Ho votato contro il “decretone” che include anche il reddito di cittadinanza. E’ ormai da tempo che se ne parla, con tanto di annuncio di “abolizione della povertà” dal balcone di Palazzo Chigi. È un provvedimento che pur partendo da un obiettivo che condividiamo (e non a caso avevamo introdotto il Reddito di inclusione, che stava aiutando concretamente centinaia di migliaia di persone) in realtà non risolverà in alcun modo la piaga della disoccupazione e del disagio nel nostro Paese.
Perché il ‘Reddito di cittadinanza’ è la risposta sbagliata?
– Perché dopo aver superato le stringenti condizioni d’accesso e gli svariati motivi di esclusione, il reddito di cittadinanza prevede che, se vivi da solo e in affitto, ti vengano erogati 780 euro al mese; se invece hai figli l’assegno può arrivare a 1330 euro. Tuttavia, i nuclei numerosi sono penalizzati: in mancanza di fondi, infatti, il governo ha limitato la cosiddetta scala di equivalenza, facendo sì che a rimetterci siano proprio le famiglie con più figli a carico.
– Perché da quando si cominciano a percepire i soldi, non ci sono vincoli stringenti per accettare l’eventuale proposta di lavoro connessa al contributo. Lo si potrà fare in un secondo momento: ad oggi, a causa di un conflitto di competenza tra Stato e Regioni, non è ancora stato trovato un accordo per come dovranno funzionare i centri per l’impiego e nemmeno sono state messe a punto le piattaforme informatiche.
– Perché si punta tutto sui ‘navigator‘ che dovrebbero aiutare nella ricerca attiva del lavoro ma che, nella sostanza, in futuro torneranno purtroppo a riempire le fila dei precari. Peraltro si è partiti annunciando l’assunzione di 10mila persone e con l’andare delle settimane si è scesi a 3mila.
– Perché non è previsto alcun vantaggio per le persone che hanno diritto ad una pensione di invalidità civile che, essendo considerata reddito nel calcolo dei criteri d’accesso, saranno più facilmente escluse dalla percezione del reddito.
– Perché si commette un altro grave errore con l’assegno di ricollocazione, che come sempre verrà dato ai disoccupati di lungo periodo ma non più a cassintegrati e a coloro che percepiscono la Naspi.
– Perché anziché unificare pensione di cittadinanza e assegno sociale, le due misure si sovrappongono, sebbene abbiano criteri d’accesso diversi (il reddito nel primo caso e l’ISEE, comprensivo di patrimoni, nel secondo). Inoltre, verrà erogata la stessa cifra sia a chi ha versato i contributi previdenziali sia a coloro che non lo hanno mai fatto.