”, il nucleo familiare del richiedente deve essere in possesso di un ISEE inferiore a 50.000 euro annui. Inoltre, il richiedente deve rispettare uno dei seguenti requisiti:

  • essere cittadino italiano o di uno Stato membro dell’Unione europea, o suo familiare titolare del diritto di soggiorno;
  • essere cittadino di uno Stato non appartenente all’Unione europea, in possesso del permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo o del permesso di soggiorno per motivi di lavoro o di ricerca di durata almeno semestrale;
  • essere soggetto al pagamento dell’imposta sul reddito in Italia;
  • essere domiciliato o residente in Italia e avere i figli a carico sino al compimento del diciottesimo anno d’età;
  • essere residente in Italia da almeno 2 anni, anche non continuativi, oppure essere titolare di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata almeno semestrale.

L’assegno viene corrisposto per ciascun figlio minore in base al numero dei figli stessi e alla situazione economica della famiglia attestata dall’ISEE; in particolare, gli importi risultano decrescenti al crescere del livello dell’ISEE. Se nel nucleo sono presenti più di due figli, l’importo unitario per ciascun figlio minore viene maggiorato del 30% e per ciascun figlio minore con disabilità, inoltre, gli importi sono maggiorati di 50 euro. Il beneficio medio riferibile alla misura per il periodo che va dal 1° luglio 2021 al 31 dicembre 2021 è pari a 1.056 euro per nucleo e 674 euro per figlio.

Il beneficio spetta a decorrere dal mese di presentazione della domanda stessa. Per le domande presentate entro il 30 settembre 2021, sono corrisposte le mensilità arretrate a partire dal mese di luglio 2021. L’assegno “ponte” è compatibile con il Reddito di cittadinanza e con la fruizione di eventuali altre misure in denaro a favore dei figli a carico erogate dalle Regioni e dai Comuni.

A decorrere dal 1° luglio 2021 e fino al 31 dicembre 2021, gli importi mensili dell’assegno per il nucleo familiare già in vigore sono maggiorati di 37,5 euro per ciascun figlio in favore dei nuclei familiari fino a due figli, e di 55 euro per ciascun figlio in favore dei nuclei familiari di almeno tre figli.

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PrimoPiano Welfare

Assegno unico e universale: primo pilastro del progetto di investimento sulle famiglie

Sembrava impossibile quando nell’ottobre del 2019, sul palco della Leopolda a Firenze, assieme ad Elena Bonetti abbiamo presentato il piano per le famiglie italiane. Il #FamilyAct aveva come suo primo pilastro l’assegno unico e universale, che oggi – dopo un anno e mezzo – ha ottenuto il via libera definitivo e all’unanimità del parlamento italiano.

Da luglio le famiglie del nostro Paese (TUTTE) avranno a disposizione un contributo mensile per ciascun figlio, dal 7° mese di gravidanza fino al compimento del 21° anno di età. L’importo sarà maggiorato dal terzo figlio in poi e non avrà limiti temporali per i figli con disabilità.

A differenza di tutte le altre proposte (in questi giorni abbiamo assistito a un lungo balletto per rivendicarne il merito) questo intervento non punta sull’assistenzialismo ma sull’intraprendenza delle famiglie.

ccompagnandole nella crescita dei propri figli con un contributo economico duraturo, certo, mensile: che consente di pianificare la propria vita con una piccola certezza in più.

Abbiamo un dovere a cui non possiamo sottrarci: mettere in campo un progetto di lungo periodo per l’Italia. L’investimento sui giovani e sulle famiglie è quello che più di ogni altro può proiettare un paese verso il futuro. E questa è la filosofia con cui abbiamo pensato all’assegno unico e universale, inserito dentro il più ampio progetto del Family Act.

Apriamo subito il cantiere per l’attuazione della misura, a partire dal 1° luglio, e per realizzare gli altri pilastri del piano: il il contributo alle spese educative dei figli, la riforma dei congedi parentali, l’incentivo al lavoro femminile, il sostegno al protagonismo dei giovani e delle giovani coppie.
Prepariamo ora l’Italia di domani, l’Italia post-Covid, l’Italia delle giovani generazioni.

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PrimoPiano Speciale Coronavirus Welfare

Congedi e aiuti alle famiglie per fronteggiare gli effetti della DAD

Con il nuovo decreto anti Covid che regola gli spostamenti fino a Pasqua, il Governo ha introdotto alcune importanti novità a sostegno delle famiglie e dei ragazzi, costretti a rimanere a casa per effetto della chiusura di tutte le scuole di ordine e grado.

In particolare vengono previsti congedi parentali, il diritto allo smart working e il bonus baby sitter. Si tratta di 290 milioni di euro per far fronte alle difficoltà delle famiglie.

