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dichiarazioni Economia e Finanza

Sbloccato lo pagamento dei debiti dello Stato: aiutiamo le imprese con la concretezza

La politica deve rispondere con concretezza ai tanti problemi irrisolti che attanagliano il nostro Paese: il voto alla Camera di oggi è un grande passo in questa direzione. L’approvazione del decreto che sancisce il pagamento di parte del debito che lo Stato ha nei confronti delle imprese italiane, è un atto importante e che finalmente rende giustizia ad un settore produttivo che ha pagato le inadempienze e il lassismo di questi anni. Peraltro è un toccasana anche per lo stato difficile dei Comuni italiani, specie quelli più piccoli, poiché la misura che abbiamo approvato, rappresenta un allentamento (seppur parziale) dei vincoli imposti dal patto di stabilità, che in questi anni/mesi hanno finito con lo ‘strangolare’ la possibilità di azione degli enti locali. Anche per il sistema delle Autonomie locali, è un primo passo importante.

Una boccata d’aria buona, che ripara allo sgarbo che le aziende italiane hanno subito e che rappresenta una iniezione di liquidità con pochi precedenti negli ultimi anni. Una manovra di stimolo importante e che non rappresenta certo l’esaurimento di ciò di cui c’è bisogno per sostenere le imprese; si tratta, però, di un buon inizio per questa legislatura, che avrà un senso solo se si occuperà concretamente di economia.

Ora bisogna proseguire con interventi che possano alleggerire o quanto meno rendere più equo il carico fiscale sulle imprese, in particolare sul lavoro; intervenire sull’Imu senza propaganda post-elettorale, ma con giudizio e avendo a cuore la centralità del sistema produttivo per uscire dalla crisi. Dare attuazione ad un grande piano per far ripartire l’occupazione giovanile, con sgravi e incentivi. A questo proposito, bisogna al più presto assicurare il mantenimento delle detrazioni previste per le ristrutturazioni edilizi e per la riqualificazione energetica, due filoni che sono l’asse portante per il sostegno al settore delle costruzioni, che assieme al suo indotto rimane trainante per l’economia italiana. Attendiamo in Commissione Finanze l’analisi e la discussione su questi e molti altri temi che ci stanno a cuore.

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Economia e Finanza interventi

I miei appuntamenti per il Primo Maggio

Primo maggio sul territorio forlivese. In mattinata sarò impegnato in diverse iniziative e incontri pubblici, tra cui alle 10 una assemblea pubblica presso il circolo “Musicisti” di via Dragoni, 57 a Forlì (di fronte al parco di via Dragoni). Alle 12 interverrò ad un evento pubblico a Villa Rotta, mentre nel pomeriggio alle 16 sarò in piazza Saffi per presenziare alla manifestazione unitaria organizzata da Cgil, Cisl e Uil.

Ora che c’è un Governo (per quanto lontano dalle nostre-mie aspettative) bisogna dare risposte immediate ai problemi enormi che riguardano il mondo del lavoro. E in primo luogo occorre finanziare la cassa integrazione in deroga, sbloccare il patto di stabilità per dare fiato agli investimenti e risolvere il dramma degli esodati. Cose da fare subito e su cui si misurerà la cifra della volontà di cambiamento con cui il premier Enrico Letta si è presentato al parlamento.

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dichiarazioni Economia e Finanza

Finanziare subito gli ammortizzatori sociali in deroga

Ci sono delle emergenze che non aspettano che si formi un Governo. Il nostro Paese è innegabilmente in un vortice di recessione che, se non adeguatamente aggredita, rischia di portarci ad una deriva irreversibile. Tra queste emergenza c’è quella di rifinanziare la cassa integrazione in deroga, che in assenza di provvedimenti rischia di essere a secco a partire da maggio. Il che significa provocare enormi conseguenze sul piano sociale.

Per questo assieme al capogruppo Roberto Speranza e a molti altri colleghi deputati del Partito Democratico, ho sottoscritto una mozione nella quale si chiede al Governo di “ad assumere ogni iniziativa utile, anche con carattere d’urgenza, per assicurare la copertura finanziaria per il ricorso agli ammortizzatori sociali in deroga necessari per tutto l’anno 2013, indispensabili per attenuare le drammatiche conseguenze sull’occupazione provocate dal protrarsi della crisi economica”.

