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Giovani PrimoPiano

Giovani e occupazione, approvata la nostra mozione: ora il Governo deve agire e fare di più

Abbiamo approvato alla Camera una mozione che impegna il Governo ad attuare iniziative a favore dell’occupazione, della formazione e dell’emancipazione giovanile. Con la crisi da Covid19 l’emergenza giovanile rischia di scoppiare, serve una strategia multidimensionale. Con l’atto approvato il Governo è vincolato a mettere in campo varie misure, tra cui una per finanziare un periodo di formazione e lavoro in azienda interamente a carico dello stato e non solo per il 60%.

Serve una misura di emergenza ‘Attiva Giovani’ per i NEET che vada oltre ‘Garanzia Giovani’ per finanziare un periodo di formazione e lavoro in azienda interamente a carico dello stato e non solo il 60%: il paese con il più alto numero di NEET in Europa non può non avere una strategia specifica per i giovani inattivi.

Dobbiamo contrastare i tirocini non retribuiti, riformare l’apprendistato professionalizzante – due riforme di accompagnamento senza oneri per la finanza pubblica – potenziare le politiche attive per il mondo del lavoro, rilanciare l’alternanza scuola-lavoro e nuovi percorsi formativi a partire dall’Istruzione Tecnica Superiore (ITS), assicurare l’implementazione del Family Act della Ministra Bonetti, semplificare l’accesso alle professioni con le lauree abilitanti e infine introdurre una ‘dote universale’ per tutti i 18enni a favore dell’autonomia giovanile.

Usiamo il PNRR per rimettere al centro dell’azione politica i giovani senza retorica, giovanilismi sterili e paternalismo, come auspicato dal Presidente Draghi, idealmente dedicando ai giovani un pilastro specifico del PNRR come richiesto dalla Commissione europea o almeno aumentando il numero degli interventi a loro favore. Secondo uno studio commissionato dal Consiglio Nazionale Giovani, l’Italia dedicherebbe solo il 7% delle risorse del PNRR ai giovani, contro il 12% della Spagna, il 10% della Germania e il 7% della Francia (che però ha 1 milione di NEET meno dell’Italia).

All’Italia serve un nuovo patto tra generazioni, è urgente una strategia organica per ridare dignità e opportunità ai giovani italiani a favore dell’equità inter-generazionale.

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Economia e Finanza PrimoPiano Speciale Coronavirus

Decreto agosto, tutte le misure per le imprese

Il decreto-legge “agosto” approvato dal Consiglio dei ministri e che ora passa all’esame del parlamento per la conversione e eventuali modifiche (entro fine settembre) prevede ulteriori fondi per i settori del turismo, della ristorazione e della cultura, che sono tra quelli maggiormente colpiti.
È previsto uno specifico finanziamento per gli esercizi di ristorazione che abbiano subito una perdita di fatturato da marzo a giugno 2020 di almeno il 25% rispetto allo stesso periodo del 2019. Potranno ottenere un contributo a fondo perduto per l’acquisto di prodotti di filiere agricole, alimentari e vitivinicole da materia prima italiana. Il contributo minimo è di 2.500 euro.

Ulteriori 400 milioni di euro sono stanziati per contributi a fondo perduto in favore degli esercenti dei centri storici che abbiano registrato a giugno 2020 un calo del 50% del fatturato rispetto allo stesso mese del 2019. Il contributo minimo è di 1.000 euro per le persone fisiche e di 2.000 per i soggetti diversi.

Vengono inoltre rifinanziati alcuni strumenti di supporto alle imprese: 64 milioni per la “nuova Sabatini”; 500 milioni per i contratti di sviluppo; 200 milioni per il Fondo per la salvaguardia dei livelli occupazionali e la prosecuzione dell’attività di impresa; 50 milioni per il voucher per l’innovazione; 950 milioni per il Fondo Ipcei per il sostegno alle imprese che partecipano alla realizzazione di importanti progetti di interesse europeo.

Viene rifinanziato per 7,8 miliardi di euro (per il triennio 2023-24-25) il Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, per favorire l’accesso al credito attraverso la concessione di una garanzia pubblica. Sempre per le p.m.i. è prorogata anche la moratoria su prestiti e mutui: dal 30 settembre 2020 il termine viene esteso al 31 gennaio 2021 (al 31 marzo 2021 per le imprese del comparto turistico).

Sono aumentati di 500 milioni gli incentivi statali per chi acquista e immatricola in Italia autovetture a basse emissioni di CO2.
Vengono stanziati 1,5 miliardi di euro per il rafforzamento patrimoniale, il rilancio e lo sviluppo di società controllate dallo Stato.

