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In piazza con IV: “Momento difficile, fare squadra a prescindere dalle appartenenze”

Comunicato stampa

  “In un momento così delicato come questo, con il dramma quotidiano della guerra in Ucraina che angoscia le nostre anime e genere una profonda incertezza sul futuro, occorre lavorare per accorciare le distanze, ascoltare, comprendere le preoccupazioni delle persone e delle imprese, farsene carico per individuare soluzioni concrete facendo squadra tra tutte le energie presenti sul territorio. Senza distinzione di parte”. Lo afferma il deputato romagnolo Marco Di Maio, che sabato e domenica mattina ha preso parte al banchetto organizzato in centro a Forlì e a Cesena da Italia Viva per incontrare cittadini e confrontarsi con loro sui temi di più stretta attualità.

“L’Italia è totalmente a fianco del popolo ucraino e lo dimostra la straordinaria prova di solidarietà che anche il territorio forlivese sta fornendo nell’accogliere le famiglie che scappano dalla guerra di Putin – afferma -. A livello, come a quello regionale e nazionale, le istituzioni devono unirsi e fare squadra, a prescindere dalle appartenenze di partito, per affrontare insieme le emergenze e lavorare per generare nuove opportunità”.

“E’ auspicabile che al di là dei legittimi timori del sindaco di Forlì sulla capacità di spendere bene i soldi del PNRR – conclude Marco Di Maio – in Comune così come in Provincia ci sia la volontà di chiamare a raccolta tutte le energie, le forze istituzionali, sociali e imprenditoriali pronte a mettersi a disposizione: non è certo il momento di egoismi territoriali, gelosie, chiusure. Noi continueremo, come sempre, a lavorare con questo spirito”.

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Inaugurata la mostra su Maddalena a Forlì: un orgoglio le grandi mostre in città

Contemplare un’opera, ammirare una scultura, interrogarsi sul significato di un dipinto: spesso vale il tempo dì un viaggio, anche lontano. Poterlo fare nella propria città, lo rende ancor più straordinario.

La grande mostra su Maddalena che abbiamo inaugurato stasera ai Musei San Domenico a Forlì, aperta fino al prossimo 10 luglio, è una meraviglia che spero tutti possiate venire ad ammirare.

E non lo dico solo per l’orgoglio di appartenere a questa comunità che da 17 anni organizza in una città di provincia mostre di livello mondiale (e premiate come tali); ma perché tra gli oltre 200 pezzi in esposizione, ci sono degli autentici capolavori.

Che ci ricordano, tra l’altro, quanto spesso gli stereotipi – e Dio solo sa quanti ne siano sorti attorno alla figura della Maddalena nel corso della storia – ci allontanino dalla realtà. E dalla sua bellezza.

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Forlì, Motorizzazione: “Il presidio rimarrà, ma la battaglia continua per difendere tutti i servizi”

Comunicato stampa

“A seguito del lavoro che abbiamo svolto sul territorio e a Roma nelle sedi parlamentari e ministeriali, possiamo dire con certezza che il presidio della Motorizzazione civile a Forlì resterà e non chiuderà neppure a quella che sarebbe la scadenza naturale del contratto di affitto dell’immobile in cui attualmente hanno sede uffici e servizi. Un risultato frutto del lavoro che, per primi, abbiamo attivato grazie anche alla disponibilità della vice ministra alle Infrastrutture, Teresa Bellanova, che ringrazio per la disponibilità”. Lo afferma il deputato romagnolo Marco Di Maio, da sempre impegnato sulla vicenda della motorizzazione civile di Forlì. Suo, infatti, l’intervento che negli anni scorsi ne scongiurò la chiusura e anche in questa circostanza per primo si è attivato con interrogazioni parlamentari, contatti ministeriali e incontri per affrontare la vicenda.

“Ora, in virtù della disponibilità manifestata dalla vice ministra Bellanova – prosegue -, stiamo lavorando per assicurare in tempi certi il mantenimento di tutti i servizi sul territorio forlivese e la loro ulteriore qualificazione. Non per un ragionamento campanilistico, ma perchè la particolare conformazione “bicefala” della nostra provincia e l’esistenza di un ampio indotto che si serve delle attività della Motorizzazione per poter lavorare rende giusto il mantenimento di un presidio a Cesena e di uno a Forlì”.