I congedi saranno retroattivi dal 1 gennaio 2021 e retribuiti al 50% sotto i 14 anni. Dai 14 ai 16 saranno usufruibili senza retribuzione. E’ stato inoltre reintrodotto il diritto allo smart working per chi ha figli sotto i 16 anni.

Per i lavoratori autonomi, gli operatori sanitari e le forze dell’ordine abbiamo previsto il bonus baby sitter fino a 100 euro alla settimana. Sono misure necessarie e doverose per sostenere concretamente le famiglie e tutti i bambini e ragazzi del nostro Paese.

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Politica PrimoPiano Romagna Sanità Welfare

Ausl Romagna, polemiche politiche inutili. La Direzione ritiri comunicazione ai dipendenti e li lasci liberi. I problemi sono altri

La politica dà un pessimo esempio di sé impegnandosi in questo momento ad alimentare polemiche di partito. L’emergenza coronavirus sta mettendo in difficoltà i sistemi sanitari di ogni regione, governate da qualsiasi colore politico. Se si volessero fare polemiche in Lombardia o in Veneto, ad esempio, ce ne sarebbero gli elementi; ma a cosa servirebbe? A nulla e sarebbe quanto di meno utile e più vergognoso possa fare la politica in un momento come questo. La direzione generale dell’Ausl ha sbagliato: ritiri la comunicazioni e lasci liberi i suoi dipendenti.

Una comunicazione che è stata vissuta come un pugno nello stomaco più che uno stimolo, con un surreale invito al silenzio e al non utilizzo dei social per esprimere i propri pensieri. In un momento in cui ci sarebbe bisogno di vicinanza, motivazione, adesione allo sforzo che il personale sta compiendo, ci si preoccupa di chiedere il silenzio. Davvero inopportuno.

Detto questo, però, ora non servono a nulla le polemiche di partito. Senza tante ulteriori discettazioni, la Direzione generale ritiri la comunicazione e lasci gli operatori liberi di lavorare senza la paura di aver usato qualche parola fuori posto o non gradita. Medici, infermieri, operatori sanitari, tecnici e tutto il personale ha già troppe pressioni per le condizioni in cui sta lavorando per sopportare anche questo: i problemi sono altri (il più grosso i dispositivi di sicurezza), preoccupiamoci di quelli. Per il resto, anche per le polemiche, ci sarà tempo.

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Il ministro Bonetti in diretta Facebook: “Congedi parentali, bonus babysitter, Carta famiglia: le misure del governo per sostenere le famiglie in questo momento di difficoltà”

“Il giorno in cui abbiamo deciso di chiudere le scuole, mi sono assunta l’impegno personale di sostenere le famiglie attraverso forme straordinarie di congedi o di sostegni economici per pagare eventuali babysitter. Nel decreto che è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale queste soluzioni ci sono”. Con queste parole la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, ha commentato nella diretta Facebook con il parlamentare romagnolo Marco Di Maio le prime misure che il governo ha preso a sostegno dei nuclei famigliari.

“Abbiamo introdotto quindici giorni di congedo aggiuntivo rispetto a quello di cui già i lavoratori possono godere: ad esempio, una famiglia che ha almeno un minore di 12 anni ha diritto a quindici giorni di congedo retribuito al 50 per cento. Quindici giorni di congedo sono estesi anche ai lavoratori autonomi che sono iscritti all’Inps. Per chi non accede a questa forma di congedo, può invece accedere a un voucher di 600 euro per pagare le spese di babysitter. Questi 600 euro aumentano a 1.000 euro nel caso di famiglie con operatori sanitari o personale delle forze dell’ordine impegnati in prima linea nella gestione del Coronavirus. Per le famiglie, invece, che hanno figli disabili queste stesse misure si applicano senza limiti di età”.

Il ministro Bonetti ha anche fatto riferimento alle prime misure economiche varate dal governo per fronteggiare l’emergenza Coronavirus: “Abbiamo approvato la sospensione dei pagamenti fiscali, dei contributi da versare per le colf e la sospensione vera delle rate per i mutui della prima casa senza soglia di Isee per i lavoratori, anche autonomi, che hanno avuto cali del fatturato importanti dovuti a questa emergenza. Ci saranno in prospettiva misure di ripartenza e crescita economica ma saranno stanziate in un secondo decreto dedicato a questo tipo di interventi”.

Infine un riferimento alla “Carta famiglia”: “Le famiglie che hanno almeno tre figli minori di 26 anni da oggi possono farne richiesta. È una carta che permette di ottenere degli sconti sia per l’acquisto diretto – che in questo momento è ovviamente molto limitato – ma anche per l’acquisto online in tutti quegli esercizi che hanno aderito alla Convenzione. La carta famiglia sarà estesa nelle prossime settimane anche a quelle famiglie che hanno almeno un figlio nelle prime regioni che sono state colpite dal virus che oggi si trovano in una situazione di maggiore difficoltà e poi vedremo in che modo proseguire”.