Viene potenziato lo strumento dei Piani individuali di risparmio alternativi, con la soglia di investimento annuale detassata che sale da 150.000 a 300.000 euro per gli investimenti a lungo termine.
Vengono incentivati gli acquisti effettuati con forme di pagamento elettroniche, nell’ambito del “piano cashless”, con uno stanziamento di 1,75 miliardi di euro per il 2021 per il rimborso di una parte degli acquisti effettuati con queste modalità di pagamento.

Fra le ulteriori misure predisposte per il sostegno dei settori del turismo e della cultura: il credito di imposta del 60% del canone di locazione o leasing o concessione; l’esonero dal pagamento della seconda rata dell’Imposta municipale unica (IMU) 2020 per alcune categorie di immobili e strutture turistico-ricettive, gli immobili per fiere espositive, manifestazioni sportive, quelli destinati a discoteche e sale da ballo, gli immobili destinati a cinema e teatri. Questi ultimi vengono esonerati dal pagamento dell’IMU anche per il 2021 e il 2022.

È incrementato di 265 milioni di euro per il 2020 il fondo per sostenere agenzie di viaggio, tour operator e guide turistiche.

Stanziati 180 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021 per il credito d’imposta per la riqualificazione e i miglioramenti effettuati dalle imprese del settore turistico ricettivo e termale, compresi gli agriturismi e i campeggi. Viene incrementato fino a 231 milioni di euro il Fondo emergenze imprese e istituzioni culturali e sale a 335 milioni il Fondo emergenze cinema, spettacolo e audiovisivo. Vengono destinati complessivamente 90 milioni di euro ai musei statali.

Stanziati 60 milioni di euro per incentivare gli investimenti pubblicitari in favore di leghe e società sportive professionistiche e di società e associazioni sportive dilettantistiche.
Con uno stanziamento complessivo di circa 200 milioni di euro vengono potenziate le risorse a sostegno di diverse attività di trasporto.

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Economia e Finanza Lavoro PrimoPiano Speciale Coronavirus

Decreto agosto, tutte le misure per il Lavoro

Si introducono importanti agevolazioni fiscali per le aree svantaggiate e ulteriori nuove indennità specifiche per alcuni settori. Vengono inoltre prolungate e rafforzate alcune delle misure a sostegno dei lavoratori varate con i precedenti provvedimenti.

In primo luogo viene introdotto uno sgravio del 30 % sui contributi pensionistici per le aziende situate nelle aree svantaggiate, con l’obiettivo di stimolare crescita e occupazione. Il decreto finanzia la misura per il periodo ottobre-dicembre 2020, in attesa che questa venga estesa sul lungo periodo con prossimi interventi. Prolungati per un massimo di diciotto settimane complessive i trattamenti di cassa integrazione ordinaria, assegno ordinario e cassa integrazione in deroga previsti per l’emergenza.

Per le aziende che non richiederanno l’estensione dei trattamenti di cassa integrazione verrà riconosciuto l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali per un massimo di quattro mesi, entro il 31 dicembre 2020. Fino a tale data, vengono inoltre escluse dal versamento dei contributi previdenziali, per un massimo di sei mesi dall’assunzione, le aziende che assumono lavoratori subordinati a tempo indeterminato, in presenza di un aumento dell’occupazione netta.

Per i datori di lavoro che non hanno integralmente fruito della cassa integrazione o dell’esonero dai contributi previdenziali resta precluso l’avvio delle procedure di licenziamento individuali e restano sospese quelle avviate dopo il 23 febbraio 2020. Inoltre, si conferma la sospensione delle procedure di licenziamento collettivo. Queste disposizioni non si applicano in caso di licenziamenti motivati dalla cessazione definitiva dell’attività dell’impresa.

È possibile rinnovare o prorogare, per un periodo massimo di 12 mesi (fermo restando il limite complessivo di 24 mesi) e per una sola volta, i contratti di lavoro subordinato a tempo determinato anche in assenza di causale.
Sono previsti ulteriori 400 euro per il reddito di emergenza per le famiglie più bisognose.
Vengono prorogate per ulteriori due mesi la Nuova assicurazione sociale per l’impiego (Naspi) e l’indennità di disoccupazione mensile “DIS-COLL” per i collaboratori coordinati e continuativi il cui periodo di fruizione termini nel periodo compreso tra il 1° maggio 2020 e il 30 giugno 2020.

Vengono introdotte nuove indennità per alcune categorie di lavoratori. Tra queste, 1.000 euro per gli stagionali del turismo, degli stabilimenti termali e dello spettacolo danneggiati dall’emergenza COVID-19 e per altre categorie di lavoratori (iscritti al Fondo pensioni lavoratori dello spettacolo in possesso di determinati requisiti, dipendenti stagionali appartenenti ad altri settori, gli intermittenti e gli incaricati di vendite a domicilio). Si prevede un’indennità di 600 euro per i lavoratori marittimi e gli stagionali sportivi.

Viene aumentata di 500 milioni di euro per il biennio 2020-21 la dotazione del Fondo nuove competenze introdotto dal “decreto rilancio” (decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34) per la formazione e per favorire percorsi di ricollocazione dei lavoratori.