“Metterli in competizione tra loro, come qualcuno ha provato a fare in questi mesi, significherebbe arrecare un danno all’economia di tutta la provincia – conclude -. Questo vale per la Motorizzazione come per tanti altri temi in agenda a livello locale. Continuiamo a lavorare con spirito di squadra e attenzione alle esigenze del territorio, come sempre a prescindere dalle casacche di partito e con l’obiettivo di dare risposte concrete a imprese e cittadini”.

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“Non vado a destra, il Pd sbaglia ad allearsi con i grillini. Non ho l’assillo del terzo mandato”

La mia intervista al “Carlino” di Forlì dell’8 dicembre,
a cura di Marco Bilancioni

Marco Di Maio, ex segretario e deputato Pd, ora parlamentare di Italia Viva: facciamo chiarezza? Il suo partito va verso destra?
«Non l’abbiamo mai detto né fatto. Siamo nati per allargare il perimetro del centrosinistra e per rappresentare mondi dell’impresa, dei valori repubblicani e dell’antifascismo».

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Se diventaste di centrodestra, niente più alleanza locale col Pd: lo ha detto il segretario territoriale Daniele Valbonesi.
«Questa è una ‘profezia’ del Pd, che qualcuno spera che si avveri. Ho molta stima di Valbonesi, ma mi sembra politicamente disorientato. Solo pochi giorni prima della sua intervista, ha incluso nella lista di centrosinistra che sosterrà Enzo Lattuca in Provincia proprio un esponente di Italia Viva, il portichese Francesco Rabiti. L’avrebbe fatto con uno di destra? E poi, scusi, il Movimento 5 Stelle è di sinistra?».

Aspetti, però: il dialogo con Coraggio Italia non è un’invenzione di Valbonesi. E Coraggio Italia è, appunto, di centrodestra.
«Un conto è il dialogo parlamentare e un altro è un’alleanza politica. Di questa parlano alcuni giornali nazionali, ma noi stiamo lavorando solo con Azione di Carlo Calenda e +Europa».

Insomma, esclude di andare verso destra.
«Escludo di allearmi con Fratelli d’Italia e Lega, al di là dell’emergenza che ha portato al governo Draghi».

Non ha citato Forza Italia.
«Al di là dei partiti come li conosciamo oggi, c’è un’area centrale che non vuole alleanze contro natura, con il Movimento 5 Stelle e con FdI e Lega. Segnalo che Stefano Bonaccini ha vinto le regionali con voti di centrodestra: ne conosco molti che avevano sostenuto, per esempio, Zattini».

Voterebbe Silvio Berlusconi Presidente della Repubblica?
«Mai».

Senta, Valbonesi ha aperto per la prima volta la discussione su come si dovrà organizzare il centrosinistra per le politiche del 2023 e le amministrative del 2024. Lei immagina di far parte di quel percorso?
«Il mio impegno per la città prescinde dal fatto che Valbonesi mi chiami».

Anche candidandosi in prima persona?
«Al momento mi sento di escluderlo».

Si ricandiderà, allora, in parlamento?
«Non ho l’assillo del terzo mandato né di dover vivere grazie alla politica, altrimenti avrei fatto meglio a rimanere nel Pd. A tal proposito, mi stupisco che Valbonesi non sappia che molti parlamentari dem sono al terzo o quarto mandato. Del resto lo statuto del Pd fissa un massimo di 15 anni. Non sarà Valbonesi, comunque, a decidere se mi ricandiderò».

Torniamo sulla scena locale. Se ci sarà il Movimento 5 Stelle non ci sarete voi?
«Io, come ha detto anche Valbonesi, resto di centrosinistra. E ricordo che il Movimento 5 Stelle era nostro rivale: ricevemmo insulti pesantissimi».

Ma davvero secondo lei non sono cambiati?
«Riconosco che in consiglio comunale a Forlì oggi siede una persona squisita come Franco Bagnara, ma la linea politica non la deciderà lui».

Lei guarda verso il centro. Che è l’area alla quale si potrebbe ascrivere, pur senza tessere di partito, anche il sindaco Gian Luca Zattini. Può cambiare qualcosa anche in quella parte politica?
«Non lo so. Ma credo che Zattini sia in difficoltà con alcune forze della maggioranza».

Veniamo a scadenze elettorali più vicine: nel 2022 ci sono le amministrative a Castrocaro e nel Pd, a quanto pare a livello del paese, ci sono dubbi su un bis della sindaca Marianna Tonellato. Li condivide?
«No. Marianna ha amministrato con passione e dedizione, si deve ripartire da lei. E mi preoccupa che il Pd la metta in dubbio, specie dopo quello che è accaduto con Gabriele Fratto a Bertinoro. Se fossi in Marianna, sarei preoccupato».

