La Regione ha inserito in priorità 1 il terzo lotto della tangenziale di Forlì (che deve collegare San Martino in Strada e Vecchiazzano) con uno stanziamento previsto di 60 milioni di euro. Un risultato tutt’altro che scontato, su cui sono impegnato fin dall’inizio della legislatura perché riguarda anche Anas e le istituzioni nazionali, e che oggi è raggiunto grazie ad un grande lavoro di squadra fatto assieme a consiglieri regionali e amministrazione comunale. Questo traguardo era indispensabile, ma la strada è ancora lunga.
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Presentata di fronte ad un folto pubblico la seconda edizione del ‘Report parlamentare’, documento che include fatti e cifre sull’attività svolta nel 2014 del deputato Marco Di Maio.
A cura dell’ufficio stampa
“La tracciabilità è un concetto che dovrebbe trovare traduzione pratica in ogni rappresentante politico: da Roma fino ai quartieri più piccoli. E’ un fatto non solo di trasparenza, ma anche di corretta valorizzazione e valutazione del lavoro si svolge”. Attorno al concetto di ‘tracciabilità’ il deputato forlivese Marco Di Maio ha costruito la seconda edizione del proprio ‘Report parlamentare’, presentato nella sua edizione relativa al 2014 proprio sabato mattina a Forlì al centro culturale “San Francesco” (presso il bar “L’Urlo”, in via Marcolini). Duecento persone presenti sala gremita di pubblico con tantissime persone in piedi per illustrare un lavoro che ha nei numeri la sua sintesi estrema: 5mila persone raggiunte ogni settimana via email attraverso l’invio della propria newsletter, 151 incontri individuali presso l’ufficio di Forlì, oltre 84 iniziative sul territorio, 1800 contatti (in gran parte con persone diverse) via email, oltre il 91% di presenza in parlamento (media al 70%) e una presenza costante sul territorio nei dossier più importanti: crisi aziendali, infrastrutture, rapporto con i comuni (in particolare i più piccoli), relazioni e sostegno concreto alle associazioni. Il report 2014 presentato da Marco Di Maio contiene numeri, fatti, approfondimenti e persino copia della busta paga e delle spese sostenute connesse allo svolgimento dell’attività. Il documento disponibile qui
A raccontare il lavoro fatto nel 2014 assieme e per il territorio, sono state alcune personalità che hanno collaborato sui propri ambiti con il parlamentare romagnolo. A partire da Claudio Faggiotto, consulente del lavoro, che ha sottolineato “l’impegno costante sulle crisi aziendali e all’ascolto continuo delle istanze provenienti dalle associazioni di categoria locali e nazionali”. Anche Valentina Ancarani, intervenuta nella sua veste sopratutto di consigliera comunale oltre che di segretario del Pd, ha evidenziato “l’importanza del dialogo continuo tra amministrazioni locali e deputato, perché la fase di profondo cambiamento delle istituzioni che stiamo vivendo e le esigenze dei Comuni, speciosamente quelle più piccoli in cui il lavoro di Marco è stato quasi più intenso che su Forlì”.
Molto interessanti le testimonianze portate da due personaggi differenti tra loro, ma ugualmente coinvolti nell’attività del parlamentare locale. Sandro Gasparrini, accountable manager della Air Romagna S.p.A, ha sottolineato come “grazie al lavoro svolto, oggi l’aeroporto di Forlì ha davanti a sè una prospettiva che è opportunità anzitutto economica per tutto il territorio, anche quello romagnolo, bolognese e non solo: se non si comprende questo, e Marco è uno dei pochi che lo ha capito da subito, allora davvero non si coglie la portata eccezionale di questa occasione”.

Stefano Fabbri, piccolo imprenditore e presidente del Forli calcio, ha portato all’attenzione delle oltre 200 persone che hanno partecipato alla mattinata, l’esperienza della società calcistica che presiede: “con un azionariato piuttosto diffuso, animato da passione e amore per la città è il territorio, siamo riusciti a costruire un progetto che dopo 32 anni ha riportato in città il calcio professionistico e conta su un vivaio giovanile di centinaia di persone. La vicinanza delle nostre istituzione e del nostro parlamentare, che è un abbonato allo stadio, è decisiva. Così come lo è per le aziende, che hanno bisogno di trovare un alleato nella politica e non un ostacolo. Nel rispetto delle autonomie, ma occorre che la politica e chi la rappresenta stia costantemente a contatto con la società reale. Come Marco, finora, ha saputo fare”.