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Lavoro PrimoPiano Welfare

Lavoro, il Decreto Di Maio genera disoccupazione: le proposte alternative

In questi giorni qui a Montecitorio siamo impegnati nelle Commissioni su diversi provvedimenti (molti provengono ancora dal precedente Governo); il principale è il decreto Di Maio, che la maggioranza definisce “decreto dignità”. Penso sia un testo dannoso per il mondo del lavoro perchè riduce la flessibilità e non incentiva la stabilità, di fatto mettendo per strada da subito i lavoratori a tempo determinato, che non possono essere rinnovati per più di 24 mesi. Chi sta arrivando verso il 24esimo mese, infatti, in molti casi ha già avuto comunicazione del licenziamento. Si introducono vincoli, balzelli e complicazioni anche per le famiglie.

Ecco una serie di proposte alternative per migliorare il decreto e dare risposte al mondo del lavoro.

Riduzione del costo del lavoro sul tempo indeterminato: il lavoro stabile vale di più, deve costare meno. Serve abbassare i contributi a carico dei lavoratori di 4 punti in 4 anni sui contratti a tempo indeterminato. Si può fare a costi sostenibili per il bilancio pubblico.

– Salvaguardare chi oggi ha un contratto a termine con un incentivo alla trasformazione: i nuovi esodati creati dal Decreto Di Maio devono avere l’opportunità di essere stabilizzati, con un incentivo per la trasformazione a tempo indeterminato dei loro contratti.

– Introdurre una buonuscita per i lavoratori temporanei non stabilizzati dalle imprese. Per favorire la trasformazione dei contratti a termine in contratti stabili, si propone il pagamento ai lavoratori temporanei di una buonuscita compensatoria in caso di mancata stabilizzazione, proporzionata alla durata del contratto, e aggiuntiva rispetto al Tfr.

– Sperimentare il salario minimo: il decreto non affronta in alcun modo il tema dei salari e di coloro che vengono pagati con salari fuori da ogni dignità retributiva. Si potrebbe partire subito con una sperimentazione, per poi affinare meglio lo strumento e arrivare in tempi ragionevoli a introdurre anche in Italia il salario minimo legale.

– Tutele crescenti: a mantenere il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, che anche il Decreto Di Maio di fatto non snatura, apportandovi modifiche del tutto marginali. È importante adeguare l’offerta di conciliazione all’aumento delle indennità di licenziamento e riflettere su come aumentarle evitando allo stesso tempo il rischio di scoraggiare le assunzioni a tempo indeterminato.

– Colf e badanti: ci opponiamo ad aumenti di costo per le famiglie. Le famiglie italiane, a causa dell’aumento del costo dei rinnovi, rischiano di spendere centinaia di euro in più all’anno per l’assunzione di colf e badanti. L’effetto reale di questo aumento sarà quello di spostare molti di questi lavoratori nel lavoro nero. Serve escludere i contratti di lavoro domestico da questa disciplina e portare avanti l’intera deducibilità dei costi per le famiglie italiane.

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Lavoro PrimoPiano

Dignità per tutti i lavori: la proposta del salario minimo legale

Abbiamo presentato una proposta di legge che cerca di dare risposta a oltre due milioni e mezzo di lavoratori italiani che non hanno un contratto collettivo di riferimento, soggetti meno tutelati e meno pagati di altri, che persino il reddito di cittadinanza escluderebbe da qualsiasi tipo di aiuto pubblico. Spesso ricevono salari al di sotto dei minimi stabiliti dalla contrattazione. A questi si rivolge la nostra proposta di legge che ha lo scopo di fissare un livello minimo di retribuzione al di sotto della quale nessun lavoro può essere retribuito.

E’ una proposta di buon senso, che va incontro ad una vasta platea di persone che rischiano di finire ai margini della società e che, peraltro, si inserisce nel solco di quanto sta già avvenendo in molti stati dell’Unione europea a partire da Francia e Germania. Tra i 28, sono solo 5 gli Stati, oltre all’Italia, dove non è presente alcuna forma di salario minimo legale.

Con questa proposta di legge ci proponiamo di istituire il salario minimo orario per garantire ad ogni lavoratore un trattamento economico equo e, come sancisce l’articolo 36 della Costituzione, “una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”.
La proposta di legge prevede quindi l’istituzione del salario minimo orario e lo definisce come la retribuzione oraria minima che il datore di lavoro privato è tenuto a corrispondere al lavoratore, pari a nove euro all’ora al netto dei contributi previdenziali e assistenziali, nei settori non regolati da contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale .

La proposta di legge prevede anche l’istituzione di un’apposita Commissione, formata da esperti e da rappresentanti delle parti sociali, che dovrà dare indicazioni al ministro del Lavoro e delle politiche sociali per l’aggiornamento periodico del salario minimo orario.
Per il datore di lavoro che corrisponda ai lavoratori una retribuzione inferiore a quella stabilita dalla legge è prevista una sanzione fino a 20 mila euro e il pagamento della mancata retribuzione al lavoratore.
Le disposizioni della legge si applicherebbero ai contratti di lavoro stipulati o rinnovati successivamente alla data della sua entrata in vigore.

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Economia e Finanza Lavoro

Legge di bilancio 2018: le politiche per il lavoro

In materia di lavoro e occupazione la legge di bilancio contiene, in particolare, disposizioni che introducono incentivi e sgravi contributivi per le nuove assunzioni, misure per promuovere la formazione professionale e interventi volti ad ampliare l’ambito di applicazione e le dotazioni finanziarie degli ammortizzatori sociali.

Sgravi contributivi per assunzioni giovani a tempo indeterminato (co. 50-58 e 62-64)
Al fine di promuovere l’occupazione giovanile stabile si riconosce ai datori di lavoro privati che, a decorrere dal 1o gennaio 2018, assumono lavoratori con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato a tutele crescenti, un esonero dal versamento del 50 per cento dei complessivi contributi previdenziali, per un periodo massimo di trentasei mesi, ad esclusione dei premi e contributi dovuti all’INAIL, nel limite massimo di importo pari a 3.000 euro su base annua. Resta ferma l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche. La misura interessa i giovani lavoratori che, alla data di assunzione, non abbiano compiuto 35 anni di età, ovvero abbiano meno di 30 anni di età per le assunzioni effettuate dal 2019 e non siano stati occupati a tempo indeterminato con il medesimo datore di lavoro. Non sono ostativi al riconoscimento dell’esonero gli eventuali periodi di apprendistato svolti presso un altro datore di lavoro e non proseguiti in rapporto a tempo indeterminato. E’ prevista la possibilità di continuare a fruire dell’esonero, per la parte residua, in caso di riassunzione a tempo indeterminato da altri datori di lavoro, indipendentemente dall’età anagrafica del lavoratore alla data delle nuove assunzioni. Le norme limitano il riconoscimento dell’esonero ai datori di lavoro che, nei sei mesi precedenti l’assunzione, non abbiano proceduto a licenziamenti individuali per giustificato motivo oggettivo ovvero a licenziamenti collettivi nella medesima unità produttiva.
Ai fini di evitare un utilizzo fraudolento dell’esonero, è prevista la revoca e il recupero di quanto già fruito nel caso in cui il lavoratore assunto sia licenziato per giustificato motivo oggettivo nei sei mesi successivi l’assunzione o nel caso in cui, nello stesso periodo di tempo, sia licenziato un lavoratore impiegato nella medesima unità produttiva e inquadrato con la medesima qualifica del lavoratore assunto con esonero. E’ possibile beneficiare dell’esonero, per un periodo massimo di dodici mesi e fermo restando il limite di 3.000 euro annui, anche nei casi di prosecuzione, successiva al 31 dicembre 2017, di un contratto di apprendistato in rapporto a tempo indeterminato, a condizione che il lavoratore non abbia compiuto il trentesimo anno di età alla data di prosecuzione. Si prevede analoga possibilità anche nel caso di conversione, successiva alla data di entrata in vigore della legge, di un contratto a tempo determinato in contratto a tempo indeterminato, fermo restando il possesso del requisito anagrafico alla data della conversione. Così come è possibile usufruire dell’esonero del complessivo versamento dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro, fermi restando il limite massimo di 3.000 euro annui e il requisito anagrafico in caso di assunzione, entro sei mesi dal conseguimento del titolo di studio, di studenti che, presso il medesimo datore di lavoro, hanno svolto attività di alternanza scuola-lavoro o che hanno svolto periodi di apprendistato. L’esonero non è applicabile ai rapporti di lavoro domestico e ai rapporti di apprendistato e non è cumulabile con altri esoneri o riduzioni delle aliquote di finanziamento previste dalla normativa vigente, limitatamente al periodo di applicazione degli stessi.

Stop pagamenti stipendi in contanti (co. 509-bis – 509-sexies)
La norma riprende il contenuto di una proposta di legge – approvata in prima lettura alla Camera – che prevede l’obbligo, per i datori, di pagare lo stipendio ai dipendenti tramite bonifico bancario, in contanti presso sportello bancario o postale o con assegno. Stop quindi al pagamento in contanti. Inoltre si stabilisce che la firma della busta paga apposta dal lavoratore non costituisce prova dell’avvenuto pagamento della retribuzione.

Incentivo assunzioni da parte di cooperative sociali di rifugiati (co. 50-bis)
Si prevede un contributo di massimo 500mila euro annui alle cooperative sociali che assumono con contratto a tempo indeterminato, nel 2018, persone a cui è stata riconosciuta la protezione internazionale a partire dal 1° gennaio 2016. Il contributo è finalizzato a ridurre le aliquote per l’assicurazione obbligatoria previdenziale e assistenziale dovute per i lavoratori assunti.