Tonellato ha partecipato anche alla Leopolda, la convention ideata da Matteo Renzi: fa parte di Italia Viva?
«Non ha tessere di partito».

A Dovadola, lo stesso Valbonesi ha aperto all’idea di sostenere il sindaco uscente Francesco Tassinari. Concorda?
«Sì, Tassinari ha lavorato molto bene. Però lo avviso: è di centrodestra. Così come lo sono alcuni che, a Civitella, sostengono Claudio Milandri. È sicuro della sua scelta? La verità è che queste situazioni nei paesi possono accadere».

Come vede Enzo Lattuca presidente della Provincia?
«Farà bene. lo e Enzo siamo amici e lo siamo rimasti anche facendo scelte diverse».

Sbaglia chi teme istituzioni sempre più cesenati?
«Purtroppo il centrosinistra non aveva altri molti sindaci da candidare. E questo accade perché negli ultimi 5 anni ha falcidiato la propria classe dirigente: dai tempi di Rusticali un sindaco non completa il doppio mandato. E per la verità non ci sono riusciti nemmeno i consiglieri regionali… È ovvio che poi un partito perda peso».

Lattuca sindaco di una grande città e presidente della Provincia: con Drei non funzionò. Non è un rischio?
«Ai tempi di Drei era appena partita una riforma che, possiamo dirlo, non ha funzionato. Oggi il quadro è più definito. E penso che sia corretto affidare l’ente al sindaco di una delle città più grandi».

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Arrivano 3 milioni per l’aeroporto di Forlì: un risultato che viene da lontano

Sono in arrivo 3 milioni di euro per l’aeroporto di Forlì ed è una bellissima notizia per il territorio romagnolo. Sono fondi previsti per le imprese che più hanno sofferto le limitazioni imposte per arginare il covid. Risorse erogate dalla Regione, ma rese disponibili in virtù del lavoro fatto da Governo e parlamento sul decreto legge sostegni (dl 41/2021, convertito in legge con la legge 69 del 2021) che ha messo a disposizione il fondo da cui vengono attinti i 3 milioni.

E, ovviamente, questi stanziamenti sono possibili in ragione del fatto che l’aeroporto è stato riaperto; grazie all’investimento degli imprenditori, ma prima ancora grazie a un nostro intervento parlamentare e al lavoro che si fece per ottenere un nuovo bando di gestione, quando nessuno credeva più nella riapertura dello scalo. Che oggi, invece, è una realtà ed è non solo giusto, ma anche doveroso che la Regione lo sostenga. Anzi, ritengo si debbano prevedere ulteriori investimenti infrastrutturali per espandere il potenziale e l’efficienza dello scalo.

È bello vedere che oggi tutti fanno a gara per appuntarsi al petto la ‘medaglietta’ del “Ridolfi”. Anche questo è un successo, perchè non ricordo la fila quando c’era da lavorare per evitare la definitiva chiusura e ormai non c’erano più speranze di riapertura; e tantomeno quando c’erano, addirittura, alcune forze politiche che remavano contro la riapertura.

All’epoca era scomodo esporsi e in tanti sconsigliarono anche a me di farlo. La politica, però, è fatta di idee e di azioni ispirate a ciò che si ritiene giusto, non per seguire il consenso a seconda delle convenienze del momento.

Sostenere l’aeroporto di Forlì (così come dare una mano allo sviluppo di altre infrastrutture anche in altre città) significa sostenere lo sviluppo dei territori, che traggono benefici diretti e sull’indotto da questi investimenti.

Continuiamo a lavorare in questa direzione, facendo squadra con chi ha voglia di adoperarsi concretamente e non solo sui media, a prescindere dalle sigle di partito e dalle idee politiche.

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“Insieme per la ripresa”, i Salesiani a Forlì motore per formazione, imprese, educazione

“Insieme per la ripresa” è ormai un appuntamento fisso nel calendario degli eventi importanti per il territorio forlivese. Un momento nel quale il mondo della formazione professionale, delle imprese, dell’associazionismo, dell’educazione e delle istituzioni si ritrova al centro di formazione dell’opera Salesiana a Forlì per ragionare sull’anno precedente e sulle prospettiva.

Quest’anno, assieme ad oltre 200 persone, abbiamo ragionato su come sta cambiando e cambierà il mercato del lavoro, assieme a due ospiti di qualità come Ettore Rosato e Marco Bentivogli. La loro partecipazione non era scontata e li ringrazio, anche personalmente, per avere accettato l’invito.

