“L’indicazione principale è quella di seguire i consigli che sono stati dati dal governo sulla base dei suggerimenti della comunità scientifica. Le persone che non hanno necessità di uscire e che non hanno obblighi lavorativi devono stare a casa in questo momento”. Lo ha affermato la ministra dell’Agricoltura, Teresa Bellanova, nella diretta Facebook del 19 marzo con il deputato romagnolo di Italia Viva, Marco Di Maio.
Riguardo all’Europa e come possa essere tutelata la nostra filiera agroalimentare in un momento di crisi generato dalla diffusione mondiale del Coronavirus, Bellanova ha detto: “Dobbiamo fare in modo che l’Europa sia davvero una casa comune dove tutti i cittadini si sentano in una condizione di protezione. Sono contenta che la Commissione ha fatto un documento per dire che i prodotti agroalimentari sono un bene essenziale al pari dei prodotti sanitari e devono avere libera circolazione, e che alle frontiere non ci devono essere degli intoppi come è successo domenica sera con gli 80 chilometri di coda al Brennero”.
“Un altro impegno che i ministri europei devono assumersi – ha aggiunto la ministra – è il contrasto alle pratiche sleali, perché nessuno deve chiedere ai nostri produttori un certificato in più rispetto a quelli previsti per attestare la salubrità delle nostre merci. I prodotti che mettiamo nei nostri scaffali e che distribuiamo in giro per il mondo sono altamente di qualità e sono sottoposti a controlli eccezionali”.
La ministra dell’Agricoltura ha invocato anche un sostegno al nostro made in Italy e ha lanciato una grande campagna di comunicazione: “Dobbiamo consumare i prodotti che le nostre imprese ogni giorno mettono nella nostra disponibilità. Questo però non significa che non possiamo fare a meno dei mercati esteri: presidiamo quelli dove eravamo già forti e conquistiamo quei mercati dove c’è la disponibilità di consumatori che possono permettersi il costo del made in Italy, più alto perché si porta dietro il valore del rispetto delle buone pratiche produttive, dei lavoratori, della salute”.
E sugli assalti ai supermercati il ministro ha affermato: “Non c’è bisogno di prendere d’assedio i supermercati perché l’approvvigionamento è garantito proprio grazie a quelle persone che in maniera encomiabile, pur con tutte le difficoltà, stanno continuando a garantire i corretti approvvigionamenti. Anche l’assembramento nei supermercati può essere una fonte di contagio e sicuramente fonte di stress ulteriore per le persone che stanno generosamente svolgendo il loro lavoro nelle catene commerciali”.
Infine un riferimento alle partite IVA e al “click day”: “Quello dei lavoratori autonomi e delle partite Iva è un tema che merita grandissima attenzione. In questi giorni mi hanno scritto tanti lavoratori e lavoratrici che erano per esempio impegnati nelle grandi fiere che sono state tutte rinviate. 600 euro sono un primo passo ma non sicuramente risolutivo. E io su questo voglio invitare tutti noi, da me al presidente dell’Inps e ogni altro che ha una funzione, di non affezionarsi a dei cliché. Il click day è immorale, non può essere quello lo strumento con il quale ci facciamo carico di queste persone” ha concluso.