A cura dell’ufficio stampa

“L’Italia ha finalmente una nuova legge elettorale. Alle prossime elezioni politiche sarà chiaro chi sarà il vincitore, non ci saranno coalizioni tenute assieme con un filo di spago e sotto il ricatto dei signori dello zero virgola, torneranno i collegi territoriali a cui ogni parlamentare dovrà fare riferimento, sarà assicurata la parità di rappresentanza tra uomini e donne. Tutti temi su cui il Pd si batte sin dalla sua nascita”. Lo afferma il deputato Marco Di Maio, componente della Commissione Affari Costituzionali della Camera, a seguito dell’approvazione dell’Italicum.

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> Sintesi del provvedimento
> Perchè è legittimo e giusto aver posto la fiducia

“E’ legittimo che ci sia chi non condivide questo impianto – aggiunge Marco Di Maio -; ma le democrazie funzionano se alla fine delle discussioni e dei confronti c’è una maggioranza che si assume la responsabilità di decidere. Così funzionano i sistemi parlamentari. Senza il rispetto di questo principio, si rischia la paralisi. Ed è quello che a cui su molti argomenti e per molti anni abbiamo assistito in Italia”.

“Spiace continuare a leggere e sentire dichiarazioni deliranti che fanno riferimento a una stagione buia per la nostra storia come quella del Ventennio – aggiunge Marco Di Maio -. Parlare di fascismo, deriva autoritaria, Aventino è un insulto al nostro passato e una bugia raccontata, peraltro, in malafede. Il testo approvato è frutto di 15 mesi di discussioni dentro e fuori il parlamento, dentro e fuori i partiti; ha subito profonde modifiche nei due passaggi parlamentari fatti prima di tornare alla Camera. Esattamente tre mesi fa il Senato ha approvato questo identico testo con un’ampia maggioranza. Non è cambiato nulla; se non che nel frattempo abbiamo eletto un nuovo capo dello Stato e che per questo Forza Italia ha cambiato radicalmente opinione”.

“Ora bisogna continuare il cammino delle riforme – chiude Marco Di Maio – riprendendo il lavoro anche su quella costituzionale che è all’esame del Senato e su cui il confronto parlamentare e politico potrà portare nuove e positive modifiche. Quel che non possiamo permetterci è interrompere questo percorso riformatore da troppi anni inceppato e bloccato da veti incrociati”.