Incentivo assunzioni da parte di cooperative sociali di donne vittime violenza di genere (co. 120-bis)
Si prevede un incentivo alle cooperative sociali per le assunzioni a tempo indeterminato, nel 2018, di donne vittime di violenza di genere inserite in appositi percorsi di protezione debitamente certificati. Il contributo ammonta ad 1 milione di euro annui, a sgravio delle aliquote per l’assicurazione obbligatoria previdenziale ed assistenziale dovute relativamente alle lavoratrici e lavoratori assunti.

Ulteriori sgravi per assunzioni giovani al Sud (co. 496-497)
Nel quadro degli interventi per il Mezzogiorno, all’interno dei Programmi operativi nazionali ed i Programmi operativi complementari per l’anno 2018, è possibile adottare misure per favorire l’assunzione con contratto a tempo indeterminato di giovani, nelle Regioni Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna, che non abbiano compiuto i 35 anni di età, ovvero di età superiore a 35 anni, purché privi di un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi. Con riferimento a tali assunzioni, l’esonero dei contributi previdenziali previsto dalla legge di bilancio è elevato fino al 100 per cento, nel limite massimo di 8.060 euro annui. In questi casi l’esonero contributivo, è cumulabile con altri esoneri o riduzioni delle aliquote di finanziamento previste dalla normativa vigente, limitatamente al periodo di applicazione.

Ampliata la platea dei beneficiari del “bonus 80 euro” (co. 75)
Si alzano le soglie di reddito dei lavoratori dipendenti per ottenere il bonus Irpef da 80 euro (il tetto di 24.000 euro sale a 24.600 e quello di 26.000 sale a 26.600, livello al quale il bonus si azzera) in modo da “salvaguardare” gli 80 euro dei dipendenti pubblici, che con il rinnovo del contratto supererebbero la soglia ad oggi vigente per ricevere il bonus.

Interamente deducibile la quota IRAP del costo degli stagionali (co. 65)
Si prevede l’innalzamento della quota deducibile da IRAP del costo dei lavoratori stagionali, che nel 2018 viene resa integralmente deducibile (in luogo della ordinaria deducibilità del 70 per cento).

Esoneri contributivi per giovani imprenditori agricoli (co. 66-67)
Si introducono norme volte a promuovere forme di imprenditoria in agricoltura, riconoscendo anche per il 2018 un esonero contributivo triennale, nonché una riduzione contributiva per un ulteriore biennio (entro il limite massimo delle norme europee sugli aiuti de minimis), per coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali di età inferiore a 40 anni, con riferimento alle nuove iscrizioni nella previdenza agricola effettuate nel 2018.

Direttori artistici e collaboratori tecnici (co. 228)
Viene elevato da 7.500 a 10.000 euro l’importo che non concorre a formare il reddito imponibile delle indennità, dei rimborsi forfettari, dei premi e dei compensi erogati ai direttori artistici ed ai collaboratori tecnici per prestazioni di natura non professionale, nonché di quelli erogati nell’esercizio diretto di attività sportive dilettantistiche.

Sgravio contributivo imprese armatrici (co. 381)
Dal 2018 si introduce la riduzione dello sgravio contributivo attualmente previsto a favore delle imprese armatrici con riferimento al personale componente gli equipaggi (si passa dal 48,7 per il 2017 al 45,07 per il 2018).

Credito d’imposta per formazione professionale settore tecnologie (co. 25-35)
Per quanto concerne la formazione professionale si introduce, per il 2018, un credito d’imposta per le spese di formazione del personale dipendente nel settore delle tecnologie previste dal Piano Nazionale Impresa 4.0, con uno stanziamento di 250 milioni di euro (per il 2019). Il credito è ammesso fino ad un importo massimo annuo di 300.000 euro per ciascun beneficiario.

Finanziamento percorsi formativi, contratti apprendistato e alternanza scuola-lavoro (co. 59-61)
In particolare si prevedono stanziamenti per i percorsi di istruzione e formazione professionale (Ie FP) (189 milioni), per il finanziamento dei percorsi formativi relativi ai contratti di apprendistato per la qualifica e il diploma professionale e all’alternanza tra scuola e lavoro (125 milioni), per le attività di formazione relative all’apprendistato professionalizzante (15 milioni).

Erasmus+ (co. 121)
Ulteriori stanziamenti (2 milioni) riguardano la promozione e il coordinamento delle politiche per la formazione, nonché il cofinanziamento del Programma Erasmus+, per l’ambito di istruzione e formazione professionale.

