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#fatticoncreti | Il falso in bilancio è di nuovo reato penale. Approvato il nuovo codice

#fatticoncreti: il falso in bilancio ritorna reato

Il Governo Berlusconi l’aveva depenalizzato, con l’azione del Pd torna ad essere un reato punito con il carcere. Nessuna tregua nella lotta contro i reati economici, la corruzione, le tangenti, la formazione dei fondi neri. Questa legge sana un vulnus inferto alla giustizia da parte del centrodestra. Ed è particolarmente importante perché il falso in bilancio non è solo un atto grave, che mina la leale concorrenza, ma è anche il tipico reato attraverso il quale il corruttore si procura fondi neri per pagare tangenti.

La riforma si basa su 3 principi:
a) considera reato le false comunicazioni sociali;
b) elimina le soglie quantitative e qualitative quali condizioni per procedere;
c) stabilisce che il falso in bilancio è perseguibile d’ufficio.

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LA CULTURA CONTRO IL TERREMOTO
Viene autorizzata la spesa di 4 milioni di euro per attività culturali nei territori colpiti dal sisma del Centro Italia.

La legge approvata dal Parlamento ha, inoltre, il merito di colmare finalmente una lacuna giuridica, così come era stato segnalato all’Italia nel Rapporto Ocse 2011 sulla corruzione e, nel febbraio 2014, dalla prima Relazione della Commissione europea sulla lotta alla corruzione.

PENE SEVERE PER CHI FALSIFICA I BILANCI
Se la società è quotata, chi commette il falso in bilancio rischia la reclusione da 3 a 8 anni; se non quotata, da uno a 5 anni. Si procede sempre d’ufficio, a meno che non si tratti di piccole società non soggette al fallimento, per le quali vale una sanzione ridotta (da 6 mesi a 3 anni). Sanzione ridotta anche nel caso di fatti di lieve entità. Nel falso in bilancio di società quotate è possibile l’uso di intercettazioni. Quanto alla responsabilità amministrativa degli enti, raddoppiano le sanzioni pecuniarie (fino a 600 quote nel caso di società in borsa e a 400 per le non quotate).

Relazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo

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#fatticoncreti| Rafforzata la lotta alla corruzione. Con l’istituzione dell’Anac prevenzione e controlli più efficaci.

#fatticoncreti | La nuova Anac perno del contrasto alla corruzione 

La corruzione è un male che attanaglia la nostra società e sottrae ogni anno ingenti risorse che potrebbero essere utilizzate per politiche di sviluppo e di equità. Centinaia di appalti, che vogliono dire lavoro, occupazione, ripresa, restano spesso fermi a causa di illegalità e conseguenti inchieste. Combattere la corruzione è stata quindi una priorità nella nostra azione di governo e la nascita dell’Anac, con la guida assegnata a Raffaele Cantone, ha permesso di dotarci di strumenti ancora più efficaci rispetto ad altri Paesi contro questa piaga e di liberare la realizzazione di grandi opere da continui stop. Senza l’istituzione dell’Anac infatti molto probabilmente progetti come quello che ha dato vita al grande successo dell’Expo di Milano o quello del Mose Venezia sarebbero rimasti al palo. L’Anac diventa perno di questo nuovo sistema grazie al decreto Madia del 2014 che trasforma e ridefinisce quanto ereditato dalle legge Severino, con nuovi compiti e attribuzioni.

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> Il testo della legge

POTERI RAFFORZATI IN MATERIA DI ANTICORRUZIONE
All’Anac è affidato un vasto complesso di compiti, tra cui: a) ricevere notizie e segnalazioni di illeciti da parte dei dipendenti pubblici; b) ricevere notizie e segnalazioni da ciascun avvocato dello Stato che venga a conoscenza di violazioni di legge o altre irregolarità relative a contratti pubblici; c) applicare sanzioni amministrative in caso di omessa adozione da parte delle amministrazioni dei piani di prevenzione della corruzione, dei programmi di trasparenza o dei codici di comportamento.