Il testo completo della mozione
La Camera,
premesso che:
il drammatico contesto socio-economico che caratterizza da diversi anni il nostro Paese non mostra segnali di miglioramento; i dati Istat relativi al gennaio 2013, rilevano l’aggravarsi di una condizione già di estrema difficoltà: gli occupati sono 22 milioni 688 mila, in calo dello 0,4 per cento (-97 mila unità) rispetto a dicembre 2012; su base annua si registra una diminuzione dell’1,3 per cento, (-310 mila unità) che riguarda sia gli uomini sia le donne; il tasso di occupazione è pari al 56,3 per cento, in calo di 0,3 punti percentuali nel confronto congiunturale e di 0,7 punti rispetto a dodici mesi prima; il numero di disoccupati, pari a 2 milioni 999 mila, aumenta del 3,8 per cento rispetto a dicembre (+110 mila unità). Su base annua si registra una crescita del 22,7 per cento (+554 mila unità) e anche in questo caso riguarda sia la componente maschile sia quella femminile; il tasso di disoccupazione si attesta all’11,7 per cento, in aumento di 0,4 punti percentuali rispetto a dicembre e di 2,1 punti nei dodici mesi; tra i 15 e i 24 anni le persone in cerca di lavoro sono 655 mila e rappresentano il 10,9 per cento della popolazione in questa fascia d’età. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ovvero l’incidenza dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, è pari al 38,7 per cento, in aumento di 1,6 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 6,4 punti nel confronto tendenziale;
la crisi economica ha fortemente indebolito il sistema produttivo italiano, reso più fragile ed esposto a una crisi di competitività che si ripercuote sui lavoratori e sul loro posto di lavoro, sempre più a rischio; per far fronte a quella che si va delineando come una vera e propria emergenza sociale occorre sfruttare tutti gli strumenti a disposizione dello Stato al fine di attenuare gli effetti della grave recessione sulle famiglie italiane;
nel corso della scorsa legislatura, l’allora Ministro del lavoro e delle politiche sociali si è mostrato consapevole della drammaticità del momento e dell’urgenza di operare al fine di scongiurare un ulteriore e pericoloso deterioramento della situazione, impegnandosi a tale scopo e dichiarando – nel corso della seduta d’Assemblea del Senato del 20 settembre 2012 – che sarebbero state reperite le risorse per soddisfare le richieste delle regioni in ordine agli ammortizzatori sociali sia per il 2012 che per il 2013;
successivamente a tali dichiarazioni, alla Camera dei deputati, per iniziativa del Partito democratico, furono approvati in occasione dell’esame della legge di stabilità l’ordine del giorno 9/5534-bis-A/46 e successivamente la risoluzione in Commissione 7-01048 volti ad assicurare le risorse finanziarie destinate agli ammortizzatori sociali in deroga;
le stime dell’Unione europea sulla crescita in Italia indicano un ulteriore calo del Pil nel 2013 nell’ordine del 1 per cento, con un netto peggioramento rispetto al –0,5 per cento previsto a novembre. Tale tendenza negativa è dovuta al calo degli investimenti dovuto anche per le stretta creditizia nel settore privato e al calo dei consumi per gli stipendi sempre più bassi. Una timida ripresa dello 0,8 per cento, non arriverà prima del 2014, quando «l’incertezza sarà ridotta»;
a quattro anni dall’accordo tra Stato, regioni e province autonome sugli ammortizzatori sociali in deroga e le politiche attive, sottoscritto nel febbraio del 2009 e rinnovato nell’aprile del 2011, con validità fino alla fine del 2012 si può disporre di dati attendibili e utili a verificare l’efficacia di tali strumenti e l’entità delle risorse realmente necessarie per non trovarsi impreparati di fronte al protrarsi della congiuntura negativa;
nel febbraio scorso, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, sulla base delle risorse messe a disposizione dalla legge di stabilità per l’anno 2013, ha firmato i primi tredici accordi per ammortizzatori in deroga relativi al 2013 con le regioni Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sardegna, Toscana, Umbria, nonché alla provincia autonoma di Trento, mentre ancora non risultano conclusi gli accordi con le rimanenti regioni;
tuttavia, proprio dal fronte regionale, così come da quello sindacale si denuncia che le risorse finanziarie attualmente disponibili non potranno affrontare le richieste di proroga per i periodi da maggio in poi, prospettando il rischio di una vera e propria emergenza sociale,

impegna il Governo
ad assumere ogni iniziativa utile, anche con carattere d’urgenza, per assicurare la copertura finanziaria per il ricorso agli ammortizzatori sociali in deroga necessari per tutto l’anno 2013, indispensabili per attenuare le drammatiche conseguenze sull’occupazione provocate dal protrarsi della crisi economica.

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Economia e Finanza interventi

Scioperi alla Marcegaglia: impresa e sindacati si parlino per trovare un’intesa

Da giorni i lavoratori dello stabilimento “Marcegaglia” di Forlì stanno manifestando (un’ora di sciopero al giorno da lunedì a giovedì) per chiedere il rispetto di un accordo sulla produttività aziendale sottoscritto nel luglio 2011. Accordo che l’azienda ritiene di non rispettare poichè ha sostenuto che gli obiettivi di produttività non sarebbero stati raggiunti.

Mi auguro che al più presto si possa aprire un confronto tra la Marcegaglia e i rappresentanti dei lavoratori dello stabilimento forlivese, che in maniera e compatta e unitaria da lunedì hanno attuato diverse iniziative di sciopero. Nella difficile congiuntura economica in cui ci troviamo, non si può non garantire la massima attenzione possibile all’esigenza di salvaguardare posti di lavoro, assicurare la crescita e la competitività dell’impresa e salvaguardare il potere d’acquisto dei salari. Ciò passa anche da un confronto tra le parti, necessario per individuare le modalità con cui dar seguito all’accordo faticosamente raggiunto a suo tempo e per abbassare il livello di tensione.