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«Crisi per bassi calcoli elettorali Ora un’estate di caos e problemi»

L’on. Marco Di Maio (Italia Viva): «Governo caduto sulla spinta di M5S, Lega e Forza Italia» Per il voto la data è quella del 25 settembre. «Ma Draghi resta il miglior premier possibile»

Intervista sul “Carlino” del 22 luglio a cura di Fabio Gavelli

«Cosa è accaduto? Che sono prevalsi bassi calcoli elettorali sul bene del Paese». Marco Di Maio, vice presidente del gruppo di Italia Viva alla Camera, risponde alle domande di ritorno, in treno, da Roma.

On. Di Maio, si faticano a capire le ragioni che hanno portato a questa crisi, con l’inflazione alle stelle e una guerra poco lontana.
«In modo apparentemente incomprensibile Giuseppe Conte prima e negli ultimi giorni Salvini e Berlusconi, anziché occuparsi dei gravi problemi che affliggono l’Italia, hanno pensato fosse meglio andare a votare. Sono loro ad aver fatto cadere Draghi».

Perché proprio in un momento critico come questo?
«In realtà Conte aveva fretta, perché nel 2023 sarebbe stato scalzato da Di Battista e la Raggi, mentre Salvini e Berlusconi sono persuasi di sfruttare il traino attuale della Meloni per conquistare il potere».

Le posizioni ufficiali di M5S, Lega e Forza Italia sostengono tesi diverse.
«Lo so, ma si tratta di pretesti. In una fase così complicata da gestire, buttare gù il governo a causa del discorso di Draghi o di qualche risoluzione, non sta ovviamente in piedi. La decisione era già stata presa da Conte, gli altri si sono accodati nelle ultime ore».

Quando si andrà alle urne?
«Il prima possibile, penso il 25 settembre: si scioglierà l’interrogativo a ore. Il prossimo governo dovrà avere il tempo di fare la Finanziaria».

Italia Viva non ha delle responsabilità?
«No, avevamo rinunciato anche ad alcune nostre battaglie pur di proseguire con la leadership dell’italiano più autorevole nel mondo, cioé Mario Draghi».

Votare nel 2023 sarebbe stato meglio?
«Senz’altro. Sarebbe stato messo in atto almeno in parte il Pnrr, inoltre in una fase internazionale così pericolosa, nei prossimi mesi avremmo potuto contare su Draghi come interlocutore, anche nei confronti di un dittatore come Putin».

Cosa si aspetta?
«Caos, aggravarsi dei problemi finanziari e perdita di credibilità dell’Italia, purtroppo».

Col suo partito cosa farete nelle prossime settimane?
«Ci impegneremo attorno a una maggioranza che voglia proseguire il lavoro in corso finora, dalla battaglia contro il carovita al tetto sul prezzo del gas, una lotta che in Europa Draghi stava conducendo quasi da solo».

In che raggruppamento vi collocherete?
«In una maggioranza che si richiama ai valori europei, di serietà e concretezza. L’Italia non può permettersi di essere guidata da incompetenti e incapaci. Per fortuna ho notato un elemento positivo che mi fa ben sperare».

Quale?
«Prima di questi giorni non si erano mai visti appelli e raccolte di firme da parte di imprenditori e società civile affinchè un governo resti in carica. Di solito era sempre il contrario».

Fabio Gavelli