IL COMMISSARIAMENTO DELLE IMPRESE INDAGATE
Del tutto innovativo è il potere di disporre in funzione di anticorruzione il commissariamento di nei casi in cui la magistratura proceda per accertare delitti contro la Pa oppure si registrino rilevanti anomalie o comunque sintomatiche di condotte illecite, il presidente dell’Anac può proporre al prefetto di assumere direttamente il controllo di un’impresa attraverso un’amministrazione straordinaria temporanea oppure di ordinare il rinnovo degli organi sociali. Negli appalti sopra la soglia comunitaria (5.225.000 euro) le stazioni appaltanti hanno l’obbligo di segnalare all’Anac, per valutazioni ed eventuali provvedimenti, le varianti in corso d’opera.

LE MISURE DI CONTROLLO SUGLI APPALTI
I poteri di controllo e conoscitivi sono rafforzati dalla legge anticorruzione (n. 69/2015) che attribuisce all’Anac compiti di vigilanza anche sui contratti pubblici (es. contratti secretati) a cui non si applica il codice degli appalti e impone a suo favore specifici obblighi informativi a carico delle stazioni appaltanti (bandi di gara, partecipanti, importi di aggiudicazione, tempi di completamento dell’opera), dei giudici amministrativi (notizie su condotte di scarsa trasparenza nelle controversie sull’aggiudicazione dell’appalto) e dei pm (notizie sull’esercizio dell’azione penale per fatti di corruzione). In base al nuovo codice degli appalti (d.lgs n. 50/2016), se ritenga che violino le norme in materia di contratti pubblici l’Anac può agire in giudizio contro i bandi e i provvedimenti di qualsiasi stazione appaltante.

I RISULTATI NEL 2016
Ogni anno l’Anac presenta una relazione al Parlamento. Nel 2016, secondo gli ultimi dati, sono state emanate 1.388 delibere (provvedimenti di vigilanza, pareri, linee guida, sanzioni, ecc.) e nei primi 5 mesi di quest’anno si è superata quota 600. Sul fronte della vigilanza anticorruzione, sono state avviate 845 istruttorie (comuni, strutture sanitarie, società pubbliche) per un totale di 12 sanzioni, segno di un elevato livello di adeguamento alle richieste dell’Autorità. In crescita le segnalazioni di illeciti da parte di dipendenti pubblici: 235 nel 2015, 252 nel 2016 e nei primi 5 mesi di quest’anno oltre 260.

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dichiarazioni Giustizia

Pugno duro contro la corruzione: pene più severe e restituzione del maltolto

Il pacchetto anti-corruzione è finalmente legge, lo abbiamo approvato in via definitiva alla Camera. Pene più severe per i reati di corruzione, concussione e peculato. Per la corruzione si introduce anche la restituzione dell’intero maltolto. E finalmente il falso in bilancio torna a essere un reato penalmente perseguibile. Un insieme di norme che potevano essere approvate anche negli anni scorsi, ma che purtroppo nessuno ha mai fatto. Anzi, durante i governi Berlusconi addirittura si era depenalizzato il falso il bilancio. Questo provvedimento rafforza l’azione intrapresa in questa legislatura nel contrasto all’illegalità, aggiungendosi ad altre norme importanti come quella sul rientro dei capitali, il reato di autoriciclaggio, il contrasto ai reati ambientali, l’istituzione dell’Autorità nazionale anti corruzione (di cui è presidente Raffaele Cantone).FALSO IN BILANCIO Aumento delle sanzioni per il falso in bilancio – differenziando tra società quotate e non – confermando l’eliminazione delle soglie di non punibilità di berlusconiana memoria. E ancora: sì all’istituto della tenuità per le società non presenti in borsa e alla procedibilità a querela per le piccole società. È questo il contenuto principale, in tema di ‘false comunicazioni sociali’, meglio noto come ‘falso il bilancio’.