Ammortizzatori sociali in deroga per imprese di rilevanza strategica a livello regionale (co. 76)
In tema di ammortizzatori sociali in primo luogo si consente, per gli anni 2018 e 2019, con riferimento alle imprese di rilevanza economica strategica a livello regionale, con organico superiore a 100 unità, una deroga ai limiti massimi di durata del trattamento straordinario di integrazione salariale, previo accordo stipulato in sede governativa. Sono ventinove le aziende, per un totale di 8.359 lavoratori sospesi, interessate dalla proroga.

Finanziamento degli istituti di patronato e di assistenza sociale (co. 76-bis)
A partire dal 2019, aumenta a 78 punti percentuali (dal 72% previsto dalla normativa vigente) l’aliquota per la determinazione provvisoria del finanziamento annuo degli istituti di patronato e di assistenza sociale.

Estesa la platea dei beneficiari dell’assegno individuale di ricollocazione (co. 78-80)
Si prevede l’estensione dell’assegno individuale di ricollocazione ai lavoratori titolari di un trattamento straordinario di integrazione salariale e l’incremento (dal 41 per cento all’82 per cento) dell’aliquota contributiva dovuta dal datore di lavoro per il caso di ricorso a licenziamenti. L’elevamento concerne i casi di licenziamenti collettivi effettuati, a decorrere dal 1° gennaio 2018, dai datori di lavoro rientranti nell’ambito di applicazione del trattamento straordinario di integrazione salariale.
Viene inoltre disposto uno stanziamento di risorse per l’assegno di ricollocazione, pari complessivamente a 35 milioni di euro nel triennio 2018-2020.

Ammortizzatori sociali in deroga (co. 81; co. 81-bis-81-sexies)
Si permette, per il 2018, di utilizzare risorse finanziarie residue, già stanziate per i medesimi fini per il 2016 e il 2017, per la concessione nelle aree interessate da una crisi industriale complessa, di interventi di integrazione salariale straordinaria in deroga o di trattamenti di mobilità in deroga. Per il 2018, prevista, inoltre, la concessione della CIGS e della mobilità in deroga ai lavoratori licenziati da imprese operanti nei territori di Campania e Veneto, per i quali il Ministero dello sviluppo economico abbia decretato nuove aree di crisi complessa. Le Regioni potranno (in seguito a specifici accordi sottoscritti presso l’unità di crisi del MISE e/o delle regioni stesse) autorizzare, per un periodo massimo di 12 mesi, le proroghe in continuità della cassa integrazione guadagni in deroga concesse entro il 31 dicembre 2016 e aventi durata con effetti nel 2017.

ILVA: proroga trattamento integrazione salariale (co. 684-bis)
Si proroga per il 2018 del trattamento di integrazione salariale dei dipendenti impiegati presso gli stabilimenti produttivi del gruppo ILVA, prevedendo uno stanziamento di 24 milioni di euro.

Acciaierie di Genova Cornigliano (co. 684-ter)
Si aumenta di 400mila euro, per il 2018, il contributo per la ricostruzione, riconversione e bonifica dell’area delle acciaierie di Genova Cornigliano

Sostegno al reddito lavoratori della pesca (co. 70-71 e 77)
Sono stanziati fondi per il sostegno al reddito dei lavoratori della pesca (12 milioni per il 2019 nonché 5 milioni a decorrere dal 2018), anche in relazione al fermo obbligatorio dell’attività di pesca.

Bolkenstein rinviata al 2020
Si proroga al 31 dicembre 2020, il termine delle concessioni per commercio su aree pubbliche con scadenza anteriore alla predetta data e in essere alla data di entrata in vigore della presente disposizione, al fine di garantire che le procedure per l’assegnazione delle medesime concessioni siano realizzate in un contesto temporale omogeneo. Si ricorda che l’articolo 6, comma 8, del D.L. 244/2016 ha disposto la proroga delle concessioni in oggetto fino al 31 dicembre 2018. Si dispone inoltre che le amministrazioni interessate prevedono specifiche modalità di assegnazione per coloro che, nel biennio precedente l’entrata in vigore della norma, abbiano direttamente utilizzato le concessioni quale unica o prevalente fonte di reddito per sé e per il proprio nucleo familiare, anche in deroga a quanto previsto dalla disciplina delle autorizzazioni al commercio su aree pubbliche e delle connesse concessioni di posteggio di cui all’articolo 16 del D.lgs. 59/2010.

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Ispettorato Nazionale del Lavoro e mancanza di fondi: interrogazione al Ministro del lavoro e delle politiche sociali

Per venire incontro alle richieste del personale dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, in stato di agitazione da diverse settimane a causa della mancanza di fondi adeguati per svolgere il proprio lavoro, ho sottoscritto oggi, assieme ad altri 15 deputati, un’apposita interrogazione parlamentare al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, a prima firma del collega Marco Donati. L’obiettivo è capire «quale sia l’intenzione del Ministro interrogato in relazione alle questioni poste dal personale dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro e quali iniziative di competenza intenda adottare al fine di garantire il pieno e corretto svolgimento delle funzioni e dei compiti dell’Ispettorato».

