Via libera del Consiglio dei ministri al decreto legislativo del testo unico in materia di società a partecipazione pubblica. E’ uno dei temi su cui abbiamo lavorato in parlamento e in particolare nella mia commissione (Affari costituzionali, Presidenza del Consiglio e Interni) a proposito di riforma della PA. Nello specifico il testo unico prevede la drastica riduzione delle società partecipate, con particolare riferimento alle scatole vuote, alle società inattive, alle micro e a quelle che non producono servizi indispensabili alla collettività. Sono introdotti interventi di razionalizzazione dei compensi degli amministratori. Per il futuro sono individuati i criteri chiari sulla base dei quali sarà possibile costituire e gestire le società partecipate. Il decreto ha anche ottenuto il secondo esame delle competenti Commissioni parlamentari, secondo quanto previsto espressamente dalla legge delega di riforma della Pubblica Amministrazione.
Tutti i punti più importanti della riforma
SOLO SPA, SRL, CONSORTILI E COOPERATIVE Potranno rimanere in vita quattro tipi di società: spa, srl, consortili e cooperative. Queste ultime due sono state inserite in un secondo momento. Le società potranno essere attive in quattro campi: i servizi di interesse generale, la progettazione e realizzazione di opere publiche, i servizi strumentali e i servizi di committente a supporto degli enti no profit.
ESUBERI CON MOBILITÀ REGIONALE Il personale in esubero delle società partecipate sarà messo in mobilità regionale. Saranno infatti le regioni a tenere gli elenchi del personale da ricollocare e non il dipartimento della Funzione Pubblica. ‘L’elenco del personale eccedente, con la puntuale indicazione dei profili posseduti, è trasmesso alla regione nel cui territorio la società ha sede’, si legge. Le regioni ‘formano e gestiscono l’elenco dei lavoratori dichiarati eccedenti e agevolano processi di mobilità in ambito regionale’. ‘Decorsi ulteriori sei mesi, le regioni trasmettono gli elenchi dei lavoratori dichiarati eccedenti e non ricollocati all’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, che gestisce l’elenco dei lavoratori dichiarati eccedenti e non ricollocati’.