> Vai allo speciale sul falso il bilancio

PER PUBBLICI UFFICIALI PENA A 6 ANNI. SÌ INTERCETTAZIONI Durante il passaggio in commissione Giustizia è stato approvato anche un emendamento M5s che aumenta la pena massima – da 5 a 6 anni – per il reato di cui all’articolo 318 del codice penale: corruzione per l’esercizio della funzione. Il reato riguarda il pubblico ufficiale che, per l’esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri, indebitamente riceve, per sé o per un terzo, denaro o altra utilità o ne accetta la promessa. La pena minima rimane l’arresto di un anno. Con l’aumento della pena massima a 6 anni sarà dunque possibile per il giudice autorizzare le intercettazioni del pubblico ufficiale interessato e viene, invece, esclusa la tenuità del fatto.SALGONO PENE PER CORRUZIONE PROPRIA Salgono a sei e dieci anni le pene (minima e massima) per i pubblici ufficiali che compiono il reato di corruzione propria. Dunque aumenta il carcere per il reato previsto dall’articolo 319 del codice penale: “Il pubblico ufficiale – si legge nella norma così come modificata – che, per omettere o ritardare o per aver omesso o ritardato un atto del suo ufficio, ovvero per compiere o per aver compiuto un atto contrario ai doveri di ufficio, riceve, per sé o per un terzo, denaro od altra utilità, o ne accetta la promessa” è punito con la reclusione da sei a dieci anni (invece che 4 e 8).

AUMENTO CARCERE PER PECULATO. PENA MAX 6 MESI IN PIÙ Aumenta anche la pena massima per il reato di peculato, che passa da 10 anni a 10 anni e sei mesi.

SALE PENA ASSOCIAZIONE MAFIOSA. FINO A 26 ANNI Il provvedimento prevede anche pene più severe per chi commette il reato di associazione di tipo mafioso, aumentando la pena massima fino a 26 anni. La norma – introdotta durante il passaggio in commissione Giustizia al Senato – prevede per coloro che fanno parte di un’associazione mafiosa la reclusione da 10 a 15 anni, invece che 7 e 12. Per coloro, invece, che “promuovono, dirigono o organizzano l’associazione” la pena prevista è da 12 a 18 anni (invece che 9 e 14). Se l’associazione è armata si applica la pena della reclusione da 12 a 20 anni (e non più da 9 a 15 anni); per i boss delle associazioni mafiose armate da 15 a 26 anni (invece che da 12 a 20).

OK PATTEGGIAMENTO SOLO CON RESTITUZIONE MALTOLTO ‘Stretta’ per i reati di concussione, corruzione per l’esercizio della funzione, in atti giudiziari, induzione indebita e peculato: il patteggiamento sarà condizionato alla restituzione “integrale” del prezzo o del profitto del reato.

RIPARAZIONE PECUNIARIA PER REATI CONTRO PA Arriva l’obbligo di corresponsione, da parte del condannato per i delitti di peculato, concussione, corruzione e induzione indebita, di una somma a titolo di “riparazione pecuniaria” pari all’ammontare dell’indebito pagamento ricevuto dal pubblico ufficiale o dall’incaricato di pubblico servizio, in favore dell’amministrazione di appartenenza di quest’ultimo.

PER COLLABORATORI AUMENTA SCONTO PENA Per i collaboratori di giustizia, per i reati di corruzione, aumenta lo sconto della pena: questa infatti sarà diminuita da un terzo a due terzi. Il testo originario del ddl prevedeva una diminuzione da un terso a due terzi della pena.

NO APPALTI PUBBLICI PER 5 ANNI SE CONDANNATI Chi commette reati di corruzione non potrà “contrarre” con la pubblica amministrazione per 5 anni (e non più per 3). In altre parole non potrà sottoscrivere contratti con le Pa come nel caso di appalto pubblico. E ancora: le condanne non inferiori a 2 anni comportano l’estinzione del rapporto di lavoro o di impiego con le Pa e società partecipate.

