Ieri ho ricevuto finalmente risposta all’interrogazione che avevo presentato il giorno stesso della chiusura del viadotto “Puleto” nella quale chiedevo quali iniziative il Governo avesse voluto mettere in atto e quali fossero le condizioni di sicurezza degli altri viadotti dell’E45.
Ho ricevuto risposte evasive e insufficienti da parte del Governo: abbiamo chiesto a che punto fossero le iniziative promesse per far fronte ai disagi, ma ci è stato risposto con cose già note e citando interventi che sono propri della Regione Toscana. Alla richiesta, invece, di far luce su eventuali situazioni di pericolo e instabilità di altri viadotti, nemmeno un accenno di risposta dal sottosegretario Dall’Orco, che ha letto una burocratica risposta scritta dai funzionari senza assumersi alcun impegno.
La cosa più grave è che alle promesse fatte dal ministro Toninelli nel suo sopralluogo, non è stato dato alcun seguito. Aveva garantito che entro 30 giorni si sarebbe sbloccata la situazione, ma la popolazione e le imprese hanno visto poco o nulla di quanto promesso, solo una parziale riapertura che non è in alcun modo sufficiente a mitigare i disagi e i danni provocati dalla chiusura.
Il Governo non ha alcuna responsabilità sulla chiusura della strada, sia chiaro, ma ha il dovere di gestire la situazione di emergenza che si è venuta a creare. I cittadini delle zone colpite avevano promosso una manifestazione che, con senso di responsabilità e fiducia nei confronti del ministro e dei vari parlamentari di maggioranza che lo hanno accompagnato, era stata annullata. Nemmeno nelle sedi istituzionali come quella della Commissione Ambiente in cui ho rivolto l’interrogazione il Governo ha fatto chiarezza. Non c’è più tempo da perdere, non è una questione di parte, ma un problema che riguarda tutti: si passi rapidamente dalle parole ai fatti o questa volta difficilmente si riusciranno ad evitare gesti eclatanti da parte delle popolazioni e delle amministrazioni coinvolte.