Intervista a Gavino Cau per il Corriere Romagna, pubblicata lunedì 20 agosto 2018 su tutte le edizioni romagnole

di Gavino Cau
Qualche giorno di vacanza prima di tornare al lavoro in Parlamento. Sui banchi dell’opposizione, ma con un occhio sempre aperto alle questioni della Romagna, visto che alle ultime elezioni è stato eletto nel collegio alla Camera nel collegio Forlì-Faenza. Il deputato forlivese Marco Di Maio analizza la situazione nazionale e locale e parla delle future sfide che aspettano la sua città.
Dopo il primo mandato parlamentare con la maggioranza, come è cambiata la sua visione del fare politica a Roma, ora sui banchi dell’opposizione? Pensa possa continuare la sua opera portata avanti per la Romagna?
«L’attenzione al territorio, il rapporto con le persone, le associazioni, le organizzazioni, le imprese, rimane un faro per la mia attività. Certo, oggi sono in una posizione diversa; ciò non toglie che si possa dare una mano alla propria comunità anchedai banchi dell’opposizione. Anche se l’attuale maggioranza non darà sponda e si concentrerà più a denigrare che a collaborare, continuerò a impegnarmi in questa direzione. Per Forlì e per tutta la Romagna».

L’ultimo risultato elettorale ha portato a divisioni e riflessioni nella sinistra. A distanza di mesi come vede la situazione nel Pd, pensa che si siano fatti passi avanti per recuperare il terreno perso con i cittadini? Anche nel Forlivese si nota questo scollamento tra base e partito?
«Lo scollamento è nazionale e c’è anche qui,dove pure ho vinto assieme alla mia coalizione la battaglia sul collegio uninominale in cui ero candidato senza listino bloccato o paracadute. In oltre il 90 per cento dei collegi in Italia il centrosinistra ha perso, mentre qui ha vinto: qualcosa vorrà dire. Si recupera guardando al futuro e non al passato, facendola finita con i litigi interni che non interessano a nessuno (e davvero non capisco chi continua), dando spazio a livello nazionale a volti nuovi, che hanno prodotto risultati. Servono freschezza, una nuova organizzazione che non può prescindere da una qualificata e positiva presenza sui social network; e una nuova leadership, da legittimare con un congresso da svolgersi al più presto, entro l’anno. Dopo il congresso e chiunque sia il vincitore, la si finisca con i distinguo e si proceda uniti. Gli avversari sono fuori, non dentro al Pd».

Tornando a Forlì, il passo indietro di Drei in vista delle elezioni amministrative 2019 che scenari ha aperto nel Pd locale? Quali caratteristiche dovrà avere il vostro candidato?
«Drei ha fatto una scelta non scontata, generosa e lucida di cui gli va dato atto e merito. Credo Il deputato Marco Di Maio serva presentarsi alla prossime elezioni con una coalizione che non può essere fatta solo di partiti, che deve coinvolgere le tante espressioni della società civile che non si riconoscono nei partiti, guidata da una figura non strettamente “politica”, che abbia già dimostrato nel lavoro e con la propria storia personale cosa sa fare. Una persona sperimentata e di grande apertura, dunque, attorno alla quale aggregare forze che vadano al di là degli schemi tradizionali».

Il prossimo anno andranno al voto anche altre Amministrazioni del Forlivese. Speranze o timori?
«Speranze più che timori, credo che ci siano le condizioni per essere competitivi ovunque se si segue lo schema di cui sopra; certo, se si propongono ricette già sperimentate, non sorprendiamoci se poi i risultati saranno negativi».

Il sindaco Drei ha detto che lascerà una Forlì diversa da quella che ha trovato?
«Sicuramente lascerà una Forlì con più progetti, più investimenti e più finanziamenti. Che però devono essere completati o realizzati, superando anche i rallentamenti burocratici (che non dipendono solo dal Comune) senza perdere di vista le piccole cose: manutenzione delle strade, verde pubblico, quartieri».

Opere da completare: carcere, aeroporto, tangenziale.
«Sul carcere è ripartito un iter che va avanti da troppo tempo e ha attraversato tutti i Governi; impossibile fare previsioni a questo punto, mi auguro che almeno su questo ci sia la possibilità e la capacità di lavorare in squadra, mettendo da parte le appartenenze. Tangenziale: per il terzo lotto i soldi sono stanziati e assegnati, ameno che ilGoverno non decida di bloccare anche questo, l’iter va vanti. Per quanto riguarda l’aeroporto: bando ottenuto a inizio anno, terminato due mesi fa con l’aggiudicazione al gruppo di privati. Ora è tutto nelle loro mani, ma sanno (come già ho avuto modo di dirgli e dimostrargli) che hanno il sostegno di tutti».

Quando torna a casa che Forlì ritrova, specie in centro? Percepisce insicurezza, degrado? I cittadini chiedono maggiori controlli.
«Più controlli, anche attraverso un maggior coordinamento delle forze che abbiamo sul territorio provinciale, sono fondamentali; ma serve anche una nuova politica: che accanto ai diritti metta la parola doveri. Diritti e doveri devono viaggiare insieme, sullo stesso piano. Se c’è qualcuno che non rispetta le regole, indipendentemente dalla sua religione, va sanzionato con le misure previste. Per fare un esempio: se in via Fabbretti c’è un luogo di culto che non è classificato come tale e non rispetta le norme, bisogna intervenire senza remore. Nel rispetto non solo di chi non appartiene a quella religione, ma anche dichi vi appartiene e fa di tutto per stare dentro le leggi. Ripartiamo dai doveri e avremo meno degrado e più percezione di sicurezza».