Tutto il mondo in queste ore ha puntato gli occhi su Parigi. La cattedrale di Notre Dame che va a fuoco, la guglia che crolla, le fiamme che divorano l’intero edificio sacro. Un simbolo universale della Francia, dell’Europa e della storia della nostra civiltà che va a fuoco. In 850 anni di esistenza Notre Dame non era mai stata colpita da un incendio, quello che è cominciato intorno alle 18 e 50 quasi non le lascia scampo.
L’edificio sacro alla fine riesce a salvare la propria struttura portate, grazie al lavoro straordinario di 400 vigili del fuoco; ha rischiato di crollare, di veder cancellata la propria storia ed episodi storici (tra i più significativi l’auto-incoronazione di Napoleone, per dirne uno), ma ha resistito. Non è finita, ora va ricostruita e ci vorrà molto tempo per riportarla al precedente splendore. Ma la struttura ha retto e si può ripartire.
Tanti osservatori hanno voluto vedere in questo incidente (il rogo sembra sia partito dal cantiere di ristrutturazione che era aperto sulla parte posteriore della chiesa) l’emblema della situazione europea. Un’Europa che brucia, che rischia di perdere le proprie radici e la propria identità, ma che alla fine grazie al coraggio e al temperamento dei suoi soccorritori viene tratta in salvo ed è pronta a ripartire. A noi spetta interpretare il ruolo di quei vigili del fuoco, di quei soccorritori che sono intervenuti a spegnere l’incendio.
Non solo con il voto del 26 maggio prossimo – saranno le più importanti elezioni Europee che si siano mai svolte prima -, ma anche con il nostro impegno a non rassegnarci ad un futuro di egoismo, isolamento, recessione, rinunce. L’appuntamento delle elezioni europee (ed amministrative) deve essere la ripartenza di un percorso di ricostruzione prima di tutto civile, morale e identitario del senso di appartenenza all’Europa, alle sue istituzioni, alla sua storia e soprattutto al destino comune che include nello stesso percorso centinaia di milioni di cittadini. Siamo chiamati a dimostrare di essere più forti di chi ci vuole deboli, di voler difendere il più grande progetto di pace mai realizzato dall’uomo, per rifondarlo e riaffermarne i valori di democrazia, libertà, eguaglianza, solidarietà. Tocca a noi farlo, tocca a noi spegnere l’incendio e ricostruire.