Quando lo scorso dicembre l’ex Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, firmava a Palazzo Chigi la convenzione con il sindaco di Forlì, Davide Drei, per il finanziamento dei progetti del “bando periferie”, finalmente vedeva la luce un lavoro di squadra che permetteva a Forlì e a decine di città in tutta Italia di ottenere una iniezione di liquidità per importanti lavori che avrebbero cambiato il volto di molte realtà del nostro Paese. Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e il superamento del vaglio della Corte dei Conti, i lavori stavano per partire, a Forlì come altrove.

 

Ma cambiano i governi e cambiano le priorità, e anche se questi cantieri erano di vitale importanza per molte città italiane, pur di racimolare fondi per le impossibili promesse elettorali, il governo ha deciso di tagliare questi fondi, con la promessa generica e nemmeno scritta su un pezzo di carta fatta all’ANCI di concedere i fondi in tre anni.

 

Il cosiddetto decreto “Milleproroghe” è quello con il quale il governo bloccherà questi fondi. C’è da notare che è stata posta la fiducia sulla votazione, strumento del tutto legittimo, ma che le attuali forze di maggioranza avevano promesso di non utilizzare mai. Ho votato convintamente NO a questa fiducia, ma purtroppo alla Camera il decreto è passato. In settimana sarà votato in via definitiva al Senato, dove comunque sta continuando l’opposizione dei nostri senatori, rendendo effettivo il blocco dei fondi.

 

Ma vediamo quali erano in progetti in questione nella nostra Romagna:

 

FORLÌ:

Riqualificazione di Porta Schiavonia (costo totale 400mila euro di cui 70mila dallo Stato, 210mila dalla società “Punta di Ferro”, 120mila dalla Regione).

Interventi in via dei Filergiti e via Gaudenzi per 265mila euro (65mila dal fondo statale, 200mila dalla società “Punta di Ferro”).

Interventi nelle vie Giorgina Saffi, Santa Caterina e Vochieri (300mila euro, di cui 97mila dal fondo statale e il resto dal “Punta di ferro”).

Nove milioni di euro per il completamento del Campus universitario coi padiglioni Sauli e Saffi (3,8 milioni dal bando, 2,5 dall’Università, altrettanti della Fondazione Carisp e 200mila euro dal Comune).

Il secondo stralcio dell’hub turistico culturale dell’ex Asilo Santarelli (2,15 milioni di cui 1,72 dal bando e 430mila euro dal Comune).

Un milione di euro per i “Giardini dei musei”(300mila euro dal bando, 500mila euro della Fondazione, 200mila euro dal Ministero dei Beni culturali).

Un milione di euro per la riqualificazione dell’illuminazione in centro (1.500 punti luce saranno convertiti a led).

450mila euro per la correzione acustica del San Giacomo (50mila euro dal bando, 400mila euro dalla Fondazione Carisp);

180mila euro per manutenzione e pulizia del centro.

 

CESENA:

1 milione e 800mila euro per il progetto “Tre Piazze”: riqualificazione delle piazze Almerici, Bufalini e Fabbri, andando a coprire oltre il 50% dei costi preventivati, che ammontano complessivamente a 3 milioni e 300mila euro.

 

RIMINI:

18 milioni per la riqualificazione del lungomare. Una zona che si estende a nord della città di Rimini e che avrebbe visto la realizzazione del “Parco del Mare Nord” con il fine di migliorare la viabilità, eliminare le zone con divieto di balneazione e, in generale, riqualificare la vivibilità della zona a forte impronta turistica. Il progetto prevedeva meno asfalto, più piste ciclabili, aree pedonali e aree verdi, alberi e così via.

 

RAVENNA:

12,8 milioni di euro per attuare il progetto “Ravenna in Darsena”. Un luogo che sarebbe diventato più vivo e con più servizi, coinvolgendo artisti e imprenditori locali per far diventare la darsena cittadina una sorta di cittadella dell’arte. Per fare ciò si era previsto di migliorare il collegamento alla città tramite una stazione ferroviaria e si sarebbe proceduto ad una riqualificazione degli spazi pubblici e delle aree dismesse per creare nuove opportunità imprenditoriali e luoghi di aggregazione.