AD ANAC CONTROLLO SU CONTRATTI APPALTI SEGRETATI Incremento dei poteri di vigilanza dell’Autorità nazionale anticorruzione. L’Anac dunque potrà “esercita la vigilanza e il controllo sui contratti degli appalti” segretati “al fine di prevenire fenomeni corruttivi i dati dei medesimi contratti sono altresì trasmessi annualmente all’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici”. L’articolo 7, inoltre, prevede che nelle controversi in tema di silenzio assenso per la certificazione di inizio attività, il giudice amministrativo informi l’Authority “ogni notizia” nel caso di condotte “contrastanti con le regole della trasparenza”. Inoltre, con un emendamento di Forza Italia le stazioni appaltanti (enti pubblici o privati che decidono di appaltare un servizio) dovranno comunicare ad Anac (ogni sei mesi) le informazioni sull’appalto (oggetto del bando; elenco degli operatori invitati a presentare offerte; aggiudicatario; importo di aggiudicazione; tempi di completamento dell’opera, servizio o fornitura; e l’importo delle somme liquidate).

PM INFORMERÀ ANAC SU AVVIO INDAGINI Il pubblico ministero, quando esercita l’azione penale per i reati di concussione, corruzione (propria, nell’esercizio della funzione, in atti giudiziari e istitgazione), traffico di influenze illecite, turbata libertà dell’asta pubblica, informerà il presidente dell’Authority Anticorruzione.

ESTINZIONE RAPPORTI DI LAVORO Scende la pena minima (da 3 a 2 anni), per corruzione, con cui scatterà l’estinzione del rapporto di lavoro.

ESTESA CONCUSSIONE Il reato di concussione viene esteso anche all’incaricato di pubblico servizio. Lo prevede l’articolo 2 del ddl. Nel nuovo testo dell’articolo 317 del codice penale si leggerà: “Il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, costringe taluno a dare o a promettere indebitamente, a lui o a un terzo, denaro o altra utilità, è punito con la reclusione da sei a dodici anni”.

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Giustizia

Torna il reato di falso in bilancio: fondamentale contro la corruzione

Finalmente il falso in bilancio torna ad essere reato. In pochi ci speravano, dopo la clamorosa depenalizzazione voluta dai governi Berlusconi e alla quale mai nessuno aveva più posto rimedio. Molte sono le sfaccettature di questo reato, strumento fondamentale per la lotta contro la corruzione e l’illegalità. Vediamo di seguito i punti principali.

SOCIETÀ QUOTATE Per chi commette il reato di ‘falso’ nelle società quotate la pena prevista andrà da un minimo di 3 anni a un massimo di 8 anni di reclusione (il testo Grasso, quello iniziale, prevedeva da 2 a 6 anni). Con l’aumento della pena si rendono possibili eventuali intercettazioni (che la legge consente solo per i reati con pena massima superiore ai 5 anni). Inoltre, il ddl Corruzione prevede che alle società in borsa saranno parificate quelle società che fanno appello al risparmio lo gestiscono, le controllate anche se non quotate e quelle che hanno fatto richiesta di ammissione alla negoziazione in un mercato regolamentato.

NON QUOTATE: LIEVE ENTITÀ E ARCHIVIAZIONE SE TENUITÀ Per quanto riguarda le società non quotate la pena prevista – la stessa del testo originario – va da un minimo di un anno a un massimo di 5. Viene anche prevista la pena da 6 mesi a 3 anni per colpire i fatti meno gravi (lieve entità). Inoltre, potrà essere applicata la nuovissima causa di non punibilità, per tenuità del fatto (contenuta nel dlgs approvato giovedì scorso dal Consiglio dei ministri), quando il danno per le modalità della condotta e le caratteristiche dell’autore è stato di limitata offensività. In particolare il giudice dovrà valutare non solo la dimensione dell’azienda ma anche la portata del danno prodotto alla società, ai suoi soci e ai suoi creditori. Rispetto alla bozza iniziale, il nuovo emendamento del governo estende l’archiviazione per tenuità del fatto a tutte le società non quotate e non solo a quelle al di sotto dei limiti di fallibilità.