«In questi giorni – si legge nell’interrogazione – da alcuni organi di stampa nazionali e locali si apprende dello stato di agitazione del personale dell’Ispettorato Nazionale del lavoro, ispettori e funzionari, che manifestano la necessità di adeguate risorse economiche che consentano di svolgere pienamente i propri compiti, dovendo operare nel territorio anche con mezzi privati e anticipando le spese di carburante».

In una legislatura che ha visto al centro della propria azione il lavoro e la tutela di ogni lavoratore, confidiamo che la sensibilità che fin qui il Governo e il ministro Poletti hanno mostrato sui temi delle politiche per il lavoro, consenta di individuare una soluzione idonea e pienamente inserita nel solco di norme di grande impatto approvate in questo ambito, come quella contro il caporalato e quella contro le dimissioni in bianco.

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#fatticoncreti

#fatticoncreti | Una pensione più giusta. Gli interventi per migliorare il sistema previdenziale.

I primi sono stati gli esodati. Poi le donne. Infine i lavoratori precoci. E questo senza contare i danni prodotti dal blocco delle uscite. Gli effetti collaterali provocati dalla legge Fornero sono stati pesanti. La riforma del sistema pensionistico ha sì evitato il baratro del default finanziario, ma anche prodotto gravissime iniquità. Per questo è stato necessario trovare delle soluzioni per restituire al sistema pensionistico la giusta flessibilità. Vediamo i casi principali.

ESODATI
Le cinque salvaguardie adottate in questa legislatura hanno consentito a 51.820 lavoratori di avere una pensione, nonostante gli ostacoli posti dalla riforma Fornero.

VIA LE PENALIZZAZIONI
Eliminate in modo definitivo le penalizzazioni per quei lavoratori che, avendo maturato i requisiti contributivi, intendevano andare in pensione in anticipo. L’importo del loro assegno non subirà più tagli.

AUMENTO DELLA QUATTORDICESIMA
Viene aumentato il valore della quattordicesima mensilità e anche allargata la platea di chi ne usufruisce.

APE SOCIALE E VOLONTARIA
L’Ape sociale consentirà ad alcune categorie di lavoratori in difficoltà (cassaintegrati, disoccupati, familiari di disabili) e per chi svolge lavori gravosi (operai edili, macchinisti, infermieri, maestre di scuole per l’infanzia ed educatrici degli asili nido) di andare in pensione in anticipo, anche di tre anni, senza costi per i lavoratori. Con l’Ape volontaria, invece, tutti gli altri lavoratori con 63 anni e almeno 20 anni di contributi, potranno anticipare il pensionamento. A renderlo possibile sarà un prestito da restituire in venti anni.

CUMULO GRATUITO
Chi ha versato i propri contributi in casse diverse non dovrà più rinunciare alla pensione o fare un mutuo per permettersela: il cumulo diventa gratuito.

LAVORATORI PRECOCI
I lavoratori che hanno cominciato a versare i loro contributi prima dei 19 anni e si trovano in situazioni di difficoltà (disoccupazione, necessità di assistere un coniuge o un parente con handicap grave, una sensibile riduzione della capacità lavorativa o lo svolgimento di lavori pesanti per almeno 6 anni) possono anticipare il pensionamento.

ATTIVITÀ USURANTI
Eliminazione dei limiti temporali per la decorrenza del trattamento, una volta maturati i requisiti; eliminazione dell’obbligo di svolgere il lavoro usurante nell’ultimo anno di attività; eliminazione per questi lavoratori del meccanismo d’incremento dell’età pensionabile in ragione degli eventuali incrementi dell’aspettativa di vita.

AMMALATI CON L’AMIANTO
Riconosciuta una pensione di inabilità a chi, per aver lavorato a contatto con l’amianto, si è ammalato.

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#fatticoncreti

#fatticoncreti | Più tempo per la tua famiglia. Con il Jobs Act più facile conciliare vita e lavoro.

#fatticoncreti | Congedi estesi fino ai 12 anni dei figli 

Andrea e Chiara lavorano ed hanno due figli, Enea e Emma, di 4 e 8 anni. Prima del Jobs Act, per accudire il figlio piccolo o portarlo dal medico, uno dei due genitori avrebbe dovuto prendere un giorno di congedo non pagato. Ora, nella stessa situazione, può utilizzare il congedo pagato al 30%. E se bisognava portare la grande dal dentista, uno dei due avrebbe dovuto prendere un giorno di ferie. Ora, invece, può utilizzare il congedo parentale conservando le ferie. Piccole modifiche che cambiano molte cose nei precari equilibri familiari. Con il Jobs Act abbiamo modificato il periodo in cui è possibile usufruire del congedo parentale, ampliandolo. Il periodo di assenza dal lavoro che i genitori di figli piccoli possono utilizzare per esigenze di cura (6 mesi che diventano 10 se li usano entrambi e fino a 11 mesi se il padre ne usa 3) possono essere utilizzati in un arco di tempo più ampio: ora, il congedo retribuito può essere utilizzato entro i 6 anni del bambino e quello non retribuito entro i 12 anni. I genitori di bambini con gravi handicap possono esercitare il prolungamento del congedo parentale di tre anni, da utilizzare continuativamente o frazionati, fino al 12° anno del figlio.