Un ringraziamento al direttore Sergio Barberio e a tutti gli operatori del Centro, che nell’occasione ha inaugurato i nuovi locali e le nuove attività avviate. Un patrimonio, che ogni anno offre a centinaia di ragazzi un’occasione per apprendere un mestiere, crescere, trovare la propria strada di vita.

Sarò sempre orgogliosamente al fianco di questa realtà, come lo sono stato in tempi non sospetti, quando ancora in pochi credevano in un suo rilancio.

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“No a chiusura della Motorizzazione a Forlì: benefici molto inferiori ai costi”

“La chiusura dell’ufficio della motorizzazione civile a Forlì a dicembre 2022 sarebbe un errore. C’è il tempo per ripensare a questa scelta e fare ulteriori approfondimenti: il costo risparmiato sul canone di locazione sarebbe molto inferiore al costo sociale ed economico per il territorio”. Lo afferma il deputato romagnolo Marco Di Maio, vice presidente vicario del gruppo Italia Viva alla Camera, dopo aver appreso martedì mattina della comunicazione formale dell’intenzione di chiudere  la sede dell’ufficio Motorizzazione Civile di Forlì, collocata in via Golfarelli 86/D, a partire dal 29 dicembre 2022 per essere trasferita presso la sede di Cesena di proprietà demaniale.

“Sgombriamo subito il campo dagli equivoci: non è una questione di campanili o di egoismi territoriali – afferma il parlamentare, che già in passato si era interessato del tema, quando addirittura si tentò di anticipare la chiusura della sede Forlì rispetto al 2022 -. Il punto è che concentrare in un’unica sede servizi e prestazioni che vengono erogati attualmente a Forlì, produrrebbe disagi logistici, economici e non solo”. La comunicazione è stata inviata martedì a firma del dirigente Francesco Sebastiano Baldari, a nome della Direzione generale territoriale nord-est del Ministero delle Infrastrutture, competente per le motorizzazioni civili di Ferrara, Ravenna, Rimini e Forlì-Cesena.

“Mi sono subito attivato assieme alla collega Raffaella Paita, presidente della Commissione Trasporti alla Camera, e in raccordo con la vice ministra Teresa Bellanova – spiega il parlamentare – per far presente l’illogicità della scelta operata dalla struttura tecnica, che peraltro sfugge alle decisioni politiche. Tuttavia il contraccolpo rischia di essere importante sulla comunità locale e continueremo a insistere sul punto”.

“Presenteremo tutti gli atti formali necessari per opporci a questa decisione – annuncia il deputato, che sta predisponendo una apposita interrogazione parlamentare -, ma serve utilizzare anche il buon senso che nessuna legge o decreto può imporre: sulla sede di Forlì convergono tutti i servizi principali e vengono gestiti qualche migliaio di interventi fra collaudi e revisioni che andrebbero a gravare sulla sede di Cesena in caso di chiusura della sede di via Golfarelli”.

“Questo significherebbe – conclude – provocare maggiori spostamenti, maggiori costi, maggiore impiego di tempo e una diversa organizzazione per tutto l’indotto che si relazione con la motorizzazione. In nome di un risparmio esiguo rispetto al costo sociale. Oltre ai bilanci dei singoli enti, c’è il dovere di tenere nella dovuta considerazione il costo indiretto delle scelte che vengono operate e che ricadranno sulle imprese, sui professionisti e sulla collettività. Il territorio faccia quadrato per far valere le proprie ragioni e provare a cambiare questa decisione”.

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Qualità della vita per giovani e anziani, Ravenna e Forlì-Cesena al top in Italia

La Romagna svetta nella classifica della qualità della vita per bambini, giovani e anziani. Questa una speciale rilevazione svolta da “Il Sole 24 ore” sulla base di dati raccolti da vari istituti pubblici e privati. Si conferma, dunque, il positivo contesto di vita che le nostre province sono in grado di offrire. 

Non si tratta della consueta rilevazione di fine anno che stabilisce, tenendo conto di tutte le fasce d’età e degli aspetti economici, sociali, culturali, la graduatoria delle province in cui si vive meglio, ma è una speciale analisi dedicata esclusivamente a bambini, giovani e anziani.

Ravenna risulta la provincia che offre il contesto più favorevole in Italia per i giovani, classifica nella quale anche la provincia di Forlì-Cesena ottiene un lusinghiero terzo posto dietro Ferrara. I parametri presi in considerazione in questo caso riguardano, tra l’altro, numero di laureati tra i 25-29 anni, tasso di dissocupazione giovanile, età media di maternità, presenza di aree sportive, imprenditoria giovanile, amministratori pubblici sotto i 40 anni, differenza di affitti tra centro e periferie.

