Ho appreso con piacere della clamorosa retromarcia del Presidente Conte sul raddoppio dell’Ires al Terzo Settore. Una tassa che andava a colpire un mondo, quello di chi lavora con gli ultimi, che ha bisogno di avere lo stato dalla propria parte e non certo che vengano raddoppiate le imposte. Ascoltato l’appello di tanti volontari e associazioni, rafforzato da quello rilanciato dal presidente Mattarella a fine anno quando ha parlato di “tassa sulla bontà”. Il Governo ascolta le opposizioni che fin dai primi minuti successivi alla presentazione della norma in legge di bilancio, avevano segnalato il problema e avanzato soluzioni.
Abbiamo proposto di cancellare questo aumento di imposte che nei prossimi tre anni chiede al mondo del volontariato e del sociale di pagare 450 milioni di euro in più. Abbiamo proposto di farlo da subito inserendo un comma nel ‘decreto semplificazioni’ in corso d’esame al Senato.
Adesso il Governo non torni indietro e cancelli l’aumento non solo per il 2019, ma anche quello previsto per il 2020 e 2021. Sarebbe poco credibile una correzione che valga solo per il 2019, lasciando nell’incertezza gli anni successivi.
Tutto il mondo del terzo settore, poi, attende anche altri atti. “Il governo e la maggioranza devono al più presto dare attuazione ai decreti collegati alla riforma di tutto il comparto – fa notare il deputato -, approvata dal Parlamento nella precedente legislatura: capisco che avevano votato contro alla riforma dicendone di tutti i colori, ma questo ripensamento sarà il meno grave di tutti gli altri compiuti fin qui.