Articolo pubblicato dall’edizione di Forlì de “Il Resto del Carlino”
di Giuseppe Catapano
«Vediamo la luce in fondo al tunnel. Magari tra qualche mese torneremo a parlare di vacanze e tutto questo sarà solo un ricordo». Alessandro Malossi, presidente dell’Ordine dei farmacisti di Forlì-Cesena, guarda al futuro con fiducia nonostante il boom di contagi da Coronavirus. A dare speranza è l’arrivo del vaccino, annunciato come prossimo dalla multinazionale farmaceutica Pfizer. Di questo si è discusso durante la consueta diretta Facebook organizzata dal deputato forlivese Marco Di Maio insieme a Malossi e a Claudio Vicini, direttore del dipartimento testa-collo dell’Ausl Romagna.
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«L’efficacia al 90% di cui si è parlato – l’analisi del numero uno dell’Ordine dei farmacisti – è da considerare un’ottima notizia, così come lo sono gli sviluppi sulle cure con gli anticorpi monoclonali. Per quanto riguarda il vaccino, ci sono diversi problemi a partire dalla temperatura di conservazione per quello della Pfizer, che va mantenuto tra i -70 e -80 gradi, e dalla quantità di dosi a disposizione. La gestione sarà complicata e allo stato attuale le farmacie territoriali non sono pronte. Ma mi auguro che nelle prossime settimane si riesca a mettere in piedi un sistema adeguato, bisogna riorganizzare il servizio di distribuzione».
Intanto altri vaccini sembrano in dirittura d’arrivo, primo tra tutti quello creato dall’università di Oxford. Alle domande sulla durata della copertura, Malossi ha risposto che «non ci sono ancora certezze in tal senso, perché siamo in fase di sperimentazione». Sulla stessa lunghezza d’onda è Vicini.
«Di solito lo sviluppo richiede anni, non c’è stato tempo di verificare la tenuta nel lungo periodo. Se a gennaio arriveranno le prime dosi vorrà dire che è stato fatto un miracolo. L’obbligatorietà? Sarebbe raccomandabile prevederla».
Per il professore impegnato all’ospedale Morgagni, già presidente della società italiana di otorinolaringoiatria, «gli ultimi dati sui contagi sono preoccupanti, ma non è possibile confrontare i numeri di quest’ondata con la prima perché nei mesi scorsi venivano sottoposti al tampone solo i sintomatici». Proprio all’ospedale di Forlì «non è stato raggiunto il livello di saturazione, ci sono ancora posti letto liberi».
Vicini e Malossi sono concordi nel dire che «c’è stato un impoverimento della medicina territoriale, bisogna invertire la tendenza». A proposito di vaccino, prosegue in questi giorni la somministrazione dell’antinfluenzale. Oggi partirà in regione la diffusione alle categorie non a rischio. «In Romagna – avverte il presidente provinciale dell’Ordine dei farmacisti – avremo solo 8.600 dosi: vuol dire appena 20-25 a farmacia».