Dopo le domande del pubblico, che hanno spaziato dalle polemiche recenti sul decreto fiscale alla scelta del nuovo presidente della Repubblica, ha chiuso la presentazione il sindaco di Forlì e presidente della Provincia, Davide Drei, anche a nome dei tanti sindaci e amministratori locali presenti. “Il Parlamento e il Governo stanno portando avanti riforme istituzionali importanti – ha detto Drei – ma gli enti locali dalle nostre parti non hanno aspettato e hanno cominciato da soli a fare la propria parte; con l’Unione dei Comuni, con una serie di sinergie già in corso e con l’obiettivo di promuovere quell’aggregazione romagnola che ormai non è più rinviabile”.
“Il contatto con il territorio è il cuore della mia attività parlamentare, ciò in cui credo con maggior convinzione – afferma Marco Di Maio – perché penso che sia la via maestra per riavvicinare le persone alle istituzioni, risvegliare un interesse per cose da cui la gente si è allontanata; anche per il 2015 continuerò il metodo utilizzato fin qui perché aiuta prima di tutto me stesso a far meglio il mio lavoro, ricevendo sollecitazioni, critiche e stimoli”.
Tracciando le priorità dell’impegno dei prossimi mesi, al netto delle vicende nazionali che stanno imperversando (a partire dall’elezione del nuovo presidente della Repubblica), Marco Di Maio ha delineato alcune priorità: “In primo luogo i temi economici e del lavoro – ha detto – che sono la priorità assoluta, anche qui a livello locale, dove è necessario sostenere con decisione le imprese e i lavoratori; ma soprattutto dobbiamo andare alla ricerca di nuove opportunità di sviluppo, che possono arrivare ad esempio dalla logistica (aeroporto, scalo merci, tangenziale), dalle politiche ambientali, dal supporto ai comuni periferici che sono quelli in maggior difficoltà e possono rappresentare opportunità concrete anche per la pianura. E poi continuare a trasferire in maniera puntuale quanto avviene a Roma, attraverso il potenziamento di tutti gli strumenti utilizzati fin qui”.

Saranno tre mesi particolari per la viabilità forlivese. Dal 16 giugno, infatti, è stata chiusa per lavori la Cervese e riaprirà il 12 settembre. Una chiusura che certamente provocherà disagi ai residenti delle frazioni affacciate sulla “Via del mare” (in primis a quelli di Carpinello), agli amanti della gita domenicale sulle nostre spiagge e ai turisti. C’erano alternative possibili? Personalmente le ho provate tutte, facendo pressing sulla Provincia, sul Comune e sulla Prefettura. Alternative non ce n’erano, perchè si è valutato che il disagio di questo periodo è inferiore a quello che si avrebbe avuto chiudendo la Cervese durante l’anno scolastico e con l’avvicinarsi delle stagioni più piovose (anche se questo avvio di estate non promette nulla di buono).
Sono lavori che aspettiamo da decenni: uso il plurale perchè vivo in quelle zone e da molti anni mi batto per la messa in sicurezza della Cervese. Sin da quando, appena 20enne, fui eletto nel Comitato di Quartiere e da lì organizzammo una grande manifestazione per portare l’attenzione di tutte le istituzioni sulla Cervese. Una manifestazione che contribuì a sbloccare i fondi Anas, a cedere la titolarità della strada alla Provincia (passaggio fondamentale per poter svolgere i lavori) e che, successivamente, consentì di arrivare ad un primo traguardo intermedio che fu la costruzione della rotonda tra la Cervese, la via Del Bosco e la Via Brasini (quella del “maggiolino” per intenderci).
Ora di fronte a questi disagi, capisco il disappunto di chi ne subirà le conseguenze in questi tre mesi. Non capisco invece (o forse la capisco fin troppo bene) la speculazione politica di chi non avendo mai fatto nulla per risolvere questi problemi oggi si lancia in polemiche sperticate e soffia sul fuoco del disagio, additando qualcuno di aver “abbandonato i propri cittadini”. Non c’è nulla di più deprecabile per un politico (specie se appartenente ad a una nuova generazione) che dire falsità grauite e senza senso. L’alternativa era non fare i lavori, era lasciare tutto così com’è: onestamente ritengo preferibile correre il rischio di perdere qualche consenso piuttosto che lasciare tutto così com’è avendo fatto finta di aver fatto qualcosa per cambiare.
Piuttosto c’è una cosa che possiamo provare a fare. Far sì che nel tratto tra Bagnolo e Carpinello interessato da questa prima fase di lavori, contestualmente alla tombinatura del fosso si lavori per rendere quella striscia di terreno ai margini della careggiata una pista utilizzabile dalle biciclette e dai pedoni. Non la chiamo pista ciclabile perchè formalmente sappiamo che non è possibile farlo. Lo spazio c’è e forse ci sono anche i soldi per poter realizzare questo passaggio protetto sulla base dei probabil avanzi economici dei dall’importo inizialmente stanziato per i lavori. Verifichiamo se è possibile farlo e lasciamo da parte le polemiche; che non servono a nulla e si sciolgono come neve al sole quando non sono fondate.