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LAVORATRICI AUTONOME
Finalmente abbiamo esteso alle lavoratrici autonome il diritto ai 5 mesi di maternità obbligatoria retribuita. Alle mamme iscritte alla gestione separata abbiamo riconosciuto il diritto al congedo parentale di 6 mesi, pagato, da utilizzare entro i tre anni del figlio. Possono, inoltre, ricevere l’indennità anche senza l’obbligo di astenersi dal lavoro.

CONGEDI ORARI E PREMI
Per andare incontro alle esigenze dei genitori con figli piccoli abbiamo reso il congedo ancora più flessibile: può essere trasformato in lavoro part time oppure frazionato in ore in modo da utilizzarlo, per esempio, per prolungare oltre l’anno del bambino la riduzione oraria prevista per l’allattamento. Un’altra novità riguarda i premi di produttività, da cui le donne in maternità non saranno più escluse perché i 5 mesi di congedo obbligatorio saranno finalmente contati a pieno titolo nel calcolo dei premi.

PADRI PIÙ PRESENTI
Per facilitare una maggiore presenza dei padri nei primi anni di vita dei propri figli stiamo aumentando progressivamente i giorni di congedo obbligatorio per il lavoratori dipendenti che passano da 2 obbligatori e 2 facoltativi (in alternativa alla madre) nel 2016 a 4 giorni obbligatori più 1 facoltativo nel 2018, nei primi 5 anni di vita dei bambini. Per i lavoratori autonomi, invece, abbiamo raddoppiato il periodo di congedo parentale che è diventato di 6 mesi, fruibili nei primi tre anni del bambino.

Come fare la domanda di congedo parentale

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#fatticoncreti

#fatticoncreti | Welfare aziendale, un vantaggio per tutti. Lavoratori e imprese dalla stessa parte.

Per i dipendenti del Colorificio San Marco, vicino Venezia, l’azienda mette a disposizione appartamenti gratuiti al mare per le ferie e rimborsa le spese per asili, scuole, università e master. I lavoratori della Siropack di Cesenatico possono usufruire di corsi di formazione on demand, polizze assicurative e buoni regalo per Natale. Quelli di Luxottica beneficiano di un bonus vita da 30 mila euro, una banca ore etica e baby week per l’inserimento al nido. Sono solo alcune delle possibilità che rientrano nel welfare aziendale, una cultura d’impresa che migliora la vita e la qualità del lavoro al dipendente e diminuisce i costi dell’azienda garantendone la produttività. Sembra incredibile ma non lo è: parliamo di tutti quei benefit e quelle prestazioni che, oltre allo stipendio, sostengono il reddito dei dipendenti e danno piccoli e grandi benefici alla vita privata, con conseguenze tangibili in termini motivazionali e di performance lavorativa.

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CI ABBIAMO PUNTATO, E ABBIAMO AVUTO RAGIONE.
Il 2016 è stato l’anno di svolta, grazie agli incentivi introdotti dalle Legge di Stabilità 2016 e i risultati, a distanza di due anni, parlano da soli: più della metà delle PMI ha iniziato ad utilizzare azioni di welfare e sono raddoppiate le imprese che lo usano intensamente. Un doppio vantaggio se pensiamo che alcune voci non concorrono al reddito e, quindi, non sono tassate in alcun modo.

NOVITA’ 2017
La legge di Bilancio 2017, oltre ad aumentare il valore del premio di produttività (da 2000 a 3000 euro) convertibile in servizi di welfare, ha esteso la potenziale platea di dipendenti (sale da 50mila a 80mila euro lordi il limite di reddito) che ne possono usufruire ampliando la tipologia di benefit detassati. In particolate, sono esclusi da ogni forma di tassazione i contributi e premi versati dal datore di lavoro per opere e servizi per educazione, istruzione, ricreazione, assistenza sociale e sanitaria o culto, per i servizi educativi o scolastici (tra cui mense, centri estivi, borse di studio), per i contributi a prestazioni, anche assicurative, riguardanti il rischio di non autosufficienza o di malattia grave, nonché i sussidi occasionali per rilevanti esigenze personali o familiari del dipendente e, infine, per i servizi di assistenza a familiari anziani o non autosufficienti. Questi benefit sono erogabili anche come ticket cartacei o elettronici.