TORNA QUERELA PER PICCOLE SOCIETÀ NON QUOTATE E ancora, con il ddl Corruzione, per le piccole società che non sono in borsa, quelle che secondo il codice civile sono al di sotto dei limiti di fallibilità, torna la procedibilità a querela di parte. Per gli altri casi, invece, rimane la procedibilità d’ufficio.

SALGONO MULTE IN QUOTE AZIONARIE Con le proposte di modifica del governo, crescono anche le multe per chi commette il reato di falso in bilancio per tutti i tipi di società. Il testo prevede che per le società quotate la sanzione “pecuniaria” andrà da 400 a 600 quote (ora è prevista da 150 a 330); per le società non quotate, invece, si passa a un minimo di 200 a un massimo di 400 quote azionarie (rispetto al minimo di 100 al massimo di 150 previsti ora). Infine, vengono introdotte sanzioni anche per quelle società – non quotate – a cui viene riconosciuta la lieve entità del fatto: la sanzione andrà da 100 a 200 quote.

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Approvata la legge contro la corruzione: pene più severe, torna il falso in bilancio, pugno duro sui reati mafiosi

Nuove norme contro la corruzione. Sono quelle approvate dal Senato (il testo verrà alla Camera tra poche settimane per l’approvazione definitiva) con il via libera alla legge contro la corruzione. itorna il reato di falso in bilancio (anche per le società non quotate), pene più dure per i reati mafiosi, possibilità di patteggiamento solo se viene restituito il ‘maltolto’. E più poteri all’Autorità nazionale anti corruzione guidata da Raffaele Cantone. Vediamo di seguito i contenuti del provvedimento:

SE ‘PER INDUZIONE’ MAX 10 ANNI E 6 MESI Cambia il reato di corruzione per induzione. La modifica prevede che la pena minima sia di 6 anni e la massima di 10 anni e 6 mesi. Il testo originario del Codice penale prevede invece una reclusione da tre a otto anni.

SE IN ATTI GIUDIZIARI MAX 12 ANNI Aumenta la pena per la corruzione in atti giudiziari: dunque passa da 4 a 10 anni di reclusione a 6 e 12 anni. Inoltre, l’emendamento prevede che se dal fatto deriva l’ingiusta condanna di qualcuno alla reclusione non superiore a 5 anni, la pena prevista va da un minimo di 6 a un massimo di 14 anni di carcere (e non più da 5 a 12); se deriva l’ingiusta condanna superiore a 5 anni o all’ergastolo, la pena della reclusione sarà da 8 a 20 anni.

PER PUBBLICI UFFICIALI PENA A 6 ANNI. SÌ INTERCETTAZIONI Durante il passaggio in commissione Giustizia è stato approvato anche un emendamento M5s che aumenta la pena massima – da 5 a 6 anni – per il reato di cui all’articolo 318 del codice penale: corruzione per l’esercizio della funzione. Il reato riguarda il pubblico ufficiale che, per l’esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri, indebitamente riceve, per sé o per un terzo, denaro o altra utilità o ne accetta la promessa. La pena minima rimane l’arresto di un anno. Con l’aumento della pena massima a 6 anni sarà dunque possibile per il giudice autorizzare le intercettazioni del pubblico ufficiale interessato e viene, invece, esclusa la tenuità del fatto.

SALGONO PENE PER CORRUZIONE PROPRIA Salgono a sei e dieci anni le pene (minima e massima) per i pubblici ufficiali che compiono il reato di corruzione propria. Dunque aumenta il carcere per il reato previsto dall’articolo 319 del codice penale: “Il pubblico ufficiale – si legge nella norma così come modificata – che, per omettere o ritardare o per aver omesso o ritardato un atto del suo ufficio, ovvero per compiere o per aver compiuto un atto contrario ai doveri di ufficio, riceve, per sé o per un terzo, denaro od altra utilità, o ne accetta la promessa” è punito con la reclusione da sei a dieci anni (invece che 4 e 8).

AUMENTO CARCERE PER PECULATO. PENA MAX 6 MESI IN PIÙ Aumenta anche la pena massima per il reato di peculato, che passa da 10 anni a 10 anni e sei mesi.

