Lo scalo romagnolo ancora non può aprire perché il ministero dell’Interno non produce l’atto necessario ad inserirlo tra gli aeroporti la cui copertura dei costi legati al personale dei vigili del fuoco (obbligatorio per poter aprire un aeroporto) è a carico del ministero.
Dunque è ancora bloccato non perché gli imprenditori che hanno investito non stiano facendo ciò che è necessario; non perché Enac non abbia assecondato gli investimenti (e ricordo che se abbiamo avuto il bando per la gestione, ormai 2 anni fa, lo si deve SOLO al lavoro fatto assieme al sindaco Davide Drei); non perché qualche potere oscuro stia fermando tutto.
L’aeroporto non può aprire perché il Ministero dell’Interno non scrive il decreto che inserirebbe lo scalo di Forlì tra quelli in cui il Corpo nazionale dei Vigli del fuoco assicura il servizio di salvataggio e antincendio. Senza questo, tutto il servizio è a carico dei gestori privati, con costi esorbitanti e insostenibili per una start-up.
È da dicembre che si chiede questo atto; nel frattempo il ministro Salvini è anche venuto due volte a Forlì; ci sono stati sopralluoghi di sottosegretari che hanno annunciato per la scorsa primavera la riapertura dello scalo. Ora, senza alcun intento polemico, chiedo che si faccia ogni sforzo per far firmare quel decreto. Se servono più elementi, se mancano informazioni, se si vuole – sarebbe la prima volta – cercare una collaborazione trasversale alle appartenenze politiche, sono qui. Siamo qui.
Per questo motivo ho voluto presentare una interrogazione al Ministro: ogni giorno che passa equivale ad opportunità che si perdono. Fate presto e, se possibile, fate bene.