La particolarità è che nè Ravenna nè Forlì-Cesena primeggiano in nessuno di questi parametri, ma si collocano nella fascia alta di tutte le caratteristiche prese in esame. A testimoniare una qualità diffusa e meglio distribuita tra la popolazione rispetto a tutte le altre province italiane.

Sempre la provincia di Ravenna, poi, risulta essere la seconda più accogliente per la popolazione anziana, dove si prendono a riferimento parametri quali speranza di vita, spese per l’assistenza domiciliare degli anziani e per il trasporto, numero di infermieri ogni 100mila abitanti (Ravenna prima in Italia), orti urbani, consumo di farmaci, morti per demenze o malattie del sistema nervoso.

Ravenna è anche l’unica delle tre province romagnole a collocarsi tra le prime dieci d’Italia nella graduatoria della qualità della vita per i bambini, piazzandosi all’ottavo posto. A determinare la classifica in questo caso è un insieme di dodici parametri tra cui spazio abitativo, edifici scolastici, rette di frequenza, studenti per classe, reati denunciati a danno di minori, pediatri attivi ogni mille bambini tra gli 0-14 anni.

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Aeroporto di Forlì, l’alleanza con Ravenna dimostra che la sfida è possibile

Intervento pubblicato sul “Resto del Carlino” del 27 giugno 2021

Oggi tutti, ma proprio tutti, esultano per la riapertura del ‘Ridolfi’; ma ancora due anni fa, nell’estate del Papeete, ormai non ci credeva più nessuno. Salvo gli imprenditori della società di gestione e pochissimi altri, tra cui il sottoscritto che compì gli atti necessari in parlamento (e non solo) per consentire la riapertura.

Quello che conta oggi è il futuro e ora abbiamo la possibilità di programmarlo contando anche su un aeroporto attivo, attrattivo, rinnovato. Superati i piccoli problemi organizzativi (fisiologici e imputabili peraltro alle compagnie aeree), lo scalo di Forlì già ora sta dando un contributo alla ripartenza con i suoi dipendenti diretti, quelli dell’indotto e le opportunità che sta generando.

Anche il cambio di contesto è incoraggiante. Chi avrebbe immaginato fino a poco tempo fa una conferenza stampa del sindaco di Ravenna (di cui ricordiamo in passato dichiarazioni non certo benevole verso la riapertura del ‘Ridolfi’) per promuovere i voli dell’aeroporto di Forlì? Nessuno, credo.

È un fatto significativo di come stanno cambiando rapidamente le cose: ora tutti gli attori devono cambiare mentalità. Per prime le istituzioni, che devono pensare in grande, osare, puntare a investimenti ambiziosi.

Si stanno esaurendo opere e progettazioni che vengono da anni passati: come ci immaginiamo la Forlì del 2040? All’orizzonte non si vede nulla salvo qualche titolo, ma è tempo di pensarci e agire, anche per non perdere il treno dei fondi messi a disposizione dal Recovery plan.

Non è solo questione di nuove infrastrutture e collegamenti (la nuova Ss67, la nuova via Emilia), ma anche di quale traiettoria dare al territorio. Ed è su questo che serve aprire un cantiere trasversale dentro e fuori le istituzioni. Il futuro è di tutti, non di una parte, e va impostato adesso.

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Forlì primo aeroporto Covid-free d’Italia: la conferma che “ne valeva la pena”

Quello di Forlì è il primo aeroporto Covid-free d’Italia, grazie a una virtuosa collaborazione tra la società di gestione e il gruppo Beghelli. Attraverso una innovativa tecnologia realizzata dall’impresa bolognese, tutti gli spazi dell’aeroporto sono continuamente sanificati.

Nessun altro scalo in Italia al momento è in grado di garantirlo.

Complimenti a chi ha svolto questo investimento, agli imprenditori Giuseppe Silvestrini, Ettore Sansavini e a tutti i soci. Una soluzione “promossa” anche da due amici con cui ho condiviso molti impegni negli ultimi mesi, Claudio Vicini e Venerino Poletti: due mdici di fama internazionale.

È l’ulteriore dimostrazione che battersi per consentire la riapertura dell’aeroporto – spesso in solitaria e altrettanto spesso con lo scetticismo e la contrarietà di tanti che oggi se ne compiacciono – ne valeva la pena.