SALE PENA ASSOCIAZIONE MAFIOSA. FINO A 26 ANNI Il provvedimento prevede anche pene più severe per chi commette il reato di associazione di tipo mafioso, aumentando la pena massima fino a 26 anni. La norma – introdotta durante il passaggio in commissione Giustizia – prevede per coloro che fanno parte di un’associazione mafiosa la reclusione da 10 a 15 anni, invece che 7 e 12. Per coloro, invece, che “promuovono, dirigono o organizzano l’associazione” la pena prevista è da 12 a 18 anni (invece che 9 e 14). Se l’associazione è armata si applica la pena della reclusione da 12 a 20 anni (e non più da 9 a 15 anni); per i boss delle associazioni mafiose armate da 15 a 26 anni

OK PATTEGGIAMENTO SOLO CON RESTITUZIONE MALTOLTO ‘Stretta’ per i reati di concussione, corruzione per l’esercizio della funzione, in atti giudiziari, induzione indebita e peculato: il patteggiamento sarà condizionato alla restituzione “integrale” del prezzo o del profitto del reato.

RIPARAZIONE PECUNIARIA PER REATI CONTRO PA Arriva l’obbligo di corresponsione, da parte del condannato per i delitti di peculato, concussione, corruzione e induzione indebita, di una somma a titolo di “riparazione pecuniaria” pari all’ammontare dell’indebito pagamento ricevuto dal pubblico ufficiale o dall’incaricato di pubblico servizio, in favore dell’amministrazione di appartenenza di quest’ultimo.

PER COLLABORATORI AUMENTA SCONTO PENA Per i collaboratori di giustizia, per i reati di corruzione, aumenta lo sconto della pena: questa infatti sarà diminuita da un terzo a due terzi. Il testo originario del ddl prevedeva una diminuzione da un terso a due terzi della pena.

NO APPALTI PUBBLICI PER 5 ANNI SE CONDANNATI Chi commette reati di corruzione non potrà “contrarre” con la pubblica amministrazione per 5 anni (e non più per 3). In altre parole non potrà sottoscrivere contratti con le Pa come nel caso di appalto pubblico. E ancora: le condanne non inferiori a 2 anni comportano l’estinzione del rapporto di lavoro o di impiego con le Pa e società partecipate.

AD ANAC CONTROLLO SU CONTRATTI APPALTI SEGRETATI Incremento dei poteri di vigilanza dell’Autorità nazionale anticorruzione. L’Anac dunque potrà “esercita la vigilanza e il controllo sui contratti degli appalti” segretati “al fine di prevenire fenomeni corruttivi i dati dei medesimi contratti sono altresì trasmessi annualmente all’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici”. L’articolo 7, inoltre, prevede che nelle controversi in tema di silenzio assenso per la certificazione di inizio attività, il giudice amministrativo informi l’Authority “ogni notizia” nel caso di condotte “contrastanti con le regole della trasparenza”.

Inoltre le stazioni appaltanti (enti pubblici o privati che decidono di appaltare un servizio) dovranno comunicare ad Anac (ogni sei mesi) le informazioni sull’appalto (oggetto del bando; elenco degli operatori invitati a presentare offerte; aggiudicatario; importo di aggiudicazione; tempi di completamento dell’opera, servizio o fornitura; e l’importo delle somme liquidate).

PM INFORMERÀ ANAC SU AVVIO INDAGINI Il pubblico ministero, quando esercita l’azione penale per i reati di concussione, corruzione (propria, nell’esercizio della funzione, in atti giudiziari e istitgazione), traffico di influenze illecite, turbata libertà dell’asta pubblica, informerà il presidente dell’Authority Anticorruzione.

ESTINZIONE RAPPORTI DI LAVORO Scende la pena minima (da 3 a 2 anni), per corruzione, con cui scatterà l’estinzione del rapporto di lavoro.

ESTESA CONCUSSIONE Il reato di concussione viene esteso anche all’incaricato di pubblico servizio. Lo prevede l’articolo 2 del ddl. Nel nuovo testo dell’articolo 317 del codice penale si leggerà: “Il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, costringe taluno a dare o a promettere indebitamente, a lui o a un terzo, denaro o altra utilità, è punito con la reclusione da sei a dodici anni”.

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dichiarazioni Giustizia

Prescrizione, con la nuova legge strumento in più contro la corruzione

Uno strumento in più contro la corruzione, per la quale la prescrizione viene estesa al fine di dare meno alibi a chi vuole aggirare la giustizia per agire indisturbato nell’illegalità. Una legge che sarà completata dall’approvazione del pacchetto di norme per il contrasto alla corruzione che è in discussione al Senato. E’ questo il contenuto più importante del disegno di legge sulla prescrizione che abbiamo approvato alla Camera (il testo passa ora al Senato).

Una legge che ha trovato non pochi ostacoli nel lavoro parlamentare, a partire dalla stessa maggioranza di Governo. Tuttavia è giusto andare avanti, anche perchè la prescrizione è diventata in molti casi una patologia, addirittura un’arma per costruire la difesa degli imputati in molti processi. A questo proposito, questa norma potrà esprimere tutta la propria efficacia quando sarà completata anche la riforma del processo, atto necessario per snellire e velocizzare il nostro sistema giudiziario.

Di seguito una estrema sintesi dei contenuti.

PRESCRIZIONE E CORRUZIONE Il termine di prescrizione base dei reati di corruzione propria e impropria e in atti giudiziari aumenta della metà. Per esempio, per la corruzione ex art. 319 portata dalla legge Severino fino a 8 anni, il processo dovrà intervenire entro 12 anni pena l’estinzione del reato.

FERMO LANCETTE DOPO CONDANNA La prescrizione resta sospesa per due anni dopo la sentenza di condanna in primo grado e per un anno dopo la condanna in appello. La sospensione però non vale in caso di assoluzione.

CASI DI SOSPENSIONE Oltre alle ipotesi già previste dal codice, la prescrizione sarà sospesa anche nel caso di rogatorie all’estero (6 mesi), perizie complesse (3 mesi, su richiesta dell’imputato) e istanze di ricusazione.

PRESCRIZIONE DIFFERITA PER MINORI In linea con le convenzioni internazionali e gli ordinamenti europei, per i più gravi reati contro i minori (come violenza sessuale, stalking, prostituzione, pornografia) la prescrizione decorre dal compimento del diciottesimo anno.

ENTRATA IN VIGORE Le nuove norme, dato che la prescrizione ha valore sostanziale, si applicano ai reati commessi dopo l’entrata in vigore della legge.

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Con Papa Francesco a San Pietro: uno stimolo a fare del cambiamento una missione

Giovedì mattina ho partecipato in San Pietro a Roma alla messa che Papa Francesco ha celebrato alla presenza dei parlamentari. Un momento molto intenso, sia per il luogo che per il personaggio che ci ha rivolto l’invito. Perchè Francesco non è un pontefice ordinario e la sua carica innovativa, popolare, rivoluzionaria per molti versi, ha contagiato anche i meno credenti e chi non ha assidue frequentazioni con la Chiesa.

Ha svolto un’omelia molto orientata al senso di responsabilità che la politica deve avvertire con maggiore forza nei confronti dei cittadini, ha parlato della distanza tra le persone e le istituzioni, ha puntato pesantemente il dito contro la corruzione. Ha usato parole gentili, ma nette, determinate e inequivocabili. Ho apprezzato e condiviso molto quello che ha detto; così come il suo modo di interpretare il suo ruolo, che è per me fonte di ispirazione e ammirazione.

Al di là che si sia o meno credenti, considero Francesco un grande Papa. Che dà speranza non solo ai fedeli, inviando a tutta la società un messaggio di apertura, di non formalità, di fede nell’uomo, di cambiamento vero. Un messaggio rivoluzionario nei modi e nei contenuti; quello